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•28•Paura•

"Per favore un muffin con triplo cioccolato e colata di nutella" ordino al ragazzo che serve svogliatamente al bancone della piccola pasticceria al centro di Londra, di cui gli unici clienti siamo noi, dato l'orario.

Infatti sono le tre del mattino, abbiamo passato ore a parlare, finché Hugo e Derek non sono usciti per pomiciare ed io e Scorpius siamo rimasti a cezzaggiare da soli.

"Un altro? Non diventerai obesa?" domanda scettico il cameriere e guardandomi disgustato, facendo ridere l'oca seduta alla cassa.

La stessa cameriera che poco prima ha lasciato un tovagliolo con il suo numero a Scorpius.

Guarda caso ora ha un frappè al cioccolato rovesciato completamente sulla camicetta bianca.

Ma giuro che io non c'entro niente, delle volte la mia bacchetta combina cose del genere.
Dev'essere rotta...

Mi avvicino in modo da essere a due centimetri dal naso dell'idiota e assottiglio gli occhi, così da renderli due fessure, fissandoli sui suoi.

"Ascolta coso, se continui a ripeterlo, dico al tuo capo che tu e la sciaquetta fate gli sporcaccioni in cucina e ti mangi i cookies senza pagare" sibilo, scandendo per bene ogni parola e cercando di far uscire il mio lato minaccioso.

Lui sgrana gli occhi e porge le sue scuse immediatamente, lanciando occhiate fugaci e preoccupate alla collega, con lo sguardo fisso a terra.

"Ecco a lei, signorina" continua, porgendomi il mio fantastico e ipocalorico dolcetto.

È il terzo, ma decido io quando smettere.

"Faccio io, attaccabrighe"

Scorpius mi osserva divertito e scuotendo la testa per il mio modo di affrontare la situazione.

A mia discolpa, ha iniziato lui dandomi dell'obesa.

Porge una banconota alla cassiera, che continua a sbavargli dietro.

"No no, offre la casa vero?" lo fermo, rivolgendomi poi al cameriere.

"Certamente e buona serata" sorride forzatamente e io esco dal negozio saltellando come una bambina contenta, assaporando il mio buonissimo muffin.

Però... il suo capo dev'essere veramente terribile per reagire così.

"Sei incredibile" mormora ridendo il biondo, che mi segue con le mani nelle tasche.

È una serata molto fresca per essere estate e sulla città soffia un venticello fresco che mi fa pentire di non aver portato la giacca con me.

"Lo so" mi vanto, trattenendo una risata.

Osservo felice Hugo e Derek che passeggiano qualche metro davanti a noi abbracciati e parlando fittamente fra loro.

"Come fai a mangiare tanti di quei muffin?" domanda poco dopo, sempre con un sorriso e guardandomi come se il paesaggio che il Tower Bridge ci offre non sia nulla in confronto.

"Sono buonissimi" mi giustifico continuando a mangiarlo e notando che i suoi occhi sembrano due fari in mezzo al buio.

Sto diventando decisamente troppo sdolcinata.

"Ma hai cenato solo con quelli, il tuo corpo non chiede disperatamente cibo salato?" chiede scioccato, fermandosi e affacciandosi al ponte.

Il Tamigi scorre tranquillo, la città dorme e l'unico rumore dopo le nostre voci è lo scorrere dell'acqua e io il fruscio del vento.

Mi soffermo con lo sguardo sul big ben per qualche secondo, ricordando la notte in cui leggermente ubriachi ci siamo smaterializzati su quella torre e abbiamo gridato i nostri nomi.

"Sai che preferisco il salato al dolce, ma non mettere nulla di fronte alla nutella e a delizie ipercaloriche del genere" rispondo alzando gli occhi al cielo, posando lo sguardo di nuovo sul suo viso splendido.

"Se lo dici tu" sospira alzando gli occhi al cielo e ridacchiando.

È una sfida?
Bene, provare per credere...

"Assaggia" esclamo, porgendogli il muffin.

"Non mi verrà il diabete vero?" domanda fintamente preoccupato.

Rido e avvicino ancora di più la mano alla sua bocca.

Lui da un morso e assapora facendo una smorfia di concentrazione.

"Allora?" alzo un sopracciglio e lo invito a dirmi che ne pensa.

"Buono, ma non ne mangerei mai più di uno" risponde.

"non ne capisci nulla" ribatto.

Finisco il mio buonissimo muffin e mi concentro sul London eye illuminato, mi piacerebbe molto fare un giro di notte.

L'ultima volta che ci sono salita è stato con le ragazze, per il diciassettesimo di Jenny.

Sento il suo sguardo bruciare su di me e immediatamente strane preoccupazioni si fanno strada nella mia testa.

Avrò dei capelli orrendi e scombinati e il mascara tutto sbavato.

Non mi è mai interessato di queste cose, ma non si perché ora è diverso.

Un colpo di vento improvviso ci investe e, d'istinto, stringo  le braccia rabbrividendo.

"Che freddo" sussurro.

"Tieni" esclama, levando la giacca a jeans che aveva, avvicinandosi a me e poggiandola sulle mie spalle.

Ovviamente io vivo tutto a rallentatore, con la bava e il sospetto di essere finita in una ridicola commedia romantica.

"Una scena da film" sorrido, risvegliandomi dal mio bellissimo trauma e incantandomi immediatamente nei suoi occhi.

All'improvviso tutto sembra sparire.

Ci siamo di nuovo solo io e lui.

Due stupidi ragazzi che potrebbero godere di un paesaggio mozzafiato eppure non riescono a staccarsi gli occhi di dosso.

Amo perdermi nel verde dei suoi occhi, notare i particolari che solo da così vicino si possono vedere.
Come le pagliuzze azzurre e dorate immerse nel verde.

Lui continua a fissarmi sempre in quel modo, come se il resto non contasse, perché conto solo io.

Chissà se anche io lo guado così.
Siamo decisamente troppo vicini, entrambi seri.

Il suo sguardo si abbassa sulle mie labbra e per un momento ho creduto che mi stesse per baciare.

"Hai una..." balbetta indicandosi una guancia.

Lo guardo interrogativa e lui passa con delicatezza un dito all'angolo della mia bocca, levando una mollica, per poi chiudere a coppa la mano sulla guancia e avvicinarsi ancora di più.

Il contatto della sua mano calda contro la pelle del mio zigomo infreddolito risvegliano tutti quegli strani sentimenti che solo lui smuove in me.

La tachicardia, il cervello che non capisce più nulla, la voglia di baciarlo.

"sei bellissima" mormora, a due centimetri da me.

È un istante.

Il suo dito passa ad accarezzare piano le mie labbra, i nostri sguardi che si incrociano, il mio che cade sulle sue.

Non riesco a capire chi abbia dato via al bacio, credo entrambi.

Non c'è una ragione, semplicemente è come se nessuno dei due potesse farne a meno.

Porto le mani ai suoi capelli e come ogni volta, per quanto il bacio sia pieno di punti interrogativi e discorsi non chiariti, mi sembra così bello e naturale baciarlo.

Nonostante chiunque darebbe di matto, io tra le due braccia mi sento stranamente bene e al sicuro.

Al sicuro dalle incertezze, perché so che per lui sono perfetta così.

È un bacio dolce e lungo, di cui entrambi avevamo bisogno.

Sa di cioccolato .

Ci stacchiamo per riprendere fiato, poggio la fronte sulla sua e luimi stringe a sé.

Credo di voler rimanere per sempre così.

Ma nonostante ciò, mi sfonzo di resistere all'impulso di baciarlo di nuovo e di nuovo, a ripetizione fino a non sentire più le labbra.

Perché so che non è giusto, prima dobbiamo chiarire.

"Sai che dovremmo parlare" dico, allontanandomi di poco da lui.

"Lo credo anche io" annuisce, prendendomi per mano.

"Ascolta io... "
"Penso che... "

Ridiamo per aver iniziato a parlare contemporaneamente e l'atmosfera si distende, rallentando la tensione.

"Prima tu, sei sempre stato il più bravo nei discorsi" lo incoraggio, soprattutto perché ho paura di quello che sta per succedere.

"Bene, io ho sempre saputo che tu sei diversa dalle altre." inizia.

Lo guardo con un sopracciglio alzato... in che senso diversa?

"In senso buono, insomma non ti interessano le cose superficiali, sei speciale. Non tutte sognano ad occhi aperti come te e vivono come se si trovassero all'interno di un film della Marvel o in una serie TV."

Si giustifica ansioso, cominciando a gesricolate animatamente.

Lo interrompo cercando di trattenere una risata nel vederlo così impacciato.

"Mi piace pensare che in ognuno dei miei film e serie c'è un bel po' di realtà da cui possiamo imparare" affermo.

Lui sorride e poi continua a parlare, non smettendo di guardarmi dritto negli occhi.

"Quello che voglio dire è che mi sono accorto di provare per te qualcosa di mai provato con nessun'altra fin ora. Non si tratta solo di attrazione, tu mi fai sentire come se toccassi il cielo con un dito, nessuno mi fa ridere come te. Tu mi fai sentire bene. E soprattutto con te sono migliore, anche se mi fai dubitare di qualsiasi cosa, io che sono sempre stato sicuro di me. "

Stringe le mie mani ancora di più e le nostre dita si intrecciano, mentre io lo fisso stupita, si è dichiarato.

Io provo le stesse cose per lui, ma non voglio soffrire.

Ci sarebbero troppi problemi tra noi, come la mia famiglia.

"E poi mai sono stato in difficoltà per fare i complimenti ad una ragazza, lo sai. Ma tra noi è diverso, probabilmente queste cose per te le provo da sempre, ma me ne sono accorto solo ora. Tu ci sei sempre stata, come mia migliore amica, ma sento che fra di noi c'è di più, non voglio perdere un altro secondo. So che sarà difficile, perché molti hanno pregiudizi e dipende come va potrebbe rovinare la nostra amicizia. Ma non mi interessa, voglio rischiare. Ne vale la pena, lo so. Proviamoci, senza pensare a cosa diventerà."

Continua tutto d'un fiato, riavvicinandosi a me e attendendo probabilmente che io gli risponda.

D'un tratto, panico e paura si fanno strada in me e mille domande affollano la mia mente.

"Io... Lo voglio con tutta me stessa credimi, provo le stesse cose. Sentimenti strani e belli mai provati fin ora" confesso, portando una mano alla sua guancia e accarezzandola.

Ripenso a tutti i motivi che mi hanno fermato fin ora, a come reagirebbe mio padre o, ancora peggio, mio nonno.

"Ma ho paura, insomma pensa a come potrebbe reagire la mia famiglia, mio padre, alle pressioni che tutti ci farebbero, sarebbe troppo difficile. "

Confesso, distogliendo lo sguardo e cercando di ricacciare le lacrime che minacciano di uscire.

Non so che mi stia seccedendo, è come se ora contassero solo i lati negati.

"Possiamo cominciare senza dirglielo e poi..."

"Poi cosa? Siamo una Weasley e un Malfoy, forse non c'è mai stato un noi per me e te, magari è già scritto nel destino" lo interrompo, con tono arrabbiato, non con lui ovviamente, ma per questa situazione.

"Da quando crederesti nel destino?" domanda, con un'espressione mista a rabbia e rassegnazione.

Lo guardo per un breve istante e mi volto dall'altro lato, asciugando alcune lacrime che scivolano sul mio viso, perché so di aver rovinato tutto.

"Quindi è per i nostri cognomi, perché tu sei figlia dei salvatori del mondo magico e io figlio di un mangiamorte."

Parla con un'espressione mista di ribrezzo e delusione, il tono amareggiato.

"Non è questo, non voglio deludere ancora di più i miei genitori" ribatto, senza sapere veramente perché sto dicendo tutte queste cose che realmente non penso.

"Deludere? Ma ti senti, Rose? Chi stai diventando, diamine! Tu non sei loro, come io non sono i miei genitori. Pensavo che non mi avresti mai giudicato per quello che in passato ha fatto mio padre, come tutti gli altri hanno sempre fatto... "

"Infatti io non lo faccio" mi volto di scatto e realizzo di aver veramente mandato tutto a quel paese.

"Si invece! Lo hai appena ammesso!" urla passandosi una mano fra i capelli agitato.

"No Scorp" mi avvicino, a lui cercando di afferrargli la mano e risolvere tutto questo casino che ho combinato.

Ma il suo sguardo di ghiaccio mi fa capire che è tropo tardi.

"Non voglio soffrire, forse hai ragione: non possiamo stare insieme" dice dopo alcuni secondi passati a fissare immobile il vuoto.

Si volta e si incammina lontano da me.

Resto per poco a fissarlo, riflettendo s cosa dover dire o fare.

Infatti quando comincio a rincorrerlo è già lontano a me di un bel po' di metri.

"Scorpius!" lo chiamo, ormai non riuscendo più a trattenere le lacrime.

"Ci vediamo Weasley. "

Detto questo, sparisce nel buio, smaterializzandosi chissà dove.

"Merda!"

Mi poggio al ponte e osservo il mio  rispecchio nell'acqua.
Cosa cazzo ho appena detto, non penso nemmeno una delle parole appena uscite dalla mia bocca.

La paura ha preso il sopravvento.

"Rose, che è successo? "

Hugo e Derek si avvicinano, mano nella mano, confusi.

Per un attimo per loro provo soltanto un'immensa invidia.

Ci sono riusciti.

Hanno superato la parte più difficile e ora sono qui insieme, fregandosene del mondo.

"Nulla" mormoro a denti stretti.

Si scambiano uno sguardo d'intesa e mi guardano preoccupati.

"Scorpius?" domanda Hug.

Di nuovo, le lacrime minacciano di uscire.

Così fisso un punto lontano e cerco di non pensarci.

"Torniamo a casa? Sono stanca" dico, schiarendo la voce.

"Certo, andiamo" afferma Dek, ma entrambi continuano a fissarmi in attesa che io spieghi loro cosa sia realmente successo.

"No ne voglio parlare, vi prego" sbuffo.

Entrambi annuisco e ci smaterializiamo a casa.

Anche stavolta ho rovinato tutto.

Perché non sono riuscita ad aprirmi con l'unica persona che non mi ha mai ferito fino ad ora.

L'unico che mi abbia mai guardato in quel modo speciale.

Il solo che sia mai riuscito a farmi sentire perfetta.

Ed ora io l'ho ferito.

È come se questi anni mi abbiano cambiato, pian piano.

La consapevolezza di dover prendere decisioni per mio futuro, mia madre, Thomas, gli esami e lo stress finale accumolato.

Ma la colpa del cambiamento è principalmente mia.

Perché ho permesso che gli altri decidessero per me.

Così mi sono ridotta ad aver paura di fare ciò che mi renderebbe felice.

Paura di non essere la ragazza perfetta che mia madre vorrebbe.

Paura di non esser abbastanza in confronto alla mia famiglia.

Paura di fallire.

Ma soprattutto paura di soffrire, ancora.

Di rimanere ferita in questa relazione, stroncandola ancor prima che nascesse.

Eppure così ho perso l'unica persona che mi è sempre stata accanto e mi ha aiutato a superare le mie più grandi paure e ad affrontare i miei incubi più profondi da quando eravamo piccoli.

Ma se veramente voglio cambiare, devo affrontarla.

Perciò farò ciò di cui ho paura.

Credo funzioni così, basandomi sui film.

Non posso vivere nel dubbio di quello che sarebbe potuto essere.

Domani dirò tutto a Scorpius e gli chiederò scusa.

Ancora una volta sono stata una gran cogliona e per paura di soffrire e perderlo mi sono ritrovata per far soffrire entrambi.

Odio la paura.
Da oggi non voglio più che mi condizioni.

Voglio solo affrontarla.
E soprattutto voglio fare quello che desidero di più nell'ultimo periodo.

Stare con lui, senza più dubbi o discorsi non chiariti.

Semplicemente, stare insieme.

Troppi di noi
non vivono i loro sogni
perché stanno vivendo
le loro paure.

~Anonimo~

Spazio autrice che vi ama:
S

ono sparita per mesi e mi dispiace tantissimo, ma per qualche settimana non ho completamente avuto idee o tantomeno voglia di scrivere.

Tuttavia sono già pronti cinque bei capitoli che non vedo l'ora di farvi leggere! ❤️

Spero che questo vi sia piaciuto, nonostante la fine!
Fatemi sapere nei commenti, io li leggo e li adoro tutti...

Vedrete che presto tutto si risolve... O forse no🤭🤫

Chi pensa che Rose sia definitivamente una cretina, alzi la mano!

Anche se a me capita spesso di farmi prendere dai sentimenti negativi, come è successo a lei, e rovinare momenti belli.

Comunque...

Questa storia, nonostante la mia assenza, continua ad essere letta e votata da molti e nelle classifiche è posizionata benissimo🤩

Vi ringrazio di cuore perché mi avete sostenuto e continuate a leggere❤️

Passando alle cose serie...
Come la prenderà secondo voi Scorpius? Per voi che dovrebbe fare?

E Rose? Come può risolvere alle sue parole? Stavolta farà la cosa giusta?

Cosa ne pensate della Derugo?😍😍

Al prossimo capitolo e se vi va lasciate una stellina ✨

Ele❤️

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