26.
La madre di Cole era bassa, l'altezza doveva averla presa tutta dal padre, constatò Gregory, i lunghi capelli rossi come quelli del figlio erano raccolti in uno chignon disordinato alto e i suoi occhi verdi come il prato erano spalancati in un'espressione incredula... o forse solo poco sorpresa.
-Mamma, ti prego, lascia che ti spieghi...- le parole uscivano tremanti dalle sue labbra gonfie, le mani tremavano e gli occhi nocciola si erano fatti lucidi. La madre di Cole spostò lo sguardo prima sul figlio poi sull'uomo alto dietro di lui, poi di nuovo sul figlio.
Aprì la bocca per parlare, ma Greg credette non sapesse cosa dire visto che la richiuse subito dopo. Portò il palmo alle labbra e soffocò un 'oh mio Dio' mentre guardava quel viso da bambino percosso dalle botte. Cole avanzò ed entrò in casa, ma proprio quando solcò la porta, in quel momento sua madre ritrovò le corde vocali.
-Che... che ti hanno fatto?!- urlò, gli occhi stanchi, la voce incontrollata, il volto fattosi colore dei mattoni. Accecata dalla rabbia quasi le venne la voglia di alzare il braccio e tirare uno schiaffo al figlio, ma sembrò ripensarci, spostando lo sguardo sullo sconosciuto che se ne stava fermo sulla porta.
-Chi è quest'uomo, Cole? Esigo delle spiegazioni!- esclamò, avvicinandosi, il viso rosso di rabbia che la donna cercava di contenere.
Gregory cercò di sorridere, era a disagio e non si mosse di un millimetro -lui è...- ebbe un flash in cui diceva a sua madre il nome del ragazzo di cui si era innamorato. Balbettò parole incomprensibili e Gregory parlò al suo posto.
-Mi chiamo Gregory McCarthy signora, e...- ma Cole lo interruppe.
-Mamma lui non mi ha fatto niente, mi ha aiutato a medicarmi ed ora è qui per dirti come sono andate le cose, perciò ti prego di ascoltarlo e credermi questa volta.-
La donna li guardò incredula, accantonando, solo per il momento, il fatto che quel nome l'aveva già sentito e sapeva anche da chi.
-Ditemi cosa è successo, adesso!-
Gregory si diede il permesso da solo di entrare lasciando che Cole chiudesse la porta subito dopo.
Ora la rabbia e la delusione più totale si erano impossessate di lei, riusciva a malapena a trattenersi dallo scoppiare a piangere davanti a quell'estraneo. L'estraneo con cui sperò con tutta se stessa, vista la non poca differenza di età con Cole, non era quello che si scopava suo figlio.
Era talmente arrabbiata che in quel momento poteva credere possibile qualunque cosa pur di potersela prendere con Cole.
Ma si sforzò di ascoltare.
-Innanzitutto mi scuso per l'intrusione, ma Cole ha insistito tanto affinché io fossi qui, quindi ho dedotto che forse era davvero importante la mia presenza. Lasci che le spieghi come sono andate le cose; Cole ha solo cercato di compiere un'azione a fin di bene, non ha provocato lui la rissa ma purtroppo non ha trovato altro modo per difendersi...- venne bruscamente interrotto dalla voce fattasi nervosa del ragazzo.
-Mamma lo sai che non lo avrei fatto se non fosse stato necessario, perché ti ho promesso con tutto me stesso che non ti avrei mai più fatta preoccupare... ma lui voleva fare del male a Clare, mamma! Dovevo fermarlo o avrebbe potuto... avrebbe potuto...- si inorridì al solo pensiero di quelle manacce sul corpo della sua amica e adesso si sentiva bene al pensiero di averlo fermato.
-Chi? Chi voleva farle del male? E cosa c'entri tu in tutto questo? Perché devi sempre finirci tu nei guai?- domandò a raffica, mentre il respiro si era fatto pesante ma la voce di Cole aveva preso coraggio. -Qualcuno doveva fermarlo! Se non ce l'ho fatta con le buone allora ho dovuto usare le cattive, mamma, Travis Norton mi odia, qualsiasi pretesto è buono per alzare le mani e provocarmi!-
Lo aveva detto, aveva detto quel nome ed ora sua madre era inferocita, come una leonessa a cui hanno appena fatto del male ai suoi cuccioli.
Perché quel nome lo aveva sentito fin troppe volte per suoi gusti, dai professori, dal preside, ma mai da suo figlio. Il comportamento di quel ragazzo era da tipico bullo, ma sapeva che Cole non era il tipo che si faceva mettere i piedi in testa e questo lo portava ad essere ancora più odiato da quel Travis. Cole non si sentiva bulleggiato da quest'ultimo ma quando esagerava con gli insulti e le provocazioni lui dava di matto e non riusciva a trattenersi. Questo sua madre ormai lo sapeva.
La rabbia prese il sopravvento e la fece parlare senza dare troppa attenzione alle parole.
-Io lo sapevo, lo sapevo che prima o poi me lo avresti detto quel nome... io lo denuncio Cole, lo denuncio e tu cambierai scuola, studierai e basta, passerai le giornate sui libri e non ti muoverai di casa...-
-Cosa?! Ma io cosa c'entro?! Io ho solo cercato di fermarlo! Sono cambiato mamma, te lo giuro... non sono più il ragazzino di prima che si divertiva a combinare casini... io, solo... non ce la faccio a trattenermi, quel tipo mi manda in bestia, voleva fare del male! Io l'ho solo fermato! L'ho fatto come ho potuto, ero accecato dalla rabbia, io... io...- Cole aveva gli occhi liquidi, Greg lo sentì mandare giù il groppo di saliva che aveva in gola e guardò la donna.
Non si sentì mai così tanto nel posto sbagliato al momento sbagliato come in quel giorno. Non erano affari suoi quelli e di sicuro quella faccenda era tra madre e figlio e non madre, figlio e tizio completamente a caso che la madre del figlio non aveva mai visto in vita sua.
-Signora, se permette, visto che ormai sono qui, vorrei dirle la mia. Io non la conosco, ma credo di conoscere Cole abbastanza da poter dire che è un bravo ragazzo. Quello che le ha detto è vero e mi ha raccontato come si stia impegnando a renderla una madre orgogliosa di lui. Le vuole bene e sa dove ha sbagliato fino ad ora, ma sa anche come rimediare e vuole solo del tempo per dimostrarglielo e con tutta sincerità dubito che otterrebbe qualcosa chiudendolo ancora di più sotto una campana di vetro.-
Il viso della madre di Cole si fece rosso, lei ci vide rosso e quasi sembrò scoppiare.
-Lei chi è e come si permette di dirmi come educare mio figlio?! Lei non sa nulla su come mi senta ogni volta che Cole mette piede fuori casa, quando resta fuori più del dovuto, quando...- ma le parole le morirono in gola e finalmente diede sfogo alle lacrime, sentiva la gola dolerle dal magone e il labbro tremare. Cole si avvicinò a lei, diede un'occhiata di gratitudine mista a rassicurazione a Gregory, impallidito come un lenzuolo, forse aveva esagerato, e prese la madre fra le braccia.
-Mamma mi dispiace- fu tutto quello che disse, stringendola sempre più forte e sovrastandola con la sua altezza. -Non accadrà più, te lo prometto, ma non prendertela con Gregory, lui non c'entra nulla...- abbassò il viso e portò le labbra al suo orecchio, sussurrando in maniera tale che solo lei potesse sentire -non era così che volevo presentartelo, ma lui è la persona di cui mi sono innamorato... anche se lui ancora non lo sa- aggiunse con tono triste. Sua madre era immobile tra le sue braccia, non sapeva più cosa dire.
Dopo qualche lungo secondo di silenzio, Gregory parlò con un po' di incertezza.
-Le chiedo scusa, non volevo insinuare nulla- Cole si staccò dall'abbraccio per permettere a Greg e sua madre di guardarsi negli occhi.
-Ma non deve vivere con la paura di perderlo, so che è difficile ma deve avere piu fiducia in lui...- la sua voce prese sicurezza e si avvicinò alla donna, il modo gentile che usava la mise a suo agio. -Perdere qualcuno è terribile, questo lo so bene... ma se la persona a cui vogliamo bene la teniamo troppo stretta a noi, è impossibile poi evitare il suo allontanamento. Ho una madre anch'io e, mi creda, è la donna più testarda che io conosca ed io forse lo sono più di lei, ma so che mi vuole bene, proprio come lei ne vuole a Cole. Deve solo lasciarlo crescere, ha tanto da imparare... ma ora non voglio essere più impertinente di quanto io non lo sia già stato, perciò è meglio che vada- mostrò il palmo della mano in segno di saluto, fece per voltarsi ma la donna lo richiamò.
-Mi perdoni, non volevo risponderle in quel modo, veramente non so più nemmeno cosa dire...- Cole, che era rimasto spiazzato dalle parole del corvino, si mosse solo in quel momento.
-Mamma, ti voglio bene e l'unica cosa che voglio è smetterla di mettermi in pericolo. Voglio che tu sia felice ed io vorrei tanto che questa storia finisse... farò il necessario per stargli lontano e cercare di mantenere la calma alle sue provocazioni. Non sarà facile, ma devo farlo per me stesso e per la tua serenità.-
Gregory rimase a guardare sorridendo dolcemente, mentre pensava a lui e sua madre che ancora litigavano dopo tutto quel tempo, dopo tutto quello che era successo.
-Ci proverò Cole, proverò a fidarmi un po' di più, ma sarà difficile, amore mio. Sei ancora il mio piccolo bambino e lo sarai sempre, promettimelo, ma promettimelo veramente, che non farai mai più una cosa del genere e che non tornerai più a casa conciato così- gli prese il voltò fra le mani e lo accarezzò con pollici, dandogli tutto l'amore che una madre può provare per il suo bambino. -Promettimelo- mormorò con le lacrime agli occhi, sorridendo appena.
-Te lo prometto, mamma- rispose Cole, facendosi prendere tra le sue braccia, cercando allo stesso tempo di ignorare quei nomignoli che aveva appena usato. Anche se ormai aveva passato tutto il tempo a cercare di non imbarazzarsi troppo per la presenza di Gregory, parlando a sua madre in quel modo.
Quando si staccarono la donna si voltò verso Gregory, -grazie per esserti preso cura di lui- mormorò asciugandosi le lacrime e ammirando quel dolce sorriso sul volto dell'uomo.
-Mi chiamo Dora- gli porse una mano curata e lentigginosa, Gregory la strinse e le sorrise gentile.
Se quello era l'uomo di cui Cole si era innamorato cosa avrebbe potuto farci? Poco o niente, l'amore viene e va come vuole, questo lei lo sapeva benissimo. Era un adulto, era troppo grande per suo figlio, ma credette di essersi persino lei innamorata di quegli occhi scuri e quel sorriso gentile. Se Cole era felice con lui, allora lei poteva solo esserlo a sua volta per il figlio. Maledì quel brutto pensiero che aveva inizialmente fatto perché sapeva che Cole su una questione come l'amore non aveva mai scherzato. Almeno su una cosa di lui si fidava ciecamente.
-Grazie- mormorò sulla porta di casa chiusa, poggiandovi la schiena e guardando gli occhi sorridenti del corvino di fronte a lui. -Figurati, è stato bello vederti fare pace con tua madre, è una brava donna... e ti vuole tantissimo bene, si vede- gli rispose, mettendo entrambe le mani nelle tasche dei jeans. In quella posizione Cole pensò che appariva ancora più sexy, sempre se fosse stato possibile esserlo più di quanto già non lo era.
-Lo so, ma so anche che con le ramanzine non ha finito e sono fortunato se tra poco andrà a lavorare!- disse l'ultima frase abbassando la voce con fare scherzoso. Gregory rise, poi Cole tornò a guardarlo -be', credo ci rivedremo domani per il dipinto, spero di concludere il lavoro così quando torneranno dalla vacanza potranno vederlo finito.-
-D'accordo, ti aspetterò, fai il bravo- rispose, arruffando con una mano i suoi capelli già in disordine e sparati ovunque. Be', era carino anche spettinato e fu certo di aver pensato ad una cosa del genere, tanto che sentì la voglia di scappare da lì all'istante.
Cole arrossì -grazie ancora, Greg.-
E lo abbracciò, ancora una volta, non volendolo più lasciare o che quel momento finisse.
-A domani- risposi staccandosi e poi andò via.
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