47.
Cole aprì il libro di letteratura alla pagina indicata dal professore e si lasciò andare poggiando la testa sui palmi delle mani, tenendo svogliatamente le braccia tese.
-Che palle, odio lui e la sua materia!- sussurrò Clare accanto a lui, sbuffando quasi sbattendo la testa sul banco. Cole ridacchiò e concordò pienamente: la realtà era che la letteratura non gli dispiaceva affatto, il problema era il prof. Reinen, l'uomo più noioso del pianeta!
-Sul serio, è un miracolo se fino ad ora non mi sono mai addormentata alle sue lezioni!-
-Questo è perché in realtà sei una secchiona e non vuoi perderti neanche una parola di quello che dice- la prese in giro il rosso, che di pisolini durante quelle lezioni ne aveva già fatti troppi.
-Oh ma sta' zitto- disse sottovoce, fintamente offesa -sei tu che non ti impegni un minimo!-
-Mh, questo non è vero, ai test m'impegno sempre per copiare- trattenne una risata.
Clare alzò gli occhi al cielo, ma poi li sgranò come se d'improvviso le fosse venuto in mente qualcosa.
-Lo sai che cosa ho scoperto ieri?! Anzi, cos'ha scoperto tutta la scuola!- trattenne con difficoltà il tono basso, a causa dell'eccitazione di quello che stava per dire. Per fortuna il professor Reinen non ci sentiva bene, continuando così a leggere il testo che aveva sotto il naso a quei pochi che ascoltavano interessati.
-Uhm... come faccio a saperlo se ieri ero a casa con trentotto di febbre?- rispose annoiato, anche se una certa curiosità cominciò a pervaderlo.
-Sì certo! Scommetto che il termometro in realtà non superava i trentasette gradi! Voi uomini quando vi ammalate fate certe tragedie greche!- ridacchiò ottenendo un'occhiataccia. Era abituata a situazioni del genere; con tre uomini in casa, due fratelli maschi e un padre, capitavano all'ordine del giorno.
-Guarda che stavo veramente male e... oh, al diavolo, cosa volevi dirmi?- per quanto irritabile fosse l'affermazione dell'amica, doveva ammettere che aveva ragione. Ma per fortuna aveva con lui Greg, che lo aveva coccolato durante tutta l'influenza.
-Ah, giusto. Cole non crederai mai a quello che sto per dirti... hai presente Gabe Hoffman?- Cole annuì, guardandola con un sopracciglio alzato.
Gabe era un loro coetaneo, un grande appassionato della musica e del violino, che suonava spesso nelle recite scolastiche, che Cole conobbe al primo anno. Era un bravo e bel ragazzo e se aggiungiamo alla lista la sua grande passione per quello strumento che tanto amava e che riusciva a fare emozionare chi lo ascoltava, era difficile non immaginarselo con attorno tanti amici, soprattutto ragazze. E, chiaramente, anche Cole era rimasto subito affascinato da lui e dalla sua bravura, portandolo così ad innamorarsene perdutamente.
Fu la cotta che durò più di tutte anche se dopo due anni di tempo perso, seghe mentali (e non) dietro ad un etero convinto, finalmente l'attrazione aveva cominciato a scemare, e fino a che non aveva conosciuto Greg, non si era più innamorato di nessuno.
-Lui ha... dichiarato di essere gay! Ha fatto coming out! Gli piace il pene! È un fro- -Ho capito! Ho capito! E non dire quella parola, è offensiva!- esclamò trattenendo il tono di voce basso, anche se doveva ammettere che in quel momento avrebbe voluto urlare.
-Ti rendi conto?! Quando l'ho saputo stavo per cadere dalla sedia!-
-Sì ma... vuoi dirmi che nel corso di due anni sono andato dietro ad un finto etero, senza mai dichiararmi a lui per l'ovvia paura di un rifiuto ed ora vengo a scoprire che è gay e che con lui avevo delle possibilità?!- miracolosamente era riuscito a non gridare.
-Be', ma come facevi a saperlo? Era sempre circondato da ragazze ed è pure stato fidanzato con molte di loro! Chi poteva immaginarlo che nascondeva una passione per il cazzo?- ridacchiò, per poi sgranare di nuovo gli occhi e pronunciare con entusiasmo il nome dell'amico, in modo da richiamare le sue attenzioni su di sé.
-Quello sguardo mi fa paura...- bisbigliò l'altro, guardandola storta.
-È la tua opportunità Cole! Diavolo, ti è piaciuto per più di tre anni, ora che sei sicuro che non ti rifiuterà perchè sei un ragazzo, non puoi non approfittarne!-
Cole spalancò la bocca scandalizzato da quelle parole e la guardò in cagnesco. -Stai scherzando, spero...-
-Oh, andiamo! Non dirmi che quel vecchio di Gregory, apparso così all'improvviso, può battere una cotta che avevi da più di due anni!-
-"Avevo", esattamente! Ora sono innamorato di Greg come non sono mai stato innamorato di nessuno, con Gabe è stata un cottarella da niente in confronto, l'ho completamente rimosso dalla mia testa.- Rispose con sincerità, trattenendo la rabbia che montava lentamenete dentro. Non capiva cosa aveva l'amica contro Greg, non era la prima volta che ne parlava in quel modo... perché era troppo grande forse? Ma a lei che importava? Doveva starci lui assieme, mica la sua amica!
Clare sbuffò alzando gli occhi al cielo. -Sarà, ma poi non essere invidioso e geloso quando si fidanzerà con un ragazzo e quello non sarai tu!-
-Glielo auguro di fidanzarsi! Te l'ho detto, non m'interessa più.-
-Come vuoi, ma almeno lui quando vorrà scopare, lo farà!- Cole sgranò gli occhi e si sentì colpito nel profondo. Aveva raccontato all'amica il fatto che Gregory aveva bisogno di tempo per lasciarsi andare e quanto questo lo mettesse costantemente a dura prova. Il fatto era che, da tempo, lo desiderava ardentemente: voleva farlo e ogni giorno il desiderio cresceva sempre di più. Non aveva mai provato così tanta attrazione e desiderio sessuale verso qualcuno come con lui. E ovviamente i baci, le carezze e quei pochi contatti davvero intimi che avevano avuto non gli erano bastati a colmare quel desiderio. Sperò che questo Clare lo avesse capito... ma in quel momento ebbe la prova che si stava sbagliando.
-Vaffanculo Clare, sai benissimo il motivo del suo esitare così tanto, ma non per questo lo lascerei solo perché ho voglia di un po' di cazzo- ora trattenersi dal gridare non fu più così facile. Era irritato talmente tanto che ignorò tutti quelli che si erano girati verso di lui nel sentire quelle parole e, senza aspettare un minuto di più, interruppe la lezione chiedendo al professore il permesso di andare in bagno, così da non sentire le sue inutili risposte. L'uomo fece cenno di sì col capo e come se nulla fosse successo continuò a leggere alla classe. Così Cole poté alzarsi e sotto lo sguardo scosso dell'amica uscire dall'aula.
Arrivò l'ora di pranzo e con essa anche la fame. Dopo la "discussione" con Clare era tornato in classe e tra loro era calato il silenzio, non l'aveva degnata nemmeno di uno sguardo. Pensò che forse stava esagerando a reagire in quel modo, ma era troppo arrabbiato per sostenere una conversazione con lei in quel momento.
Quando entrò in mensa vide l'amica che si era già sistemata col pranzo ed era seduta ad un tavolo con alcune sue amiche. Decise che ancora non aveva voglia di parlarle, così fece la fila per il pranzo e poi con il vassoio in mano raggiunse il tavolo dove stavano mangiando Ryan e altri suoi amici e compagni di squadra, per fortuna di Travis nessuna traccia.
Appoggiò il vassoio nell'unico posto libero, vicino a Ryan, mentre quest'ultimo e gli altri amici seduti al tavolo lo salutavano. Lui ricambiò gentile, si sedette e dopodiché si lasciò trasportare dai loro discorsi riguardanti soprattutto allenamenti e partite varie della squadra.
Ma poi, poco intetessato alle loro chiacchere, cominciò a far vagare distrattamente lo sguardo tra gli altri tavoli. Finché lo fece cadere su Gabe, seduto ad un tavolo non troppo lontano dal loro. Stava mangiando il suo panino ed era in compagnia dei suoi amici. Si mise ad osservarlo; era alto, capelli scuri rasati e occhi dal misto colore verde/marrone, sopracciglia folte e scure, un naso leggermente aquilino che non gli stava affatto male e labbra piene e rosee. Nel complesso era davvero un bel ragazzo e poteva solo capire quelle ragazze deluse dopo aver scoperto che era gay. Mai, mai se lo sarebbe immaginato che proprio lui avesse nascosto finora la sua natura. E non doveva essere stato facile dichiararlo ai suoi amici, pensò, ma a vederlo in quel momento, sorridente e solare in loro compagnia, poteva solo significare che lo avevano accettato com'è giusto che sia.
Lo guardò per interi minuti ed ebbe la conferma che per lui proprio non provava piu niente. Era bello, ma la sua mente non pensava o andava oltre questo. Decisamente, ora c'era chi lo aveva letteralmente rapito, occupava gran parte dei suoi pensieri e aveva preso il posto di Gabe da tempo.
Quest'ultimo forse si sentì osservato perché si voltò e lo beccò in flagrante che lo stava fissando. Lo salutò sorridendogli amichevolmente e Cole si ritrovò ad arrossire dalla figuraccia, senza però dimenticarsi di ricambiare con un sorriso imbarazzato e tirato.
-Adesso i froci, oltre che spuntare come i funghi, mi rubano anche il posto in mensa?- esclamò una voce alle sue spalle che purtroppo Cole conosceva fin troppo bene.
Il rosso si voltò e vide Travis che se ne stava in piedi con un vassoio tra le mani, gli occhi di tutti i ragazzi seduti al tavolo su di sé.
-Non iniziare Travis, prenditi una sedia e vedrai che se ci stringiamo ci stai anche tu- disse Ryan con tono scocciato, spostando la sedia più vicina a Cole, per fargli posto tra lui e il migliore amico Blake, che fece lo stesso ma verso il lato opposto.
-Perchè? È il succhiacazzi che è di troppo- rispose, riferendosi ovviamente a Cole che raramente si sedeva con loro proprio a causa della presenza di Travis.
Cole sentì il repulso di alzarsi e spaccargli la faccia, ma cercò di trattenersi o sarebbe finita male.
-Che cazzo Trav, taci e siediti!- esclamò Ryan esasperato, sul punto di tirare un cazzotto al biondo. Lui e Travis erano sempre stati amici, così come anche con gli altri compagni di squadra, ma quando iniziava a fare l'omofobo rompipalle era davvero insopportabile.
-No, siediti al mio posto Travis. Non ho l'intenzione di mangiare insieme ad una testa di cazzo come te- disse spavaldo Cole, sputandogli in faccia le parole mentre si alzava dalla sedia.
Gli occhi di Travis si accesero come se in fiamme e con un movimento veloce appoggiò in malo modo il vassoio sul poco spazio che c'era sul tavolo e lo prese per il colletto del maglione blu. Ryan si alzò a sua volta, mentre i due si trovarono addosso gli occhi di quasi tutti i presenti in mensa.
-Che hai detto, finocchio?- ringhiò il co-capitano della squadra ad un millimetro dalla sua faccia, corrucciata e con occhi di fuoco, per nulla intimorito.
-Voi due! In presidenza, subito!- esclamò improvvisamente un'inserviente, allarmata da quella situazione che per lei era già fuori controllo.
Travis lasciò andare il rosso e quest'ultimo imprecò in tutte le lingue. Un'altra volta in presidenza significava ripetere le stesse conseguenze degli anni passati.
Che cavolo, credeva che oramai, dopo tutto quel tempo in cui finalmente sembrava si fosse stufato di infastidirlo rendendogli la vita difficile, non si sarebbero più ripetuti episodi di quel tipo.
-Non stavamo facendo nulla, signora...- disse Travis, nei guai quanto Cole, che annuì costretto a dargli ragione.
-Raccontatelo al preside!-
-Oh che sorpresa, il signor Campbell e il signor Norton. Prego, accomodatevi pure- disse con sarcasmo, accomodandosi meglio sulla propria sedia girevole, lasciandosi andare sullo schienale imbottito. I due fecero come gli era stato detto, senza proferire parola, improvvisamente pentiti delle loro azioni.
-Era un po' che non venivate a trovarmi... stavo iniziando a sentire la vostra mancanza- disse in tono sarcastico, accavallando le gambe e guardandoli con sufficienza.
-Signore, posso spiegarle cos'è successo, non è stato nulla di grave...- farfugliò Cole in preda all'ansia: possibile che persino quand'era innocente gli toccava subire ramanzine da chiunque e punizioni su punizioni?! Chissà cosa avrebbe detto sua madre questa volta! Ma perlomeno, non erano arrivati alle mani... cosa che non sarebbe successa, perché Cole avrebbe liquidato Travis a semplici parole come si era ripromesso di fare ogni qual volta che lo importunava in quel modo.
-Silenzio!- esclamò autoritario. -Non voglio sapere cos'è successo, molto probabilmente un'altra delle vostre cazzate perciò ascolterete con estrema attenzione ciò che ho da dirvi.-
Cole sospirò annuendo e abbassando lo sguardo... ormai era l'ennesima volta che si trovavano lì sempre per la stessa ragione, replicare significava solo rischiare di aumentare la probabile punizione, o peggio, arrivare all'espulsione.
-Era da un po' che pensavo ad una soluzione per metter fine a questi litigi inutili, così mi è venuta un'idea che avrei adottato non appena ne avrei avuto l'occasione.- Prese un foglietto da un block notes ed una matita dal portapenne alla sua destra.
-Ho deciso che starete in punizione per due settimane. Ma non una semplice punizione chiusi per due ore in un'aula con un povero insegnante a sorvegliarvi, assolutamente no. Visto che le scorse volte questo metodo non ha avuto effetto, ho pensato che per voi due ci voleva qualcosa che vi avrebbe fatto collaborare.-
Cole rabbrividì al pensiero di stare a stretto contatto con quell'individuo e portò gli occhi sgranati in quelli dell'uomo stempiato che aveva di fronte. Anche Travis sembrava scosso da quelle parole, notò infatti che anche lui stava fissando il preside quasi incredulo.
-Sembra che l'idea non vi vada proprio a genio... ma aspettate che finisca di spiegarvi cos'ho in mente- nascose un leggero ghigno con poco successo, scarabocchiando qualcosa sul foglietto di carta.
-Inizierete la settimana prossima, dopo le lezioni vi fermerete un'ora e mezza in più per aiutare quel pover'uomo del signor Nolaan, il responsabile delle pulizie, a pulire le aule che lui stesso vi assegnerà. Ma non è finita qui...-
I due riportarono gli occhi sgranati sull'uomo, come se già fare il lavoro dei bidelli non fosse abbastanza.
-So che il martedì ed il giovedì ci sono gli allenamenti della squadra di basket. Norton lei li salterà e al loro post...- Travis spalancò occhi e bocca e lo interuppe con poco garbo.
-Cosa?! Ma è ingiusto! Sabato prossimo abbiamo una partita e se non...-
-Lo so benissimo, signor Norton. Non trova che sia appunto un'idea fantastica partorita dalla mente di un uomo adulto e con cui non dovrebbe contestare ma portare il massimo del rispetto? Se non vuole peggiorare la sua situazione...- disse il preside con quella velata ironia che non lasciava mai, che lo rendeva una persona particolarmente odiosa.
-Informerò il suo coach della punizione e potrei anche costringerlo a non farla giocare alla partita di sabato se mi interrompe un'altra volta.-
Travis fu costretto a tacere e a continuare ad ascoltare, trattenenendo la rabbia sempre più crescente.
-Quindi, stavo dicendo...- riprese il proprio discorso mentre appuntava quello che diceva sul foglio. -Norton salterà gli allenamenti, mentre lei, Campbell salterà l'incontro con il club di arte che si tiene ogni venerdì. Al loro posto vi dedicherete alla realizzazione di un relazione scritta che tratta il tema del bullismo. La farete in coppia e collaborerete come le persone civili, al termine delle due settimane dovrà essere pronta per la consegna.
È tutto chiaro?-
I due, incapaci di prendere coraggio e replicare per paura di beccarsi una punizione più lunga, annuirono afflitti.
-Ah e, naturalmente, se qualcosa dovesse andare storto, non esiterò ad aumentare la punizione. Ma a quel punto rimpiangereste le pulizie delle aule perché vi metterei a fare quelle dei cessi. Se ancora questo non dovesse bastare a farvi rinfrescare le idee, non esiterò ad espellervi tutti e due. Ora fuori di qui e andate a lezione, che mi avete interrotto nella pausa pranzo!-
I due fecero come gli era stato detto e con la coda fra le gambe sgattaiolarono fuori dalla stanza.
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