Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

🍃Primo Capitolo 𒀭

Erdie aveva lasciato l'Egitto, per la prima volta nella sua vita. Inconsciamente neanche credeva esistesse altro oltre le dune che circondavano la sua terra. Tutti i racconti dei pellegrini che aveva ascoltato le erano sempre sembrate fiabe lontane.

Trascorsero alcune ore prima che la vampira toccasse la terra straniera. Aveva oltrepassato un altro grande deserto prima di giungere nella città stato di Eshunna. Le stelle erano state ottime compagne di viaggio, la cintura di Orione non aveva smesso di vegliare su di lei.

Per Erdie quella terra straniera era assolutamente aliena. Come vampiro non avvertiva alcun cambio di temperatura, ma ricordava che i mercanti egizi che vi erano stati ne maledicevano il freddo e l'umidità che torturava le ossa.

La città era composta da molte case accostate le une alle altre, senza finestre o porte. Sui tetti vi si intravedevano scorci di scale e fumi di focolai. Le entrate si trovavano in alto. Una scelta davvero singolare, pensò la vampira. Non vi erano piante alte, né palme. Solo qualche ciuffo di erba rinsecchito che spuntava tra una pietra e qualche rifiuto alimentare.

Suo padre percorreva sicuro le strade buie, illuminate solo dalla luce fioca di un frammento di luna. Sembrava conoscerle a memoria. La vampira si rese ben presto conto che vi erano cose ben più singolari rispetto alla topografia: non vi erano rumori di vita se non il sibilo timido del vento. Nessun essere umano che si muovesse, nessun topolino che rosicchiasse qualche vecchio tocco di pane. Neanche gli insetti sembravano fiatare.

La sete le piombò nuovamente. Quell'improvviso spostamento aveva stravolto i suoi ritmi. Purtroppo l'alba era alle porte e non avrebbe avuto molto tempo per cacciare senza essere punita dai raggi solari.

«Padre, devo nutrirmi. Ma non vi è nessuno in questo paese...»
«Temono tutti di uscire quando è buio» le spiega lui apparentemente esaustivo.
«Perché? » gli domandò scioccata la vampira. Ricordava gli sguardi terrorizzati dei cittadini della capitale durante il regno di Cheope. Non riusciva a credere che la loro leggenda fosse giunta così lontano.

«Qui esistono creature enormi, uomini dalle dimensioni spropositate chiamati giganti. Sono alcuni degli ultimi della loro razza. La popolazione che ha il coraggio di abitare ancora questa pianura teme di venire schiacciata da loro, non vedono bene al buio».

Erdie non riuscì a mascherare il suo stupore. Era certa che non vi fossero altre creature, oltre a loro, pericolose per il genere umano.
Il Lord continuò la sua descrizione «Sono alti come quattro uomini e possiedono la forza di cinquanta. Sono tuoi degni rivali figlia mia».

«Non ne avevo mai sentito parlare».
«Probabilmente tua sorella Mine ne era a conoscenza. In molti templi nella tua terra vengono custodite le loro ossa e molte di loro sono venerate».*

Erdie abbassò gli occhi triste, lieta però di seguire suo padre alle sue spalle. Sua sorella, con la sua capacità di ascolto e la sua curiosità discreta, riusciva a lasciarsi raccontare molte cose. Si pentì amaramente, ancora una volta, di aver schernito tutto ciò in cui Mine credeva, giudicando ogni sua scoperta una futilità inservibile.

«Ti porterò in uno dei palazzi dove ne risiedono alcuni. E lì ci serviranno anche un'ottima cena».
La vampira rimase confusa dalle parole del padre, ma non esitò a seguirlo diligente.

Discesero alcune strade dalle tonalità rosate fino a raggiungere un enorme palazzo che si innalzava a perdita d'occhio.
La struttura era composta da enormi massi perfettamente levigati e assemblati ad incastro perfetto. Vi erano una quantità spropositata di bassorilievi dove venivano rappresentate battaglie sanguinarie molto realistiche tra eserciti numerosissimi. Vi erano scolpiti anche uomini enormi con cadaveri stretti fra le dita, leoni acquattati e spaventati, lune e soli che sembravano immortalati in una danza eterna.
Un uomo dall'altezza ordinarie sembrava guidarli; tra le mani egli stringeva uno simbolo strano che lei non aveva mai visto, qualcosa che sembrava evocare il mare e la terra mescolati insieme.

Mentre camminavano verso un grande portale, la vampira non riusciva a staccare gli occhi dalle immagini che tappezzavano i muri. L'uomo carismatico che era in grado di guidare l'esercito dei giganti appariva spesso: ora intento a ricevere doni dai nemici, dopo a tagliare gole con disinvoltura oppure a destreggiare i lavori per la costruzione di enormi palazzi.
Sembrava quasi voler narrare una lunghissima storia.

La vampira smise di osservare i rilievi quando si trovò dinanzi ai portali. Erano alti come cinque uomini, intagliati nella pietra con maestria. Non riuscì a trattenere un gemito di paura immaginando le creature che dovevano varcarli ogni giorno.
«Non devi temere i giganti. Noi siamo superiori a loro sotto ogni aspetto».

«Non temo nulla padre. Soltanto non riesco a capacitarmi di quanto debbano essere enormi».
«Li vedrai tra qualche tempo. Ora sulla terra ne sono rimasti pochi, la maggior parte però si trova qui».

Entrarono nel grande palazzo la cui enormità faceva sembrare ogni uomo un insetto. Vi erano fiaccole ovunque, ad ogni altezza. Le fiamme illuminavano grandi statue e dipinti stilizzati di giganti che si prostrano dinanzi al solito uomo carismatico dalla lunga tunica.

La grande sala era circondata da un rialzo in pietra, adiacente al muro, da cui spuntavano alte porte che davano ad altrettante stanza. Poco dopo da lì uscirono una trentina di umani incappucciati di varie altezze, alcuni troppo bassi per essere adulti. Saltarono giù dal rialzo, che per i giganti doveva trattarsi di un gradino, e si raggrupparono al centro della sala, con il capo chino in segno di saluto.

Vi era, al centro, un unico individuo che manteneva il capo eretto, lo sguardo spavaldo, verso i due vampiri. Erdie lo scrutò perplessa.

Suo padre le aveva promesso che non si sarebbe mai più fidato di un essere umano e non mancava mai ad una sua promessa. Nella navata capeggiava un silenzio assordante e, spaesata, lei guardò suo padre che fissava atono l'uomo scoperto.

Qualcosa non le tornava affatto, ma non osava chiedere.
Finalmente il silenzio si interruppe. «Buona sera venerabili creature» disse quell'uomo in lingua Egizia, ma con un accento squillante indigeno «Per noi è un onore ricevervi nel nostro modesto Tempio».

Il tutto le sembrò fastidiosamente misterioso e il ragazzo, secondo lei troppo giovane per essere un capo sacerdote, le era odioso. Tuttavia non poteva negargli di essere incredibilmente affascinate, forse troppo per un essere umano. Cercò di stimarne l'età, con risultati troppo approssimativi. Sul suo viso spuntava una leggera peluria che gli scuriva leggermente le guance pallide, non vi erano rughe di alcun genere sul suo viso disteso, gli occhi neri erano brillanti e attivi. E quel viso dai lineamenti orientali era incorniciato da lunghi capelli neri, luminosi e folti.

Qualcosa nella sua espressione arrogante però mutò, tanto che i suoi occhi trasmisero una sottomissione inaspettata e successivamente si inchinò dinanzi alle due creature immortali. A lui seguirono tutti gli altri.

Il Gran sacerdote alzò il capo. «Come dono di ospitalità vi porgiamo le carni dei nostri giovani Neofiti» con un gesto della mano tutti gli umani più minuti si spostarono dal gruppo dirigendosi verso i vampiri. Il gran sacerdote si alzò, coprendo il suo volto con una maschera d'oro e nascondendolo alla vista di tutti. Eppure i suoi occhi continuavano ad emanare luce dalle tenebre.

Dinanzi al Lord e sua figlia vi erano dieci creature. Dieci bambini che non dimostravano più di nove anni. All'unisono si spogliarono dei mantelli mostrando a quegli occhi antichi i loro corpi acerbi e nudi. Nella mano sinistra trattenevano tutti un pugnale affilato dal manico decorato in avorio. Soltanto il Lord era catturato dall'odore del loro sangue e dalla voglia di nutrirsi.

Come dieci burattini uniti da un unico filo, si incisero una ferita sulla parte destra del petto che senza indugio iniziò a sanguinare. L'odore del sangue invase tutta la grande sala infiammando le iridi del vampiro Originale che si avventò con un ringhio su uno dei bambini nutrendosi di lui.

Non vi era malizia, ma solo fame nei suoi gesti, l'istinto primitivo alla sopravvivenza.
Erdie invece resistette ad ogni impulso, rimase ferma e immobile e disgustata per la prima volta.

Per il suo popolo i bambini erano creature pure che non dovevano essere violate in nessun modo e suo padre beveva dai loro esili colli senza ritegno.

«I nostri doni non sono di vostro gradimento? » chiese il Sommo Sacerdote con tono di falsa devozione.
«Non mi nutro d'infanti» rispose bruscamente.
«Per voi Egizi la gioventù è importante, conosco bene la vostra cultura. Li considerate espressioni delle divinità, creature sacre e pure. Ma nessuno di loro lo è più ormai. Sono futuri custodi dei giganti».

«Parli come se fossi al corrente di ogni cosa» rispose con voce ancora più scontrosa.
Quell'umano sembrava sfidarla, voler essere al suo stesso livello. Non aveva rispetto per niente e il suo atteggiamento la irritava profondamente.

«Per poter accedere alla carica di custodi di esseri potenti come i giganti bisogna aver perso ogni traccia di purezza infantile» le spiegò il Lord lasciando che l'ultimo ragazzino che lo aveva nutrito fosse portato via dai più anziani.

Erdie lo guardò con scetticismo. «Non transigo in nessun caso, padre. Non sfiorerò nessuna delle creature ancora rimaste» quasi gli ringhiò contro la sua risposta. I suoi occhi ambrati si posarono poi sul Sommo Sacerdote con un'accentuata malizia. «Però potrei nutrirmi di te. Sarebbe un buon modo per mettere a tacere la tua arroganza».
«Hai buon gusto» la provocò lui.

Per la prima volta in tutta la sua lunga esistenza la vampira avvertiva una voglia diversa affiorarle insieme alla fame ormai familiare. Oltre al suo sangue voleva altro, e lo desiderava a tal punto che senza accorgersene si stava avvicinando al Sommo Sacerdote. Forse era quello stesso bisogno che trascinava due umani nello stesso letto. Quella stessa passione che aveva osservato seduta al bacchetto reale al cospetto del faraone, dove gli amanti sembravano lottare e fondersi fra loro. Una guerra senza vincitori, ma solo vinti.

Tuttavia lei non aveva mai provato nulla di neanche vagamente simile neanche quando era umana.
«Erdie! » Tuonò suo padre interrompendo d'improvviso il loro contatto visivo. Aveva avvertito anche lui la tensione elettrica tra i due giovani che si stava trasformando in lussuria.

Il Lord la guardava severo. Non le ammetteva di farle concedere a nessuno la sua purezza, la sua verginità, che conservava da quando era umana.
«Come volete padre. Andrò altrove a cercare la mia preda come faccio ormai da innumerevoli inverni» Rispose la vampira, leggermente imbarazzata.

Si dissolse nelle sembianze di una colomba e volò via.
I Lord sembrò impercettibilmente sollevato.
Scambiò un fugace sguardo ricco di sottointesi con il Sommo Sacerdote, prima di andar via anche lui.

Note autore:
*Nel mio libro parlo del giganti. Attraverso tutti i miei studi sull'archeologia eretica ho trovato anche leggende che li riguardavano. Tra cui perfino la Bibbia.
Creerò un capitolo dedicato ai giganti e al loro mistero in questo libro. Se volete dategli un'occhiata.

***

Ho passato molto tempo a sistemare questo capito. Però preparatevi, che questo sarà un libro davvero ricco di cose. Spero possiate perdonarmi se talvolta potrei commettere errori o inesattezze
Storiche, vi invito a segnalarmele senza remore!

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro