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Salvataggio in extremis

Ancora scosso dall'incontro con quella ragazza, Squall uscì sul terrazzo della sala a prendere una boccata d'aria.
Appoggiato al parapetto rifletteva.
Perché mi ha colpito così tanto? Neanche la conosco!
Non credo ai colpi di fulmine, IO!
E poi sto benissimo da solo!
Non ho bisogno di nessuno.
Una voce improvvisa lo fece trasalire.
-Sei un allievo provetto! E balli pure bene!
Era la professoressa Quistis, che si avvicinò a lui. Squall era leggermente infastidito dal fatto che fosse stata violata la sua pace, tuttavia rispose educatamente un "grazie".
Entrambi rimasero in silenzio per qualche minuto. Squall si domandò perché Quistis stesse lì senza parlare e anche perché non se ne andasse.
-Voleva dirmi qualcosa?-sbottò infine.
Quistis rispose con tono leggermente irritato:
-Balli con una sconosciuta, ma non riesci a stare cinque minuti con me??
Squall rimase un po' stupito da quella reazione.
-No. È che mi sembra strano che stai lì senza dir nulla...
Quistis fece una risatina.
-É vero... in realtà ho un ordine per te. Conosci la Zona Segreta, nel Centro d'Addestramento? A volte gli studenti si incontrano lì dopo il coprifuoco.
Squall era sbalordito: prima di tutto non si aspettava di ricevere ordini la sera del Diploma! E in più, non capiva che cosa avrebbe mai dovuto fare lì! A meno che...
-Non andremo mica a dirgli di rispettare il coprifuoco?!-esclamò, seccato.-Se è così, che ci pensi il Comitato Disciplinare piuttosto!
Quistis non rispose, ma di nuovo fece una breve risatina.
-Cambiati e recati alla Zona Segreta.
Ci pensò un momento e poi aggiunse:
-Questo è il mio ultimo ordine...
Squall la guardò perplesso:
-Che significa "ultimo ordine"?
-Capirai...-disse Quistis prima di allontanarsi.
Squall capì che non aveva molta scelta: tornò nella sua stanza, si cambiò e si diresse al Centro Addestramento.

        *******

Il Centro era una zona del Garden molto particolare: era una sorta di  riproduzione di una vera e propria giungla, con alberi, fiumiciattoli e zone paludose. Ad ogni metro si poteva incappare in mostri lasciati liberi, alcuni dei quali molto pericolosi. Infatti, non tutti gli studenti avevano libero accesso a quell'area.
Trovò Quistis all'entrata, e insieme andarono fino alla Zona Segreta, che si trovava circa a metà del percorso, e a cui si accedeva tramite una porta metallizzata.
Fortunatamente non incontrarono mostri durante il tragitto: evidentemente stavano dormendo tutti...
Questa zona era, in realtà, una sorta di torretta sopraelevata da cui si poteva godere una splendida vista del Garden.
-Quanto tempo che non vengo qui!-esclamò Quistis, con un leggero sorriso.
Squall si guardò intorno: c'erano alcune coppie di studenti intenti a scambiarsi effusioni; si irrigidì.
Ancora non capisco PERCHÉ mi trovo qui... spero proprio che non sia quello che penso...
I due si appoggiarono alla balaustra e, per un po', ammirarono in silenzio il panorama.
-Che ore sono?-chiese Quistis, improvvisamente.
Squall guardò l'orologio che aveva al polso.
-È mezzanotte passata.
A queste parole, Quistis emise un profondo respiro, come di sollievo.
Poi disse, quasi tutto d'un fiato:
-Da questo momento io, Quistis Treepe, mi dimetto ufficialmente dall'incarico di insegnante. Da ora, sono un Seed come te, e forse lavoreremo anche insieme.
-Ah sì?-ribattè Squall, poco impressionato: non era particolarmente interessato alla cosa... Anche perché aveva già capito da un pezzo che la cosidetta "missione" di Quistis era solo una scusa per comunicargli quella "grande notizia", perciò era già leggermente alterato.
-Tutto qua?-chiese la ragazza, lievemente delusa dal fatto che Squall non avesse mostrato grande interesse.
-Dicono che sono un'insegnante fallita... che manco di polso...-mormorò la ragazza, in tono amaro.-sono diventata Seed a quindici anni anni, insegnante a diciassette... e non è passato nemmeno un anno, da allora... Cosa ho sbagliato??
Durante tutto quello sfogo, Quistis   non aveva mai guardato Squall: ma, visto che non commentava, alzò lo sguardo, e vide che si era voltato, dandole le spalle.
-Hey! Ma mi stai ascoltando??-esclamò, stavolta davvero offesa.
Ma Squall ne aveva avuto abbastanza.
-Non hai ancora finito? Odio questi discorsi! Per quanto la gente mi parli della propria tristezza, io cosa posso farci?!
-Non voglio che tu faccia qualcosa. Mi basterebbe essere ascoltata quando parlo!
-Perché non parli col muro, allora?
Squall si rendeva conto che la risposta non era stata gentile, ma quei discorsi gli causavano sempre una profonda irritazione.
-Non ti viene mai voglia di confidare a qualcuno i tuoi problemi?-domandò Quistis, dispiaciuta.
-No -rispose Squall, lapidario.-Ognuno deve gestirsi i propri problemi da solo. E io non voglio portare il fardello degli altri.
Detto questo, si diresse risolutamente all'uscita della Zona.
Quistis rimase in silenzio, e lo guardò allontanarsi.
-Forse hanno ragione-sussurrò.-...Sono davvero un'insegnante fallita.
Emise un breve sospiro e lo seguì.

                        *********

Durante il tragitto verso l'uscita stettero entrambi in silenzio. Non c'era nulla da dire.
A un tratto, però....
-AHHHHHH!!
I due si bloccarono, scambiandosi uno sguardo.
-Viene da quella parte!
Entrambi si misero a correre verso l'uscita dal Centro, da dove proveniva l'urlo. Lì, videro una ragazza accucciata per terra, che cercava inutilmente di proteggersi da un enorme Granhald, un mostro dalle fattezze di calabrone.
La ragazza... Squall la riconobbe subito: era quella dell'infermeria!
-Squall!!! Quistis!!!-Ella esclamò, visibilmente sollevata, e Squall rimase sbalordito.
Conosce anche Quistis!
Ma ci doveva pensare dopo.
Velocemente, sguainò il gunblade.
Il Granhald si tuffò in picchiata verso di lei, ma lui con un paio di colpi ben assestati uccise la bestia, aiutato dalla frusta di Quistis.
La ragazza, stremata dalla paura,si accasciò a terra.
-...G-Grazie-mormorò flebilmente.
Prima che Squall potesse avvicinarsi, due uomini vestiti con una strana divisa-simile ad una tuta da Karate bianca, e che lui non aveva mai visto prima-apparvero dal nulla al fianco della ragazza e l'aiutarono ad alzarsi.
-Qui non è sicuro, andiamocene!-ordinò uno di loro, imperioso.
Insieme la portarono via, senza degnare di un'occhiata Squall e Quistis.
La ragazza, invece, guardò Squall, mentre si allontanava... Il suo sguardo era così triste...
-Ma chi sarà mai?-esclamò Quistis, e lui agrottò la fronte, sempre più confuso.
Ma se neanche Quistis la conosce, LEI come fa a conoscerci entrambi?? Come diavolo è possibile?

Poco prima di dividersi, Quistis disse un'ultima cosa a Squall con uno strano tono, quasi compassionevole:
-Nessuno può vivere da solo...
E se ne andò.
E questo chi lo dice? , pensò il ragazzo.
Ma preferì non replicare.
Si diresse nel dormitorio, dove trovò Zell ad aspettarlo.
-FINALMENTE!-esclamò lui non appena lo vide.-Ti ho cercato dappertutto! Volevo avvisarti che ora hai la camera singola dato che sei un Seed! La trovi dalla parte opposta a quelle comuni. Ora sono stanco morto, vado a letto. A domani!
Gli fece un cenno di saluto e se ne andò.
Sfinito da quella strana serata, Squall, finalmente si distese sul letto della sua nuova stanza, e subito si addormentò, ancora vestito e senza neppure guardarsi intorno.
I suoi sogni, però, furono dominati dai volti di quelle due ragazze senza nome.

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