Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

31.

Mark finì di piegare la maglietta che aveva tra le mani, poi la posò sulle altre ordinatamente sistemate nella valigia, che richiuse subito dopo. Raddrizzò la schiena e sospirò, ammirando il suo lungo lavoro finalmente concluso e svolto nella maniera più veloce e pratica possibile.
Fu distratto dal tono incitante col quale Daniel stava parlando dall'altra parte della stanza d'albergo. Si mise in ascolto, incuriosito dalle sue parole, che parevano alquanto spassose alle sue orecchie. Non perse un secondo di più, uscì dalla stanza dirigendosi in quella adiacente ad essa, ovvero la camera da letto.
Trovò il marito appollaiato sul materasso ed il figlio spaparanzato a pancia in giù sul suo ventre, il quale sembrava più concentrato sulla propria mano posata sul mento del papà.
-Avanti Will, devi dire "Papà Daniel è il migliore", forza piccolo!- lo incitò ancora una volta il corvino, afferando le mani di William per agitarle delicatamente. Mark soffocò una risatina continuando a guardare di nascosto.
-Dì "PA-PÀ", su!- sillabò Daniel, incoraggiando il piccolo, che riusciva solo a mugulare qualche versetto, distratto da quella superficie ruvida e così interessante.
-È ancora troppo piccolo per parlare, Daniel!- disse improvvisamente il biondo divertito, attirando l'attenzione di entrambi su di sé.
-Ma è mio figlio, imparerà subito!- rispose l'altro scherzoso, con tutta sincerità, proprio non lo sapeva a che età i bambini cominciassero a parlare.
-Forse tra quattro o cinque mesi, sì. Nemmeno è capace di gattonare adesso!- si avvicinò ai due e vi si sedette accanto sul materasso.
-Non vedo l'ora di vederlo gironzolare per casa mentre ci chiama Papà- disse il corvino, cercando di tenere in equilibrio il corpicino del figlio ora seduto sul suo petto.
Mark sorrise dolcemente a quel pensiero -anch'io- poi si abbassò quel poco che bastava per far incontrare le loro bocche e scambiarsi un lungo bacio.
-Dobbiamo esserci sempre per lui, quando farà i primi passi voglio essere presente, con te. Quando dirà la sua prima parola non voglio mancare...- mormorò Daniel, mentre Mark si accocolava al suo corpo, sdraiandosi come lui per guardarlo meglio negli occhi.
-Certo che ci sarai, amore. Ci saremo sempre- rispose il biondo, sorridendo per rassicurlo.
-Sì... non voglio che gli impegni e il lavoro mi distraggano da mio figlio. Voglio vederlo crescere- approdondì il discorso, rendendolo più serio. Portò lo sguardo sul piccolo, impegnato a ciucciarsi una manina insalivandola tutta. Mark guardò il suo profilo con attenzione, catturato profondamente da quelle parole.
-Lo so, Daniel. Vedrai che non succederà- rispose con sicurezza, compiaciuto nel vedere annuire l'altro. Anche se dentro di sé Daniel tutta quella sicurezza non la sentiva.
-Tra quanto parte l'aereo?-chiese cambiando discorso.
Mark sbuffò -Tra poco più di un paio d'ore... dobbiamo veramente prenderlo?- chiese sarcastico, accompagnando le parole con un lamento.
-Se dipendesse da me, ci saremmo già trasferiti qui- rispose l'altro ridendo.
-Magari! Sarebbe il mio sogno- esclamò concordando col marito. -Però, se siamo veloci, il tempo per un ultimo bagno lo troviamo- aggiunse, dopo averci ripensato su.
Il viso di Daniel si illuminò improvvisamente -che stiamo aspettando allora?-
Un attimo più tardi, tutti e tre erano immersi tra le onde, godendosi quegli ultimi raggi di sole e quel mare che presto sarebbe stato chilometri e chilometri lontano da loro. Erano tentati a fuggire, a restare lì per sempre, a perdere quell'aereo che li avrebbe ricondotti alla loro realtà, alla vecchia e solita vita di tutti i giorni.
Si godettero quegli ultimi brevi istanti insieme, tristi per la fine di quel pezzetto di pace ma felici per averla anche solo provata. 

-Stai scherzando?! Ma è orribile!- esclamò indignato il biondo, con gli occhi sgranati. -Purtroppo no! Dio... non mi sono mai sentito più preso in giro come in quel momento!-
-Lo credo, che diamine! Fossi stato in te lo avrei ribaltato di schiaffi!- intervenne Daniel, sconcertato.
Erano tornati dalle vacanze quella sera stessa per l'ora di cena, trovandola pronta e servita grazie a Gregory.
E adesso erano in salotto dove Greg stava raccontando loro di Paul e di quello che gli aveva fatto.
-Come si può essere così cattivi e meschini?! Che persona spregevole!-
Continuarono per una buona mezz'ora a parlare, tra insulti rivolti a quel demente e consolazioni al malcapitato.
Ad un certo punto il telefono di Daniel squillò, come, per i gusti di Mark, lo aveva fatto già troppe volte da quando il marito era in vacanza dal lavoro. Quest'ultimo si alzò dal divano sbuffando e scusandosi, dirigendosi verso la sala da pranzo, dove lo aveva lasciato. Il biondo lo seguì con lo sguardo finché non raggiunse la cucina e sparì dalla sua vista.
Sapeva già chi poteva essere e cercò di restare in ascolto, Gregory aveva intuito già da subito dallo sguardo infastidito di Mark che qualcosa non stava andando alla perfezione.
-Non mi disturbi, di cosa hai bisogno?- il biondo si lasciò andare sullo schienale del divano dove poco prima era accomodato anche suo marito e, pur sapendo non essere corretto, continuò ad ascoltare.
-Secondo cassetto a destra... no, scusa, a sinistra.-
Ci fu una breve pausa mentre dall'altra parte qualcuno stava risponendo.
-Domani pomeriggio. Sì, avremo il turno insieme...- l'altro parlò ancora e dopo qualche secondo Daniel scoppiò a ridere di gusto. Passarono pochi brevi minuti, si scambiarono la buona notte e poi riattaccò, ritornando in salotto.
Ignorò l'atmosfera cupa che sembrava essersi improvvisamente creata, potendone anche indovinare la causa, e si rimise al suo posto.
-Vado a dormire, ho molto sonno... il viaggio è stato stressante. Il piccolo tra poco deve mangiare, ci pensi tu?- disse mentre si alzava, stiracchiandosi e sbadigliando, senza concedergli troppi sguardi.
-Certo. Ti raggiungo tra non molto- rispose, tirandogli una lieve pacca sul sedere. Avrebbe preferito un bacio, ma lui sembrava non volerlo nemmeno degnare di uno sguardo. Non poteva biasimarlo, ma non poteva farci assolutamente nulla perché era in una posizione difficile a lavoro e non aveva molta scelta che eseguire.
Mark diede la buonanotte ad entrambi, salì le scale e sparì nella camera da letto.
-Ti va una birra?- chiese portando gli occhi su Gregory che annuì, avevano un po' di cose di cui anche solo chiacchierare.

Daniel mise il figlio nella culla, spense la luce e si infilò nel letto. Mark gli dava le spalle e sembrava dormire profondamente, così si accostò alla sua schiena e avvolse un braccio attorno al suo corpo raggomitolato.
Il biondo spalancò gli occhi, perché la realtà era che non era riuscito a prendere sonno e aveva passato tutto il tempo a rigirarsi e scacciare i pensieri. Così si girò dall'altro lato, facendo quasi sussultare Daniel, che allentò la presa sul suo corpo.
-Scusa, non volevo svegliarti- mormorò vicinissimo al viso del biondo.
-Dovresti scusarti per altro- soffiò senza controllo, indietreggiando e, per quanto possibile a causa del buio che li avvolgeva, guardandolo negli occhi.
Daniel sospirò -E per cosa esattamente?-
-Lo sai benissimo!- alzò la voce il biondo, mettendosi seduto.
-Ho bisogno che me lo dica tu- in quel momento voleva solo chiarezza, sapeva che le chiamate del suo collega erano fastidiose e insistenti, ma era lavoro e lui non poteva farci molto. Cosa poteva fare oltre che cercare di evitarlo il più possibile? Era pur sempre una persona e mica poteva trattarlo come lo stronzo che non era... soprattutto se egli era un parente stretto del suo capo!
Sì, avevano tanto bisogno di parlare e chiarire una volta per tutte, tutte quelle occhiatacce, frecciatine e musi lunghi cominciavano a stancarlo.
-Scherzi, vero?- aumentò il tono e si lasciò prendere dalla gelosia e in quel momento nulla poté fermarlo.
-Tu non fai niente e io devo sopportare la sua invadenza!- esclamò riavvicinandosi al marito, ora con fare minaccioso. Daniel allungò un braccio verso l'interruttore accanto al letto e accese la luce per poterlo guardare meglio negli occhi, ma non fece in tempo a mettersi seduto che si ritrovò l'altro sopra il proprio corpo che lo bloccava.
-Ne ho pieni i coglioni- disse a denti stretti, gli occhi in fiamme e il viso vicinissimo.
-Mark, ascoltami... lo sai che...-
-Girati- disse deciso, interrompendo le sue parole insensate, non voleva sentire stupide scuse, in quel momento.
-C-Cosa?- domandò con espressione confusa.
-Ho detto girati, cazzo!- esclamò, trovando chissà dove la forza e con un movimento "aiutarlo" a girarsi.
-No, aspetta... è tanto che non lo facciamo così...- farfugliò mentre il biondo si spogliava senza ascoltarlo minimamente. Con un movimento secco e veloce abbassò i pantaloni corti del moro quanto bastò. -Ehi, un momento...!- Mark lo ammutolì mordendolo sulla spalla facendolo mugolare dal leggero dolore, intanto con una mano si masturbava e con l'altra si teneva saldo sulla sua schiena. Daniel non fece troppa resistenza, pur essendo consapevole del dolore che avrebbe provato di lì a poco. Ma era pur sempre un atto condiviso con la persona che amava e il piacere era incluso nel pacchetto. Se quello era l'unico modo per il marito di sfogarsi allora poco poteva farci, lui non stava facendo niente di cui non ne fosse consenziente.
Quando sentì la punta leggermente umida e il pene fu abbastanza duro, fece alzare il bacino del moro mettendolo a quattro zampe, esponendolo di più. Non aspettò oltre e con un colpo deciso lo penetrò in profondità.
Daniel si poggiò sugli avambracci e soffocò un grido di dolore mordendo forte il cuscino sotto la propria testa.
-Cazzo... rallenta!- in risposta Mark spinse ancora più forte, raggiungendolo più in profondità e facendolo praticamente urlare. Non essendo stato preparato Daniel sentì il fondoschiena dolere sempre maggiormente e la carne aprirsi con forza e prepotenza per poi chiudersi e stringersi attorno al pene del biondo. Quest'ultimo sospirò di piacere da quella sensazione che da molto non provava, tirando indietro la testa e gemendo senza ritegno senza preoccuparsi di svegliare il figlio. Continuò a penetrarlo con poca grazia finché anche l'altro non gemette quando venne colpito nel punto più sensibile, dove il piacere andava alle stelle.
I gemiti di dolore divennero di puro piacere, un piacere che da molto non provava e sì, un po' gli era mancato. Gemeva insieme al marito, mentre entrambi venivano attraversati da tremolii e le gocce di sudore andavano a ricoprire la loro pelle.
Daniel ansimò sentendo le gocce del proprio sperma bagnare il lenzuolo sotto di lui e parte del ventre. Accompagnò le ultime spinte dell'altro andandoci incontro, sbattendo i propri fianchi stretti tra le mani dell'altro contro quelli di quest'ultimo. Quando anche Mark raggiunse il piacere più alto, schizzò il seme dentro il marito, ansimando stravolto da quei movimenti veloci e quel piacere immenso. Stare sopra era decisamente più stancante!
Emettendo gli ultimi gemiti uscì dall'amante e coi polmoni che si riempivano e svuotavano alla velocità della luce si sdraiò sul materasso, guardando il soffitto color crema della loro camera da letto.
Daniel si lasciò andare e prese l'esempio del biondo, sdraiandoglisi accanto. Nessuno disse niente, perché nessuno aveva niente da dire, in quel momento così inaspettato. Solo i respiri affannati riempivano il silenzio.
Qualche minuto dopo Mark diede definitivamente le spalle a Daniel e stanco persino di pensare si addormentò in pochi secondi. Poco dopo anche Daniel lo fece, sentendo sensazioni che da tanto non provava dall'ultima volta che avevano cambiato i ruoli a letto... e di certo non si aspettava che sarebbe successo in questo modo, ovvio. Ma ne era valsa la pena, anche se il giorno dopo si sarebbe svegliato con il culo dolorante, sicuramente.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro