𝘢𝘭𝘭 𝘪 𝘸𝘢𝘯𝘵
☼◦⚘☽✧⦙'Cause you brought out the best of me
A part of me I'd never seen
You took my soul and wiped it clean
Our love was made for movie screens ☼◦⚘☽✧⦙
La sera, Allison si ritrovò a casa Carrera, dopo aver camminato per quattro isolati con il vento freddo che le arrivava in viso ogni volta che aumentava il passo, pensando e ripensando alle sue dita che sfioravano il viso di JJ, cercando di imprimere quell'immagine nella sua testa.
Cercava di scacciare il desiderio così forte di rivivere quel momento, pensando a come l'avesse respinta alla fine.
E di come quella situazione l'avesse interamente creata lei.
Doveva smettere di piangersi addosso.
Quindi andò a casa della sua migliore amica, a preparare tre margarita e riflettere su come l'amore fosse una prigione.
Sarah sembrava in uno stato di trance.
L'arresto di John B ed il rifiuto di suo padre nel passare dalla sua parte l'avevano destabilizzata.
Si erano spostate sul divano dentro casa, considerando la temperatura fosse diventata troppo bassa per poter stare in terrazzo senza avere qualche brivido.
Bevevano il cocktail all'interno di tazze rosa sedute su punti diversi del salotto, a parlare di quanto avrebbero desiderato una vacanza in qualche città europea senza pensieri.
"Ho paura per John B cazzo. Lo sappiamo che rischia di rimanere lì tutta la vita." disse la bionda a testa in giù, sporta dal divano, guardando fuori dalla porta finestra.
"Se rimane lì non arriva neanche alla settimana prossima secondo me." rifletté a voce alta la mora, pentendosi tre secondi dopo di ciò che aveva detto.
Le arrivò una gomitata sul fianco da Kiara, seguita da un'occhiataccia che avrebbe potuto incenerirla.
"Che intendi?" chiese innocentemente Sarah, alzandosi e guardandola di sbieco.
"Qualcuno ha bussato? Vado a vedere." rispose Allison, tentando di liquidare la cosa.
Si avvicinò all'ingresso e con sorpresa trovò davvero i signori Carrera di rientro a casa, che si sorpresero a loro volta nel vederla lì, con un aspetto equivalente a quello che aveva in aftersex.
"Ciao tesoro, puoi darmi una mano con questo?" chiese la madre della riccia indicando un pacco poggiato per terra.
L'adolescente annuì, e posò la bevuta sul tavolino all'ingresso, facendosi avanti per prendere lo scatolone, rifiutando l'aiuto dell'altra.
Quando il padre rientrò in casa, qualche minuto dopo, le sorrise e le diede una pacca sulla spalla, per poi salire su.
"Come va?" chiese premurosa Anna, passandole un braccio attorno alle spalle.
Sapeva tutto ciò che aveva dovuto passare, e le voleva bene come se ne voleva ad una figlia, ma non credeva alla colpevolezza del padre, quindi aveva avuto un occhio di riguardo verso di lei negli ultimi mesi.
"Va, voi? Mi ha detto Kie che dopo le tempeste di quest'estate le cose sono un po' peggiorate." sospirò Allison appoggiandosi all'isola.
"Lo sai che per qualunque cosa puoi venire a chiedere a noi vero? Tuo padre mi ha detto che non stai più a casa. Non so quanto ti faccia bene passare il tempo da Maybank."
La ragazza si raffreddò.
Apprezzava la preoccupazione ma non poteva permettersi di parlare di come gestiva la sua vita.
Né di JJ.
"Grazie- sussurrò, accarezzandole un braccio, riprendendo la tazza e tornando in salotto, buttandosi sul divano- guardiamo un film? Facciamo qualsiasi cosa che non includa parlare di qualcosa inerente a carcere padri o maschi, vi prego."
Sarah saltò in piedi e si avviò in bagno.
"Fai come se fossi a casa tua!" le urlò dietro Kiara, ridendo.
La bionda tornò con tre smalti di colori diversi tra le mani, e tre fazzoletti di carta per non sporcare il divano.
"Film di Audrey?"
"Vacanze Romane!" suggerì Allison, prendendo il telecomando.
Finì il margarita e posò la tazza, stendendosi ed assaporando quel momento così normale da sembrare quasi irreale.
"Allison!"
La ragazza si girò avendo, a malincuore, riconosciuto la voce che la chiamava.
Era mezzogiorno, e si era svegliata da poco.
Le altre due l'avevano lasciata sola per andare allo Chateau, dove avrebbero passato il pomeriggio pensando ad uno stratagemma geniale per scagionare il proprietario, da quale avevano escluso il rapimento del padre della kook.
Non si aspettava altre visite.
Ma, appunto, si trovò JJ davanti, con i capelli spettinati dal vento ed un'espressione che sembrava delusa.
"Non ho bisogno di sentirmi criticare, se vuoi dirmi una cosa del genere non stare a perdere tempo." disse lei, incrociando le braccia ma sempre senza guardarlo negli occhi.
Da quando gli aveva rivelato del finto tradimento, non era mai riuscita a guardarlo davvero, per paura che capisse della bugia e dell'amore ancora presente.
"Ho parlato con Rafe, mi ha detto che è tutta una cazzata. Perché ti sei inventata una cosa del genere?" chiese, senza rabbia, solo con frustrazione.
Allison era stata presa alla sprovvista.
Perché Rafe avrebbe dovuto dire la verità?
Sapeva che fosse ancora innamorato di lei, e quella era l'occasione perfetta per farla lasciare con il pogue.
Provò a pensare in un secondo alla cosa più intelligente da dire, e ciò che le venne in mente faceva male come una scarica di botte.
Prese coraggio e tirò un sospiro, continuando a ripetersi che prima o poi si sarebbe risolto tutto.
"Non ti amo più JJ."
A quelle parole, il biondo rimase senza fiato.
Boccheggiò un secondo provando a dire qualcosa, ma senza successo.
Era l'ultima cosa che si aspettava di sentire.
Era convinto che avrebbe trovato una delle solite scuse come "non voglio farti soffrire" o cose del genere, a seguito delle quali lui le avrebbe fatto capire che andava tutto bene e sarebbero tornati insieme.
"Non ti credo. Non mi guardi in faccia da una settimana. Non ti credo." disse avvicinandosi sempre di più al corpo della ragazza che ad ogni passo di lui sembrava rimpicciolirsi.
"Scusami se non ho avuto il coraggio di dirtelo prima ma sembravi così felice, non volevo ferirti." si difese lei, provando a sembrare il più convincente possibile.
"Allison noi dobbiamo stare insieme, dimmelo anche tu che dobbiamo stare insieme, ti prego."
JJ stava crollando.
Non si era mai esposto in questo modo con qualcuno né pensava che sarebbe mai stato capace di farlo.
Lei non rispose.
Non lo guardò neanche negli occhi.
Si morse l'interno della guancia per non piangere e puntò lo sguardo verso il basso.
"Guardami in faccia e dimmi che non mi ami." continuò allora lui.
"JJ non-
"Guardami negli occhi e dimmi che non mi ami, poi ti lascio stare."
Lei alzò il viso con gli occhi pieni di lacrime, e si spense sotto lo sguardo vuoto dell'altro.
"Non ti amo più." disse con voce tremante.
JJ annuì e si asciugò una lacrima.
"Ti credevo diversa."
Così disse, e se ne andò.
Gli aveva spezzato il cuore un'altra volta.
Ma meglio un cuore spezzato del rischio di ferirsi o morire.
Adesso era lei a dover riuscire a stare senza di lui.
Svegliarsi senza il suo braccio intorno alla vita e non potergli dare mille baci tutte le volte che voleva.
Era così innamorata di tutti i suoi piccoli gesti e della sua costante premura che adesso si sentiva come scoperta, di avere un pezzo mancante.
Non poteva riuscirci.
Era troppo per lei.
"JJ!" gridò cercando di raggiungerlo correndo, mentre la pioggia iniziava a cadere.
Succedeva sempre nei momenti sbagliati.
Lui non si girò neanche a guardarla, al che dovette annullare la distanza tra loro perdendo tutto il fiato e costringendolo a voltarsi per farsi sentire.
"Io lo faccio per proteggerti! Ti amo così tanto che il mio terrore più grande è quello di saperti ferito in qualsiasi modo a causa mia, e se rimaniamo insieme c'è il rischio che mio padre se la prenda con te, ed io non voglio perché da quando ci sei tu mi sembra che tutto abbia ripreso colore e-
"Oh sta' zitta." sussurrò il più grande, per poi prenderla per i fianchi e darle un bacio desiderato più che mai da entrambi.
Finalmente erano tornati a baciarsi.
Di nuovo zero strati tra di loro.
A JJ quei pochi giorni sembrarono un'eternità.
Poteva sentire di nuovo il sapore di sigaretta alcool e burrocacao.
Lei gli mise una mano sul viso e gli accarezzò dolcemente la mascella, causandogli un brivido.
Lasciò cadere le dita in mezzo ai suoi capelli, che prese a tormentare man mano che la foga aumentava.
Le labbra di lui cercavano quelle di lei con disperazione, come se non aspettassero altro.
Il contatto tra di loro mandò in tilt il cervello di Allison, che iniziò a perdere il collegamento con la realtà.
I respiri erano completamente mescolati, ed i battiti dei due cuori iniziarono a battere all'unisono.
Continuarono a baciarsi fin quando un tuono fece saltare lei, e poi si baciarono ancora, con le due bocche che rifiutavano di lasciarsi.
Quando eliminarono il contatto, lei lasciò il viso ad un soffio dal suo, con le sue dita sulle guance dell'altro, arrossate e calde, e le mani di lui premute sui suoi fianchi.
Si spostarono sotto un punto coperto, e scoppiarono a ridere quando si videro bagnati fradici.
"Devi smetterla di preoccuparti per me." le disse solo dopo averla guardata per un tempo interminabile ed averle scostato i capelli bagnati dal viso portandoglieli dietro un orecchio.
"Non mi perdonerei mai se ti accadesse qualcosa."
"Io voglio stare con te- le disse il biondo prendendole il viso tra le mani- L'unica cosa che voglio è stare con te. È così inutile il tempo che passo senza vederti che quasi odio pensarti per quanto ti desidero. E poi che senso ha una vita così piatta? È troppo cliché se ti dico che sei tu il pericolo che la rende elettrizzante?"
Concluse ridendo, contagiando anche la ragazza.
"Potrebbero piacermi tutti questi cliché...la brava ragazza che si innamora del delinquente tormentato, il bacio sotto la pioggia, cosa manca adesso?"
"Correre fino a casa ed arrivare fradici."
Senza aspettare risposta le prese una mano, suscitando una risata da parte sua, che sapeva si sarebbe ricordata di quel momento per sempre.
Assaporò la pioggia che le cadeva addosso, finché lui la portò in mezzo alla strada e la fece volteggiare come ad un ballo ottocentesco.
"Ma sei matto? Se passa qualcuno ci investe!"
"Carpe Diem baby!" esclamò facendola girare ancora una volta.
Le sembrava di essere nel suo film preferito.
Immaginava di essere l'Allie del suo Noah.
Ed era tutto così bello.
Arrivarono allo Chateau dopo aver passato la mezz'ora più bella del mondo, e quando gli altri li videro arrivare con due visi così sereni non poterono fare a meno di essere più felici che mai per i due.
"Deduco sia tornato tutto alla normalità." disse Pope guardando l'amico, ammiccandogli.
Questo gli diede una pacca sulla nuca, per poi sparire all'interno dell'abitazione trascinato dalla ragazza.
Iniziarono a togliersi strati di vestiti man mano che attraversavano il corridoio, lasciando una scia.
Si buttarono sul letto della prima camera libera e seguì un interludio fatto di gemiti, mani, lingue e sudore.
Lui sapeva esattamente dove toccarla e come baciarla.
Non era nervoso o esitante.
Fecero l'amore, non curanti del fatto che fuori ci fossero altre tre persone, rimanendo distesi sul letto per un tempo solo loro, abbracciandosi e toccandosi sfruttando tutti i piccoli istanti che passavano insieme.
Allison avrebbe voluto rimanere lì per sempre, coperta solo da un lenzuolo, con il respiro di JJ sulla nuca e la sua mano sul petto.
Si sentiva così stupida per aver pensato di potergli stare lontana.
"Quindi non mi ami non è vero?" le chiese ironicamente.
"Avrei dovuto fotografare la tua faccia." rispose lei ridendo.
"Ah adesso ti prendi anche gioco di me? Che bella ragazza davvero fortunato per averti."
Lei scosse la testa e poggiò la testa sul suo petto, prendendo una sigaretta dal pacchetto poggiato sul comodino e mettendola in bocca all'altro dopo averla accesa.
"Quanto sei bella."
Allison arrossì.
Lo baciò, e fumò la sua sigaretta prendendo ogni tiro come se fosse l'ultimo.
"Facciamo un viaggio?"
"Ti porto dove vuoi, basta che non superi il budget." le rispose lui.
"Ai soldi ci penso io, dimmi un bel posto dove possiamo stare solo noi due senza annoiarci mai."
"Yucatán! Mangiamo aragoste tutto il giorno e prendiamo il sole sotto casa." disse il biondo sognante.
Non l'avrebbe mai ammesso ma il fatto che lei fosse in condizioni economiche migliori delle sue l'aveva sempre messo un po' in imbarazzo.
Per questo aveva provato a tenere un lavoro stabile nei mesi precedenti, ma senza successo.
"Mi piace quando mi guardi così." continuò lui.
"Così come?"
"Come se prestassi attenzione a tutto." le rispose.
Ed era vero.
Voleva che ogni cosa le rimanesse impressa.
Dalle rughe che si formavano sotto gli occhi quando sorrideva al naso arricciato quando era imbarazzato.
Ed i suoi occhi.
Quelli avrebbe voluto non dimenticarli mai.
"Mi dispiace per aver fatto la stronza."
"Lo so. Ma sapevo che ci fosse qualcosa che non andava."
Allison scoppiò a ridere, senza apparente motivo, e senza riuscire a placarsi.
JJ la guardava come se fosse sperduto, girando anche la testa per capire se fosse impazzita improvvisamente.
"Scusa...ok ci sono. Tu sapevi che qualcosa non andava? Certamente, mi ero dimenticata che sei il re della perspicacia."
"Che intendi dire?" le chiese girandosi con fare fintamente minaccioso dal suo fianco fino a sovrastare il suo petto.
Si mise proprio con il viso sopra il suo.
"Che non ne avevi idea. Ma hai altre qualità, non tutti siamo bravi in tutto, ad esempio io non sono ancora molto brava con il surf...ma se ci fosse qualcuno ad insegnarmi potrei migliorare."
JJ colse la palla al balzo alzandosi ed infilando un costume sulla sedia.
"Che ci fai lì? Muoviti, muoio dalla voglia di vederti implorarmi di aiutarti a stare in equilibrio sulla tavola."
Le piaceva così tanto, la sua eccitazione infantile.
Ma non fece in tempo ad alzarsi che John B irruppe nella stanza.
"Che cazzo?" disse lei alzandosi il lenzuolo sul petto, ma sorridendo.
"Scusate! Pensavo che con gli altri fuori avreste evitato..." si scusò il moro, facendo per richiudere la porta.
JJ era sbalordito.
Come aveva fatto ad uscire?
"Non voglio neanche saperlo!- disse, correndo per abbracciarlo con ancora la canottiera non indossata- e pensare che avevo anche preparato un piano di fuga."
"Piano di fuga che comprendeva scopare in camera mia alle due di pomeriggio presumo."
Allison gli tirò un cuscino, ridendo di gusto.
Aveva tutto ciò che desiderava adesso.
Sperava solo che non arrivasse qualcos'altro a distruggerlo di nuovo.
Neanche a farlo apposta, Sarah proruppe nella stanza con il telefono in mano ed una chiamata ancora in corso.
"Ally, stanno arrestando tuo padre."
"Che cazzo dici." disse JJ al posto della ragazza, che per un attimo era rimasta pietrificata.
"Si, sono al molo di casa mia, andiamo." rispose la bionda prendendo la mano dell'altra per farla svegliare.
La villa dei Cameron pullulava di volanti della polizia con nessuno dentro, considerato si fossero posizionati tutti davanti alla My Druthers.
I ragazzi corsero verso il punto in cui si era radunato il gruppo di persone, riconoscendo Shoupe e l'ispettore dell'FBI che era presente all'arresto di John B.
Allison cercò con lo sguardo l'uomo sulla barca, e lo vide armeggiare con qualcosa all'interno della cabina dove era posizionato il timone.
"Richard!" gridò lo sceriffo.
"Ciao Shoupe!" rispose l'uomo, uscendo da dentro con un bicchierino contenente del whisky in una mano.
"Perché non vieni qui e basta?"
"Dai Vic! Un buon capitano affonda con la sua nave."
Allison si guardò intorno preoccupata.
Cosa significava affondare con la nave?
"Papà!" gridò la ragazza per richiamare la sua attenzione.
Quando si accorse della sua presenza, l'uomo sbiancò.
Si vide nonostante la distanza che c'era tra loro.
"Che ci fai qui?"
"Papà che stai facendo?"
"Vic, devi portarla via! Non può stare qui." urlò in risposta Richard, trasmettendo la preoccupazione nel tono di voce.
"Vieni qui e potrai parlarle."
"Allison mi dispiace così tanto tesoro. Non posso!" disse l'uomo tirando su l'ancora.
"Che stai facendo papà? No, fermati!"
"Ward! Non finirà come vuoi tu!" tuonò Shoupe facendo segno di chiamare altre pattuglie.
"Papà dove vai?" chiese la figlia vedendolo rientrare nella cabina.
"Non devi vedere tutto questo. Ti voglio bene!"
Successe tutto troppo velocemente.
Le pattuglie in acqua si avvicinarono sempre di più alla My Druthers, ferma in un punto distante dal molo.
In un istante questa esplose, saltando in aria, e venendo travolta dalle fiamme.
𝗌𝗉𝖺𝗓𝗂𝗈 𝖺𝗎𝗍𝗋𝗂𝖼𝖾
𝗁𝗈 𝖺𝗉𝗉𝖾𝗇𝖺 𝗋𝖾𝖺𝗅𝗂𝗓𝗓𝖺𝗍𝗈 𝖼𝗁𝖾 𝗆𝖺𝗇𝖼𝖺𝗇𝗈 𝗍𝗋𝖾 𝖼𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗂 𝗉𝖾𝗋 𝖿𝗂𝗇𝗂𝗋𝖾 𝗅𝖺 𝗌𝗍𝗈𝗋𝗂𝖺 𝖾 𝗁𝗈 𝗌𝗂𝗇𝖼𝖾𝗋𝖺𝗆𝖾𝗇𝗍𝖾 𝗉𝗂𝖺𝗇𝗍𝗈
𝗏𝗈𝗋𝗋𝖾𝗂 𝗇𝗈𝗇 𝖿𝗂𝗇𝗂𝗋𝖾 𝖽𝗂 𝗌𝖼𝗋𝗂𝗏𝖾𝗋𝗅𝖺 𝗆𝖺𝗂
𝗀𝗋𝖺𝗓𝗂𝖾 𝗉𝖾𝗋 𝗅𝖾 𝗍𝗋𝖾𝗆𝗂𝗅𝖺 𝗅𝖾𝗍𝗍𝗎𝗋𝖾<𝟥 𝗌𝗈𝗇𝗈 𝖼𝗈𝗇𝗍𝖾𝗇𝗍𝖺
-𝖺𝗅𝗂☼
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