8.
-Greg, stai benissimo! Che gran fico!- esclamò Mark, che ammirava l'immagine di Gregory riflessa sullo specchio. Indossava una leggera camicia elegante nera aperta abbastanza da mettere in mostra una parte dei pettorali, le maniche tirate su fino ai gomiti, mentre la seta scura aderiva perfettamente al suo corpo definito e forte. A completare l'outfit aveva un paio di jeans scuri e leggermente attillati. Cosa lo aspettava? Una serata in discoteca. Mark credeva che lì avrebbe potuto conoscere qualcuno... ma Greg non ne era così tanto sicuro.
Sorrise, suo malgrado, continuando a specchiarsi, quasi non ricordava l'ultima volta in cui si era messo tutto in tiro in quel modo. Quanto tempo era che non usciva a divertirsi? Troppo, per un uomo giovane come lui.
-Tu dici? Non sono un po' troppo...- non riuscì a finire di parlare perché Daniel fece improvvisamente irruzione in camera ospiti, dove Gregory aveva passato la notte e dove ora si stava vestendo sotto consiglio del biondo.
-Woah amico! Sembri ringiovanito di almeno dieci anni!- sul suo viso aleggiava un'espressione di sorpresa e ammirazione. Mark annuì concorde, ma Gregory sembrava solo pieno di dubbi.
-Bene. Non c'è tempo da perdere, muoviamoci!- ora il sorriso era svanito e una lieve preoccupazione fece in modo che il suo sguardo si rabbuiasse; un passo alla volta, uno dopo l'altro e Liam sarebbe stato dimenticato... almeno questo era quello che lui non voleva accadesse.
Era praticamente accecato da tutte quelle luci colorate e dal fumo che fuoriusciva da ogni dove. I ballerini lucidi e quasi completamente nudi si muovevano a ritmo della musica, mettendo in mostra i loro corpi scolpiti e perfetti. Greg rimase interi minuti a fissarli; quanto tempo era che non vedeva o toccava un uomo? Anche questa volta, troppo per la sua giovane età.
Daniel e Mark lo avevano lasciato da solo, mentre erano andati a cercare un tavolo libero. Così lui era stato costretto ad aspettarli in mezzo a quella bolgia di corpi ammassati e sudati che ballavano.
Un tizio mezzo ubriaco gli venne addosso, per abitudine e cortesia Greg si ritrovò a chiedere scusa, attirando l'attenzione del biondino su di giri. Quest'ultimo lo guardò con occhi socchiusi, lucidi dal troppo alcool e chissà cos'altro. Gregory lo guardò dall'alto; era carino, ma sotto quelli che sembravabo occhi castani erano evidenti delle occhiaie profonde. Il volto all'apparenza inespressivo, nascondeva invece uno sguardo assente e perso. Cosa gli fosse successo, Gregory se lo domandò.
Finché, dopo lunghi secondi rimasti entrambi a fissarsi l'uno negli occhi dell'altro, lo sconosciuto si inginocchiò sotto lo sguardo confuso del corvino. Credeva si stesse sentendo male, cosa più logica date le condizioni di quel ragazzo, ma proprio quando cercò di abbassarsi per aiutarlo, quello portò le mani alla sua cintura. A quel punto Greg capì che stare lì impalato non sarebbe servito a nulla; in tempo prima che potesse abbassare la cerniera del jeans, afferrò entrambe le sue mani e le allontanò schiaffeggiandole con un colpo secco.
-Che diavolo fai?- Sapeva che probabilmente quel tipo era in uno stato di incoscienza, a casua di qualche cosa che aveva preso, ma sapeva anche che quello non era il modo giusto per iniziare a rifarsi una vita. Non andando con chiunque, lasciandosi andare ai suoi bisogni, quelli di un uomo adulto lontano da baci e carezze da troppo tempo. Per lui era come tradirlo, come se Liam fosse ancora a casa ad aspettarlo mentre preparava la cena, dopo una stressante giornata di lavoro. E lui si sarebbe seduto a tavola, al suo fianco, a godersi la tranquillità e il calore della loro casa. Poi, dopo che ebbero finito di cenare, si sarebbero fatti compagnia leggendo un bel libro, o guardando un vecchio film, infine sarebbero andati a letto, e avrebbero fatto l'amore. Ma quello era il passato, tenero e morbido come i petali di una rosa, e ricordarlo era come tenere tra le dita il suo gambo spinoso; le faceva sanguinare, riportandolo al presente.
Il tizio sollevò il capo, mostrando un'espressione accigliata, alla fine si rimise in piedi e, con passo dondolante, si allontanò da Gregory. A quel punto cercò di dimenticare l'accaduto e pensare solo a divertirsi... non voleva deludere i suoi amici.
-Riesci a vederlo da qui?- domandò Mark, seduto su un divanetto; finalmente, dopo aver girato per la discoteca una decina di volte, erano riusciti a trovare un tavolo che si trovava al piano superiore, affacciato alla pista da ballo. Daniel era in piedi poggiato alla ringhiera, con una mano reggeva il drink, mentre con lo sguardo cercava l'amico. Scosse la testa, continuando a cercare, ma poi finalmente lo vide; era intento a ballare a ritmo della musica, affianco a lui c'era un giovane ragazzo che si strusciava a lui, toccandolo ovunque. Era sempre stato più bravo di lui a ballare, ora che era anche invecchiato sembrava esser migliorato. Da giovane attirava sempre quando ballava.
-Eccolo, sembra che abbia trovato qualcuno.- Mark si alzò incuriosito, mentre un sorrisino si faceva largo sul suo viso. -Ma guardalo, e lui che nemmeno voleva venire!- esclamò, attirando uno sguardo accigliato da parte del marito.
Mark lo guardò negli occhi. -È normale, no? Chissà quanto tempo ha passato da solo, mi ha confessato che nemmeno usciva con gli amici o anche a fare semplicemente la spesa... Aveva solo bisogno di qualcuno che lo spronasse.- Daniel sospirò, si voltò verso la pista da ballo; Gregory stava ancora ballando e insieme a lui c'era ancora quel tizio. Notò che era davvero giovane, almeno da quello che riusciva a vedere.
-Greg non è mai stato un tipo forte, per lui rialzarsi dopo una caduta è difficile.- Mark si avvicinò di più al corvino, entrambi stavano guardando Gregory che si scatenava. -Credi che, dopo ciò che ha passato, dopo la dolorosa caduta che ha subito, riuscirà mai ad alzarsi una volta per tutte?-
Daniel gli sorrise dolcemente, -ho fiducia in lui e ho tutte le intenzioni di essere al suo fianco per aiutarlo.-
-Devi volergli veramente bene, Dan-
Quest'ultimo prese un lungo sorso dal bicchiere trasparente, poi guardò il biondo. -È il fratello che non ho mai avuto.-
Mark prese il suo viso tra le mani e lo baciò con tutto l'amore che provava per lui. Quando si staccarono, allo stesso tempo si girarono verso Gregory, ma lui non era più lì.
Ricominciarono così a cercarlo, ma dopo qualche secondo fu proprio l'amico a trovare loro. Gli chiesero come era andata finora la serata e lui rispose; -Un tizio ha cercato di farmi un pompino e quello con cui ho ballato fino ad ora mi ha solo usato per far ingelosire il suo ragazzo. Direi che è andata alla grande!- Gli altri due si misero a ridere, Gregory si fece trasportare dall'ilarità che si era creata e alla fine scoppiò a ridere anche lui.
Mark tastò le tasche alla ricerca del cellulare, quando lo trovò gli balzarono all'occhio le numerose chiamate perse da parte di Christa. Spalancò gli occhi quando lesse un suo messaggio che diceva che Will si era sentito male e che non sapeva cosa fare. Avvertì subito Dan della brutta notizia, che decise immediatamente di tornare a casa, anche se la serata non aveva dato i suoi frutti, per Gregory, ovvio.
Prima di uscire definitivamente dal locale, Mark si ricordò di avere la vescica che stava letteralmente esplodendo. Dopo aver avvisato il marito e l'amico, si diresse alla velocità della luce nei bagni. La cazzata più grande che avesse mai potuto fare.
Non c'era un bagno libero, erano tutti occupati e Mark non ci mise molto a capire ciò che accadeva veramente dietro quelle porte. Fece per uscire, ma una stretta decisa sulla sua spalla lo fermò. Si voltò d'istinto, posando prima uno sguardo fugace sulla mano che lo stringeva, per poi sollevarlo e incontrarlo con uno scuro e malizioso. Lo sconosciuto avvicinò pericolosamente il viso a quello del biondo, che indietreggiò, per evitare un contatto. Colto di sorpresa, Mark non riuscì subito a reagire, permettendogli con un unico e veloce movimento di intrappolarlo tra il proprio corpo e il muro. Si trovava in netto svantaggio; la sua bassa statura permetteva all'altro di sovrastarlo con la sua più possente, ma ciò non lo scoraggiò. Assunse un'espressione annoiata accompagnata ad una alzata degli occhi al cielo.
-Sono solo venuto per pisciare, nient'altro- disse nel tono più determinato che riuscì a tirar fuori, e ne fu soddisfatto, perché lo sguardo malizioso era praticamente scomparso dal viso del tizio.
-Peccato, eri così carino... sei qui da solo?- domandò, e la pazienza di Mark cominciò vacillare; lo sconosciuto aveva riacquistato lo sguardo pieno di malizia, quello di un predatore che ha appena acchiappato la sua preda, ora in trappola. Mark tirò fuori un sorriso sarcastico, posò una mano sul suo petto che continuava ad avvicinarsi, inducendolo a fermarsi. -Sono adulato, ma ho...- quando una voce familiare lo interruppe, concedendogli di tirare un sospiro di sollievo. -Ma ha già me è ho tutta l'intenzione di riprendermelo.-
Con una leggera spinta, Daniel gli scostò di dosso l'uomo, che cambiò completamente espressione; non più così sorridente come prima.
Mark gli fece un'alzata di spalle, accompagnata ad un'espressione fintamente dispiaciuta. -Mi dispiace, sarà per la prossima volta- ammiccò divertito, mentre il tizio si allontanava borbottando cose a loro incomprensibili.
Il corvino lo intrappolò tra le sue braccia, andando poi a baciarlo con foga e possessività. In poco tempo anche le lingue poterono accarezzarsi, rendendo quel contatto sempre più profondo e sensuale. C'era qualcosa di più in quel bacio all'apparenza semplice, era rude e prepotente, quasi animalesco. A Mark piacque e lasciò che lui continuasse a baciarlo con quella che preferiva ritenere rara passione.
Ma come un fulmine che squarcia improvvisamente il cielo, a Mark vennero in mente tutti quei messaggi e quelle chiamate dell'amica. Spalancò di colpo gli occhi e interruppe il bacio, staccandosi dal corpo del marito con un movimento brusco. -Il bambino, Daniel!-
Inutile dire che dopo nemmeno cinque minuti tutti e tre erano in macchina; Daniel che guidava sfrecciando sulla strada come un pazzo, Mark che parlava al telefono con Christa per spiegarle coda doveva fare per calmare Will e, infine, Gregory se ne stava pensieroso sui sedili posteriori, a far perdere lo sguardo fuori dal finestrino. Si chiese quando la sua vita sarebbe cambiata, anche se in realtà non voleva che cambiasse... non avrebbe mai dovuto cambiare.
"Io lo amo ancora" pensò, appoggiando la testa al vetro. Chiuse gli occhi e nella sua testa si rifecero vive l'immagine del suo, ormai andato, amante.
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