18.
-Non ci crederai, ma mia madre, quando scoprì della mia prima relazione seria volle sapere ogni minimo particolare immaginabile. Io ovviamente rimasi sul vago, insomma mica me lo dovevo sposare! Ma lei era talmente curiosa che, non ricordo con quali magie oscure, riuscì a scoprire dove abitava e andò da lui per conoscerlo di persona- risero entrambi e Cole poté gioire nel sentire come l'altro si fosse riferito ad un qualsiasi lui. Greg sembrava non averci fatto caso, o forse per lui tutto quello era naturale, come giusto deve essere. -Non ci credo! Speriamo non arriverà mai a tanto anche mia madre!- risero ancora ma stavolta il rosso non poté non notare una scintilla di tristezza negli occhi carbone dell'altro. -Augurati invece che lo faccia, significherebbe tante cose- solo in quel momento Gregory capì di essere un vero idiota, di come tutta quella rabbia nei confronti di sua madre era solo rabbia repressa da molto, troppo tempo. E l'unica cosa che lei aveva cercato di fare era stato aiutarlo a cacciare per sempre quel rancore, anche se purtroppo invano.
Cole sembrò non capire al cento per cento quelle parole, così Gregory fece un dolce sorriso, -forse dovresti essere felice se si preoccupa tanto per te, al posto di nasconderle quello che fai- disse, alludendo al discorso di poco prima e ripensando a come Cole volesse tenere segreto anche il solo fatto di lavorare. -Oh, be' c'è molto che non sai...- l'altro lo interruppe, consapevole di aver detto troppo -hai ragione, sembra che oggi non faccia altro che mischiarmi negli affari tuoi... sembro le nostre madri- risero insieme, mentre Cole non poteva far altro che pensare a quelle parole che poco prima Greg aveva detto al telefono.
Quando Mark tornò a casa col figlio trovò i due a ridere come matti spaparanzati sul suo divano. Li guardò attentamente per interi secondi; le loro espressioni erano felici e solari ed erano talmente assorti nella loro conversazione che non lo avevano nemmeno sentito entrare.
-Oh cavolo, ma che ore sono?!- esclamò il ragazzo, dopo aver salutato il padrone di casa, mettendo fine alle risate di poco prima. -Le sette e mezza... hai un coprifuoco?- domandò scherzosamente Gregory. Mark poté notare la grande quantità di confidenza tra i due e non gli sfuggirono i comportamenti sempre timidi e agitati del più piccolo nell'interagire con Gregory... non fu nemmeno la prima volta che lo notò.
-È tardissimo, devo scappare!- sbottò, correndo in direzione dell'attaccapanni, borbottando delle scuse. Quando fu pronto Gregory lo accompagnò alla porta mentre Mark era rimasto a guardare la scena.
Appena la richiuse si voltò verso il biondo il quel aveva un'espressione maliziosa che Greg fece finta di non vedere. -Devo fare una chiamata, dopo vengo ad aiutarti con la cena- detto ciò sparì nella camera ospiti, lasciando Mark sempre più sicuro delle proprie ipotesi.
-Quindi, ricapitolando, voi due ve ne andate alle Hawaii per una settimana lasciandomi la vostra casa?- ripeté il riassunto del discorso Greg, guardando incredulo negli occhi di Daniel, che invece li sgranò -sì ma non gridare, ti ho detto che è una sorpresa!-
Daniel aveva preparato una bellissima vacanza da già molti mesi, la presenza di Greg non era un problema; gli avrebbe lasciato la casa, vista la sua voglia di starsene lontano da Portland per un bel po'.
Aveva realizzato il tutto alla perfezione e la partenza era prevista per due giorni dopo... forse era un po' rischioso dirglielo così tardi, ma una sorpresa è una sorpresa!
-Mi spiace non avertelo detto prima... ma sai come sono fatto; mi ricordo a malapena dove vanno le mutande sporche- risero e Greg gli augurò buona fortuna per quando avrebbe comunicato la notizia al marito.
Il giorno dopo, quando Mark rientrò dopo un pomeriggio a casa dell'amica, Greg sparì in camera da letto per lasciare i due da soli, non voleva rovinare quel momento intimo e romantico. Daniel quella stessa mattina aveva approfittato dell'assenza del marito per preparare valigie e tutto ciò che era essenziale e importante per la vacanza, anche se era a conoscenza della sua incapacità di preparare uno misero zainetto, e sicuro del fatto che a perfezionare ogni cosa ci avrebbe pensato Mark... lui era molto più pratico ed indicato per questo genere di cose.
-Sono a casa!- esclamò, entrando dalla porta d'ingresso. Daniel aveva finito in tempo e prima del suo ritorno, così da fargli trovare tutto "pronto", per rendere il tutto una sorpresa ancora più bella.
-Ehi, com'è andata la giornata?- Chiese Daniel, spuntando dalla camera da letto e raggiungendo il marito, prima che potesse farlo lui. Lo baciò leggermente sulle labbra e dalle sue braccia prese il figlio precedentemente accoccolato tra quelle del biondo.
-Alla grande, Chris è praticamente innamorata di Will e la cosa è reciproca! Dovresti vederli!- Disse, sorridendo al pensiero della piacevole giornata trascorsa con la migliore amica. -Ma dai, che carini! Bè, se ci pensi, Christa ha una specie di profondo legame con Will, lei rimane sempre la persona che lo ha cresciuto per i primi nove mesi- rispose, aiutando il marito a spogliarsi, per poi posare felpa e scarpe al loro posto, vicino all'ingresso.
-Effettivamente è così...- concordò, -e Greg come sta?- chiese poi, asciugandosi le piccole goccioline di sudore che aveva sulla fronte. -Santo cielo, fa davvero un caldo assurdo! Sembra di stare in Africa!- aggiunse sbottando esausto, dirigendosi in cucina, seguito da un divertito e assolutamente concorde, Daniel -sta bene ed è in camera, starà facendo un sonnellino-
Mark annuì e si parò difronte al frigorifero per poi aprirlo ed estrarne una bottiglietta d'acqua fresca. Ne bevve un lungo sorso e fece per offrirne uno anche al marito, che però rifiutò, facendogli cenno di seguirlo. In totale silenzio, Mark lo seguì, quell'aura misteriosa che Daniel emanava l'aveva immediatamente notata, e ora era più che curioso e ansioso di scoprire cosa quel matto avesse escogitato.
Attraversarono lo stretto e lungo corridoio che li portava direttamente alla porta accuratamente chiusa della stanza. Daniel aveva in braccio il piccolo, così Mark intuì e da solo ma, soprattutto dubbioso e anche leggermente spaventato e preoccupato, abbassò la maniglia della porta, per poi aprirla lentamente. Daniel aveva un sorriso a trentadue denti ad illuminargli il viso e Mark non poteva che sgranare allibito e sorpreso gli occhi, alla vista delle valigie posate affianco al letto. -È davvero... è davvero quello che penso?!- mormorò, fissando incredulo i borsoni ammassati davanti ai propri occhi, mentre sul suo viso stava lentamente crescendo un bellissimo sorriso. -Secondo te?- domandò ironico il corvino, avvicinandosi all'altro.
-Oh mio dio, ma è fantastico!- esclamò, voltandosi improvvisamente e circondando il suo corpo e quello del figlio con le proprie braccia e gambe. Dan rise e a stento riuscì a non cadere con entrambi praticamente in braccio a lui.
-E dove mi porti?- chiese, staccandosi e sorridendo, era veramente felicissimo! Aveva passato tutti gli ultimi giorni a pensare e a sognare di andare in vacanza, era come se Daniel gli avesse letto nel pensiero.
Entrambi si sedettero sul comodo materasso, affianco ai borsoni.
-Andiamo al mare- lo informò Daniel, ma senza però togliere tutte le sue curiosità. -Mh-mh e più precisamente, dove?- chiese, sempre più impaziente di sapere, stava cominciando ad odiare quella suspense.
-Non lo so... tu dove vorresti andare?- -Io? Io ovunque tranne che qui!- sbottò, ridendo col marito. -Dai, sto impazzendo, dove mi porterai?- un secondo di più e avrebbe rotto qualcosa se suo marito non avesse sputato il rospo.
L'altro non disse nulla; infilò la mano libera nella tasca e, senza perdere il contatto visivo con l'amante, tirò fuori i biglietti dell'aereo. Mark fu attirato da quel movimento, posò gli occhi su quei due semplici pezzi di carta, ci mise qualche secondo in più per comprendere. Quando capì, sorrise, riportando gli occhi in quelli del marito. Quest'ultimo gli porse i biglietti, il biondo li afferrò e, sempre più impaziente, lesse la destinazione del viaggio. -D-Daniel... s-sei... sei matto?- sussurrò incredulo, continuando a fissare la scritta Hawaii. Daniel rise, col braccio libero circondò le spalle del marito, che era ancora imbambolato e con la bocca spalancata.
Quando finalmente si girò, aveva gli occhi lucidi e pieni di emozione, li puntò in quelli del corvino e, senza dire una parola, avvicinò le labbra alle sue. Fu un bacio leggero, dolce, di gratitudine e amore.
-Grazie Dan- mormorò poi, tirando su col naso. -Ti amo!- esclamò subito dopo, scoppiando a piangere. Daniel, senza perdere il sorriso, sussurrò: -Non piangere! Ti amo anch'io.-
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