Fireworks
Ma il suo sguardo tra la folla fu catturato da un ragazzo che ballava avvinghiato a tre ragazze. Nonostante le temperature non fossero elevate, lui indossava solo una maglietta a maniche corte rossa, segno che aveva in corpo probabilmente più di una birra.
Phoebe arricciò il naso, perché conosceva perfettamente quel ragazzo.
Guardò ancora per qualche istante Mattia che ballava con le tre ragazze attaccate al corpo e si sentì decisamente un'idiota. Era nel loro mondo, tutti eccetto lei si stavano divertendo. Cosa voleva pretendere? Eppure si rese conto di non voler vedere Aidan nelle stesse condizioni di Mattia. Arretrò lentamente e poi si voltò per scomparire tra la folla.
Si sentì afferrare per un braccio. Phoebe si girò pronta a discutere con l'ennesimo ubriaco che pensava di poterla toccare, ma si trovò di fronte il viso accaldato di Mattia. Lui le fece un gran sorriso "Che sorpresa, Evans! A cosa dobbiamo il piacere della tua presenza a Rimini?".
La ragazza rimase senza fiato per un istante, c ercando di capire come diavolo avesse fatto a vederla. "Sono solo di passaggio, niente di che" dissimulò poi, scuotendo la testa. L'ultima cosa che voleva era rendersi ridicola, soprattutto dal momento che lei era un personaggio pubblico. Mattia le tirò una gomitata sorridendole complice. Poi si abbassò per parlarle nelle orecchie e contrastare il volume della musica. "Aidan è sul lungomare. Odia queste feste. Ma sono sicuro che sarà felice di trascorrere gli ultimi minuti di quest'anno insieme a te e non da solo come suo solito". "Vedo che tu invece sei in buona compagnia" ribatté Phoebe infastidita che Mattia le stesse dicendo cosa fare, ma sollevata che Aidan non si trovasse in mezzo alla gente. Il ragazzo scrollò le spalle sorridendo "Voi non vi sapete davvero divertire. È per questo che vi trovate proprio bene insieme..." "Ok, ora basta- lo interruppe Phoebe alzando le mani- gli darò un rapido saluto e me ne andrò. Devo tornare a casa". Mattia annuì lasciandola allontanarsi, anche se dal sorrisetto fastidioso che aveva sul volto la ragazza poteva capire che non le aveva creduto.
Phoebe si avvicinò alla spiaggia, cercando di intravedere Aidan tra le poche persone non coinvolte nella festa. Sorrise leggermente vedendolo appoggiato ad una ringhiera corrosa dalla salsedine, stretto in un cappotto nero e avvolto in una sciarpa del medesimo colore che svolazzava mossa dal vento. Il suo sguardo era puntato sul mare scuro, perso in chissà quali pensieri.
"Vedo che sei l'anima della festa" esordì la ragazza ritrovando la sua sicurezza e avanzando decisa verso di lui. Aidan sobbalzò sul posto, poi si voltò incredulo "Phoebe! Ma...cosa ci fai qui? Pensavo che fossi in qualche club esclusivo di Montecarlo!". Lei scacciò via quelle parole con un gesto della mano "Non fanno per me quei luoghi. Odio le feste sofisticate. Troppa ostentazione del nulla". "Non che qui sia meglio- osservò Aidan guardando verso la folla- non mi trovo a mio agio in questo tipo di eventi. Preferisco rimanere in disparte" "E come mai sei venuto in piazza a Rimini, allora?" chiese Phoebe provocatoriamente. Aidan si strinse nelle spalle "Mattia è il mio unico amico. È un ragazzo meraviglioso, abbiamo solo idee diverse sul divertimento. Però ho accettato di seguirlo a questa festa perché l'alternativa sarebbe stata festeggiare il nuovo anno con i miei genitori. E a quasi trent'anni preferisco stare qui ad osservare il mare, ripensare a quanto è accaduto negli ultimi 365 giorni e augurarmi la felicità allo scoccare della mezzanotte".
Phoebe ridacchiò in modo isterico, alzando lo sguardo verso il cielo "Nemmeno io ho tanti amici. A dire il vero penso di non averne nessuno. Sai, in un mondo come l'automobilismo nessuno è davvero amico degli altri. Sono rapporti di facciata, superficiali e spesso ipocriti. Mia madre non c'è più da molti anni, troppi perché io riesca a ricordarmi la sua faccia senza vedere una foto. E da quando anche mio padre se n'è andato...beh, trascorro tutte le feste a casa da sola. Con il risultato che le festività diventano tutte uguali e molto simili a dei giorni normali, perdono la loro magia. Per questo odio la gente che si diverte così tanto. Cazzo, non c'è nulla da festeggiare. Domani sarà tanto diverso da oggi? Non credo, tutti i giorni sono fottutamente uguali se non hai nessuno con cui trascorrerli".
Terminò asciugandosi con la manica del cappotto rosso due lacrime che erano sfuggite ai suoi occhi. Aidan non rispose, rimase semplicemente in silenzio al suo fianco. Non c'erano molte parole da dire in quel momento e qualsiasi discorso sarebbe risultato inappropriato. Phoebe sfogava nell'aggressività tutta la sua tristezza, con il risultato di scavare maggiormente un fossato che la divideva dal resto delle persone. Chiudersi in sé stessa era allo stesso tempo la sua salvezza e la sua condanna.
"Ma sei qui da solo anche tu -riprese la ragazza, sforzandosi di guardarlo negli occhi e sorridere- come diceva quel romanzo? 'La solitudine dei numeri primi', no? Quando si raggiunge un certo livello e si è così tanto superiori agli altri, si è isolati. Essere dei numeri uno nei nostri campi ci riempie di solitudine".
Aidan ridacchiò "Non credo che fosse questo il senso del titolo di quel romanzo". Phoebe scrollò le spalle "Io do sempre una mia interpretazione personale su tutto". "Allora qual è la tua interpretazione personale sul motivo per cui sei qui?" le chiese lui appoggiandosi del tutto alla ringhiera e guardandola con un sorriso impertinente. Phoebe mormorò "Semplicemente non mi andava di rimanere da sola anche quest'anno".
Aidan accettò la sua risposta senza indagare ancora. "Quindi ormai che mancano pochi minuti alla mezzanotte è tempo di bilanci?" disse rivolto a lei. La ragazza ritrovò un piccolo sorriso, guardando verso il mare "Direi che si prospettano delle novità interessanti nei prossimi mesi per la mia carriera. E tutto grazie al duro lavoro che ho svolto quest'anno. Mi ritengo del tutto soddisfatta di come ho amministrato le varie situazioni". Poi si voltò verso il ragazzo "E per te? Questo è stato un buon anno?". "Decisamente sì" replicò Aidan sporgendosi verso di lei e guardandola intensamente negli occhi.
Vennero interrotti dal conto alla rovescia iniziato all'unisono nella piazza. "Ti vuoi unire?" le chiese Aidan sorridendo. Phoebe si voltò verso la gente, scuotendo la testa "Stanno festeggiando la fine di un anno, che è anche un anno in meno per loro su questa Terra. Non capisco come possano essere così gioiosi". Il ragazzo scoppiò a ridere "Phoebe, sei incorreggibile!".
Un primo fuoco d'artificio venne lanciato ed esplose sopra il mare. La ragazza sussultò, colta di sorpresa, e finì addosso ad Aidan. Il ragazzo la strinse a sé, circondandola con le braccia "Incredibile, la figlia del fuoco ha paura dei fuochi d'artificio". "No, sono stati inaspettati" borbottò Phoebe dovendo incassare la sconfitta di essersi dimostrata paurosa. In realtà i fuochi d'artificio le avevano sempre dato fastidio, con quello scoppiare fragoroso che rimbombava cupo nelle sue orecchie e nella sua pancia.
"Prometto che se uno di loro ti incendierà prenderò un estintore e ti spegnerò all'istante" sussurrò Aidan vicino al suo volto. Phoebe si voltò verso di lui, senza però uscire dal suo abbraccio "Ti stai per caso prendendo gioco di me?". Lui rise "Oh, non potrei mai".
I loro volti erano incredibilmente vicini e Phoebe ormai sentiva il chiacchiericcio della gente e l'esplosione dei fuochi d'artificio come suoni lontani. Aidan la guardava negli occhi senza dire nulla, poi decise di prendere coraggio per entrambi e annullò la distanza tra loro, baciandola. Phoebe spalancò gli occhi, non aspettandosi tanta intraprendenza. Ma al diavolo, era quello che anche lei voleva. Rilassò sempre di più i muscoli, abbandonandosi a quel bacio che forse aspettava più di quanto si fosse mai resa conto.
Si staccarono per qualche istante, tenendo a contatto le loro fronti. Aidan sorrise dolcemente, sussurrando sulle sue labbra "Buon anno". Phoebe sorrise a sua volta
"Buon anno, Aidan".
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