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Nota autore:
Ok ecco un altro aggiornamento di fiori di ciliegio, jeeee. Comunque piano piano vi porterò dove voglio arrivare, ovvero chi è Tim? Io come sempre in ogni capitolo vo lascerò degli indirizzi per capire chi è in realtà vediamo chi indovina. :3 buona lettura.
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Camminavo per i corridoi della scuola a mo di zoobie, la notte scorsa per via di Tim non avevo chiuso occhio. Me ne fregavo della lezione di modellato che era appena iniziata, anche volendo non sarei stata capace di fare un bel niente, e poi, c'ero o non c'ero nessuno si accorgeva della mia presenza, figuriamoci della mia assenza. Così andai nei bagni delle ragazze a fumarmi una sigaretta.
Tim è sempre stato un tipo dolce ed apprensivo nei miei confronti, e quando mi diceva che voleva proteggermi da qualcuno succedeva sempre qualcosa che confermavano le sue parole, coincidenza? Forse, ma fatto sta che alla fine ha sempre ragione lui e la cosa iniziava a darmi parecchio sui nervi.
Feci un tiro della mia sigaretta mentre controllavo l'ora sul display del telefono, le nove e trenta eh? Passa davvero veloce il tempo quando si sta sovrappensiero o almeno è quello che accadeva sempre a me. Siccome si era fatto abbastanza tardi, ed avevo anche finito la mia sigaretta, mi decisi di entrare finalmente in classe. Appena varcai la soglia il professore mi inchiodò con lo sguardo, dicendomi con tono di rimprovero:
《Le sembra questa l'ora di arrivare, signorina?》
Feci spallucce rispondendo con nonchalance:《Cos'è? Ha sofferto la mia mancanza Rafael? 》
Lui mi inchiodò nuovamente con lo sguardo, rispondendomi a tono:
《Non credere di poter fare come ti pare solamente perché io e tua madre siamo amici, per questa volta passi ma che non accada mai più》 detto ciò fece un gesto svolazzante con la mano indicando un compagno di classe《 questo lavoro va fatto in coppia, siediti con Jeremy, avete tre ore, e sappiate che metterò il voto!》
Aspetta che?!? No, con Jeremy proprio no. Io ovviamente sono contenta, ma non posso dire altrettanto di lui, visto che appena ha saputo che avremmo lavorato insieme iniziò a sbuffare infastidito. Mi chiedo del perché c'è l'avesse tanto con me, in fin dei conti non gli ho mai fatto niente di male, a parte stalkerarlo con lo sguardo.
Andai a prendere foglio e penna, per poi andare a sedermi vicino al suo cavalletto. Iniziammo a parlare esclusivamente del lavoro, e su quale immagine da rifare in 3D con l'argilla, avevamo idee contrastanti : io volevo fare una riproduzione della sposa cadavere di Tim Burton, mentre lui voleva fare un modellino di Jeak Sparrow, alla fine per quieto vivere dovetti cedere ed iniziammo a lavorare insieme sulla statuina in argilla. Questa era la mia occasione per instaurare almeno un buon rapporto con lui, così mi feci coraggio, e gli chiesi titubante:
《Non sapevo che ti piacessero quel genere di film?》
Ero così nervosa che non riuscì a fare una domanda di senzo compiuto, infatti, Jeremy mi guardò interrogativo per qualche minuto per poi rispondermi freddamente:
《Intendi Il film pirati dei Caraibi? No mi fa schifo, ma è sempre meglio di quel cartone demenziale che hai proposto tu!》
Aspetta… come la definito?!? Potrà essere figo quanto vuole, ma nessuno, e ripeto NESSUNO offende il mio regista preferito Tim Burton, lui è un vero e proprio genio e poi, avevo tanti cari ricordi allegati hai suoi film, infatti io è mio padre li avevamo visti praticamente tutti. Lo guardai malamente per poi rispondergli:
《Pensiamo a lavorare che è meglio!》
Avrei voluto dirgli di meglio ad esempio "Stupida capra ignorante" o "Prova a ripeterlo e ti strappo la lingua" ma non mi sembrava proprio il caso di iniziare una rissa nel bel mezzo della lezione, e poi si può sapere quale cavolo di problemi ha con me? Non potevo più stare zitta, se gli avevo fatto qualcosa volevo saperlo, perché non accetto che mi si odi senza motivo:
《Ma si può sapere che ti ho fatto, da farmi odiare così tanto da te?》
Jeremy mi guardò con la sua solita espressione neutra, rispondendomi senza peli sulla lingua:
《Non c'è un vero è proprio motivo, semplicemente quanto ti guardo mi ricordi la classica sfigata.》
Oh… era veramente questo il motivo? Mi odiava perché sembravo la classica sfigata? No va bhe… questo è troppo normalmente me ne sarei andata davanti a tanta idiozia, ma su questo lavoro ci avrebbe assegnato un voto, così, mi trovai inchiodata con lui. Nelle ore successive proseguimmo il lavoro senza rivolgerci la parola, mio padre mi diceva sempre che avvolte le parole, se dette in modo sbagliato, erano più dolorose di uno schiaffo, quanta verità, infatti mi fece veramente male perché era il ragazzo che mi piaceva da sempre e sentirmi dire certe cose così duramente mi distrusse del tutto; a fine lezione prendemmo entrambi un otto, il nostro lavoro era stato fatto con eccellenza o almeno è quello che disse il professore, ma io non ero poi così entusiasta.
All'ora di ricreazione andai sotto il solito albero nel cortile, volevo stare sola o almeno questa era l'intenzione perché Tim come sempre apparve dal nulla assieme Jò, il suo piccolo corvo. Se ne stava appollaiato sulla sua spalla a fissarmi, sinceramente non amavo molto il suo animaletto da compagnia, ma per mia fortuna non se lo portava spesso con se. Tim mi guardo sospettoso, si accovacciò davanti a me per vedere il mio volto, dopo di ciò mi chiese preoccupato:
《Cos'è successo fiorellino?》
Feci un sorriso amaro anche mio padre mi chiamava sempre così quand'ero triste, ma non volevo farlo preoccupare maggiormente così gli mentì, sforzando un sorriso:
《T-Tutto a m-meraviglia!》purtroppo le parole mi morirono in gola, e iniziai a piangere silenziosamente con la speranza che Tim non se ne accorgesse.
《Se va tutto a meraviglia, allora, perché piangi?》 Chiese di nuovo, però questa volta con un tono più preoccupato ed insistente.
Sapevo che non avrebbe mollato finché non gli avrei detto la verità, così feci un grosso respiro, raccontandogli tutto. Mentre gli ripetevo le parole dette da Jeremy egli contrasse la mascella dalla rabbia, strinse i pugni lungo i fianchi ed a fine racconto cercando di avere un tono calmo e pacato, ma con scarsi risultati ovviamente, tentò di rassicurami dicendomi:
《Quel cretino e solo un bambino viziato, non capisce niente e fidati, conosco bene quelli come lui! Sono i classici ragazzi che fanno gruppo per prendersela con i più deboli, stupidamente convinti che ciò basti per colmare la loro vita priva di significato. Ma tu non devi ascoltarlo》si fermò un istante per asciugare con l'indice una mia lacrima e prosegui dicendomi dolcemente: 《Tu sei semplicemente fantastica!》
Arrossì come un peperone, non so perché, in fondo Tim mi diceva sempre questo genere di cose, però questa volta aveva uno strano sguardo così intenso e pieno d'affetto che mi scombussolo tutta, mi gettai fra le sue braccia, affondando il viso nell'incavo del suo collo non per piangere, ma per nascondere l'imbarazzo; purtroppo so quello che stava accadendo, non ero mica scema, mi stavo innamorando di lui e ciò non era ammissibile, già mi credevano pazza per avere un amico immaginario, figuriamoci un ragazzo, e poi sapevo con certezza che Tim non mi avrebbe mai visto allo stesso modo, mi trattava sempre come una figlia da proteggere, quindi, dovevo accantonare questi sentimenti sul nascere al più presto, finché ero ancora in tempo.
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Quando rientrai in classe con me venne anche Tim, tranne Jò che per qualche strana ragione lui era visibile a tutti, quindi lo lasciò fuori. Tim disse che voleva farmi compagnia, ma in realtà voleva tenere d'occhio Jeremy lo conosco troppo bene. Finalmente arrivò la così agognata verifica di matematica e nonostante tutto il mio impegno, feci letteralmente schifo, sbagliai praticamente tutto, non vedevo lora di fare il terzo per scegliere la sezione accademia, perché infatti in quel programma non vi era né matematica né scienze ovvero, le due materie in cui zoppicavo maggiormente.
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Finita la scuola presi l'autobus, ed appena arrivai a casa mia madre mi salutò allegramente, ciò mi insospettì parecchio io e lei a malapena ci parlavamo, quindi mi venne spontaneo chiedermi, da cos'è scaturito tutta questa eccitazione? Avevo quasi paura a chiederglielo, ma se non l'avrei fatto io me lo avrebbe detto comunque, così, decisi di togliersi subito questo dente chiedendogli sconsolata:
《Cos'è successo?》
《Una mia amica mi a consigliato una persona molto efficiente, questa volta riusciremmo a trovare con per certo, qual'è il tuo problema!》mi rispose allegramente.
Io invece lo ero un po' meno, perché quando intendeva una "persona" si riferiva sempre ad uno psicologo, non sapevo più come dirglielo che non avevo nessuna sindrome di abbandono o qualcos'altro, ma lei è più testarda di un mulo e se questo l'aiutava a calmarsi, allora ben venga, avrei pure potuto fare questo sforzo di parlare con quella "Persona".
Dopo quella breve chiacchierata andai dritta in camera mia con la scusa di studiare, anche se i miei intenti erano ben altri, infatti avevo programmato il mio pomeriggio con una maratona di anime, avrei iniziato con: Wolf girl & Blak Prince per poi passare a Fushigi yuugi, entrambi bellissimi ma temo che per il secondo non mi basterà un solo il pomeriggio, visto che ci sono cinquanta due episodi, poco male, tanto questa sera non avevo nient'altro da fare, i compiti me li ero fatti tutti. Presi il computer, cacciai patatine e bibite nascoste accuratamente nella borsa, accendendo il comuyer, stavo già per mettere play quando Tim apparendo dal nulla nella mia stanza, mi deconcetrò fissandomi con un espressione contrariata, c'è bastava già Jò a mettermi ansia, se ci si metteva pure lui era la fine. Chiusi il portatile sbuffando, per poi chiedergli:
《Ok, che ho fatto ora?》
Lui mi guardò duramente per qualche istante per poi rispondermi:《Spiegami perché te ne stai sempre rinchiusa in casa a guardare quei stupidi cartoni da bambini, mentre, potresti uscire fuori a giocare all'aperto?》
Ma perché doveva trattarmi sempre da bambina? E che cavolo! E poi gli anime non sono semplici cartoni, ma bensì dei piccoli mondi di fantasia, in cui potevo scappare dalla crudele e brutale realtà che mi circondava, e onestamente invidiamo molto le protagoniste: trovavano l'amore della sua vita, avevano una relazione da favola, il protagonista maschile stravedeva sempre per lei, insomma bellissimi. In più, alcuni facevano anche morire dal ridere con tutte quelle faccine buffe che facevano, così ignorandolo totalmente riaprì il computer ed inserì play.
Osservai il mio amico con la coda dell'occhio, e quando intravidi un ghigno iniziai a preoccuparmi seriamente, a lui non piaceva non essere ascoltato e spesso sembrava più un dittatore che un amico, mi ritrassi di istinto ma non feci in tempo a fare niente, che mi ritrovai Tim sopra di me, che mi guardava con un espressione simile a quella del protagonista maschile di Wolf girl dicendomi con tono malizioso:
《Quindi ti piacciono gli uomini cattivi e brutali, eh? Ti accontento subito, sai potremmo fare tanti bei giochini insieme, io e te da soli!》
Ormai rossa come un peperone lo scansai bruscamente, per poi rispondergli balbettando:
《P-penso c-che andrò fuori a giocare, c'è proprio un bel tempo oggi, eh?》
Lo odio quando fa così, alla fine ha ottenuto ciò che voleva lui ovvero, me fuori a giocare come una bambina di quattro anni. Stronzo. In un modo o nell'altro deve per forza averla vinta lui; sbuffai rumorosamente per poi dirigermi verso la porta.
《E non sbuffare!》mi rimproverò quel rompi scatole, ma pure io, che diavolo vado a pensare? Non potrà mai piacermi un tipo come lui, presi la mia borsa dove vi avevo nascosto accuratamente il computer ed uscì, sbattendo rumorosamente la porta alle mie spalle ignorando lo sghignazzare di quel perfido tiranno.
Arrivata in giardino salì sulla mia casa sull'albero, la costrui assieme mio padre quando ero piccola ed anche se cadeva a pezzi l'adoravo lo stesso, vi avevo troppi ricordi allegati a questa casa era ed è un pezzo di mio padre, alzai lo sguardo con il sorriso sulle labbra, avevo arredato la casetta alla meno peggio: al centro c'è un vecchio scatolone che usavo come tavolo e tutto in torno vi posi dei cuscini di diverso colore a mo di sedia, in un angolino invece, c'è anche un saccapelo viola dove spesso vi andavo a dormire quando volevo scappare dalla pazzia di mia madre;
mi sedetti su un cuscino ripensando alle parole di mio padre “una volta finita, potrai invitarci le tue amiche!” già, se ne avvessi una, ma ciò non potrà mai accadere. Cacciai il portadile e iniziai la mia maratina, so che Tim voleva la stessa cosa di mio padre, ma non era così semplice farmi delle amiche, soprattutto se le persone mi giudicavano ancor prima di conoscermi.
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