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49.

-E così, il frocetto ha trovato chi se lo sbatte per bene. I miei complimenti per la scelta- sputò acido Travis, per poi afferrare stizzito una delle due scope che il signor Nolaan aveva lasciato per loro, abbandonate in un angolo dell'aula che dovevano pulire, assieme ad una paletta, alcuni prodotti e dello scottex che servivano per pulire i banchi.
Cole arrossì cercando di non farsi vedere, ignorò le parole sferzanti dell'altro e, dopo aver preso anche lui la scopa, cominciò a passarla allontanandosi da lui. Voleva solo finire il proprio lavoro e tornare a casa.
-Vi ho visti 'sta mattina- aggiunse qualche secondo dopo, usando un tono basso da sembrare minaccioso. Lasciò cadere malamemte la scopa a terra e raggiunse il rosso che sospirò alzando gli occhi al cielo, ma continuando a dargli le spalle.
-Ehi, non ignorarmi!- esclamò, facendolo voltare con un colpo della mano sulla spalla. Cole digrignò i denti e lo fulminò con lo sguardo, stringendo i pugni.
-Cosa cazzo vuoi, Travis?! Fatti gli affari tuoi e continua il tuo lavoro!- strinse il manico della scopa con talmente tanta forza da far sbiancare le nocche. Fece per tornare a ciò che stava facendo, ma qualcosa lo spinse a porre la fatidica domanda che desiderava fargli da troppo tempo.
-Perché mi odi tanto? Perché...- ma quelle parole dettate dai suoi pensieri fecero sì che gli occhi si facessero improvvisamente lucidi. Travis nel vederlo sgranò i propri, sorpreso; non lo aveva mai visto così e dentro di sè sentì quella nota di senso di colpa che si faceva strada in lui ogni volta che loro due, proprio a causa sua, litigavano. Ma questa volta fu come una lama nel petto, come se la consapevolezza di aver sbagliato si fosse tramutata in qualcosa di concreto che ora lo stava prendendo a pugni.
Cole, che si odiò per non essere riuscito a trattenersi, tirò su col naso e portò lo sguardo sul pavimento.
-P-Perché ce l'hai solo con me? Che cosa ti ho fatto?- domandò in un mormorio appena udibile, continuando a fissare per terra.
Non aveva mai pianto a causa sua e non gli aveva mai mostrato quel lato sensibile, per non mostrarsi debole ai suoi occhi. Ma ormai era tardi per trattenere tutta quella rabbia repressa e non ci badò più di tanto quando una lacrima gli offuscò la vista.
Travis deglutì a vuoto e indietreggiò di un piccolo passo prendendo coraggio per ciò che stava per dire.
-È questo il punto, non hai mai capito ciò che hai fatto... ciò che mi hai fatt- ma non ebbe la possibilità di continuare la frase perché si ritrovò con il pugno di Cole piantato nello zigomo sinistro che lo fece indietreggiare ancora, inducendolo a coprirsi col palmo della mano la parte colpita.
Cole spalancò gli occhi realizzando ciò che aveva appena stupidamente fatto e quello che avrebbe scaturito di lì a poco. Si massaggiò le nocche restando a guardare la figura immobile e silenziosa di Travis che si tamponava lo zigomo in un vano tentativo di alleviare il dolore.
-Io non ho colpe Travis, ognuno di noi raccoglie ciò che semina.-
Si ritrovò addosso gli occhi chiari dell'altro, oscurati dalle folte sopracciglia aggrottate sopra di essi.
Si avvicinò con passo deciso facendolo indietreggiare per la paura di ricevere un colpo, fino a trovarsi appiccicato alla parete con il suo corpo ad intrappolarlo e le proprie braccia bloccate in parte dalle sue forti mani.
-P-Perfavore no... non peggioriamo la situaz- venne interrotto dalle labbra di Travis che si posarono prepotentemente sulle sue, schiacciandolo contro la parete.
Sgranò gli occhi incredulo, credendo che quello fosse un sogno, o meglio, un incubo. Shokkato, si staccò da quell'assurdo contatto con un veloce movimento. Aveva le guance rosse e il respiro accelerato, immobile fissava quegli occhi così stranamente seri in cerca di spiegazioni.
Travis lasciò la presa sulle sue braccia e indietreggiò con lentezza snervante, lo guardò negli occhioni nocciola e prima di correre fuori dalla classe, disse con rabbia che veniva dal profondo:
-Ecco ciò che mi hai fatto, ecco chi è il frocio qui.-

Scivolò fino a trovarsi seduto sul pavimento e la schiena poggiata alla parete. Nascose il viso dietro le mani e lasciò che alcune lacrime gli bagnassero i palmi e le guance.
Cosa aveva fatto di male per subire tutto quello? Che colpe aveva per essere diventato la vittima di uno stronzo represso? Quello di averlo fatto innamorare di sé? Perché aveva dovuto sopportare tutti quegli insulti e quelle botte quando l'unica e semplice cosa giusta da fare era parlare?
Era stato usato come mezzo di sfogo, le cui armi erano insulti omofobi... e per cosa? Per sentirsi meno... "frocio", forse?
E perché ora l'istinto gli diceva di andare da lui? Cosa sperava di risolvere o capire? A quel punto, dopo quello che era appena successo, poteva aspettarsi di tutto e senza rimanerci troppo stupito.

Dopo che si fu ricomposto ed ebbe realizzato al cento per cento che quella era realtà e non la sua fantasia, uscì dall'aula in cerca del biondo.
Si guardò attorno e senza pensarci si diresse al bagno maschile più vicino.
-Ehi, ragazzino! Non potete andare in bagno tutti e due, torna al tuo lavoro!-
Sussultò sentendo la voce del Signor Nolaan, che se ne stava ad una decina di metri lontano da lui che puliva i corridoi.
-Mi scusi ma è urgente! Ci metto un secondo!-
L'uomo borbottò qualcosa a proposito del suo lavoro extra di baby sitter sottolineando che non avrebbe aumentato il suo stipendio quel mese e tornò ad occuparsi del pavimento.
Cole entrò nel bagno con il cuore che martellava nel petto e non dovette nemmeno impegnarsi a cercare il biondo dietro una delle tante porte perché lo trovò che si teneva appoggiato all'ultimo lavandino, con la testa rivolta verso il basso.
-Vattene- aveva mormorato soltanto con tono duro e sprezzante, senza muoversi o degnarlo di uno sguardo.
-Perché non me lo hai mai detto? Perché hai preferito comportarti da perfetto stronzo?! Avremmo potuto essere amici! Sei stato tu quello che ha voluto tutto questo perciò ora non dirmi che devo andarmene e dammi delle spiegazioni!- esclamò tutto d'un fiato.
Travis strinse le dita attorno ai bordi del lavello e si decise a guardarlo in faccia. Aveva lo zigomo arrossato e gli occhi che parlavano per lui; liquidi e pieni di rimorsi.
Cole deglutì e sviò lo sguardo, imbarazzato da quella conversazione che mai avrebbe pensato di fare con quel ragazzo.
-Perché sono solo un codardo, niente di più- le parole vennero fuori a fatica ma giunsero alle orecchie di Cole, sempre più shokkato nel constatare che dietro quella corazza di bullo c'era un ragazzo diverso.
Certo, non aveva scuse per quello che aveva fatto, per gli insulti, per quell'accanimento che aveva solo nei suoi confronti. Ma non poteva voltargli le spalle e lasciare che continuasse a vivere sopprimendo la propria natura, lui stesso sapeva quanto fosse difficile accettarsi.
Anche se non si meritava nemmeno un briciolo di comprensione, Cole non poté far altro che pensare alla cosa più giusta, perché sapeva che lasciandolo da solo non avrebbe risolto nulla ma avrebbe contributo a renderlo ancora più insicuro.
-Solo un codardo? Ne sei sicuro?- la rabbia prevalse e non poté trattenersi, fece un passo avanti e lo guardò severamente.
Travis si staccò dal lavandino e tornò eretto, passò entrambe le mani fra i capelli folti e chiuse gli occhi prendendo un profondo respiro, desiderando di sparire all'istante.
-No, sono molto di più.-
-Già, e mi chiedo come faccia in questo momento a provare pena per te. Perché sono qui a cercare di capire dopo tutto quello che mi hai fatto?- domandò più a sé stesso, avvicinandoglisi di qualche passo e ottenendo il suo sguardo colpevole. Ma poi lui abbassò di nuovo la testa e nel suo campo visivo ritornò lo scarico del lavandino.
-Guardami, Travis! Parlami- disse con tono più morbido, avanzando ancora verso di lui, un po' timoroso.
-Lo so che non è facile ma ti farà stare meglio, ci sono passato anch'io. Io posso capirti- accennò un sorriso.
-Capire? Tu non puoi capire, tu dovresti odiarmi... andartene da qui o prenderti gioco di me.-
-Perché? Forse è quello che faresti tu, ma io non sono così, so che in questo modo non otterrei nulla. Non mi farebbe sentire meglio fare quello che mi hai fatto tu solo per vendicarmi, andrebbe contro il mio pensiero e risulterei solo un ipocrita.-
-Sei troppo buono, troppo comprensivo. Forse è anche per questo che... che... cazzo, che sono...- "innamorato di te" pensava soltanto incessantemente, ma era così difficile dirlo.
-Dannazione!- imprecò, voltandosi nella parte opposta, dandogli le spalle. Prese la testa fra le mani coprendosi gli occhi, l'ultima cosa che avrebbe fatto era farsi vedere piagnucolare come un bambino.
-Travis...- la porta cigolante del bagno dietro di loro li fece sobbalzare, Nolaan entrò sovrastando la voce addolcita del rosso.
-Ehi voi due, avete finito o no di cazzeggiare? Sapete cosa succede se il preside scopre che non state facendo niente di quello che ha detto? Vi conviene filare in classe e finire il vostro compito.- Poi sparì, lasciando i due ancora soli, nel silenzio più totale.
Travis ricacciò le lacrime e si girò, si diresse all'uscita con passo veloce e sorpassò il rosso senza nemmeno sfiorarlo né guardarlo. Cole sospirò e tornò in classe, dove il resto della punizione venne trascorsa in silenzio.

Furono talmente veloci che finirono addirittura venti minuti prima, così il signor Nolaan ebbe la possibilità di affibbiar loro un compito extra, dato che non potevano tornare a casa prima dell'orario stabilito.
-Non potremmo sfruttare questo tempo rimasto per fare la relazione? È pur sempre un compito che ci ha ordinato il preside.- Parlò Cole senza pensarci, non ce la faceva più a sollevare polvere e impuzzolentirsi le mani di detergenti!
La proposta fu accolta senza alcun problema: l'unica cosa che Nolaan voleva era liberarsi di quei due il più presto possibile e allo stesso tempo non avere problemi con il preside.
Travis non aveva battuto ciglio e, come aveva fatto fino a quel momento, era rimasto in silenzio e lo aveva seguito in biblioteca.
Si sentiva tremendamente a disagio, anche lui se n'era stato zitto per tutto il tempo, con la voglia di tornare a casa a spronarlo a lavorare in fretta.
Si sedettero davanti al primo tavolo libero con un computer, in silenzio come quei pochi ragazzi e insegnanti presenti in biblioteca. Finché Cole non spezzò quel momento imbarazzante.
-Propongo di dividerci il compito: uno dei due fa una veloce ricerca su internet mentre l'altro...-
-Lo ami?- quella domanda gli si conficcò in testa. La voce con cui il biondo l'aveva pronunciata era piatta, i suoi occhi persi a guardarsi intorno, sembrava letteralmente un'altra persona dal Travis spavaldo e prepotente che credeva di conoscere.
-C-Cosa?- arrossì di botto.
-Rispondimi e basta.-
-No.-
-D-Davvero?- alzò il tono di voce, tenuto comunque basso, portando gli occhi accesi di speranza in quelli del rosso.
-No, nel senso "no, non ti rispondo".-
-Oh- sospirò abbassando lo sguardo, ora spento, scappando dal suo, di nuovo. Possibile che si fosse sempre mostrato un insensibile stronzo quando in realtà era solo un comune adolescente innamorato? Sembrava che, dopo quel bacio, il Travis bastardo aveva lasciato il posto ad un Travis con le insicurezze di un ragazzo gay che non vuole accettarsi.
Il cellulare nella tasca di Cole emise un suono, segno che era arrivato un messaggio. Grato di poter trovare una scusa per distrarsi, afferrò il cellulare e sgranò gli occhi nel vedere il nome di Clare come mittente del messaggio. Lo aprì incerto e ne lesse il contenuto; in breve, diceva che le dispiaceva per quello che aveva detto e fatto, che scusarsi attraverso un messaggio era squallido ma più semplice, che gli mancava il suo amico, riservando anche una domanda a proposito di come stesse andando la punizione con, testuali parole, quello stronzo di Travis.
"Una meraviglia", pensò.
-È lui?- chiese sfacciato proprio quest'ultimo.
-No, è solo Clare e... non sono affari tuoi- farfugliò, rispondendo al messaggio che avrebbe preferito parlare di persona il giorno dopo, precisando che non era più così arrabbiato.
Travis emise uno sbuffo. -Be', non ho dei bei ricordi a proposito di lei...- disse, ricordando sia a sé stesso che a Cole quella festa a casa di Ryan dove se la diedero di santa ragione.
-Già... dovresti scusarti per quella volta, sai? E non è l'unica con cui dovresti farlo.-
-Con lei? Non l'ho costretta a fare nulla, era lei che mi stava addosso!- rispose quello mettendosi sulla difensiva.
-Cosa?! Era ubriaca! E tu te ne stavi approfittando!-
-Diamine, non la stavo mica violentando! Anche se così è sembrato, era tutta scena, non ci sarei mai andato a letto.-
-Certo, dovevi farci vedere quanto maschio sei vero?! Che ti scopi le ragazze e sei un omaccione! Quando in realtà sei solo un gay represso che si nasconde dietro bugie, comportamenti idioti e ignoranti solo perché credi che questo funzioni a farti apparire per quello che vorresti essere ma non sei!- esclamò tutto d'un fiato, trovandosi i suoi occhi spalancati nei propri severi.
Deglutì rumorosamente e abbassò lo sguardo, mentre Cole si sentì in un certo senso liberato da quelle parole, che però avrebbe preferito dire in un altro modo. Ma a questo punto che importava? Non voleva avere niente a che fare con lui, non voleva fare pace e diventare improvvisamente suo amico, voleva solo che la smettesse di torturarlo e che capisse che la cosa migliore, per vivere bene, è essere sé stessi e accettarsi.
Travis si alzò con uno scatto facendo stridere la sedia, che quasi non si ribaltò all'indietro.
-È finito il tempo della punizione di oggi, me ne vado a casa- disse, prima di recuperare il proprio zaino e lasciarlo solo.

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Ookay ammetto che l'idea di dare una svolta così drastica al personaggio di Travis mi sia venuta dopo averlo descritto come il classico bulletto. Ma non penso ci siano troppe incongruenze: ha sempre e solo finto di essere qualcuno che non è, tenendo nascosti i suoi veri sentimenti per Cole. Se "ce l'ha" con lui è per un semplice motivo: ne è innamorato e non lo accetta. La violenza era solo un mezzo più accessibile per cercare di nascondersi, un mezzo sbagliato ma drastico per un ragazzo come lui.

E soprattutto, "l'omofobia è gay".

Cercherò di non dilungarmi troppo su di lui, mi sto rendendo conto da un po' che questa storia sta durando decenni! :')
Volevo solo introdurre l'argomento e non volevo lasciare, come dire, "incompleta" la parte di questo personaggio che è stata una presenza piuttosto assidua nella vita di uno dei protagonisti, Cole.
Ok, la pianto di annoiarvi!
Al prossimo capitolo!

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