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Undicesimo capitolo•••Amore•••🥀

Lucas amava accostarsi alla finestra e suonare la viola. C'era della profonda poesia in quel gesto rituale, il sedersi sulla poltrona, guardare le stelle e lasciare che la musica si diffondesse come delicata nebbia.

L'alba era ancora lontana. Erdie era uscita per nutrirsi e lui speró che la sua musica giungesse da lei, che potesse udirla e trovare facilmente la strada per raggiungerlo.
La città dove lei si nutriva era così distante dalla tenuta.

Erdie aveva la sensazione di sentire quelle note anche fra i vicoli Mantovani che sfociavano sui laghi, avvolta dalla presenza dei vampiri comuni alleati di Teano.
Eppure, nonostante quella protezione, non riusciva a sentirsi sicura.
Doveva spostarsi in fretta verso Torino, prima che la sua energia venisse percepita da troppi immortali, giungendo poi a Naram.

Mantova, però, era una città che la stupiva ogni notte. Con le sue case ramate, quasi autunnali, donava una sensazione di nostalgia a chi la osservava.
Era lì da una settimana, ma si era resa conto solo in quel momento di aver già camminato fra quelle vie e quelle piazze. Vi era stata con Beatrice, una vampira turbolenta, di casta Nobile, con cui avevano sedotto per gioco i più avvenenti nobiluomini di tutta Europa.
Uomini che, dopo aver toccato lei, incontravano la morte.

Anche Beatrice le era stata portata via, giustiziata a causa del suo stesso carattere. Naram non aveva adottato con lei nessun tipo di indulgenza per aver partecipato ad una guerra umana in favore di Milano. Un Vampiro che si intromette in guerre politiche fra i mortali non ha sconti di pena.

Ed ora era nuovamente lì, dopo decenni, sentimentalmente intrappolata da un esponente della stessa famiglia a cui lei aveva ucciso qualche antenato.
Però i Gonzaga avevano mantenuto ugualmente saldo il potere.

Giunta sulle coste di uno dei laghi guardò il suo riflesso sulle acque. Il non rendersi conto del passare del tempo rendeva tutto così effimero, amalgamato e confuso.
Quella notte la vampira si cibó di una nobildonna e della sua dama di compagnia, cancellando presto la sua presenza.

***

Lucas non aveva ancora riposto lo strumento, aveva continuato a suonare per ore, accostato sempre alla stessa finestra.
Senza accorgersene Erdie gli fu vicino, le sue dita stavano percorrendo il profilo delle sue labbra sfiorandole appena, come se fosse una statua preziosa da non rovinare.
«Sei tornata?»
«La tua musica è dolcissima. Sei davvero bravo».

«Suono per te, la tua mancanza a volte mi svuota e cerco di riempirla come posso».

Lucas si avvicinò a lei e le diede un bacio casto, memore di come i loro corpi non avrebbero più sentire vergogna. Erdie rimase leggermente spaesata, quel gesto le tolse il respiro.
Alzò gli occhi e si vide riflessa nei suoi, quel candido viola la cullava e la proteggeva. Si sentiva avvolta da quegli occhi, come se facessero parte di lei.
«È pericoloso Lucas» gli sussurrò troppo vicino alle sue labbra per resistere alla tentazione di baciarlo nuovamente «È troppo pericoloso».
«L'amore non è mai pericoloso» le rispose silenziosamente sulle labbra fino a sfiorargliele mentre parlava «Se so che anche i tuoi sentimenti sono sinceri allora nulla mi può spaventare. Tu sei diventata il mio bene più prezioso».

«Vorrei che fosse facile... Non ho neanche più il mio medaglione per poter vivere di giorno... che futuro credi di avere con me? Tu sei...»

«So che posso sembrare troppo giovane per te... » la interruppe «Magari sembro solo un ragazzo, o peggio, un bambino... Ma ti prego di vedere quello che ho dentro, farò di tutto per dimostrarmi degno di te...»
Erdie gli diede un altro bacio, più profondo e passionale. Stava quasi per piangere, nessuno le aveva mai detto una cosa di questa portata a parte il Lord.
Ma le parole del suo amato padre avevano altri significati.
«Certe volte quasi ti odio per l'incantesimo che mi hai fatto» gli disse con sincerità. «Era tanto tempo che qualcuno non mi faceva battere il cuore così forte» deglutì, confessare parte di ciò che provava e sembrò strano.

«A breve partiremo per la nostra nuova residenza, appena sorgerà il sole verranno a portarmi tutto ciò di cui abbiamo bisogno».
«Come faremo con il sole?»
«Ci ho già pensato, domani giungerà una grande cassa che potremo chiudere ermeticamente. Non ci sarà modo al sole di entrarvi dentro. Purtroppo però il viaggio durerà più di due giorni...»

Lucas si riferiva alla sua fame e al suo sonno. I vampiro avevano dei bisogni e talvolta questi bisogni li rendevano vulnerabili.
L'unico che sembrava non avere problemi con il sonno era Naram. Non ricordava l'ultima volta che lo aveva visto sprofondato in quel sonno simile alla morte.
«Avrai già visto che quando noi riposiamo non possiamo accorci di nulla...»

«Non avere quel tono titubante, te ne prego» le disse avvicinandosi nuovamente «Te lo giuro sul mio onore che mentre dormirai non ti accadrà nulla. Ho già chiesto ad un mio fidato amico di costruirmi un cassa di quasi due metri in ferro e legno, con una chiusura ad incastro. Potrai aprirla da dentro quando vorrai. E se durante il viaggio non potrai uscire, ti nutrirai di me».

Erdie lo guardò incantata, era rimasta senza parole. Lui aveva pensato a tutto, a come fuggire via e a come proteggerla. I suoi occhi erano sinceri e lei ne era certa. Non lo conosceva da molto tempo, ma non poteva fare a meno di fidarsi di lui ciecamente.

«Non so come ringraziarti» gli disse abbassando il capo e arrossendo leggermente.
Lucas le poggiò con delicatezza le mani sulle spalle e, con la stessa premura, gli sussurrò «Dimmi che non volerai mai via da me per sempre. Questo è l'unico ringraziamento di cui ho bisogno» e in quel momento alla vampira le sembrò di rivedere suo padre il Lord. Quel modo di chinarsi, di toccarle le spalle, di guardarla. Ebbe un tuffo al cuore quando quegli antichi ricordi riemersero.
«Non me ne andrò mai, te lo giuro» gli rispose gioiosa. I suoi occhi sprizzavano gioia. Lo baciò con passione, lo abbracciò, gli accarezzò la testa. Lui la prese in braccio, compiendo un piccolo giro su loro stessi, avvolti di veli leggeri dell'abito della ragazza. 

«Sei splendida» continuò lui accarezzandole la guancia e avvicinando il suo volto a quello della vampira.
«Questa mia bellezza è solo frutto della mia identità, prima non ero certo così bella. Mentre tu... Non ho mai visto un umano come te».
Lucas la lasciò tornare per terra, ma lei non si allontanò.

I loro baci diventarono sempre più profondi, le loro carezze sempre più intime, erano vittima di quell'irrefrenabile passione che coinvolge due innamorati affamati l'uno dell'altra. I loro corpi non sembravano mai sazi di baci e carezze, la loro passione li infuocava e li faceva sentire uguali. In quella stanza non c'era più un umano e un vampiro, ma c'era ormai un'unica entità che risiedeva in due corpi diversi.
Arrivarono vicino al letto ed Erdie lo spinse sopra per poi sdraiarsi su di lui con la massima eleganza e delicatezza.
Lo desiderava più di qualunque altra cosa, più della setosità del sangue, dell'adrenalina della caccia.
«Se ci vedessero così i Cainiti, sono certa che ci ucciderebbero» gli sussurrò divertita  all'orecchio. «Naram non ha mai lasciato in vita nessuno di coloro che hanno avuto il privilegio di vedermi come mi vedi tu ora»
Ciò che gli aveva riferito era davvero grave, ma non riusciva a non sorridere. Naram la desiderava da millenni, desiderava lei e il suo amore. Ma invece questo privilegio appartenevano ormai ad un umano.
«No» le disse lui, con dolcezza, con sicurezza. «Farei di tutto perché uccidano soltanto me per averti sottratta a loro».
Questa frase le fece molto male. "Lui l'aveva sottratta a loro". Questo le ricordò che non era libera, Naram aveva ancora poteri su di lei. Lui vantava quel diritto da quando il loro padre era morto, rivendicando quel matrimonio che lei non voleva più.
«Per carità Lucas, dimmi che sono libera. Dimmi che non sono sotto il loro controllo» lo supplicò in un abraccio.
«Sei libera, ogni creatura è libera, se lo desidera davvero» le sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio. «Solo l'amore può legare. Voglio che tu sia la mia donna, ma ti giuro che non ti farei mai nulla che possa danneggiarti».
Erdie lo guardò negli occhi. Quanto li amava.  In quel momento realizzò che voleva e doveva passare con lui l'eternità, perché adesso che lo aveva conosciuto un'eternità di continua solitudine la spaventava davvero. 
«Mi fido di te, voglio solo che tu sia consapevole che amare me è una condanna. Non posso assicurarti che tutto andrà bene».
Lucas le prese il viso e la baciò ancora, poi scostandosi di poco dalle sue labbra le sussurrò in un soffio:
«Non mi interessano i pericoli, nulla mi spaventa finchè ho il tuo amore».
Da quell'istante in poi le loro azioni furono dettate dalla loro passione, dal loro amore. Un amore fra preda e predatore uniti in un unico abbraccio letale.

Quando furono finalmente appagati, rimasero insieme nel letto. Erdie era fra le braccia nude di Lucas, con il viso contro il suo petto caldo. Lucas le accarezzava la spalla con la punta delle dita, come se si fosse trattato di un delicato petalo di rosa bianca.
«Hai una pelle morbidissima, non mi stanco mai di toccarla» le sussurrò Lucas baciandole la spalla.
«Sei l'unico a cui permetto di farlo» gli disse dandogli un bacio.

Si coccolarono ancora per qualche minuto, sorridendo entrambi ad ogni bacio. Erdie aveva ancora dentro di se il sapore Lucas, sia del suo sangue sia della sue essenza. Il suo profumo l'avvolgeva come facevano in quel momento le sue braccia, facendola sentire finalmente appagata. Non ricordava più i suoi problemi, le sue colpe. Sua sorella Mine, il Lord... Naram... Non c'era più nessuno nella sua mente, nessuno a parte Lucas.

«Ti terrò sempre al sicuro» le sussurrò lui.
Erdie si accorse che Lucas era stanco. Gli umani e i vampiri avevano orari diversi. Lui era il sole e lei la luna. Speró che prima o poi ci sarebbe stato un equilibrio tra loro, un modo per fondere le loro nature o, addirittura, rendere Lucas un vampiro. Sarebbe stato perfetto... Ma non poteva farlo lei, e non aveva vampiri nobili fidati a cui chiederlo. Chiunque l'avrebbe consegnata a Naram.
E Naram lo avrebbe ucciso senza porsi alcun problema.

«Ora riposati però, Lucas».
«Resterai con me finché non mi addormento?»
Lucas era di una dolcezza sconfinata. Alternava la fierezza del suo status di nobile a quello delicato di ragazzino spaventato.
«Certo....»

Sul letto dove prima avevano fatto l'amore, ora lei cantava attendendo che il ragazzo si addormentasse.

"Vento che soffia
Tempo di sabbia,
Occhi nascosti
D'eterna rugiada.
Guarda il tremore
Poc'oltre la duna
Non sono miraggi
Quelli che scorgi
Son urla mute
Che si ghiacciano al sole
Anime perse
Che il cielo non ode"

Non credeva di ricordare ancora quell'antica canzone, l'aveva sentita spesso cantare da sua sorella, mentre era in riva al fiume, fra le alte canne che si piegavano alla brezza.
Lucas si addormentò in fretta. Era tardi per lui in realtà. Era una creatura diurna, non abituata a vivere di notte. Gli accarezzó i capelli, è il viso liscio. Era davvero incredibilmente giovane, si era appena affacciato alla vita.
Si domandò che errore stesse per commettere, cosa avrebbe comportato per lui la sua vicinanza. Tutte le persone che aveva amato erano andate via, o erano morte. Solo chi l'aveva allontanata era riuscito a sopravvivere. Pregó con tutto il suo cuore che con lui potesse andare diversamente.
«Vorrei tanto che fosse facile...» sussurrò prima di alzarsi.

Il suo sguardo traslò sul quel quadro tanto prezioso, quello con dipinta la madre di Lucas. Aveva gli stessi occhi suoi, lo stesso sguardo innocente e fresco di chi si aspetta ancora molto dalla vita.
Al collo aveva un medaglione scuro che contrastava con l'eleganza del dipinto. Perché indossarlo?
Ciò che però la sorprese davvero era leggervi su dei caratteri cuneiformi. Erano il sigillo dell'antica città di kish.
Non capiva cosa potesse significare.

Sul quadro vi era il anche il nome della donna, Dianora Gonzaga. Un nome che Erdie trovò meraviglioso anche nel suono. Sicuramente doveva essere stata una donna meravigliosa e piena di misteri. Che fosse anch'essa un vampiro?

Osservò e studiò a lungo il quadro, lo sguardo sognante della donna puntato verso l'osservatore quasi a volergli dire di scoprire il suo mistero. Chissà se aveva immaginato di morire in quel modo, da eretica. Purtroppo i suoi segreti erano bruciati con lei.

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