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•30•Auguri Melissa•

"Quindi papà che ha fatto?" chiedo a mio fratello, aggiustando qualche ciocca di capelli e lisciando il vestito.

Ci siamo appena smaterializzati alla festa di Melissa e spero che qualcuna delle mie cugine abbia pensato al solito regalo "da parte di tutti i Weasley" perché io non ho comprato nulla.

Hugo mi guarda entusiasta e continua a raccontare quello che è successo oggi pomeriggio, dopo due giorni dalla cena.

"Si è scusato con me e mi ha abbracciato, ha detto che mi ama moltissimo e poi..."

"Poi ha sorriso a me ed è salito di sopra. "

Derek si intromette e finisce la frase al posto di mio fratello, sospirando.

"È andata bene!" esclamo contenta.

"Insomma Rosie, si vede che non se lo aspettava" ribatte Dek, scuotendo la testa e intrecciando la mano a quella del suo ragazzo.

"L'ho sentito parlare con zio Harry del fatto che non avrà mai nipotini da parte mia e... Non so, sembrava così triste! "

Hugo sospira sconsolato, ma appena il suo sguardo incontra quello di Dek ricomincia subito a sorridere.

Mi intrometto, cercando di ribadire un punto fondamentale.

"Hug! Tu avrai dei figli, li adotterete! Magari saranno..."

"Latini" dicono all'unisono, guardandomi divertiti.

"Lo ripeti sempre" si lamenta Derek, alzando gli occhi al cielo.

"Perché è importante. Voi siete la mia Malec."

Cerco di spiegargli il mio ragionamento, gesticolando, ma loro continuano ad ignorarmi.

"Ed ecco che ricomincia a parlare in un modo incomprensibile!"

Mio fratello mi prende in giro e ridacchia.

"Dovevi sentire tuo zio George! Ha abbracciato prima Hugo e poi me, mi ha dato delle placche sulle schiena e ha detto che non potevo scegliermi Weasley migliore facendo l'occhiolino! "

Scoppiamo tutti a ridere e io rimpiango di non essere stata lì di persona per assistere alla scena.

Ero a prepararmi di sopra, nella speranza di risultare quantomeno carina.

"Le zie?" domando curiosa al rosso, che ora non riesce a smettere di sorridere.

"Erano contente! Zia Ginny ha detto che lo sapeva da qualche anno" racconta, scuotendo la testa.

Conoscendo mia zia, è possibile.

"Come?" chiedo curiosa.

"Gliel'ho chiesto anche io, e sai che ha risposto?"

Hugo si ferma davanti alla porta per finire di raccontare.

Da dentro proviene una musica assordante, non credo sia possibile comunicare appena entrati.

"Illuminami" rispondo.

"Che zia Luna glielo aveva detto e poi aveva visto uscire Derek in mutande dalla mia stanza alle quattro del mattino" continua, ridacchiando.

"Wao, che storia" dico fra le risate.

Immagino la fatica fatta dalla zia per farsi gli affari suoi e non dirlo a qualcuno.

A saperlo l'avrei resa partecipe nei miei scleri, sarebbe potuta essere la mia vice al fanclub.

"Imbarazzante" sussurra Dek, arrossendo.

Entriamo dentro e subito ci ritroviamo in mezzo una massa di ragazzi che si divertono.

Mi volto verso mio fratello e il suo ragazzo e noto che hanno già ripreso a baciarsi.

Quasi peggio di Shawn Mendes e Camilla Cabello.

Sorrido di cuore vedendoli così felici, un po' è anche merito mio.

"La numero uno vi saluta, fate pure le vostre cose da fidanzatini, io ho il mio piano" urlo, in modo che mi sentano.

Ma a quanto pare, sono troppo impegnati per dare retta a me.

"ma prima mi reco al bar" dico, indicando bancone ricoperto di alcolici.

Mi allontano da loro, che sembrano divertirsi abbastanza anche senza me.

Prendo una birra e mi siedo in disparte.

Dall'altra parte del bancone dei ragazzi cercano di abbordare un gruppo di ragazze che non fanno altro che ridacchiare.

Anche se le loro risate sono più simili a degli starnazzi.

Sospiro e cerco qualche viso familiare fra i tanti ragazzi ammassati l'uno all'altro nella pista da ballo.

Missione alquanto difficile, dato il fumo che continua ad uscire dalle macchine poste sopra la postazione del dj.

Roxanne e Alex saranno molto contrariati, loro amano organizzare feste ed eventi alla perfezione, rendendo perfetta qualunque cosa: dalle luci ai centrotavola.

Comunque sia, non noto nessuna chioma biondo platino.

Come una stupida, ho passato un'ora a ripetere lo stesso discorso davanti lo specchio e ora non ne ricordo una parola.

Prendo la lettera e me la rigiro un paio di volte fra le mani, osservando la mia grafia disordinata.

Devo riparare al mio guaio e fargli cambiare idea su di noi.

Sempre che possa mai esistere un noi, a questo punto.

Cerco di allontanate il pessimismo e convincermi che tutto andrà per il meglio.

La casa della festeggiata è molto grande, ma troppi ragazzi ballano al centro dell'ampio salone in cui mi ritrovo.

Cerco di individuare ancora una volta il suo viso fra la folla, aspettandomi di trovarlo già circondato da chissà quante belle ragazze.

Invece lo trovo da solo, seduto su una poltrona che fissa il vuoto con sguardo assente.

Mi butto nella massa, per arrivare da lui, cercando di spingere meno persone possibili.

In un secondo, però, mi ritrovo con una bibita appiccicosa su tutto il vestito.

"Stai attento a dove metti i piedi!"

Lancio un'occhiata infuriata e rimprovero il ragazzo che mi ha versato la bibita di sopra.

Anche se probabilmente il cinquanta per cento della colpa è mia.

Riprendo a cammibarlo, senza nemmeno degnarlo di un altro sguardo, facendo un incantesimo per pulirmi.

"Altrimenti? Sei così stupida che non riusciresti a pensare che fare!"

Mi volto sconvolta verso il ragazzo in questione e sento di essere finita dentro una commedia liceale americana.

"Scusami?" spero di aver sentito male per la musica troppo alta.

"Ti sei fatta ingannare da Thomas per mesi e mesi, senza accorgerti di nulla.
Scommetto che non sai fare un incantesimo non verbale o senza bacchetta" continua la specie di bulletto.

"Quello non è per tutti, figurati per lei, non sa nemmeno le cose più semplici" continua un altro ragazzo, che gli sta vicino e di cui mi accorgo solo ora.

Cerco di mettere a fuoco i loro visi, nonostante il buio, e li riconosco immediate.

I due scimmioni che andavano dietro quel deficiente del mio ex.

Purtroppo non ricordo i nomi...

Continuo a fissarli immobile, senza sapere che dire o fare.

È questo che pensa di me la gente?

Ci rifletto per qualche secondo sopra e mi do della stupida.

No, non mi interessa quello che pensa la gente.

E poi loro sono solo due idioti poco sobri e con molta voglia di cacciarsi nei guai.

"Attento a come parli, idiota"

Scorpius si mette subito fra me e loro, mentre la musica si interrompe e intorno a noi si forma una massa di ragazzi curiosi.

Patetici.

Anche James, Al e Fred sono di fianco a Scorpius, pronti a non darla vinta a quei due.

Per un momento mi sforzo di guardare la scena come se fossi dietro lo schermo di una TV e per poco non scoppio a ridere nel bel mezzo di tutta questa tensione.

Non sento più nemmeno quello che dice, osservo le sue labbra muoversi velocemente e la sua espressione è un misto di divertimento e soddisfazione.

Non riesco a muovermi e non capisco quello che sta succedendo per alcuni istanti, come se fossi caduta in uno stato di trance.

"Ed ecco subito il tuo amichetto e la banda di cuginetti a difenderti, ma non posso farci nulla se sei una stupida buttana."

Eh no, ora sta esagerando il tipo.

Da tutta la vita sono spesso al centro delle conversazioni dei miei cotaneai: Weasley, figlia del ministro della magia e nipote di Harry Potter.

Chi non vorrebbe inventare voci sul mio conto?

Ma questo è troppo.

Fermo con un braccio Scorpius, che si stava per avventate su di loro, e supero la mia squadra protettiva.

Grazie, ma no grazie.
So difendermi da sola.

"Fermi ragazzi, la violenza non è la soluzione a tutti i problemi."

Scandisco ogni parola sotto lo sguardo scioccato di molti.

Non ricordo il nome del ragazzo che sta mettendo a dura prova la mia pazienza, ma la sua storia si.

Thomas non mi raccontava mai niente di sé stesso, ma dei suoi amici...

Praticamente tutto.

"Stai al gioco? Se vuoi divertirti possiamo andare nella stanza accanto e... "

Mi concentro e con un movimento delle dita faccio un incantesimo non verbale, facendo zittire l'amichetto del porco.

"Zitto, adesso parlo io. Innanzitutto con gli incantesimi me la cavo abbastanza bene, al contrario tuo... C'ero al tuo esame, non hai saputo dire nemmeno l'elenco degli incantesimi di protezione di massima sicurezza."

La mia vita somiglia sempre di più ad un film in cui io sono la sfortunata protagonista.

Tuttavia credo che ci farò l'abitudine.

"È stata un infanzia difficile la tua vero? Non voglio essere cattiva, ma credo sia questo il motivo della tua immaturità e totale stupidità" continuo.

Lui sgrana gli occhi e cerca di obiettare, ma l'incantesimo gli impedisce di proferire parola.

"Insomma, devi per forza attaccare la gente e fare il bullo, dico solamente che probabilmente é per la tua infanzia difficile, tua mamma ha sempre preferito le tue sorelle e tuo padre ogni mese fuori casa per il lavoro."

Non voglio umiliarlo davanti a tutti, ma so che non è la prima volta che fa sentire una persona uno schifo.

Spero solo che così capira come si ci sente e non ripeterà mai più i suoi errori.

A volte preferisco farmi giustizia da sola, se non so fosse capito.

"Senza contare che lui è un genio e tu sei sempre dovuto stare sotto pressione perché tutti si aspettano che ti sia come loro. Conosco il tipo, tranquillo."

Mi avvicino di più a lui e fisso i miei occhi sui suoi.

"Ma fammi un favore, sfogati da un'altra parte e in un altro modo, senza battutine cretine e maschiliste chiaro?"

Lui annuisce, continuando a ricambiare il mio sguardo e senza fare alcun movimento.

"Naturalmente una ragazza è subito buttana perché ha creduto di essere veramente innamorata vero? Ora sono io la stupida, in tanto quello fregato con le mani nel sacco è stato il tuo amichetto."

Picchetto l'indice sul suo petto e lo guardo gelida, lanciandogli un'occhiata penetrante.

"Perciò spargi la tua ignoranza da un altra parte, ho da fare. "

Detto ciò annullo l'incantesimo e mi volto dalla parte opposta.

Non rinuncerò a tutto perché uno stupido mi ha preso in giro.

Come si è permesso di chiamarmi in quel modo? Io non sono di certo stupida, tantomeno buttana.

Mi volto di scatto e ritorno con passo svelto verso di lui.

Mi guarda con le spocciglia alzate e aria divertita.

"Ah dimenticavo" dico, ghignando.

Gli do un pugno puntando al naso, vediamo chi ride adesso.

Barcolla all'indietro, mentre pressa le mani contro il naso, probabilmente non se lo aspettava.

Come dargli torto, non me lo aspettavo nemmeno io.

"Questo è per la stupida buttana" chiarisco, per poi dirigermi fuori.

Permettiti di trattare un'altra volta così una donna o insultare qualcuno con questo atteggiamento da bulletto e ti frantumo le ossa una per una.

So che è sbagliato e dandogli un pugno ho solo peggiorato le cose, ma la rabbia era troppa.

Spero solo di avergli rotto il naso.

Sorriso soddisfatta mentre passo tra la gente, che mi guarda scioccata e alcune ragazze anche con un po' di ammirazione.

Mi ritrovo davanti la festeggiata che, nonostante non fossimo mai state grandi amiche e io ho appena fatto una scenata alla sua festa, mi sorride imbarazzata.

Non sono mai stata brava a decifrare i sentimenti delle persone, ma credo che mi guardi con un pizzico di stupore e rispetto.

Le sorrido e l'abbraccio.

"Auguri Melissa!" urlo, ridando animo alla festa.

La gente le applaude e la musica riparte, mentre lancio occhiataccie a chi continua a fissarmi.

Esco fuori in giardino, sentendomi soffocare da quegli sguardi puntati su di me.

Ho un gran bisogno di aria.

Appena uscita, mi allontano subito dalla casa e mi avvicino ad un albero bellissimo, costernato da lucine.

Credo si tratti di un albero di magnolia stellata.

La nonna adora questi fiori, anche se preferisce le rose.

Infatti il nonno per uno dei loro anniversari ne ha piantati alcuni sulla parte di giardino visibile dalla loro camera.

Sospiro e alzo lo sguardo verso l'alto, sedendomi sull'erba umida.

Le stelle brillano indisturbate e per un attimo, osservando quelle che sembrano migliaia di lucciole, mi sento libera da ogni preoccupazione.

"Ho pensato volessi compagnia."

Chiudo gli occhi e ritorno alla realtà.
Quella in cui al solo suono della sua voce il mio cuore ricomincia i suoi assoli di batteria.

Scorpius si siede accanto a me e accenna un sorriso.

"Devo sempre rovinare tutto" rifletto ad alta voce.

"Non è vero, te la sei cavata alla grande. "

Sorrido per il modo in cui come sempre cerca di consolarmi e rassicurarmi.

"Non intendo per quello appena successo" ribatto.

Lui mi guarda interrogativo e io non faccio altro che pensare a quanto mi sua mancato questo contatto con lui in questi due giorni.

"Cosa allora?" chiede.

"Noi. Sempre che esista un noi. Insomma tu sei l'unico che c'è sempre e io ho mandato tutto a quel paese" ammetto, ritornando a fissare il cielo stellato.

"Non è colpa tua" dice, passato qualche secondo.

"Hai ragione è colpa nostra" continuo, subito dopo, voltando la testa verso di lui.

"Che vuoi dire?" domanda divertito e incuriosito.

Lo guardo negli occhi e parlo velocemente, come sempre quando sono nervosa o ansiosa.

"Io sono una grande stupida e la paura di soffrire mi ha fatto dire cose stupide. Ma ti ho detto cosa provo per te e tu ti sei impuntato di andare avanti con la storia del non possiamo stare insieme o soffrirai. "

"Hai ragione" ammette, dopo pochi minuti di silenzio.

Mi sforzo di non fargli notare che lo so e che io ho sempre ragione.

"Comunque. Tu volevi mille ragioni, hai detto che ruschiavamo molto e dovevamo essere sicuri. Io mantengo le promesse e potrei trovarti altre dieci mila ragioni per provarci."

Prendo la lettera e gliela porgo, guardandolo con speranza e una strana sensazione allo stomaco.

Lui l'afferra con indecisione e la osserva sorridendo leggermente.

"Ma tu... "

Viene interrotto da qualcuno che ci chiama alle nostre spalle.

"Ragazzi che ci fate qua fuori?"

Guardo malissimo mio cugino per aver rovinato l'atmosfera, se gli sguardi potessero uccidere...

Lui sarebbe già morto.

Albus, con un sorriso che si spegne gradualmente nel vedere le nostre facce, si posiziona davanti a noi.

"Non mi sento bene, torno a casa" decido, guardando mio cugino e alzandomi velocemente.

"Rose!"

Scorp mi richiama e mi raggiunge, afferrando una mia mano.

Gli sorrido, indico con un gesto della testa la lettera che ha ancora tra le mani e mi allontano da lui.

"Da sola" preciso, smaterializzandomi.

Mi ritrovo nel silenzioso giardino della Tana.

Mi sento in ansia per quello che potrebbe succedere, sono agitata e tremila pensieri sovrastano la mia mente.

In tutti, naturalmente, c'è lui.

Subito mi viene in mente un posto speciale, in cui posso riflettere.

Così comincio a camminare, mentre continuo a riflettere.

È strano come, dopo tutto quello che è successo, io non riesca a smettere di pensare a noi.

A quello che vorrei fossimo e potremo, forse, diventare.

"I sogni sono come
le stelle,
basta alzare
gli occhi
e sono sempre là."

-JIM MORRISON-

Spazio autrice ovviamente non puntuale:

Scusateee l'assenza!
Purtroppo il rientro a scuola non è mai semplice...

Ecco un nuovo capitolo!

Questa storia sta diventando troppo trash e sdolcinata allo stesso tempo, forse dovrei smetterla di scrivere in questo modo.

Vi è piaciuto? Secondo voi cosa ci sarà scritto nella lettera?

Se vi va lasciate un commento e una stellina ✨

A presto 🌸

Ele ❤️

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