𝘤𝘢𝘯'𝘵 𝘩𝘰𝘭𝘥 𝘶𝘴
☼◦⚘☽✧⦙ Can we go back? This is the moment
Tonight is the night,
we'll fight 'til it's over
So we put our hands up
Like the ceiling can't hold us ☼◦⚘☽✧⦙
Quando il sole iniziò a sorgere, i quattro ragazzi passarono sull'Arthur Bridge, che portava a Charleston, ancora assonnati e desiderosi di finire quel viaggio della speranza.
"Chissà dove sono Sarah e John B adesso." si chiese Kiara, ad alta voce.
"Spero solo che stiano bene."
E nessuno di loro sapeva che li avevano proprio sotto il naso.
Entrarono effettivamente nel centro abitato, e mentre giravano per le vie osservavano le ville imponenti che le costeggiavano.
Quando parcheggiarono di fronte al vialetto che indicava l'indirizzo scritto sulla lettera, trattennero tutti il respiro per un secondo.
"Sei sicuro che sia questo il posto?" chiese JJ al moro, non credendo che qualcuno di quel calibro si sarebbe mai preso la briga di scrivere ad un ragazzino che abitava in un'isola dimenticata da Dio.
"Certo, 27 King Street. In confronto a loro i nostri kook sembrano pogues." disse Pope accostando il furgoncino.
"È gente importante, hanno tre governatori in famiglia e gestiscono Charleston da tipo trecento anni. Ci può stare la casa sia loro." puntualizzò Kiara.
Allison aspettò che JJ scese dal mezzo prima di aprire la sua portiera.
Quando ripartirono dopo la nottata avevano intenzione di fare il resto del viaggio ai due poli opposti dei sedili, ma si erano resi conto che non avrebbero dovuto rovinare un momento così importante per il destinatario della lettera facendogli capire che qualcosa non andava, quindi si erano riavvicinati, ma sempre senza proferire parola.
La ragazza non voleva incontrare i suoi occhi, così come quelli di lui non volevano incontrare i suoi.
JJ era a pezzi.
Ed il non poter lanciare qualche dozzina di piatti contro un muro per sfogare la rabbia di certo non aiutava.
Fino alla mattina del giorno precedente la kook gli dichiarava amore eterno ed era sparito tutto in un secondo?
Aveva notato ci fosse qualcosa di strano in lei, che la turbava, ma non avrebbe mai immaginato che avesse a che fare con lui.
Una fitta al cuore particolarmente significativa gli era arrivata quando Allison aveva detto di stancarsi subito, che non ne sarebbe dovuto essere sorpreso se la conosceva.
Quindi lui era solo uno come tanti.
Ormai l'aveva già etichettato come qualcosa del passato, con il suo ricordo da mettere in uno degli scatoloni di cartone in soffitta.
Chissà a quanti altri aveva detto le stesse cose che aveva detto a lui.
Perché se lo aveva tradito, sicuramente non si era fatta scrupolo di avere qualche scappatella con qualcuno mentre stava con Rafe.
In quel momento avrebbe voluto urlarle tutto ciò che pensava di più deplorevole, ma non voleva rompere gli equilibri del gruppo.
Allison fermò Kiara con un braccio prima che scendesse dal furgone, e la guardò con occhi stanchi che imploravano perdono.
"Scusami per come ti ho risposto ieri sera, lo sai che tutte queste cose mi mettono ansia e non ho mangiato quindi sono un po' nervosa e-
"Ho capito, va bene. È un grande passo avanti il fatto che tu ti sia scusata, in otto anni che ci conosciamo l'avrai fatto due volte." le rispose l'amica sorridendo.
La mora le fu estremamente grata, e si congratulò internamente per aver saputo portare a proprio vantaggio la faccenda del cibo, sapendo fosse un tasto dolente della riccia, per quanto teneva alla sua salute.
Sapeva fosse un po' subdolo, ma necessitava avere qualcuno dalla sua parte, o sarebbe scoppiata a piangere da lì a dieci minuti.
"Sicuramente questi non avranno problemi di sicurezza." disse il biondo, essendosi diretto verso l'ingresso della villa, indicando gli spuntoni che sovrastavano il cancello.
"Questi servono per tenere la gente fuori?"
"No, gli schiavi stavano lì- disse Pope indicando un punto nel giardino- servivano per tenere la gente dentro."
Allison deglutì sonoramente, e JJ ebbe la tentazione di fare un risolino per prenderla in giro, bloccata dal ricordo di tutto ciò che era successo.
"A me sembra un'idea geniale mandarti da solo a casa di questi sconosciuti che a quanto pare possiedono una casa da...boh? Due milioni di dollari? Che tengono ancora gli spuntoni per gli schiavi al cancello e che ti chiedono con una dannata lettera che sembra uscita dall'ottocento di farti quattro ore di macchina per venire a prendere un tè e regalarti gentilmente le prove per scagionare un apparente assassino. Geniale." rifletté Kiara sarcasticamente.
"Ha ragione lei Pope, è tutto troppo strano." concordò la kook.
"Ti seguiamo per precauzione, se dicono qualcosa in contrario vediamo che fare." disse JJ risoluto, facendo intendere di non accettare repliche ed avviandosi verso l'ingresso.
Il moro bussò battendo un paio di volte il battiporta in ferro, producendo un suono molto forte.
"Ho esagerato?"
"Credo che abbiano sentito fino ad oltreoceano."
"Allison il tuo senso dell'umorismo-
Ma Pope si bloccò, sentendo la serratura aprirsi.
Quando la porta si aprì rivelò un uomo sulla quarantina, che aveva una barba malcurata ed un giubbotto di pelle che ricordavano alla più piccola quelli indossati in Grease.
"Tu devi essere Pope." disse lo sconosciuto, con un sorrisetto allarmante, dopo aver passato lo sguardo su tutti i componenti della comitiva.
"Lei è il signor Limbrey?"
"La signora Limbrey ti aspettava ieri."
"Ci dispiace ma l'auto si è rotta mentre venivamo." si scusò il moro imbarazzato portandosi una mano dietro la nuca.
"Si, il carburatore è esploso nel mezzo di Nullaville e siamo andati da un meccanico che ci ha fatto spendere trecento euro per aggiustare-
JJ si interruppe al seguito di un'occhiataccia di Kiara, che gli indicava di stare zitto.
Allison si morse il labbro per fermare l'impulso di poggiargli una mano sul braccio come faceva per rimproverarlo quando avevano ancora un rapporto, quindi solo qualche ora prima.
"Era molto turbata quando non ti sei presentato."
"Avremmo voluto chiamare, ma non c'era nessun numero sull'invito. Ci siamo sbrigati."
"E si aspettava anche che tu venissi da solo." continuò l'uomo indugiando lo sguardo sulle figure degli amici.
"Siamo pacchetto unico sir." esclamò JJ poggiando una mano sulla spalla dell'amico.
"Beh, sono i miei amici, abbiamo cercato insieme la Royal Merchant perciò..."
"Le istruzioni parlano chiaro, loro rimangono fuori."
"Vogliamo una ragione valida, scusi ma come facciamo a fidarci?" esordì Allison spuntando da dietro i corpi degli altri.
"Ally va tutto bene, ci penso io." le disse Pope tranquillizzandola con un caldo sorriso.
Ma lei non era tranquilla.
Tutta la situazione era decisamente troppo bizzarra.
Ed era sicura che anche il moro non fosse convinto al cento per cento di ciò che stava per fare.
"Ti aspettiamo qui fuori." lo rassicurò allora il biondo.
L'uomo aprì la porta per lasciare entrare il ragazzo, che prima di varcare la soglia si girò verso gli amici.
"Tenete il motore acceso." sussurrò per non farsi sentire dal tipo davanti a sé.
Allison lo vide con la coda dell'occhio stringere la mano di Kiara, che rimase tesa.
Le due amiche si guardarono, pensando alla stessa cosa, ovvero che lei avrebbe dovuto necessariamente rivelargli i suoi veri sentimenti.
I tre aspettarono per vedere se arrivasse qualche rumore sospetto dall'abitazione, per poi tornare al furgone.
Si percepiva ancora forte tensione, Allison e JJ erano passati dallo stare seduti l'una sulle gambe dell'altro a non guardarsi nemmeno.
La riccia cercava di captare qualche movimento che le avrebbe permesso di capire qualcosa in più su quella situazione, ma dopo cinque minuti passati in un silenzio così imbarazzante che avrebbe preferito stare al posto di Pope, decise di lasciar perdere.
"E siamo qua." disse la ragazza incrociando le braccia.
"Che intendi?" chiese Allison alzando gli occhi al cielo, che si era spostata dal sedile posteriore a quello anteriore, accanto a lei, lasciando da solo il biondo dietro.
"Non so qualcuno ha intenzione di dire qualcosa o devo stare a fare il palo anche quando litigate?"
La più piccola la fulminò con lo sguardo, facendole capire che era il momento meno adatto per discutere.
"Non ho una bella sensazione riguardo Pope." disse però, concordando mentalmente con l'imbarazzo provato dall'amica.
"Ha tutto sotto controllo." ribadì JJ, guardando fuori dal finestrino.
"Beh, se Limbrey è affidabile, Ward verrà arrestato e magari Sarah avrà l'oro."
"Dio lo spero così tanto." mormorò Allison, diventando perplessa quando vide il moro, l'uomo minaccioso ed una signora sulla sessantina uscire dalla villa e dirigendosi nel giardino.
"Vi sembra volontario?" chiese Kiara, riferendosi al fatto che il moro era letteralmente trascinato a forza da un braccio dall'uomo.
"Direi negativo." affermò il biondo.
"Ok, andiamo."
"Aspetta Kie- la fermò la mora, vedendo che era in procinto di aprire la portiera, poggiandole una mano sulla spalla- vanno nel vicolo, facciamo il giro."
"Si, li raggiungiamo dall'altra parte."
"Vai piano."
"Sto andando piano."
"Uhm non lo vedo più." disse Allison sporgendosi pericolosamente dal finestrino.
"Dove sono andati?"
"Oh magari sottoterra! Perché in C. H. U. D. portavano le persone nelle fogne e le trasformavano in umanoidi con le radiazioni poi-
"JJ. Concentrati, non ha senso." lo stoppò Kiara, per evitare di distrarsi e rimanere a guardare la strada davanti a sé.
La mora trattenne una risata, desiderando parlare di quanto le piacesse il lato così bizzarro del ragazzo.
"Ok scusa, l'hai visto?"
"No cazzo non lo vedo. C'è troppa vegetazione da qua non si vede niente, accosto un attimo e proviamo a proseguire a piedi." consigliò la riccia, lasciando il furgoncino parcheggiato alla buona con due ruote sul marciapiede.
Quando si avviarono all'interno delle viottole sentirono chiaramente dei versi di dolore provenire da una di esse, e dopo essersi guardati per assicurarsi che tutti li avessero sentiti, corsero verso il punto dal quale provenivano.
La scena che trovarono davanti li lasciò sbigottiti ma non sorpresi.
Pope era braccato dall'uomo con la giacca di pelle, costretto a stare supino a causa del teaser nelle mani dell'altro che lo minacciava.
"Pope mio dio!" urlò Allison scattando verso di lui senza pensarci nemmeno per un secondo.
Diede un calcio all'individuo che rappresentava una minaccia ed allontanò con un piede il teaser, che venne afferrato prontamente da Kiara.
La kook porse la mano al moro per aiutarlo a rialzarsi, ma venne spinta con forza a terra dall'uomo, che provò a riprendere il controllo della scena senza risultati, a causa della figura del biondo che dopo aver visto i modi usati con la ragazza gli si buttò addosso come una furia, allontanandolo.
"Andiamocene! Ora!"
Ma Pope non se ne andò.
Quando aveva capito che il complice della Limbrey non l'avrebbe attaccato se gli si fosse avvicinato a causa della botta che aveva preso, iniziò a sferrargli una serie di colpi sul viso e sul petto, senza una mira precisa.
"Amico andiamo! Lascialo stare e basta." gli disse JJ sollevandolo da terra.
Allison sentiva la testa girare, e quando se la toccò sentì del sangue uscire, capendo di aver colpito una pietra con la caduta.
"Gesù ma seriamente tutte a me." sussurrò tra sé e sé alzandosi, ma rischiando di perdere l'equilibrio e cadere nuovamente, se il biondo non le avesse messo una mano sotto la schiena per aiutarla a rialzarsi.
Lei non gli disse nulla.
E per lui era meglio così.
"Ally di chi è quel sangue sulle mani?!" le chiese Kiara, con un tono di voce alto per farsi sentire dal muretto su cui era salita per uscire da quel giardino.
"Mi gira un po' la testa." rispose, sentendo davvero come se tutto attorno a sé non riuscisse a stare fermo.
"Resisti un altro po', finché arriviamo alla macchina." le sussurrò JJ da dietro, aiutandola a scavalcare il cancello.
Rimase un po' sorpresa da quelle parole così tranquille e pacate, in contrasto a tutto ciò che non le aveva detto durante le ultime dieci ore.
Ma non disse niente, ancora, e si avvicinò il più velocemente possibile al mezzo, nel quale si fiondò ad una velocità impressionante.
Poi vide delle ombre alternate al suono delle voci degli amici, che non riuscì a distinguere perfettamente.
"Ehi tesoro ci sei?" le domandò dolcemente Kiara dopo qualche minuto in cui continuava a scuoterla per cercare segni di vita.
L'altra alzò i pollici sorridendo come se fosse fatta di qualche sostanza, senza parlare.
Ma vide con la coda dell'occhio JJ osservarla dallo specchietto retrovisore.
"Posso sapere chi diavolo è questa gente?!" chiese la riccia mettendosi le mani nei capelli, ancora sconvolta da quello che era successo.
"Sono completamente fuori di testa! Ed ora andiamocene da qui." esclamò Pope, indicando a Kiara di fare inversione per tornare sulla strada principale.
"Oh oh."
"Che c'è adesso JJ?"
"Penso che ci stia seguendo. Anzi ne sono convinto al cento per cento, sembra proprio una macchina adatta a lui, stile un po' vintage."
Kiara si batté una mano sulla fronte, per poi ridere del fatto che il ragazzo riuscisse a sdrammatizzare anche situazioni così complicate.
"Questa strada è a senso unico cazzo."
"Oh mio dio siamo fregati, morti, sarei voluta arrivare almeno a diciotto anni."
"Vai a destra!"
"Come faccio ad andare a destra se è senso unico JJ!"
"Ah già scusa allora vai più veloce, non per metterti pressione ma ci sta raggiungendo."
"Kiara attenta!" urlò Allison, avendo notato due persone che attraversavano la strada di corsa senza guardare.
"Via dalla strada!" gridò allora la riccia ai due, girandosi per un secondo a guardarli.
"Erano persone! Se non ci uccidono qualcuno morirà lo stesso oggi."
"Una tecnica di guida evasiva ragazzi." disse Kiara leccandosi le labbra e staccando per un secondo le mani sudate dal manubrio.
"Sicura che non sia solo la dimostrazione del fatto che tu non sappia guidare."
Allison si guadagnò un'occhiataccia con quella affermazione, alla quale rispose con una smorfia.
"Svolta qui a sinistra! Lo seminiamo."
La ragazza così fece, ma quando si infilò nel viale il furgoncino iniziò a rallentare, per poi ripetere la stessa scena del giorno prima, quindi fare uscire del fumo bianco dal cofano.
"Merda."
"Ma non aveva riparato il carburatore?"
"Evidentemente no. Che facciamo adesso?" sbottò Kiara scendendo di corsa dal mezzo.
"Regola numero uno. Mai fidarsi dei meccanici!" disse JJ battendo una mano sull'ormai inutilizzabile auto.
La mora avrebbe avuto molta difficoltà ad alzarsi e correre, se non fosse stato per il biondo, che andando contro a tutto ciò che sentiva in quel momento, provò uno slancio di solidarietà verso la persona che ancora amava di più al mondo, per quanto fosse arrabbiato.
Le prese un braccio e se lo passò attorno alle spalle, trascinandola per farla andare alla sua stessa velocità.
"Facciamo il giro ragazzi."
"Vai!"
"Ha una pistola! Cristo correte più veloce!"
"State giù!"
"Non ce la faccio più, ho i crampi!"
"Pope hai bisogno che prenda per la mano anche te? O vuoi venire in braccio?"
Il moro alzò gli occhi al cielo, e sbuffò portandosi una mano all'altezza della milza.
"Di qua! Forse dobbiamo dividerci." disse JJ, stremato, ma continuando ad aiutare la più piccola.
"Non so dove andare!" rispose Kiara.
"Dobbiamo seminarli." le urlò il biondo voltandosi indietro, ed andando a sbattere contro un postino, facendogli cadere a terra diversi pacchi che teneva tra le mani.
"Cazzo!"
"Attenzione!"
"Ci scusi!" urlarono i quattro all'unisono.
Continuarono a correre e girare per i vicoli, finché svoltarono da uno che finiva in strada, e rischiarono di finire contro una specie di bicicletta, guidata da due persone molto familiari.
Allison alzò la testa incredula.
I due ragazzi alla guida avevano ancora gli stessi vestiti di quando erano stati dati per dispersi.
John B e Sarah erano vivi e vegeti davanti a loro.
Il tempo sembrò essersi fermato per tutti.
I sei si sorrisero come ebeti, per poi ricordarsi che tutti erano inseguiti da qualcuno.
"Salite!" urlò Sarah.
I ragazzi non se lo fecero ripetere due volte.
JJ aiutò la kook a sedersi accanto alla bionda, ed appena le due si videro si strinsero in un abbraccio da cui non si sarebbero mai volute sciogliere.
Riuscirono a seminare l'uomo complice della Limbrey, e risero di niente fino ad arrivare alla barca che aveva portato i due fuggitivi dalle Bahamas a Charleston, diretti finalmente verso casa, di nuovo insieme.
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