Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

...all'ultimo...

Il mondo intorno a loro prese a vorticare all'indietro molto velocemente; le sagome di tutti gli studenti retrocedettero così velocemente che alcune facce giurò non averle mai viste. La scuola si ricomponeva da sola e gli stendardi recuperavano il loro antico splendore. Stavano andando indietro di anni ed anni. Nella posizione in cui si trovavano, Draco addirittura riconobbe Antheo ai tempi di scuola per poi fermarsi in un anno ben preciso, dove nessuno di tutti i volti che aveva visto pareva ancora esistere.

"Bene" Hermione tolse la Giratempo dal collo del ragazzo e prese a muovere grandi passi fuori da Hogwarts. Draco la seguì dapprima senza capire, guardandosi ogni tanto intorno per vedere se ci fossero elementi riconoscibili. Non aveva idea di dove stessero andando, ma notò che la ragazza andò a passo spedito fuori nel cortile principale passando per il portone. Dove diavolo stava andando?

Non sapeva nemmeno in che anno fossero, né in che stagione si trovassero, lì il meteo certe volte pareva tutto uguale. Ma Hermione pareva invece avere le idee chiare e lui non poté fare altro che seguirla. Di solito era lui quello da seguire. Era Draco il leader del gruppo e Tiger e Goyle lo seguivano ovunque, ascoltando alla lettera tutto quello che voleva e senza fiatare. Questa sua perdita di potere lo imbarazzò parecchio. E lo irritò anche: non sarebbe stato sotto ad una strega inferiore a lui.

"Ehi fermati un secondo!" disse alzando la voce mentre si dirigevano verso quella che doveva essere la foresta proibita "É così che fai? Senza un piano?"

"Un piano ce l'ho eccome Malfoy" fece lei con un tono disinteressato. Doveva riconoscere una cosa: utilizzare quell'atteggiamento diffidente era molto più difficile del previsto, specie dopo aver incrociato quegli occhi di ghiaccio così diversi dal solito. Lui le aveva promesso unaiuto, la piena disponibilità, eppure lei lo stava trattando con diffidenza e riserva. Non era affato carino nei confronti di una persona che come lei avrebbe sofferto per la guerra anche se stava dalla parte opposta.

Però qualcosa in lei le impediva di aprirsi del tutto: forse quei ricordi passati in cui lui la insultava giorno dopo giorno, ridendo della sua inferiorità e godendo dei suoi fallimenti; oppure quando se la prendeva con i suoi amici e lei sapeva che nonostante fosse sempre stata intellettualmente superiore, non avrebbe potuto niente davanti a quel numero di Serpeverde che aveva la stessa mentalità di quel bastardo.

Perché Draco Malfoy era questo: un bastardo. Un ragazzo viziato e del tutto privo di pudore e di educazione quando si riferiva a lei. Peggio di lui esisteva solo il cugino e ciò le dava da pensare che avesse preso proprio da Antheo. Ma... Quello che aveva avuto davanti non più di dieci minuti fa non poteva essere lo stesso Draco di sempre. Il ragazzo che l'aveva sorpresa in biblioteca, che l'aveva protetta degli attacchi dei Mangiamorte e che le aveva assicurato che non l'avrebbe consegnata ai Carrow... Non poteva essere lo stesso Draco che l'aveva sempre chiamata Sanguesporco, andava oltre ogni tipo di mentalità.

Si fermò. Qualcosa dentro diceva che questa volta era lei a comportarsi male. Dopotutto erano due ragazzi in un'epoca diversa e completamente soli. Una parte di lei dentro le urlava di smettere di essere tanto orgogliosa e di ammettere che se aveva accettato senza indugiare troppo nel momento in cui Draco le aveva offerto il suo aiuto, probabilmente era perché lei quell'aiuto lo sperava; come aveva sempre sperato di poter arrivare ad un punto d'incontro con quel ragazzo. Lo vedeva spesso quando non era in compagna dei suoi amici, era molto diverso da come di poneva. Va bene era con un familiare, ma proprio con la famiglia lui mostrava una parte diversa di sé.

Ma aveva sempre deciso di reprimere quella voglia di vederlo diversamente dato che lui aveva sempre dimostrato il lato peggiore di sé.

"Avrai anche un piano" la voce del ragazzo la fece tornare con i piedi per terra "Ma muoverti così senza nemmeno dirmelo non é certo una bella mossa. Già che ho voluto aiutarti, vorrei essere coinvolto se permetti!"

"Hai ragione, scusami..." quella frase le uscì senza che lei potesse pensarla nella testa, fu un gesto impulsivo e privo di premeditazione. Era come se la testa le avesse detto di fare la cosa veramente giusta.

"Allora vuoi spiegarmi cosa dobbiamo fare e dove siamo?" chiese Draco avvicinandosi del tutto.

Hermione rimase ferma a pensare un attimo, in silenzio. Aveva tutto in testa eppure in quel momento fu come se si fosse svuotata completamente tutta la mente. Ci mise una manciata di secondi quasi interminabili per raccogliere le idee.

"Ci troviamo nel 1981, quando Voldemort ha attaccato e ucciso i genitori di Harry. Siamo a Ottobre, il 31. Quello che dobbiamo fare é impedire che Voldemort uccida i Potter, dobbiamo anticiparlo"

"Scusa?!" fece Draco senza aspettare che lei finisse la frase. Quella ragazza doveva essere impazzita. Come poteva pensare che il mago più pericoloso di tutto il mondo magico potesse mai essere battuto da una ragazzina? Iniziava seriamente a mettere in dubbio il suo formidabile intelletto.

Hermione lo guardò storto: "Che cosa c'é? Ti vuoi tirare indietro?"

"Ma hai la minima idea di quello che rischi?! Guarda che Voldemort non è un mago come il tuo amichetto Weasley o che, hai intenzione di affrontare il mago più pericoloso del mondo magico?!" sbottò Draco puntandole il dito contro il petto senza nemmeno molti complimeti.

"Vedi?! Lo sapevo che non avresti mai accettato sapendo il mio intento!" mormorò scocciata Hermione a sua volta. Ma doveva riconosce che Malfoy aveva ragione, a cosa stava pensando? Ora era in un'epoca diversa dalla sua e ad essere onesta nemmeno lei sapeva cosa stesse facendo al cento per cento. Aveva cancellato la memoria ai suoi genitori, aveva rubato una Girtempo dal Ministero per poter tornare indietro e impedire che il suo amico perdesse la sua famiglia, ma non aveva considerato tutti i passaggi.

Ma ormai era lì e qualcosa doveva fare. Prese il braccio del ragazzo e si smaterializzò a Godric's Hollow, dove tutto era iniziato.

Lì riprese la sua marcia in modo più spedito, quasi ignorando la faccia sconvolta di Draco che la chiamava ancora pretendendo una spiegazione logica ad un'idea tanto stupida. Doveva comunque inventarsi qualcosa, per zittire quel critico dietro di lei e per dimostrare di avere ragione. In fondo anche lei aveva studiato a Hogwarts e aveva acquisito una vasta esperienza, era la strega più brillante del suo anno non per niente.

"Granger! Tu sei impazzita! Torna indietro!" la voce di Draco la bloccò di nuovo, imperiosa come poche.

Pur controvoglia, la ragazza sentì il corpo rispondere all'ordine invece che alla propria testa, voltandosi verso quel ragazzo.

"Così finirai solo per farti uccidere! Io sono venuto qui per aiutarti a impedire la battaglia, ma non credevo che tu volessi distorcere il tempo! Non possiamo interferire nel passato o sarà un disastro!"

"E che cosa pensavi che avrei fatto scusa?!" sbottò Hermione andandogli vicino e spingendolo via leggermente "Il modo migliore per impedire tutto questo è togliere il problema alla radice!"

"Quindi questo é il tuo brillante piano?! Distorcere tutto quello che é stato?!"

Hermione non fece in tempo a rispondere che sentirono un forte botto e videro un lampo verdastro propagarsi fino al cielo, un'Anatema che Uccide che si era sprigionata da una bacchetta. I ragazzi osservasono sconcertati la scena; Draco dentro di sé sentì i muscoli rilassarsi, almeno aveva impedito che Hermione potesse farsi male come certamente sarebbe accaduto una volta trovatasi davanti all'Oscuro Signore. Ma lei...

"No!" gridò in preda allo sgomento "É troppo tardi! Mi hai fatto perdere tempo!!"

"Menomale che l'ho fatto!" si giustificò Draco. Se avesse anche solo avuto una sola possibilità di riuscita, non avrebbe guadagnato niente, le disse dopo, se avesse avuto fortuna e fosse riuscita a uccidere l'Oscuro Signore non avrebbe comunque avuto quello che voleva. Certo avrebbe impedito la battaglia, avrebbe impedito che Potter fosse finito in mezzo ai babbani ma a che prezzo? Non lo avrebbe mai conosciuto probabilmente o se lo avesse fatto forse lui non sarebbe stato lo stesso; magari lei stessa non avrebbe avuto modo di fare amicizia con Weasley o non sarebbe proprio stata ammessa a scuola... Lei prima gli aveva chiesto se fosse stato disposto ad andare contro le credenze della sua famiglia, ma lei era disposta invece a perdere tutto quello che si era costruita negli anni?

Hermione non lo guardò nemmeno, mentendo disse che era perfettamente consapevole di quello che sarebbe stato dopo, ma Draco proprio come prima le smosse qualcosa dentro: aveva ragione su tutto, dalla prima all'ultima cosa. Lei non era davvero pronta a mollare tutto e il suo agire impulsivo era solo il risultato della sua incapacità di metabolizzare le conseguenze.

Aveva sempre apprezzato quella caratteristica di Draco: quel suo pensare agli altri in quel modo, accettando anche quello che non voleva fare per amore di qualcuno. E se avesse agito allo stesso modo anche adesso? Se l'avesse seguita controvoglia per lei? No, impossibile. Un mago sanguepuro convinto che ama una come le, e proprio un Malfoy poi...

"Adesso cosa vuoi fare?" chiese Draco vedendola prendere di nuovo in mano la Giratempo.

Ma lei non gli rispose, come se non volesse dirgli nulla, ma non ci volle molto prima che Draco capisse effettivmente. Lei voleva andare ancora più indietro, rischiando di peggiorare ancora di più la situazione.

"Non farlo!" le disse cercando di impedriglielo, ma entrambi si catapultarono in un'altra epoca e un altro luogo.

*****

Come avesse fatto a spostarsi un un altro luogo Draco non ne aveva idea. Ma si ritrovarono in un posto diverso, grigio, freddo e per niente accogliente. Erano in una strada deserta e un immenso edificio si ergeva dietro di loro. Dove diavolo erano finiti questa volta?

L'edificio pareva essere un istituto. E non uno dei più amichevoli. Era piuttosto triste a dire il vero, senza un minimo di vita.

Draco vide la ragazza muoversi verso quell'edificio senza nemmeno aspettarlo, temette potesse di nuovo riprovare il tentativo iniziale. Ma questa volta sembrava anche peggio: aveva letto una targa al cancello dell'edificio: era un orfanotrofio.

"Non sapevi che il tuo Signore fosse cresciuto in un orfanotrofio vero?" disse Hermione con un tono di voce di chi la sa lunga, lasciando intendere che Draco non sapesse nulla del passato di chi si fidava di più. Lo sentì dietro sospirare stanco, per un attimo ebbe l'impulso di/fargli una battuta del tipo Coraggio Malfoy! Sono solo passati quindici minuti in fondo! Ma non le venne. Anzi: più percorreva quel vialetto e più cercava di non farsi vincere dal senso di colpa.

Adesso avrebbe visto un bambino davanti a sé, ma lei sapeva bene che quel bambino non avrebbe portato nulla di buono, non si sarebbe fatta ostacolare dall'aspetto innocente. Non sapeva bene come avrebbe fatto ad orientarsi, ma la rabbia che le montava dentro le impediva addirittura di ragionare razionalmente. Draco pareva averlo capito e aveva iniziato a seguirla ammonandole di fermarsi e di pensare, di capire che quello che aveva in mente era pura pazzia e che, se avesse davvero voluto fare qualcosa per impedire la battaglia di Hogwarts non avrebbe dovuto pensare in modo tanto assurdo.

Quell'ultima frase servì ad arrestare il suo cammino: in effetti sarebbe stato necessario impedire semplicemente la morte di Silente, con lui ancora in gioco Voldemort non avrebbe mai osato mettere piede nella scuola oppure avrebbero avuto una certezza in più di vincere.

Questo però a Draco non bastò. Il suo intervento non era finito anzi: adesso che aveva capito quello che la ragazza era intenzionata a fare, voleva invece tornare indietro nella loro epoca. Se lei avesse davvero ucciso l'Oscuro Signore in quel momento, tutto il futuro sarebbe stato distorto: probabilmente i Potter non si sarebbero mai conosciuti, lei forse non sarebbe stata una strega e lui... Lui non l'avrebbe mai incontrata. E questo non poteva permetterlo.

"Smetti di agire in modo impulsivo e ascoltami" le disse andandole vicino, ma sta volta senza irruenza "Così facendo non concluderai nulla. Perderemo tutto quello che é stato: la nostra famiglia, i nostri amici... Vuoi davvero che tutto questo accada?"

"E a te cosa importa alla fine? Tanto meglio no?" chiese lei con finto tono da sapientona. Sapeva bene dove sarebbe finita, che cosa sarebbe successo. L'idea che tutta la vita che aveva vissuto sarebbe scomparsa la spaventava e parecchio, adesso che ne aveva l'effettivo quadro in mente, non era più tanto sicura di voler agire. Ma perché Draco Malfoy sembrava volerla dissuadere proprio per impedire quel risultato? Sarebbe scomparso anche lui, ma perché preoccuparsi anche di lei?

Quel Draco diverso tornò a farsi vedere: lo sentiva dietro dove prima vi era quello che le aveva impedito di salvare i Potter. Quel ragazzo che si preoccupava del prossimo pur sapendo che non ne sarebbe stato felice, che anche con ogni mezzo cercava di portare il prossimo dove voleva arrivare. Ma con una nata babbana... Perché le stava dicendo di non abbandonare gli anni che aveva passato? Non era lui che avrebbe goduto per primo della sua disfatta?

"Granger, anzi... Hermione, ti prego non farlo, non cancellare ciò che é stato. Io non voglio perdere gli anni che ho trascorso, la famiglia che mi ha cresciuto... E non voglio perdere te" a quella frase Hermione si girò confusa "Sì hai capito bene: non voglio perdere gli anni in cui ti ho conosciuto. Ho rivalutato ogni mia battuta, ogni insulto; ti spiavo dalla biblioteca e mi ingelosivo quando vedevo altri ragazzi accanto a te. Sì mi infastidivo! Hai capito? Io, Draco Lucius Malfoy, mi infastidivo se vedevo qualcun altro che non fossi stato io accanto a te!"

Hermione non riuscì quasi a credere all'autenticità di quelle parole: Draco aveva appena detto che gli dava fastidio la presenza di altri ragazzi accanto a lei, come se lui in qualche modo potesse... Avere a cuore la ragazza. Ma non poteva essere! Non poteva averlo detto davvero. Ma non fece in tempo a chiedergli se stesse mentendo o meno che lui si era già avvicinato e aveva premuto le sue labbra sulle sue. E quello non era certo un gesto fittizio: un bacio così bello non poteva certo essere recitato. E non seppe perché, Hermione, ma schiuse le labbra accogliendo il bacio come se il corpo avesse smesso di rispondere alla testa.

Era come se stesse soddisfando un bisogno essenziale, sentire le labbra della ragazza adesso che aveva aspettato in silenzio così tanto era una gioia pura, avrebbe voluto fermarsi lì per sempre ma saoeva che non poteva andare così: non in quel luogo, non in quell'epoca. Le cinse il corpo con le braccia, attirandola di più a sé per sentirla con ogni cellula possibile. Ora sapeva cosa provava Antheo ogni volta che Béatrice gli era vicino: quella sensazione improvvisa di essere all'apice della felicità, quella voglia irrefrenabile di stringerla e di non lasciarla più, quel bisogno di sentire ogni essenza del suo profumo. In quel breve momento sembrava aver capito ogni segreto.

"Ma..." mormorò Hermione appena si staccarono per riprendere fiato "Perché adesso?"

"Perché ho sempre sprecato ogni occasione che mi si fosse parata davanti. Ma adesso che sto rischiando di non vederti mai più, volevo almeno... Chiarire le cose" fece Draco abbassando lo sguardo "Quando ho accettato di aiutarti, era per questo motivo"

"E perché non me lo hai detto? Avrei agito diveramente"

"Perché lo hai sempre pensato tu stessa: abbiamo passato così tanto tempo uno contro l'altra che non mi sembrava credibile! Credevo... Che tu non mi avresti mai accettato dopo tutto quello che ho fatto" Draco la fissò negli occhi. Dentro lei poté vedere il desiderio e la disperazione fondersi in una sfumatura incredibile e troppo bella per essere falsa. Dentro non poté fare a meno di maledirsi, di essere stata egoista e irrispettosa nei suoi confronti. Aveva agito esattamente come aveva fatto lui negli anni passati, e come si era sentita? Malissimo. Il pensiero di essersi portata Draco per fargli fare il ruolo della zavorra l'aveva fatta sentire male. Lei non era come quei maghi egoisti.

Ma solo dopo una manciata di minuti persa nei suoi pensieri, si rese conto che Draco le aveva sfilato dal collo la Giratempo e se l'era messa al suo. Per un attimo lei credette che l'avesse presa in giro e che adesso sarebbe tornato alla sua epoca lasciandola lì. Ma non successe. Draco l'avvicinò e le mise intorno al collo la catenella della Giratempo: "Voglio farti vedere qualcosa, prima che torniamo indietro" sussurrò per poi iniziare a girare il quadrante.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro