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1 Capitolo

Sento quell'odiosa sveglia suonare e non posso che aprire gli occhi e sbuffare, per poi alzarmi dal letto e dirigermi in bagno per fare una bella doccia calda, finché il suono insistente del telefono non mi costringe a uscire dalla doccia e avvolgermi nel mio amato accappatoio rosso per poter entrare nella stanza a rispondere.
'Chi è?' chiedo con una nota di irritazione dopo aver schiacciato il tasto verde della cornetta
'Sono io' risponde una voce che riconoscerei tra mille e rimango impalata senza sapere cosa fare o cosa dire 'Sofia, ci sei?' aggiunge dopo un po' ed io mi riscuto e non posso che fare un sorriso, consapevole che tanto non può vedermi.
'Cosa vuoi?' domando però con voce fredda, non voglio che Capisca che sia, da un lato felice, di sentirlo dopo due anni.
'Parlare' disse con un sospiro
'E chi ti dice che io abbia voglia di parlare?' domandai sarcasticamente
'Per favore' rispose con tono di supplica
'Potevi pensarci prima, invece di fregartene e baciare Elena davanti a me durante il giorno più importante della mia vita. Nonostante sapessi il sentimento forte che provavo per te.' dissi con una nota di disprezzo, rivivendo davanti a me quell'odiosa scena.
'Ti ripeto, come allora, che non sapevo fossi arrivata' disse e io non potei che fare una risata nervosa
'Ti sembra una giustificazione?' disse e per un minuto buono ci fu un silenzio tombale.
'Ecco appunto' dissi per poi chiudere il telefono senza neanche salutarlo.
Mancano pochi mesi al mio diciottesimo compleanno e non so come faro' quando me lo ritroverò davanti in smoking. Questa telefonata non ha fatto altro che sconbussolarmi.
'Sofia' urla mia madre dal piano di sotto
'Che c'è?' risposi non prima di aver fatto un lungo respiro per calmarmi.
'Preparati, farai tardi a scuola' urlò lei. Ma che diamine, si è dimenticata che è sabato?
'Mamma, è sabato' dissi tra una risata e l'altra.
A quel punto sentì la sua risata provenire dalla cucina, segno che aveva capito di avere la testa altrove.
~
'Fammi capire, Luca ti ha chiamato?' disse la mia migliore amica Martina, alla quale avevo appena finito di raccontare tutto.
'Mh-mh' dissi per poi buttarmi a braccia aperte sul letto con la faccia schiacciata sul materasso.
'Io mi chiedo come faccia quel coglione a chiamarti dopo tutto quello che ti ha fatto penare' urlò lei sbattendosi una mano sulla fronte,cosa che mi fece scoppiare a ridere.
'Si può sapere che avete voi due oggi?' disse mio fratello Michele appoggiato allo stipite della porta insieme al suo migliore amico Marco.
'Lascia perdere' dissi sventolando anche la mano davanti alla mia faccia.
'Vuoi sapere cosa è successo?' intervenne invece urlando Martina e io mi tappai le orecchie consapevole che da lì a poco avrebbe raccontato tutta la storia urlando.
'Si ma non urlare' dissero in coro Marco e Michele. Ma le loro preghiere non furono ascoltate e Martina parti' a raffica urlando di più sulle parti, per lei, più assurde.
Dopo dieci minuti i ragazzi uscirono dalla stanza sordi e senza aver capito veramente l'accaduto.
'Lo sai che non hanno capito niente, vero?' dissi ridendo per il carattere buffo della mia migliore amica.
'Uff..' disse e mise il broncio, cosa che mi fece ridere ancora di più, dato che sembrava una bambina.
'Mi sta richiamando di nuovo' sussurrai mostrandole lo schermo del mio iPhone 6.
'Fammi parlare a me' disse prendendomi il cellulare dalle mani e cliccando il tasto verde di chiamata
Martina Pov's
'Pronto' dissi con sicurezza nella voce
'Sofia?' disse con tono circospetto
'No, sono la sua migliore amica Martina. Ti sembra normale farti sentire dopo due anni, due anni in cui lei ha tentato i tutti i modi di dimenticarti e quando finalmente c'era riuscita..PUFF.. Ti fai risentire?' urlo io mentre Sofia si affretta a tapparsi le orecchie
'Penso non siano affari tuoi, passami Sofia per favore' disse con tono duro.  Ma chi cazzo si crede di essere?
'Certo che sono affari miei, sono la sua migliore amica e solo io so com'è stata male in questi due anni. E no, non te la passo' urlo io ancora più forte di prima.
'Lo so, le voglio chiedere scusa ma se tu non me la passi non saprei come fare' disse lui con tono più calmo rispetto al mio
'Troppo tardi' dissi per poi cliccare il tasto rosso di chiamata
'Si parte,ora' aggiunsi guardando Sofia, stravaccata sul letto con le mani in faccia.
'Cosa?' disse Sofia risvegliandosi improvvisamente
'Tua madre mi ha detto che se avessi continuato a stare male così, ci avrebbe dato il permesso di andarcene nel nostro appartamento a Roma prima del compimento dei tuoi diciotto anni. Tanto io sono già maggiorenne e non ci creeranno problemi' dissi e lei sembrò pensarci su per poi aprirsi in un sorriso.
'Che aspettiamo allora a preparare le valige' disse con un sincero sorriso sul volto.
~
Sofia Pov's
Siamo arrivate a Roma da poche ore e già mi manca un po' la mia vecchia camera, anche se questa è il triplo della mia.
'A cosa pensi?' mi chiese Martina entrando nella camera in cui avremmo dormito
'Alla mia vecchia camera' dissi con un po' di nostalgia nella voce
'Non pensarci, piuttosto ricordati che dovrai fare gli esami da esterna e quindi devi studiare da sola' disse per poi uscire dalla camera e andare a sistemare la cucina. Io ne approfittai per sistemare tutti i vestiti nella nostra mega cabina armadio.
'Non ci posso credere' sento urlare Martina dal piano inferiore
'Che è successo?' urlai scendando di corsa le scale, ma nel mentre non notai l'ultimo scalino e caddi a terra con le braccia spalancate. Dalla cucina sentii provenire la risata di Martina e poi dei passi avvicinarsi a me. Chi cavolo poteva essere se a casa eravamo solo io e Martina?
'Ti sei fatta male?' disse e io rimasi impalata e con il fiato corto. Quella voce la riconoscerei tra mille e ora capisco perché Martina ha urlato... Luca è qui a casa mia e finalmente dopo due anni lo rivedo. Non ebbi nemmeno il tempo di rispondere che due braccia mi avvolsero la schiena e mi aiutarono ad alzarmi e giuro di aver sentito un brivido lungo tutta la spina dorsale, e non per il freddo.
'Come stai?' disse di nuovo, dopo avermi rimesso in piedi e avermi fatto alzare il viso per poterlo guardare, finalmente, negli occhi.
'Bene' dissi con voce tremante
'Mi sei mancata' disse e mi avvolse in uno di quelli abbracci che tanto mi erano mancati
'Sono passati due anni Luca, vattene per favore' dissi con le lacrime agli occhi mentre con la testa sono appoggiata sull'incavo del suo collo
'Vattene Luca, la farai stare ancora più male' disse Martina uscendo dalla cucina e togliendo Luca dalle mie braccia, facilmente, poiché non oppose alcuna resistenza.
'Ora io vado, ma tornerò' disse per uscire da casa e chiudersi la porta alle spalle.
'Come va?' disse Martina mentre io sono intenta a fissare la porta da dove Luca è appena uscito.
'Bene' dissi per poi salire in camera, buttarmi sul letto e addormentarmi con il cuscino tra le braccia.
~
Mi sono appena svegliata, ho dormito per tre ore buone.
'Come sta?' sentì dire ad una voce che riconobbi come quella di mio cugino Marco.
'Vedere Luca dopo due anni non le ha fatto bene' disse Martina in un sussurro .
'Perchè è venuto qui?' ringhiò mio cugino
'Perchè era l'unico modo per parlare, dice che le voleva chiedere scusa' disse lei mettendosi, scommetto, una mano tra i capelli come fa sempre quando è nervosa.
'Perché non l'hai buttato fuori?' disse e io sorrisi per la tenerezza di mio cugino.
'Perché urlando ho fatto spaventare Sofia che è scesa di corsa dalle scale per vedere cosa avevo, ma non si è accorta dell' ultimo scalino ed è caduta e mentre io, scordandomi di lui, ridevo come una matta lui è andatato ad aiutarlo' disse Martina facendo una risata nervosa.
'Io lo ammazzo appena lei sta ancora male' disse ringhiando e buttando una sedia all'aria
'Marco calmati, così la svegli' disse trattenendolo per una spalla
'Tranquilli sono sveglia da un pezzo' dissi e loro girarono i volti dalla mia parte sorpresi e poi mi ritrovai tra le braccia di Marco che mi sta stritolando.
'Piccola mia come stai? Quel pezzo di merda me la paga' ringhiò lui tra i miei capelli.
'Tranquillo tesoro, non è successo niente' dissi accarezzandogli un braccio
'Non è successo niente?! ma se quel coglione ti ha cercato dopo due anni come se niente fosse successo' brontoló sulla mia spalla
'Tranquilla Martina ha già pensato a punirlo per bene' dissi ridendo
'Mi unisco anche io' disse Marco per poi darmi un bacio in guancia
'Ti voglio bene cugino' dissi dandogli a mia volta un bacio in guancia
'Anche io ti voglio bene cugina' rispose lui sfoderando un sorriso a trentadue denti.
~
Marco rimase a cena e decise di prepararci una cenetta con i fiocchi. Peccato che però ha appena bruciato la torna che un ora fa ha messo in forno.
'Porca buttana è tutta bruciata' urlò lui esasperato e io e Martina scoppiamo a ridere come pazze. 
'Ma che ridete?!' brontoló lui facendo il musetto da cucciolo
'Oh povero piccolo' dissimo io e Martina per poi buttarci su Marco che cadde a terra con ancora noi di sopra.
'Ouch cazzo, ragazze mi siete atterrate in un punto troppo sensibile a cui tengo tanto' disse e noi capimmo che avevamo quasi causato una castrazione al nostro adorabile Marcolino
'Scusaci' rispondemmo per poi alzarci da sopra di lui
'Tranquille' disse alzandosi e tenendosi una mano sui suoi gioielli doloranti
'Se Luisa sa che avete tentato di castrarmi vi uccide' disse scoppiando in una fragorosa risata a cui anche noi ci unimmo.
'Luisa ci vuole troppo bene per ammazzarci e poi ti castrerebbe anche lei alle volte' risposimo io e Martina ridendo come matte
'Certo certo come no. Insieme siete pericolose, meglio non avervi intorno tutte e tre insieme o mi posso considerare morto' disse per poi continuare a preparare la nostra cena
~
'Tutto buonissimo' dissi dopo aver finito di mangiare anche il dolce
'Mh-mh, complimenti al cuoco' disse Martina con ancora il mangiare in bocca
'Anche Luisa me lo dice quando siamo a letto' disse ridendo sotto i baffi.
'Marcooo!' urlammo in coro io e Martina per poi tirargli un bicchiere di plastica che lo colpì sul viso
'Che c'è?!' disse con fare innocente
'Non ci tenevamo a sapere le tue acrobazie a letto' disse Martina con una faccia disgustata
'Appunto' aggiunsi io con la stessa faccia disgustata di Martina
'Ma è una cosa normale' disse per poi scoppiare a ridere
'Abbiamo capito' disse Martina alzandosi dalla sedia e incominciando a inseguirlo per tutta casa con il mestolo di legno in mano. Ed io sto ridendo come una pazza giustamente.
'Molla quel mestolo che mi fai male se mi colpisci' urlò Marco mentre cercava di scappare dalle grinfie di Martina
'Questo è il mio intento, depravato' urlò lei per poi scivolare sul tappeto e finire con culo per terra tra le risate mie e di Marco che guardavamo la sua espressione con le lacrime agli occhi per le troppe risate.
'Questa è il Karma Marti' dissi tra una risata e l'altra, e per tutta risposta lei mi lanciò il mestolo che scansai fancedolo arrivare alle mie spalle
'Ahia' urlò una voce alle mie spalle che fece saltare in aria tutti quanti. Ma chi cazzo c'era a casa? Ci girammo contemporaneamente e vidimo il volto livido di Luisa che si messaggiava la spalla dolorante.
'Ma avete per caso le chiavi di casa? No perché ogni volta ci troviamo le persone dentro senza che noi gli abbiamo aperto la porta' dissi io sbattendomi una mano in fronte
'Si me le ha date Marco per le evenienze e siccome nessuno di voi tre rispondeva né al cellulare né al citofono ho pensato fosse successo qualcosa e ho aperto con le chiavi' disse mentre si messaggiava ancora la spalla dove gli era arrivato il mestolo.
'La colpa è loro che si mettono a urlare come pazzi' dissi indicando con una risata Martina, che nel frattempo si era alzata da terra, e Marco.
'Raccontagliela per bene la storia' ringhiò Martina
'Eddai che sei esagerata' disse Marco per poi beccarsi uno scappellottolo da una Martina furente
'Spiego io, abbiamo capito. Marco stava per scendere nei particolari di cosa fate a letto, nonostante lo avessimo richiamato per almeno due volte' dissi e vidi la faccia di Luisa farsi improvvisamente seria. Oddio qua si mette male. 
'Io ti castro' urlò all'improvviso lei per poi mettersi a rincorrere Marco che scappava spaventato dalla sua ragazza con il mestolo in mano. E bastó un solo sguardo tra me e Martina che scoppiammo, per la centesima volta in questa giornata, a ridere con le lacrime agli occhi.
~
'Avevate ragione voi, anche a lei viene in mente di castrarmi' disse indicando con un cenno della testa Luisa e tenendosi con una mano il ghiaccio premuto sui suoi gioielli di famiglia che erano stati colpiti dal mestolo volante che Luisa teneva in mano. 
'Oh non fare un dramma, ora ti passa' disse Martina lanciando sguardi infuocati al telefono come se da un momento all'altro potesse vibrare all'impazzata.
'Mi spieghi perché guardi il telefono come se dovesse vibrare da un momento all'altro?' dissi appoggiata allo stipite della porta del salone.
'Dovrebbe chiamare una persona a momenti' disse e il suo sguardo si perse. Quando saremo sole le chiederò il motivo del suo strano comportamento.
~
Marco e Luisa se ne sono andati da poco e Martina è ancora intenta a guardare il telefono con sguardo malinconico.
'Marti, che succede?' dissi avvicinandomi al bancone della cucina sulla quale era seduta
'Filippo e io ci siamo lasciati' disse e scoppió a piagere come non faceva dall'età di otto anni
'Ma come?' dissi per poi prenderla tra le mie braccia e accarezzarle la schiena per darle conforto
'Prima che arrivasse Luca, Filippo mi ha chiamato e mi ha detto che non mi ama più' disse tra un singhiozzo e l'altro
'Giuro che lo castro a quel grandissimo testa di cazzo' ringhiai io per poi darle un bacio tra i capelli che profumavano di vaniglia
'Non ne vale la pena' disse lei ancora singhiozzando
'Si che ne vale la pena, è dall'età di dieci anni che state insieme e ora mi viene a dire che ti vuole lasciare? Non la passerà liscia stai tranquilla' dissi preparandomi un piano per fargliela pagare a Filippo dei miei stivali.
~
Mi sveglio alle 8.00 in punto e mi vado a fare una doccia ristoratrice per poi vestirmi senza far rumore, prendere la borsa con dentro le chiavi, il biglietto aereo e il cellulare e uscire di casa per andare dritta dritta da Filippo.
~
'Informo i gentili passeggeri che l'aereo con direzione Milano parte fra dieci minuti. Siete pregati di recarvi all'imbarco' disse una voce metallica sopra la mia testa.
Mi affrettai a prendere l'aereo e dopo un ora ero già arrivata alla nuvolosa Milano, in direzione della casa di Filippo. Appena Arrivata suonai il campanello e aspettai che Filippo mi venisse ad aprire. Appena mi apri' rimasi sconvolta a vederlo in Boxer con dietro una ragazza bionda che per coprirsi aveva una sua camicia. E anche lui sembrava sconvolto e spaventato di vedermi lí. Brutto bastardo.
'Brutto bastardo' dissi entrando e prendendolo a colpi di borsa che lui tentò,invano, di evitare
'Calma Sofi, posso spiegarti' disse lui lanciando uno sguardo alla bionda che si vesti' e si dileguò nel tempo di due secondi.
'Che mi devi spiegare? Che sei un fottuto stronzo. Già lo so' urlo io sbattendo una mano sul tavolo del salone.
'Posso spiegarti, davvero' disse e io gli stampai una mano sulla sua guancia che divenne subito rossa, poi non contenta gli tirai un calcio nel cavallo dei pantaloni, gesto che lo fece piegare in due dal dolore.
'Non farti più sentire, ci siamo intesi?' dissi con rabbia nella voce
'Martina non ha bisogno di altre sofferenze' aggiunsi e me ne andai via lasciandolo dolorante.
~
'Dove cazzo sei stata?' mi urlò Martina quando sentí la porta di casa aprirsi e notai che c'erano Marco e Luisa preoccupati tanto quanto lei.
'Da Filippo' dissi per poi gettarmi sul divano esausta

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