•29•Mille Ragioni•
Entro in cucina quasi correndo e cerco immediatamente i suoi occhi.
Mi maledico di essermi addormentata sbavando sul letto, stringendo la sua maglietta, che uso come pigiama, e sopra una delle nostre foto più belle, quella del diploma.
Il programma era di piazzarmi qui di prima mattina, rapirlo appena avrebbe fatto la sua comparsa e parlargli.
Ma sono già le undici, quindi il piano è fallito.
Stanotte l'ho pensato tanto e ho realizzato che io non posso assolutamente perderlo.
Ho capito che i sentimenti che provo per lui sono importanti e non li posso evitare, sono belli.
Io non so cosa sia l'amore, non ho mai avuto una persona tanto importante con cui condividerlo, ma so che, forse, potrei scoprirlo con lui.
"Buongiorno a tutti"
Saluto velocemente, noncurandomi dei miei cugini che mi guardano straniti del fatto che io non mi sia seduta a mangiare, ma piuttosto precipitata di fronte al biondo.
Lui fa finta di non avermi sentita e rimane con lo sguardo fisso sul piatto ancora pieno.
"Giorno"
Albus mi guarda confuso e mi scruta con gli occhi per qualche secondo.
"Sei strana" afferma dopo, indicando con un dito i miei occhi gonfi e il naso arrossato.
"Solo un po' di raffreddore" mento, sbuffando per attirare la sua attenzione, ma lui continua ad ignorarmi.
"Scorpius" lo chiamo stanca, con tono supplicante.
"Scusa Al, io vado in camera" dice alzandosi e non rivolgendomi nemmeno uno sguardo.
"Ti prego ascoltami" continuo, seguendolo su per le scale.
"No" risponde netto, senza nemmeno voltarsi.
"Fermati, miseriaccia!" gli intimo, continuando la mia corsa affannata per le scale.
Sono sicura di risultate molto impacciata e strana.
"Ascolta, meglio non parlarne, credimi" ribatte, prima di aprire la porta di camera sua.
"Quindi sarai arrabbiato con me per sempre? " domando, cominciando a perdere la calma e mettendo il piede, con non so quali riflessi, tra lo stipite e la porta, che stava per sbattere davanti a me.
Gia è difficile ammettere di avere torto, poi se lui fa così....
Voglio solo chiarire!
"Arrabbiato? Io non sono arrabbiato" risponde con calma spaventosa.
"E allora cosa.." cerco di chiedere, ma vengo interrotta con prontezza la lui.
"Sono deluso. Mi sarei aspettato di tutto, ma non quelle parole" specifica, girandonsi verso di me e dandomi finalmente la possibilità di guardarlo negli occhi.
Le occhiaie mi suggeriscono che nemmeno lui è riuscito a dormire alla grande stanotte.
Io sono sempre riuscita a capire cosa prova solo con uno sguardo, ma adesso mi fissa impassibile e serio, come se tra noi ci fosse una barriera e io non riuscissi a vederlo veramente.
"Se solo tu mi lasciassi spiagare" lo supplico, avvicinandomi a lui e cercando di prendergli una mano.
"Non ora, fa troppo male" ribatte.
Io rimango a guardarlo per qualche secondo e lui coglie l'attimo di distrazione per chiudere la porta.
Sto ferma lì per più di un minuto, schiaffeggiandomi mentalmente per aver rovinato tutto di nuovo, sempre a causa della paura di affrontare quello che succederà.
Non riesco, nonostante lo voglia, ad uscire da questa bolla di insicurezza che non ha fa altro che aumentare da quando ho scoperto del modo in cui mi ha usato Thomas.
"Ma io non intendevo quello" urlo di scatto verso la porta, riferendomi alle parole di Scorpius.
Magari non porterà a nulla, ma resterò qua a gridare al vuoto finché non aprirà.
"Insomma lo so che ho sbagliato" continuo, avvicinandomi e bussando con insistenza.
"Ti prego, Scorpius ci ho pensato tutta la notte e io non posso perderti perciò apri la porta a parliamo " grido cercando di ricacciare le lacrime indietro.
"Ti stai vendicando perché la scorsa volta ti ho ignorato per giorni? Scusa, avevo paura."
Mi rendo conto che se qualcuno uscisse da una delle stanze accanto, mi vedrebbe urlare e gesticolare come una psicopatica davanti ad una porta chiusa, con il nulla.
Lui continua a non aprire, così mi poggio di spalle e scivolo lentamente sul legno, ritrovandosi seduta con la schiena contro la porta e la testa fra le mani.
"In realtà ho sempre paura, per ora. Paura di essere giudicata e non essere all'altezza delle aspettative di tutti. Credo sia stata proprio la paura a parlare ieri sera, avevi ragione.
Non sono più la stessa, io non sono e non sarò mai come vuole mia madre per il semplice motivo che questa è la mia vita. Insomma non mi interessa niente del tuo cognome, dei tuoi genitori o dei pregiudizi degli altri, ti conosco da quando ho memoria e non ti giudicherei mai male, perché so che sei un ragazzo speciale, con un cuore d'oro, gentile e altruista. Anche se ti mostri sempre forte e distaccato credo di averlo capito al primo sguardo che eri così, al contrario di tutti gli altri. "
Tanti ricordi degli anni passati mi passano per la mente, ma cerco di concentrarmi sul discorso, stranamente sensato, che stato facendo.
"Ma non è solo questo che mi piace di te naturalmente, ci sono molte cose" riprendo, attorcigliando le dita e consapevole del fatto che ormai non mi stia ascoltando più.
"Tu mi conosci meglio di chiunque altro, sai cosa sto per fare solo guardandomi e ti basta fissarmi negli occhi per capire come sto o che penso. Sai i miei pregi e difetti, eppure anche dopo tutti questi anni non mi hai mai voltato le spalle e continui a starmi accanto e sostenermi come la prima volta. Come un vero amico. "
Sorrido in maniera stupida e sospiro.
"Ma credo che se tu per me fossi solo un amico allora ogni volta che i nostri sguardi si incrociano o le nostre mani si sfiorano, il cuore non dovrebbe battermi così forte e non dovrei sentire le farfalle nello stomaco. E soprattutto, non dovrei aver voglia di baciarti continuamente. Non dovrei averti perennemente fra i pensieri e desiderare di stare sempre di più con te. Ma io provo tutto questo. E non dirmi che troverò un altro ben presto, perché tu sei unico Scorpius Malfoy, lo sei per me. Nessuno riesce a tenermi testa come te e non lasciarmela avere mai vinta, diamine questa cosa mi fa impazzire!"
Mi sento una totale stupida, ma non riesco più a smettere di parlare.
"Non potrei vivere senza i nostri battibecchi continui, la nostra complicità, i tuoi meravigliosi occhi verdi con le pagliuzze dorate e azzurre che mi scrutano e capiscono o i tuoi stupidi capelli ossigenati."
Dopo alcuni secondi mi alzo e decido di ritornare in camera mia, ora che il mio monologo è terminato.
"Biondi naturali, rossa. "
La porta si apre e la sua testa bionda, con i capelli perennemente scombinati, fa coplinea nel mio campo visivo.
"Comunque ci sai fare con i discorsi" ammette, sorridendo leggermente.
Gli sorrido e mi avvicino di nuovo a lui, prendendo un gran respiro.
"Proviamoci, sul serio. Ho paura di tante cose: dei giudizi dei miei genitori, dei pregiudizi, di quello che potrebbe succedere se non funzionasse e mille altre cose, ma stanotte, come ti ho detto, ci ho pensato tanto e me ne pentirei se non rischiassi, voglio assecondare tutto questo perché so che potrebbe funzionare" confesso, cercando di fissare gli occhi sui suoi.
Ma lui evita il mio sguardo e scuote la testa.
"Lo so. Ma ho pensato anche io stanotte, molto. E anche se io darei tutto per provarci e stare con te, non possiamo. Io non sono mai stato bravo con i rapporti, mio padre vive in un altro continente e mi manda una lettera una volta ogni due mesi, mentre con Hanna hai visto com'è andata a finire... "
"Neanche io sono il massimo, impareremo insieme" insisto con un tono esasperato.
Perché sono fatta così?
Se solo avessi detto queste cose ieri.
Lui inizia a dire un insiene di scuse una dietro l'altra, comincio persino a non sentirlo più.
"Non è solo questo, non voglio che tu soffra, e ho pensato a quello che hai detto. Guardaci! Non potremo mai essere come Albus e Alice, tranquilli... Noi due siamo cosi pieni di difetti! E poi avevi ragione... "
"Cosa? Quindi che intendi fare?" lo interrompo bruscamente, quasi sull'orlo di un esaurimento nervoso.
"Chiederti di ignorarmi e dimenticarti di quello successo, potremo continuare ad essere amici " punta gli occhi sui miei e parla lentamente e con calma.
Lo fisso allibita per qualche secondo e poi scoppio in una risata molto acuta, da aggiungere alla mia compilation di atteggiamenti da psicopatica.
"Continuare ad essere amici? Ma insomma Merlino a che gioco stai giocando? Ti diverti?" urlo arrabbiata guardando in alto verso il soffitto, senza un reale motivo.
Una cosa è sicura però, Merlino mi odia.
Anche Morgana, Godric e tutti gli altri.
È vero vi invoco spesso e in modo scortese, ma non potete farmi uscire di testa in questo modo.
Prendo un respiro molto profondo e mi volto nuovamente verso il biondo.
"Scorpius sei ridicolo! Si può fare, non è un vero problema. "
"Ascolta non voglio complicarti la vita perciò lascia perdere" mi supplica, richiudendo la porta.
"Lascia perdere come se fosse un gioco" urlo isterica.
"Diamine apri e parliamone insieme idiota" continuo gridando e bussando così forte da farmi male i pugni.
Tuttavia mi sforzo di non fermarmi a piangere e urlare dal dolore contemporaneamente.
Una cosa da masochista, ma che non sono una persona normale è stato già chiarito.
"Mille ragioni!" ribatte da dietro la porta.
"Che?" mi stacco dal legno e lui riapre la porta.
Mi sembra di rivivere la mia adolescenza, quando mamma mi sgridava in continuazione e poi papà mi implorava di scendere per la cena, bussando alla porta della stanza dentro la quale mi ero rinchiusa finché non aprivo.
"Hai almeno mille ragioni per provarci? " chiede.
Io lo guardo confusa, senza sapere che rispondere.
Si passa una mano fra i capelli e noto che la stanchezza lo invecchia di almeno un anno.
"Perché io ne ho trovato molte per non farlo, e... "
"Ora hai paura anche tu!' lo interrompo nuovamente, puntandogli in dito nel petto.
"Io non ho paura, non per me. Sono un disastro e non voglio complicare la tua vita. " continua, lasciandomi senza parole.
Non ci credo di averlo sconvolto così tanto ieri da fargli dire stronzate del genere.
È sempre stato un po' stupido, ma così!
"Sei un idiota e chiudi la porta perché sai che sennò potrei farti cambiare idea " urlo, di nuovo.
"Apri Scorpius ti prego. Non può finire così" sussurro, smettendo di bussare per gioia delle mie nocche.
Perciò ieri sera io, dopo tanti discorsi mentali, mi faccio prendere dal panico e gli dico che non può funzionare. Lui rimurgina tutto il tempo su quelle inutili parole e ci costruisce sopra una scusa, a modo suo valida, per non stare insieme.
No, merlino! Non ci sto.
Mi ero fatta coraggio, ora non mi tiro indietro.
"Bene, vuoi mille ragioni? Stanne sicuro che le trovo, te lo prometto!" grido verso la porta, dalla quale non proviene alcun rumore.
Se solo avessi la bacchetta con me!
Potrei sfondare il muro con un gesto e due parole soltanto.
Mi volto per tornare in camera mia, arrabbiata e confusa.
"IDIOTA!" urlo sulle scale, in uno scatto incontrollato di ira, subito dopo un grido di frustrazione.
Trovo Albus, Alice, Dom e Lys seduti sui gradini, come se mi aspettassero.
Il mio sesto senso mi dice che hanno sentito probabilmente tutto.
"Che avete da guardare?"
Chiedo sbattendo un piede per terra.
"Che cosa è successo?"
Domanda con cautela Ali, accennando uno dei suoi timidi sorrisi.
"Abbiamo litigato" rispondo ovvia.
"Su cosa?"
Chiede Dominique, guardandomi come se cercasse di leggermi dentro.
"Non vi riguarda" taglio corto, non mi va di parlarne con loro.
"Potrei parlargli e..."
Interrompo immediatamente Al e passo oltre loro, continuando a salire le scale.
"Tu non fai un bel niente. Per favore, non intromettetevi"
Chiudo la porta della mia camera e mi corico nel letto di peso, prendendo un cuscino e soffocando un altro urlo.
Dopo una mezz'oretta di pianti isterici, sento delle voci in cortile.
Mi affaccio dalla finestra e vedo che i ragazzi stanno improvvisando una partita a quiddich.
C'è anche lui.
Sembra sovrapensiero, ma non si tira comunque indietro, prende la scopa e spicca il volo.
Vorrei colpirlo ripetutamente con una padella alla testa, al momento.
Ma allo stesso tempo, vorrei stare fra le sue braccia, mentre mi accarezza i capelli, proprio come la mattina dopo la festa.
Un contrasto di emozioni preoccupante.
Lo osservo giocare e tutte quelle sensazioni si rifanno largo in me.
Come posso solo pensare di ignorate tutto questo?
Un'idea mi balena in testa e con la bacchetta appello una pergamena e un po' di inchiostro.
Sono le mille ragioni che vuole?
Bene, le avrà.
Ma dovrebbe sapere che non sono il massimo con il romanticismo, perciò si fa a modo mio.
Chi avrebbe mai detto che mi sarei ridotta a scrivere una lettera sdolcinata per un ragazzo?
Anche se lui è sempre stato speciale rispetto agli altri.
Avevo pensato bene, qualche settimana fa.
Scorpius Malfoy avrebbe incasinato tutta la mia vita.
L'ho sempre saputo e, chissà, magari era già scritto da qualche parte.
Eppure glielo lascerò fare, proprio perché ho più di mille ragioni.
Io non posso perderlo, a qualunque costo.
Ho paura.
Ho paura per quanto ti voglio, eppure eccomi qui
che ti voglio ad ogni costo.
E se ho paura
significa che ho qualcosa da perdere, giusto?
E io non voglio perderti.
~dalla serie tv Grey's Anatomy~
Spazio autrice:
Eccomi puntuale, dopo solo due giorni, con un nuovo capitolo.
Avrei voluto aggiornate ieri, a qualcuna lo avevo promesso...
Mi dispiace, ma ho avuto una visita e mi è stato impossibile!
Mi scuso anche per il finto aggiornamento di ieri... Per sbaglio avevo annullato la pubblicazione dello scorso capitolo e quindi l'ho ripubblicato.
Come sempre fatemi sapere se vi è piaciuto il capitolo e cosa ne pensate dell'atteggiamento di Scorpius❤️
A voi quando inizia la scuola?
A me lunedì e sono indecisa se continuare a cazzeggiare o "mettere la testa a posto e rininziare a studiare" (come dice mia madre).
Credo che sceglierò la prima, sono i miei ultimi giorni di libertà.
Se vi va lasciate una stellina✨
A domenica❤️
Ele ❤️
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