15
Perché Tim non era venuto? Perché aveva lasciato che mi stuprassero in quel modo! Avevo tante domande da fargli, ma al tempo stesso non avevo voglia di vederlo, questi sentimenti contrastanti mi confondevano una parte di me diceva che il mio amico aveva una buona ragione per il suo comportamento, mentre l'altra era così arrabbiata con lui che andava persino contro a tutti i miei pensieri. Mi aveva abbandonata, e non capivo il perché, in passato ne avevamo fatte di litigate ma se accadeva qualcosa o piangevo tornava sempre. perché adesso non qui con me?
Ieri sera Peste mi accompagnò a casa, fu molto premuroso nei miei confronti, si era anche offerto di rimanere, ma io non volevo, e poi che dicevo a mia madre? Lei non sa quello che mi era accaduto e se lo sapesse ne morirebbe di crepa cuore. Peste capendo il mio disagio e spiegò a mia madre che ero andata a casa sua a vedere un film e poi mi ero addormentata sul suo divano. Anche se mi ero presa una ramanzina era sempre meglio di dirle la verità, non potevo farla soffrire ulteriormente.
«Tesoro la pronta la cena!» mi avvertì mia madre irrompendo nella mia stanza.
«Non ho fame!» risposi freddamente. Non volevo essere così distaccata con lei, ma dopo quella che mi successe volevo solo morire.
«Tesoro mio non tocchi cibo da ieri. So che sono stata troppo dura con te, ma» tentò di convincermi mia madre ma la azzittì con un gesto della mano, ripetendole di nuovo in modo meccanico che non volevo mangiare.
Avevo altro a cui pensare che al cibo. In quel momento nella mia testa proprio come in un film ripercorrevo tutti i momenti trascorsi con Tim.
Mi venne da piangere e non potevo fermarmi, possibile che ogni sua parola fu stata una menzogna? Mi disse che mi avrebbe protetta, mi disse che qualunque cosa sarebbe accaduta lui sarebbe stato al mio fianco. Ma non fu così, quella sera lui non c'era. Ad un tratto mi sentì così vuota, ero sola al mondo ed avevo preso l'unico mio sostegno. Mi coprì il volto con le mani piangendo così forte fino a farmi bruciare gli occhi, ma non riuscivo a smettere, nella mia testata c'era in pressa il volto di Tim che mi sorrideva, che man mano quel sorriso svaniva sempre di più. Volevo solo morire, non c'è la facevo più a sopportare questo dolore.
Tim che non c'era più, mi aveva abbandonata, ed essere stata violentata da quegli esseri immondi mi distrusse nel profondo. Mi racchiusi a riccio nascondendo la testa nelle ginocchia. Erano ore che piangevo, erano ore che rivivevo quel orrore, e l'unica persona che avrebbe potuto togliermi questo peso dal cuore non c'era più, perché non c'era? Perché era ancora arrabbiato con me?
Sembravo pazza ma nonostante mi abbia abbandonata a me stessa, lo rivolevo indietro, lo rivoglio con me.
«Victoria, c'è il tuo amico Jeremy.» mi disse mia madre entrando nuovamente nella mia stanza. Fece entrare Peste e ci lasciò soli.
Lei era convinta che avrebbe potuto farmi ragionare, lei non sapeva perché piangevo così tanto, ma Peste si, e nonostante lo ringrazio per avermi salvata io volevo Tim al mio fianco, ma al tempo stesso lo odiavo per avermi abbandonata. Non so più nemmeno io cosa provare, mi contraddico da sola.
Vorrei vederlo, e farmi stringere fra le sue braccia, ma al tempo stesso vorrei non vederlo mai più. Lo odio? O lo amo ancora? Ricordai nuovamente le parole di mio padre "Le persone ci deluderanno ma dobbiamo saper perdonare. Tutti sbagliamo perché siamo tutti umani" già , ma lui non è umano lui è la morte.
«Vichi!» tentò di rassicurarmi Peste posando una mano sulla mia spalla, ma questo mi fece infuriare ancora di più. Scattai in piedi ed urlando con tutto il fiato che avevo in corpo, gli dissi con le lacrime agli occhi:
«NON CHIAMARMI COSÌ, SOLO TIM PUÒ» feci un grosso respiro seguito da una risata isterica e poi continuai in prenda hai singhiozzi: «Sai qual è la cosa più divertente in questa storia? E che nonostante Tim mi abbia abbandonata, che non sia venuto da me per aiutarmi io lo amo ancora. Ma lo odio al tempo stesso, capisci? Una parte di me vorrebbe perdonarlo ma l'altra non c'è la fa, vorrei vederlo ed abbracciarlo, ma l'altra parte vorrebbe prenderlo a schiaffi. Non so che fare voglio solo morire, questo dolore, questi ricordi si fanno troppo pesanti da sopportare. Sento ancora le mani a dosso da quei schifosi vermi, e vorrei morire. Lo già detto che voglio morire? No, bhe allora voglio farlo non c'è la faccio più.» dissi tutto d'un fiato mente mi avvicinavo alla finestra.
Ero al terzo piano ma se mi sarei buttata di testa sarei morta di certo. Peste provò a fermarmi, mi disse di non fare pazzie, che non era colpa sua. Sembrava terrorizzato all'idea che io mi facessi del male, e proprio non lo capisco in fondo è stata lui a condannarmi a morte.
«Vichi lui è qui, e sempre stato qui. Pure quella volta che sei stata aggredita è stato lui a salvarti. Ma tutto questo odio che provi per lui in questo momento, ti impedisce di vederlo. Per favore scendi dalla finestra e ti spiegherò ogni cosa. Ancora non capisco il vostro legame, ma da quello che posso capire in questo momento non è un semplice fatto che eri malata fin da piccola, vero? Tu lo hai sempre amato, fin dal primo momento è per questo che lo vedevi. Però ora scendi» mi urlò disperato Peste.
Ma non volevo ascoltarlo, non gli credevo. Io potevo vederlo da sempre questa era la bugia più grossa che abbia mai sentito. Se fosse veramente qui lo saprei. Mi voltai, chiusi gli occhi, feci un passo in avanti e mi buttai.
Li capì, se dovevo vivere una vita senza di lui preferivo non vivere affatto. Ma dopo alcuni minuti interminabili, notai che non stavo cadendo così riaprì gli occhi. Perché stavo sospesa in aria? Come diavolo ci riuscivo, era come se stessi volando, ma sapevo che non era plausibile, nessuno può volare ed anche perché sentivo una stretta al braccio, qualcuno mi stava tenendo. Ma chi, io non vedo nessuno? Poco a poco davanti hai miei occhi apparve ciò che voletti vedere. Stavo sognando? Od ero in paradiso?
«Tim, sei tu?» sussurrai.
Lui mi teneva stretta, aveva le lacrime agli occhi, stava piangendo? Per me?
«Si razza di scema. Sono sempre stato qui per te.» mi tirò a se portandomi fra le sue braccia. «Non è ancora arrivato il tuo momento, non puoi morire.»
Mi sembrava di sognare, ero fra le sue braccia dopo tre interminabili giorni, ancora non ci credo. Contraccambiai l'abbraccio scoppiando nuovamente a piangere.
«Sei tu! Sei tu. Sei in ritardo ritardato.» mi lamentai piagnucolando.
Tim mi afferrò con delicatezza il volto portando i nostri sguardi ad incontrarsi, anche lui aveva gli occhi rossi e stava piangendo. Perché piangeva? per me? Ripeto, sto sognando, non può essere vero.
Tim mi accarezzò delicatamente la guancia, avvicinandosi con incertezza al mio viso, mi pietrificai dallo stupore, cosa voleva farmi, stava per baciarmi? Solo al pensiero il mio cuore stava scoppiando di gioia.
Poi come un fulmine a ciel sereno le nostre toccarono, mi baciò con una passione tale da farmi venire le gambe di gelatina e se non mi avrebbe retto lui con per certo sono sicura che sarei finita con il fondoschiena per terra. Il bacio si fece più appassionato, ma al tempo stesso più dolce di com'era prima, passandomi una mano fra i capelli, o quelli che ne rimasero ma adesso sono dettagli superflui, l'unica cosa che desidero fare è concentrarmi solo su di lui e sul nostro bacio.
Anch'io feci lo stesso avvicinando il mio corpo al suo, non volevo staccarmi da lui, volevo assaporare ogni centimetro delle sue splendide labbra. Fu un bacio così dolce e pieno di amore che scoppia a piangere di nuovo, ma di gioia questa volta.
Si non mi aveva salvato, non era riuscito ad impedire che mi facessero del male, ma ora era qui. Ha commesso un errore, tutti sbagliamo. Ma ripeto, ora è qui che mi bacia e mi stringe a se con così tanto amore, che non credevo che potesse esistere un tale sentimento. Il mio cuore si colmò di gioia e di desiderio per lui, così bello, così dolce.
Tim si staccò dolcemente dal bacio, posando la sua fronte sulla mia mi disse con voce roca:
«Temevo di averti persa, ma soprattutto temevo che mi avresti odiato per sempre. Scusami se non sono venuto a salvarti, ma ti prometto che ti racconterò tutto. Come ti prometto anche che quegli uomini che anno osato toccarti moriranno di una morte lenta e dolorosa.»
Io più scombussolata che mai riuscì a fare solamente uno sguardo ebete, mentre lui mi sorrideva soddisfatto perfettamente consapevole del effetto che mi causava. Dopo aver recuperato un minimo di barlume di lucidità , mi voltai verso Peste, se ne rimase in un angolo con un espressione imbronciata dipinta sul viso. Si voltò verso di Tim, sembrava ferito ma non capivo perché lo è, forse era rimasto solamente schifato dal bacio, in fondo tentò di dividerci… aspetta non sarà mica:
«Peste sei stato tu? Tu eri d'accordo con Guerra per farmi» dissi scioccata. Non riuscivo nemmeno a finire la frase.
«Tim, questa volta vi ho aiutati solamente perché non volevo che facesse una sciocchezza. Ma stanne certo, io te la porterò via. Io, Guerra e Fame distruggeremo il vostro legame, sei stato avvisato.» Ruggì Peste a Tim ignorando totalmente la mia domanda.
«Ucciderò chi unque ci proverà. Te compreso.» gli rispose minaccioso mentre mi strinse di più a se come per proteggermi. Peste mi lanciò un occhiataccia per poi uscire senza dire una parola, ma in questo momento non mi importava di chi stesse arrivando, io ero tra le braccia dell'uomo che amavo e nulla e nessuno avrebbe potuto distruggere questo sentimento.
*****
Nota autore:
Ok, a parte il fatto che anch'io aspettavo impazientemente un bacio fra di loro. Questo capitolo è un piccolo regalino per vmercadante che ha compiuto onomastico a San Valentino e mi aveva chiesto un bel capitolo su di loro, spero di esserci riuscita, e scusa del regalo in ritardo.
Ed è anche per ChiaraDiStefano9 che mi ha detto che se non facevo baciare i due protagonisti veniva nel mio bar e mi picchiava 😂😂😂😂😂 spero di essermi salvata.
Un bacione a tutti quelli che mi seguono e spero che il capitolo vi sia piaciuto.
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