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42.

Quando Mark finalmente tornò a casa poté godersi la dolce vista di Daniel addormentato insieme al figlio, sotto le calde coperte del loro letto. -Sapevo che ce l'avresti fatta anche da solo- mormorò fra sé e sé, sorridendo e avvicinandosi per accarezzare entrambi i suoi tesori.
Daniel sbattè gli occhi e si svegliò, stropicciandoseli.
-Ehi... Scusa non era mia intenzione svegliarti- sussurrò, sedendo accanto al suo corpo sdraiato. -Mi ero appena addormentato...- mugolò l'altro con tono leggermente infastidito, coprendosi gli occhi con un braccio.
Mark sospirò sentendosi un po' in colpa -Ha continuato per molto?- chiese accennando al piccolo, che ronfava tranquillo nell'altra parte del letto.
-Già... temevo non avrebbe smesso finché non fossi arrivato tu!- esclamò biascicando qualche parola a causa del sonno, spostando il braccio.
Mark poté guardarlo negli occhi e gli sorrise, abbassò il capo e lo baciò sulle labbra. -Sono orgoglioso di te, sei riuscito a gestire questa situazione e alla fine hai ottenuto il risultato che speravo.-
-Non è che per caso era tutto un piano per mettermi alla prova?- domandò l'altro, alzando sospettoso un sopracciglio. Mark trattenne una risata e alzò le spalle con fare innocente.
-Lo era?!- sbottò il marito, alzandosi col busto per trovarsi il viso del biondo a un centimetro di distanza.
Mark gli scoppiò a ridere praticamente in faccia e lui si accigliò ancora di più.
-Certo, perché lascio il mio piccolo ad un burbero come te di mia spontanea volontà!- lo prese in giro ironicamente.
-Questa era cattiva, guarda che io ho cura del mio bambino!- Mark ridacchiò ancora e posò le dita sotto il suo mento. -Lo so scemo, stavo scherzando- soffiò sulle sue labbra, prima di baciarlo.
Daniel si staccò bruscamente e con pochi e veloci movimenti lo afferrò per i polsi per poi intappolarlo sul materasso col proprio corpo. Così facendo si scoprì rivelando al compagno la propria completa nudità fino ad ora nascosta dalle coperte.
-Questa proprio non me l'aspettavo- sospirò mordendosi il labbro, mentre l'eccitazione cresceva rapidamente.
-Sempre pronto ad ogni evenienza!- ghignò il corvino, cominciando a spogliare l'altro, che ovviamente non esitò ad aiutarlo.
-Ah e... come è andata? Almeno si sono visti quei due?- domandò smettendo di sfilargli i jeans e guardandolo negli occhi. Mark roteò gli occhi, emise un lamento ed un sospiro annoiato -bene, bene... ma proprio adesso dobbiamo parlarne? Apri quella boccaccia solo per farmi i pompini.-
Daniel lo guardò allibito -Wow. Diventi così sboccato e volgare quando sei da troppo in astinenza.-
-Tu lo sei sempre!- esclamò in riposta il biondo, strizzandogli un capezzolo.
-Ahi! Pezzo di...OhoOh sì! Continua!- gemette all'improvviso spalancando la bocca, mentre Mark aveva portato la mani al suo sesso semi eretto e non smetteva di masturbarlo.
Inutile dire che poco dopo anche i jeans e i boxer del più minuto finirono sul pavimento e, cercando, anche se difficilmente, di fare più silenziosamente possibile per non svegliare William, fecero l'amore, concludendo ciò che avevano interrotto precedentemente.

Era sempre più tardi e come se non avesse aspettato abbastanza, Cole fu costretto ad aspettare ancora e ancora in quella maledetta stanza intanto che Gregory finiva il suo turno. Era in stato di dormiveglia totale e probabilmente per qualche minuto era persino caduto nel completo sonno. Quando per l'ennesima volta le palpebre stettero per cedere, la calda mano di Gregory sulla sua guancia lo fece sobbalzare, e si trovò i suoi occhi scuri difronte. -Scusa- mormorò ritraendola, poi il suo viso assunse un'aria colpevole -mi dispiace averti fatto aspettare così tanto...-
Cole fece un leggero sorrisino sghembo accompagnato da due palpebre pesanti e una alzata di spalle.
Dopodiché percorsero i lunghi corridoi e saltarono in auto, bisognosi entrambi di un letto caldo e una profonda dormita.
Quando arrivarono a casa del moro Cole poté percepire il proprio cuore impazzire, come se quel momento fosse di fondamentale importanza per il loro rapporto. E lo era!
Decine di domande affollavano la testa del ragazzo, come ad esempio "dormirò nel suo letto con lui?" "La mia presenza in questa casa susciterà in lui qualcosa?"
Lecite domande che ben presto ricevettero delle risposte, quelle che Cole considerava le più improbabili.

-Scusa per la confusione, ci sono scatoloni ovunque- disse Gregory sfilando la chiave dalla serratura, mentre gli rivolgeva un sorriso. Cole ridacchiò. -L'hai vista bene casa mia? Non può essere peggio!- risero assieme e poi il moro abbassò la maniglia, aprì la porta e varcò la soglia. Cole lo seguì titubante, nervoso e quando Gregory accese la luce l'unica cosa a cui fece immediatamente caso fu Milly.
Sorrise a trentadue denti e con passo svelto si avvicinò alla gatta, che miagolava felice accogliendo il proprio padrone.
-Gattino!- esclamò con una vocina stupida il ragazzo, porgendo la mano verso il muso dell'animale.
-Non ci sperare troppo, con gli estranei è diffidente... e a volte non si fa toccare nemmeno da- ma lasciò in sospeso la frase quando vide che Milly aveva cominciato a fare le fusa e a strofinare la testa contro le dita di Cole, che troppo distratto dall'animale non aveva nemmeno ascoltato le sue parole.
Greg roteò gli occhi e s'imbronciò, allacciando le braccia al petto -mi prendi in giro, gattaccio?-
-Ma... ma è tenerissima!- esclamò, riuscendo persino a prenderla in braccio mentre lei continuava a fare le fusa.
-Già... tenerissima, un amore!- rispose ironico lanciando un'occhiataccia al felino, che di tutta risposta lo irritò ancora di più, leccando la punta del naso del ragazzo. Quest'ultimo ridacchiò ignorando l'altro, senza smettere di coccolare Milly.
-Be' almeno la cosa positiva è che le piaci- si avvicinò intenzionato a darle una grattata sotto il mento, ma lei si rifiutò e con un balzo scese dalle braccia di Cole, che rise divertito dalla faccia irritata del moro.
-Bene! Anzi benissimo! Puoi dire addio ai croccantini che ti piacciono tanto perchè non te li compro più!- esclamò, ottenendo solo la vista del suo didietro spelacchiato, mentre ondeggiava la coda in alto e andava a nascondersi chissà dove. Cole rise di gusto. -E tu zitto o ti faccio dormire fuori sul balcone!-
-Preferirei il divano, grazie!- rispose mentre il sorriso sembrava stesse scomparendo gradualmente dal suo viso.
-Divano?- mormorò il più grande accigliato e divertito -che ne diresti invece di un letto caldo?-
Cole sviò lo sguardo e alla mente gli arrivarono tante immagini una sopra l'altra, dalla più innocua a quella più spinta.
-N-n-nel tuo letto...?- balbettò come se avesse appena imparato a parlare e arrossì fino alla punta delle orecchie.
-No, quello del vicino!- rispose sarcastico scoppiando a ridere. Cole fece una faccia smarrita e si sentì il re degli idioti. -Io... io credevo soltanto che fosse ancora troppo presto... cerco solo di capire cosa sia meglio per te.-
Greg sentì il cuore sciogliersi, inclinò la testa di lato e si aprì in un sorriso intenerito.
-E lo apprezzo moltissimo, era quello che speravo di trovare in te. Ma non voglio che questo ti porti ad essere insicuro. Se vuoi fare qualcosa, falla senza pensarci troppo. Per quanto riguarda la mia situazione, io ho solo bisogno dei miei tempi; cosa che sta andando come desideravo- lo abbracciò, lo baciò sulla tempia e poi, inevitabilmente, considerata l'ora, sbadigliò. Cole annuì e sorrise, ricambiando quel gesto d'affetto.
-Hai qualcosa di comodo da prestarmi?- chiese dopo aver sbadigliato anche lui.
-Certo, aspettami qui che vado subito a cercare qualcosa- sparì per andare in camera da letto e tornò con una maglietta larga e dei comodi pantaloni da casa.
Il rosso ringraziò e andò in bagno dove poté lavarsi e cambiarsi. Quando ne uscì e, visto che il più grande sembrava sparito, giunse in quella che doveva essere la camera (la porta che Greg aveva aperto per prendergli il cambio) e lo trovò seduto sul bordo del letto che dava le spalle alla porta, Cole si schiarì la voce e attirò la sua attenzione.
-Oh... ma che carino- ridacchiò guardandolo, sembrava un pulcino smarrito.
-Mi stanno un po' grandi... però sono comodi- disse muovendo il corpo per far dondolare il tessuto in eccesso di quei vestiti di qualche taglia più grande della sua.
Il moro sorrise e si alzò avvicinandosi. -Ho davvero bisogno di una doccia, ci metto poco. Tu nel frattempo mettiti pure sotto le coperte- gli donò un bacio sulla guancia e senza dire altro lo lasciò da solo nella sua camera. Era troppo stanco per guardarla meglio, in quel momento assimilò solo il colore delle pareti: di un bel verde scuro carico e che sopra il letto matrimoniale c'erano almeno una decina di cuscini.
Gli girava la testa da quanto sonno aveva e gli occhi non vedevano l'ora di chiudersi. Scostò la coperta e si infilò quasi senza esitazione; la stanchezza era nettamente superiore dell'insicurezza in quel momento. Non passò neppure un minuto che già era catapultato nel mondo dei sogni.

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Vi giuro che ce la metto tutta per scrivere i capitoli con più frequenza, ma è quasi impossibile vista la mia situazione.
Ci sono stati e ci sono ancora dei broblemi di non poco conto, che purtroppo compromettono sia il mio tempo libero che me stessa. Non voglio fare la melodrammatica o trovare scuse perchè ciò che mi è successo e sta succedendo è serio. Perciò sappiate che scrivere non sentendomelo al cento per cento è difficile e ne verrebbe fuori solo un brutto lavoro.
Dico questo solo perché ritengo giusto voi lo sappiate, e mi dispiace davvero moltissimo farvi aspettare cosi tanto per un capitolo, credetemi!

Vi ringrazio soprattutto per la pazienza e poi per le stelline ed i commenti che apprezzo tantissimo!

Al prossimo capitolo e spero presto!

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