35.
-Wow Willy, sembra che si stiano dando da fare i tuoi papà...- scherzò il corvino, guardando il bambino dall'alto intento a ciucciarsi le dita.
Aveva chiaramente sentito più di un gemito piuttosto alto, fin dalla sua camera. -Ci andiamo a fare un giro, che dici piccolo?- si alzò, scrisse su un foglietto che era uscito con Will, lasciandolo davanti la porta così che l'avrebbero visto subito. Un messaggio al telefono avrebbe potuto disturbarli con il suono della notifica... così optò per la vecchia maniera.
Prese il passeggino e uscì dall'abitazione, diretto verso il parco: un posto tranquillo sia per i suoi pensieri che per il piccolo.
Poi gli venne improvvisamente in mente il viso di Cole e non ci pensò due volte a chiamarlo.
Innanzitutto aveva delle cose da mettere in chiaro su la loro appena cominciata "relazione" e poi avrebbe gradito la sua presenza. Perché stava per diventare davvero una persona speciale per lui anche se la sua testa era ancora in subbuglio.
-Ciao, Cole- lo salutò gioiosamente.
-E-Ehi... Greg, c-che bello sentirti...- rispose l'altro, con un sorriso a trentadue denti che purtroppo Greg non poteva vedere. Ma poteva percepire il suo imbarazzo dalla sua voce incerta.
-Anche per me lo è. Ti ho disturbato? Facevi qualcosa?- sorrise.
-Ehm... no, sono al parco, perché?-
-Davvero? Che coincidenza anch'io, dove di preciso?- Cole temette che il battito del proprio cuoricino si sentisse persino dall'altra parte del telefono.
-Vicino al campetto da basket, ho la palla ti va s-se... facciamo qualche tiro?-
Greg guardò William accoccolato nel passeggino e avvolto dalle coperte, che giocava col ciuccio sbavando ovunque e riportò gli occhi davanti a sé. -Avevo pensato di vederti per parlarti di alcune cose... e ho con me Willy, perciò...- rispose mortificato, avrebbe volentieri giocato un po' con lui ma aveva bisogno di parlargli seriamente.
-Certo nessun problema, preferisci che ti raggiunga io? Dove sei?- -Non preoccuparti, sono da te in un lampo.-
Ma non fu un lampo perché ogni secondo che passava era un inferno, non stava nella pelle per vederlo!
Da quando lo aveva baciato tutto si era trasformato da incertezza assoluta a scambi di belle parole. Gli aveva detto cose meravigliose come nessuno aveva mai fatto, facendolo sentire speciale e desiderato, amato.
Ovviamente sua madre lo aveva scoperto la sera stessa: lo aveva visto con gli occhi a cuoricino e la testa altrove e così, una domanda indagatrice dopo l'altra, era riuscita a fargli sputare il rospo. Inutile dire quanti abbracci diede al suo bambino per la felicità, seguiti da imbarazzanti consigli che Cole avrebbe preferito volentieri non sentire da sua madre!
Alzò lo sguardo dalle sue mani che si torturavano fra loro e lo fece cadere sulla figura di Greg che spingeva il passeggino di Will. Gli sorrise imbarazzato e l'altro ricambiò, avvicinandosi sempre di più.
Qualche altro passo e si trovarono perfettamente uno di fronte all'altro.
"Cosa faccio? Lo bacio? Siamo fidanzati ora e si aspetta un bacio, giusto? È questo quello che fanno i fid- Aspetta, ma noi siamo o non siamo fidanzati?!" Pensò a raffica nella sua dannata testa sempre scombussolata.
Greg lasciò andare la presa sul manico del passeggino e si avvicinò col sorriso sulle labbra, Cole si sciolse letteralmente.
Lo prese tra le braccia e lo strinse, sussurrandogli un saluto nell'orecchio. Cole rabbrividì e dopo essersi risvegliato da quella paralisi ricambiò l'abbraccio.
-Puoi baciarmi se vuoi- disse dopo essersi staccato, ad un passo dalle sue labbra. Le guance di Cole divennero roventi e si guardò attorno furtivo.
-Ci sono tante persone qui...- deglutì, preferendo guardare le proprie scarpe che i suoi occhi.
-Ti disturba?- chiese con pacatezza il moro, trovando finalmente il suo sguardo. -N-No... ehm, a te?- "Bravo Cole, ma che cazzo di domande sono queste?! Sei il re delle domande idiote!"
Greg fece un'alzata di spalle e fece di no con la testa.
-T-Tu lo vuoi?- "Ma allora è un vizio!"
-Io lo voglio- rispose annuendo, senza mai perdere il meraviglioso sorriso.
Cole divenne ancora più rosso e lentamente, più il corvino si avvicinava, lui abbassava le palpebre.
Greg posò una mano dietro la sua nuca, in una stretta dolce e accompagnò gentilmente la sua testa verso di sé. Posò le proprie labbra sulle sue e le chiuse in un bacio dolce, più sicuro, da parte di entrambi, rispetto al loro primo e come la prima volta fu solo un contatto di labbra.
Non sentiva il rimorso o il dovere di staccarsi subito, alla mente non gli apparvero i dubbi che fino a poco tempo fa gli affollavano la mente.
Pensò a Liam, sì, ma come un piacevole ricordo e non un motivo per lasciare quelle labbra.
Quando il contatto divenne troppo prolungato per un semplice bacio casto, Greg si ritrasse ed entrambi riaprirono gli occhi colmi di desiderio. Era scontato dire che volevano di più e potevano leggerlo l'uno negli occhi dell'altro.
-D-Di cosa dovevi parlarmi?- riuscì a trovare la parola, spezzando quel momento imbarazzante.
-Tante cose, ma preferirei non qui.-
-Lascialo pure sul mio letto, sarà più comodo lì- disse, facendo un cenno al piccolo che dormicchiava tra le braccia del più grande. Greg annuì e fece come gli era stato consigliato, circondando il suo corpo di cuscini e un enorme pelouche di un delfino che non abbandonava mai quel letto.
Dopo una tranquilla e piacevole passeggiata al parco, tra chiacchiere frivole e un buon gelato, decisero di andare a casa di Cole, l'unica libera, per poter parlare.
-Carina la tua camera, non sapevo che anche qui avessi fatto lo stesso murales di quello per Will- disse ammirando lo stesso universo sulla parete dietro al suo letto, mentre si guardava intorno: era una camera piccola ma decorata in tutti i modi e gli stili possibili, dai mille disegni che ricoprivano la parete, e non solo, ai fogli coloratissimi appiccicati ovunque.
-Sei la prima persona che lo dice! Mia madre entrerebbe qui dentro solo per buttare tutte quelle cianfrusaglie- esclamò indicando la miriade di roba, tra colori, materiali, vestiti e oggetti inutili, sparsa dappertutto.
Il moro rise e poi insieme si diressero in salotto, sedendosi sul divano. Dopo qualche minuto di silenzio, Gregory decise di parlare.
-Tra due giorni dovrò ripartire- Grgeroy lo guardò cogli occhi profondi e Cole si sentì morire dentro, il suo cuore sembrò fare crack.
-M-Ma... domenica è il mio compleanno, i-io... mi ero totalmente scordato che tu...-
-Oh. Io... non lo sapevo, mi dispiace- mormorò, guardandolo mortificato e affranto. Cole si morse il labbro trattenendosi dallo scoppiare a piangere.
-Ci rivedremo presto, te lo prometto- prese la sua mano intrecciando le sue dita con le proprie. -Ma prima devo tornare a Portland, riprendere a lavorare e sistemare alcune faccende.-
-Tornerai qui? Avevi detto che ti saresti trasferito a Seattle...- lo guardò con gli occhi speranzosi, come quelli di un bambino che chiede le caramelle.
-Sì, ma devi capire che prima ho delle cose importanti da fare, ho bisogno di tempo. Il trasferimento è qualcosa di complicato e...-
-Vuoi dire che non sei sicuro di volerlo fare?- mormorò abbattuto. Come al solito arrivava a conclusioni affrettate e non erano mai delle più positive. Gregory sospirò.
-Mi manca questa città ma a casa ho così tante cose che mi legano ad essa. Ho solo bisogno di tempo.-
-Allora posso venire io a stare da te- disse, stringendo le dita attorno alle sue. Greg lo guardò sorpreso.
-Credimi, è meglio di no- rispose, liberandosi dalla sua stretta.
Non poteva farlo. Casa sua era stata per troppo tempo condivisa con Liam, troppe cose lo ricordavano e ancora non si sentiva pronto a far collidere Cole e quelle quattro mura piene dei suoi ricordi.
-Perché?- mormorò stringendo con le unghie la stoffa del divano.
-Perché non siamo pronti, né tu né io- disse sicuro, guardandolo con fermezza negli occhi. No, nessuno dei due era pronto; Cole era solo un ragazzo, doveva andare a scuola e crescere per capire molte più cose ma fino a quel momento doveva restare a casa sua.
Cole ci ragionò su e gli diede ragione: presto sarebbe ricominciata la scuola, non che la cosa lo entusiasmasse più di tanto, sua madre non lo avrebbe lasciato mai andare così lontano da solo, almeno non prima di aver conosciuto meglio Gregory e aveva troppe cose lì: gli amici, la famiglia, la sua casa. Ma, cosa più importante, Gregory aveva perso da poco una persona che amava ed era ovvio che ci avrebbe messo molto tempo a farsi l'abitudine della sua presenza. Come aveva fatto ad esser così sciocco da sottovalutare qualcosa di così grande?
Annuì lentamente e accettò la realtà dei fatti.
-Verrò qui appena ne avrò la possibilità, te lo giuro- disse posandogli una mano sulla guancia calda, sfiorandola coi pollici e Cole ritrovò il sorriso. -Sei bellissimo, lo sai?- il ragazzo arrossì mordendosi il labbro, facendo ridacchiare Greg -e così, ancora di più.-
Cole lasciò andare la carne e spalancò gli occhi, facendo ridere di gusto l'altro. Quest'ultimo avvicinò il viso, portò l'altra mano sul suo e lo baciò dolcemente. Dopo quel lieve contatto Cole aprì la bocca leggermente e Gregory accettò subito il suo esplicito invito. Toccò con la punta della lingua prima il labbro superiore e subito dopo andò incontro a quella incerta dell'altro. Con più esperienza Greg si muoveva con decisone, guidando i movimento del rosso all'interno delle loro bocche. Portò le mani ai suoi fianchi e con facilità riuscì a sdraiarlo sulla superficie morbida sotto di loro, senza smettere di baciarlo. Cole circondò il suo collo con le braccia e si lasciò andare, provando bellissime sensazioni come con nessuno aveva mai fatto.
Greg passò lentamente la mano sul suo petto coperto dalla maglietta, per poi scendere fino all'ombelico, sentendo la presenza dei suoi muscoli appena accennati, e accarezzò la vita stretta.
Dio! Quanto tempo era passato dall'ultima volta che aveva baciato così qualcuno? O che aveva toccato un corpo in quel modo? Davvero, davvero troppo e trattenersi non fu facile.
Si concesse un'ultima carezza al suo fianco, sotto la maglietta, sfiorando la sua pelle coperta dai brividi e poi sentirono entrambi il bisogno di tornare a respirare normalmente. Si staccarono e senza lasciare la sua pelle Greg gli si accoccolò sopra, nascondendo il viso nell'incavo del suo collo. Cole, rosso fino alla punta delle orecchie, sorrise stringendo di più le braccia attorno al collo dell'altro. In quel momento si sentiva completo.
-Ho bisogno che tu risponda a questa domanda- disse guardandolo negli occhi scuri, vicinissimi ai suoi.
-Tutto quello che vuoi- rispose, mentre se ne stavano entrambi sdraiati di lato, uno difronte all'altro, appiccicati per non rischiare che Cole cadesse.
-Perché proprio io? Cioè... è pieno di bellissimi ragazzi in giro... anzi, uomini quindi perché hai scelto me?-
Gregory lo guardò sorpreso ma fece crescere sul proprio volto un sorriso.
-Non ti ho scelto... non cercavo una relazione ma poi sei arrivato tu e... ho capito che se devo andare avanti voglio farlo con te.-
Cole sentì che adesso il cuore aveva finito di riassemblare i propri pezzi, già aveva cominciato a farlo dopo quel bacio mozzafiato e lo sentì battere fortissimo.
-Ah... e, che resti fra noi, vado matto per i ragazzi con le lentiggini- scherzò, facendo ridere entrambi. -Be', di quelle ne ho da vendere!- aggiunse il rosso, scaturendo sempre di più le loro risate. -Buon per me!- esclamò il corvino buttandosi sul suo collo, facendogli il solletico coi baci.
-Sai una cosa?- chiese Gregory, quando smise di solleticarlo ovunque e le risate si furono calmate.
-Che sono bellissimo? Lo so già- scherzò il rosso, facendo un'alzata di spalle superficiale e facendo finta di pavoneggiarsi come una diva. -Apparte questo...- ridacchiò Gregory.
-Che cosa?- chiese incuriosito Cole ritornando serio.
-Che mi era mancato tutto questo e che anche se sarà difficile andare sempre più avanti con te, sono già sorpreso di vedere dove siamo arrivati fino ad ora, so che sto facendo la cosa giusta e non mi tirerò indietro.-
Il viso di Cole si fece rosso di nuovo, anzi più di quanto già non lo fosse, e si morse il labbro, per poi lasciarlo subito andare.
-No, fallo ancora- mormorò ad un soffio dalla sua bocca. Cole così fece e si ritrovò la bocca dell'altro contro la propria in un tocco di cui, ne era sicuro, non ne avrebbe mai avuto abbastanza.
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E poi trovo questi bellissimi disegni che mi ricordano tanto i miei bambini!
Loro sono due personaggi di un corto animato che consiglio vivamente a tutti di vedere perché è semplicemente fantastico! Si chiama "In a heartbeat" e lo trovate tranquillamente su Youtube.
Chiusa parentesi, spero che il capitolo vi sia piaciuto, al prossimo! :D
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