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Ti voglio bene(Capitolo 17)

Sono quattro iorni che sono qui e Lucas non da ancora segni di vita. E questo non è affatto un bene. Sto quasi per perdere la speranza. Mi alzo dalla poltrona che si trova nella sala d'aspetto e mi diriggo verso la terrazza dell'ospedale. Appena salita mi accendo una sigaretta. Si,ho iniziato a fumare. Se mi avessero chiesto una settimana fa cosa pensassi sul fumare, avrei acceso la sigaretta che mi avrebbero offerto, l'avrei accesa e poi gliel'avrei bruciata sulle loro labra. Ma ora... tutto il contrario, ora è una scappatoia prr uscire da questa realtà, ma la cosa più bella è... che il mio mondo vive di sogni e sta morendo di realtà. Non so come ha fatto Jace a sopportarmi questi giorni. Puzzo sempre di sigarette e ho delle occhiaie terribili, la sera non dormo con la paura che accada qualcosa e la mattina uguale. Per la mancanza di sonno sono anche molto nervosa e ansiosa. Sento la porta per uscire sulla terrazza, ovvero dove mi trovo io ora, aprirsi e ne esce Jace. Mi viene in contro con gli occhi lucidi. OH NO! Quando ha quello sguardo è succiesso qualcosa d'importante. Lo guardo preoccupata e avanzando verso di lui con la voce tremante gli dissi: << Jace cos'è successo? >> lui mi guarda e mi fa un sorriso triste e mi dice<<...S...si è...svegliato vai a trovarlo...ti sta cercando.>> Gli salto al collo lascandogli un bacio a stampo e corro di sotto da Lucas. Entrata nella sua stanza,la madre mi ferma subito dicendomi << Ashley, tu sei la sua ancora di salvezza in questo momento. Sei la persona a lui più vicina adesso, che lo capice e che ha vissuto la sua stessa situazione. Quindi ti vorrei chiedere se potessi dargli tu la notizia della morte di Sofia...>> dice mentre le cade una lacrima ribelle. <<Certo Sara non preoccuparti ci penserò io...>> le faccio un sorriso forsato sentendo il nome della mia migliore amica, ormai andata...Vado verso il lettino e sul letto c'è il mio migliore amico. Lucas. Dio se mi è mancato. Gli salto sopra e lo abbraccio. Prima lui non reagisce poi dopo qualche secondo poggia le sue mani sulle mie spalle, ricambiando il mio abbraccio e con un sossurro dice <<Ash...>> sento la mia spalla bagnata e mi stacco dall'abbraccio. Sta piangendo, ma non so con quale forza riesca anche a ridere. Gli ascugo le lacrime con le mie mani e gli dico ridendo <<Hey... hai riposato?>> lui mi sorride e poi dice << Io si e tu? Sembra che non dormi da settimane!>> <<Gia...>> dico solamente. All'improvviso con Jace, che mi prende per mano,ed entra anche un medico che ci dice:<<Allora ragazzo, sei stato molto fortunato. Molti non c'è l'avrebbero fatta. Quindi, arrivando al punto potrai uscire tra 2 giorni tutto intero. >> e così dicendo uscì. Lucas guardando la mia mano intrecciata a quella di Jace mi guardo stranito e facendo un'espressione buffa. Io risi d'istinto e dissi <<Lucas, lui e Jace, il mio ragazzo.>> Jace allungò una mano a Lucas che l'accettò, dicendo un "piacere" a bassa vocie. Poi tornò a guardare me un po confuso e mi disse <<Quel Jace?>> e come risposta sorrisi e annuii. Passarono un paio d'ore e si fecero le nove. L'orario di visite sta terminando. Lo guardo, gli do un bacio sulla guancia e gli dico <<Ora noi andiamo, riposa bene. Abbiamo ancora molto da dirci...>>
# Anche dopo due gioni lei non ebbe il coraggio di affrontare l'argomento "Sofia"#
#Ritorno a casa#
Siamo in macchina io,Jace (che guida) e Lucas. È appena sceso dall'ospedale e ci ha chiesto se potevamo accompagnarlo noi a casa. Lui e Jace hanno legato molto e io pian piano sto smettendo di fumare. Arrivati a casa io e Lucas entriamo e andiamo in camera sua mentre Jace scarica le valige. Ci sediamo sul letto e lo abbraccio, poi quando mi stacco dico : << Quello che sto per dirti non è affatto facile... riguarda Sofy...io diciamo... che... l'ho affrontato...ma è comunque dura... era la mia migliore amica...>> mi scende una lacrima, e mentre l' asciugo tiro su con il naso e lui mi guarda pietrificato mentre inizia a barbettare mi dice con vocie tremante: <<C...come...era?>> lo abbraccio e inizio a piangere sulla sua spalla dicendo <<Solo noi siamo sopravvissuti... l...lei...non c'è l'ha fatta...>> lui iniziò a singhiozzare...la stessa reazione che ebbi io quando me lo dissero...scioccata. Lo abracciai lo consolai per ore e ore, finché le lacrime non finirono e la tristezza rimase. Quando si asciugò le lacrime per "l'ultima" volta disse: << Co...come...è successo? >> gli spiegai tutto, per filo e per segno, poi gli dissi cos'hanno progettato mia mamma con lo strizza cervelli
#VARI GIORNI DOPO#
I giorni passavano e Lucas diventava sempre più assente, con il passare del tempo si chiudeva sempre di più in sé stesso.

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