Il Ballo del Diploma
Una volta al sicuro sulla nave, Squall riprese finalmente fiato: un turbine di emozioni lo agitava, anche se di fronte agli altri non lo dava a vedere.
Ce l'aveva fatta!
Era riuscito a sopravvivere a una vera guerra.
Ora doveva solo aspettare e sperare di aver superato l'esame Seed.
*****
La flotta di navi, finalmente, riattraccò a Balamb.
Quando scesero, Squall vide che Fuijn e Raijin erano venuti ad accogliere Seifer.
-Mi siete sempre tra i piedi... che fatica essere un leader!-disse, in tono scocciato; ma, in realtà, gli faceva piacere tutta quella devozione.
-Molto bene-disse Quistis, scendendo, e rivolgendo un sorriso a tutti i cadetti, mentre Seifer si allontanava con loro.-Ora fate pure ritorno al Garden. Tra un paio d'ore renderemo noti i risultati.
Squall e gli altri si avviarono.
Ma Seifer era già salito in macchina con gli altri due, ed era partito, lasciando Squall e gli altri senza macchina.
-Che verme!-esclamò Zell, infuriato.-Poteva almeno aspettarci!
-Accidenti!-gli diede manforte Squall, fissando malevolo la vettura ormai lontana, e scuotendo poi la testa, rassegnato.- C'era da aspettarselo da lui. Ci tocca tornare andare a piedi...-sospirò.
Ma Zell non era d'accordo.
-Dai, abbiamo bisogno di un po' di riposo. Potete venire a casa mia!-suggerì infatti.-Mia madre ci ospiterà volentieri.
-Ma non la infastidiremo?-chiese Selphie, timorosa.
-No davvero-replicò l'altro, con un sorriso.-Anzi, le farà piacere conoscervi!
Anche se titubante, Squall accettò: in effetti, doveva ammettere che era stanco. Essere però invitato a casa della madre di qualcuno lo metteva un po' a disagio: lui non aveva mai conosciuto i suoi genitori.
Perché? Non se lo ricordava... Erano morti? L'avevano abbandonato?... E lui, allora, dov'era cresciuto?
Certo, aveva passato molti anni al Garden... Ma prima??
Era frustante! La maggior parte dei suoi ricordi era come se fosse stata cancellata, anche se non del tutto. In sogno qualcosa riaffiorava, ma spesso faticava a capirne il senso... Come quello che aveva sognato quella mattina....
Scosse la testa: non era il momento di pensarci.
-Allora andiamo. Casa mia è da quella parte!-disse Zell, guidandoli.
Si incamminarono nella stradina principale fino ad arrivare a una piccola casa sulla destra.
-Ciao, donna!-esordì Zell, entrando baldanzosamente.
-...Zell! Che bello vederti! Non ti aspettavo!
Una signora dall'aspetto materno, con un grembiule e un foulard sui capelli castani si affacciò dalla cucina con un bellissimo e caldo sorriso.
-Già, oggi lezione all'aperto!-scherzò lui, abbracciandola.-Loro sono Squall e Selphie, compagni di scuola-aggiunse, indicandoli.
-Piacere- fece la donna, sorridendo anche a loro, che risposero timidamente al saluto.
Squall si guardò intorno: la casa era piccola ma confortevole, e profumava della cena che sicuramente la signora Dincht era intenta a preparare. L'atmosfera era calda e accogliente.
"É così che dovrebbe sempre essere" pensò Squall, con la tristezza nel cuore, e mentre guardava Selphie e Zell parlare e scherzare con lei, rifletté una volta di più sul suo passato e su tutte quelle domande senza risposta.
****
I ragazzi rientrarono nel Garden: nel corridoio Quistis, Shu e il preside Cid discutevano.
-...Perciò i Galbadiani hanno cessato il fuoco?-stava chiedendo la professoressa.
-Sì-rispose il preside, portandosi la mano a scompigliarsi distrattamente i capelli radi.-Hanno solo preteso che la torre di trasmissione torni pienamente attiva.
-Mi chiedo il perché-rifletté Shu, dubbiosa.-Comunque, da una parte, è un peccato che lo scontro sia stato così breve: se fosse durato di più, avrebbero richiesto più truppe Seed e avremmo guadagnato più soldi...
Squall agrottò la fronte: da quando i soldi erano un problema per il Garden?
Li lasciò discutere e girò l'angolo, dove incontrò Seifer, uno sguardo cupo in volto.
-Hai sentito della Torre?-fece, appena lo vide.- Se non fosse stato per l'ordine di ritirata, a quest'ora saremmo stati degli eroi...
In quel momento arrivarono il preside e Quistis.
-Ma quel cervello lo fai funzionare??Ti rendi almeno conto dei guai che hai combinato?- sibilò quest'ultima, chiaramente adirata.-La tua squadra è quasi morta per colpa della tua arroganza e per il tuo voler far sempre di testa tua!
-Cosa ne può capire di strategie di guerra una mediocre insegnante come te?-ribatté Seifer, strafottente e per nulla contrito.
Quistis non replicò, scioccata, e impallidì visibilmente; non si capii se per la rabbia o per l'imbarazzo.
-Adesso stai esagerando Seifer!-intervenne Shu, che li aveva raggiunti.
-Ma non è forse il comandante a stabilire cosa fare in battaglia?-ribattè Seifer di nuovo, con sfida.
-...E tu saresti un comandante Seifer?! Non farmi ridere!-replicò lei, ironica, andandosene.
Seifer, stavolta, rimase zitto, forse ferito nell'orgoglio, il capo chino; Squall non riusciva a vedere la sua espressione.
In quella, il preside si intromise, pacato.
-Seifer, Quistis ha ragione. Tuttavia, capisco perché hai agito in quel modo. Non voglio che siate come macchine, fatti solo per ricevere ordini. Voglio che pensiate anche con la vostra testa! Io...
In quella, fu bruscamente interrotto da un funzionario.
-Quello che il preside voleva dire è che gli ordini DEVONO essere rispettati. Giusto, signore?-aggiunse, con uno strano tono: Squall vi colse addirittura un vago sentore di minaccia.
Cid fece velocemente marcia indietro.
-Beh, sì... certo... Assolutamente...
E se ne andò, con atteggiamento visibilmente nervoso, seguito dallo sguardo perplesso di Squall.
...Ma che diavolo succede in questo Garden??
******
Zell, Squall e Selphie facevano nervosamente avanti e indietro per il corridoio, aspettando che il funzionario si decidesse ad annunciare i nomi degli studenti che avevano superato l'esame Seed. C'erano altri ragazzi, ma Squall o non li conosceva o ci aveva parlato poco.
Inoltre, in quel momento, aveva ancora meno voglia di parlare del solito.
In verità, erano tutti silenziosi; persino Zell, che si limitò a mormorargli qualcosa sul fatto che li avrebbero chiamati uno alla volta.
Finalmente, il funzionario arrivò, con un foglio tra le mani; lo scorse con gli occhi, mentre i cadetti trattenevano il respiro.
E poi...
-Dincht. Zell Dincht.
-OOOOOHHH YESSSS!!!! EVVAI!!!-urlò Zell, buttando la compostezza alle ortiche.-Sayonara, gente!-gridò, incamminandosi tronfio lungo il corridoio, verso la presidenza.
-Tilmitt, Selphie-lesse ancora il funzionario, la voce piatta, priva di emozione.
Selphie si portò le mani a nascondere il viso, e quasi scoppiò a piangere dalla gioia; anche lei seguì Zell.
Mancavano altri due nomi: la tensione era palpabile.
-Nida.
Uno studente alto, coi capelli neri corti, fece un'enorme sorriso.
La paura cominciò a crescere nel petto di Squall: possibile che non avesse superato l'esame? Eppure credeva di essersela cavata piuttosto bene! A meno che l'alzata di testa di Seifer non avesse pregiudicato tutto... Ma avrebbe coinvolto anche Zell, e lui era passato...
-Leonhart, Squall.
Il suo nome. Avevano chiamato il suo nome. Il SUO nome!
Col cuore molto più leggero di pochi secondi prima, Squall si unì al gruppo e, nonostante lo nascondesse benissimo, in quel momento era davvero felice.
****
Dopo aver ricevuto il diploma e le congratulazioni dal preside Cid, i quattro ragazzi presero l'ascensore, e fecero per tornare in classe.
Ma appena giunti nel corridoio, Squall vide che insieme agli altri ragazzi che non avevano passato l'esame c'era Seifer.
"Accidenti, sarà arrabbiatissimo e vorrà litigare di sicuro", pensò, con un moto di insofferenza, e strinse i pugni, pronto alla lite.
Ma Seifer, invece, fece una cosa incredibile: cominciò ad applaudire! All'inizio piano, poi sempre più forte; e non solo! A lui si unirono anche gli altri ragazzi!
I quattro, dapprima increduli, si schermirono e sorrisero, imbarazzati, ma molto orgogliosi.
"Questo è uno di quei giorni da non dimenticare", pensò Squall, accettando quel tributo con un leggero sorriso.
Non sapeva ancora quanto quelle parole si sarebbero rivelate veritiere.
Quando tornò nel suo dormitorio, trovò Selphie che lo aspettava, elegante nell'uniforme ufficiale dei Seed.
-Dái, Squall cambiati anche tu!-lo esortò, allegra.-Ci aspetta la festa!
Lui si incupì, ricordando solo in quel momento della classica festa che si teneva in occasione del diploma.
Accidenti...
Ecco, questo avrebbe proprio voluto evitarlo: odiava le feste.
Parlava poco già con tutti, non sapeva ballare bene, e in generale si annoiava a morte. Sapeva che questa, però, non se la poteva evitare.
Andò nella sua stanza a cambiarsi, e tornò agghindato di tutto punto con l'alta uniforme Seed; l'espressione però sul suo volto era quella di un condannato a morte.
-WOW!!-Selphie sgranò gli occhi.-STAI BENISSIMO!
In effetti, guardandosi allo specchio, Squall non aveva trovato niente da ridire; era molto elegante con indosso la divisa nera lucida con i risvolti dorati.
-Forza! ALLA FESTAA!-esclamò Selphie, sempre piu esaltata.
Squall sospirò, pregando intimamente che quella "tortura" durasse poco...
*****
La sala da ballo del Garden era sempre elegante e spettacolare, coi suoi alti soffitti a cupola e i pavimenti di marmo, ma quella sera era un autentico splendore: i lampadari di cristallo luccicavano, tavoli da buffet coperti da tovaglie bianche di lino erano ricchi di stuzzichini; camerieri giravano per la sala offrendo champagne, e su una lucida pista da ballo illuminata già molte coppie stavano ballando alla musica suonata dall'orchestra.
...E Squall si stava annoiando.
Sospirando, sorseggiò svogliatamente dal suo bicchiere di champagne-tanto per avere qualcosa da fare-osservando distrattamente i ballerini sulla pista.
A un tratto, gli si avvicinò Zell.
-Hey, amico! Da oggi siamo Seed! QUA LA MANO!-Gliela tese, proprio come quando si erano incontrati nella Hall.
Ma Squall, anche stavolta, non fece nulla, e continuò a bere.
Zell la ritrasse, scoccandogli un'occhiataccia.
-Sei sempre e comunque lo stesso. Quel tuo atteggiamento mi dà sui nervi!-borbottò.-Vabbé, ci si vede...
Dopo poco che lui se ne era andato, arrivò Selphie, che gli chiese se voleva far parte del Comitato per il festival della scuola. Così, tanto per fare, lui rispose di sì, scatenando vari urletti di felicità da parte della ragazza.
Sempre più annoiato e triste, Squall si ritrovò ad alzare lo sguardo sul soffitto a cupola trasparente della sala: era una stupenda notte stellata. Proprio in quel momento, passò una stella cadente.
Quella strana tristezza si impossessò di Squall, che si ritrovò, suo malgrado, a desiderare-più che altro a pensare-che avrebbe tanto voluto che la sua vita cambiasse. Anzi, no... forse che lui stesso cambiasse...
E fu allora, che la vide, poco lontana da lui.
Una ragazza coi capelli corvini, tranne per alcune ciocche color caramello, vestita con un abito corto bianco e occhi neri.
Non l'aveva mai vista prima, di questo era certo. E non sapeva neppure perché lo attirasse così tanto: ma non riusciva a staccarle gli occhi di dosso.
La ragazza, forse avvertendo il suo sguardo, si voltò verso di lui: gli fece un sorriso e un piccolo cenno di saluto, poi si incamminò decisa nella sua direzione.
Squall rimase pietrificato.
"Perché sta venendo qui? Non le ho mica fatto intendere... Oppure sì? Cosa faccio adesso?"
Il cadetto valutò l'ipotesi di far finta di nulla e di andarsene. Ma fu preso da un moto di orgoglio che soffocò quella sorta di strano timore.
No! Rimango qui!
Vada come vada...
È una ragazza come tante altre...
Ma, fin da subito, Squall capì che non era proprio come tante altre...
La ragazza, infatti, non appena gli fu di fronte, esordì con una bellissima voce e un tono allegro.
-Ma lo sai che sei il più carino?
Ti va di ballare con me? O balli solo con le ragazze che ti piacciono?
Non gli lasciò nemmeno il tempo di rispondere che subito aggiunse:
-Allora dobbiamo rimediare!
Cominciò a ruotargli il dito davanti agli occhi in una sorta di parodia di ipnosi.
-T-I P-I-A-C-C-I-O T-I P-I-A-C-C-I-O... Non funziona?!?-fece di nuovo, delusa da Squall, che era rimasto immobile, di fronte a quell'esuberanza.
-Non so ballare...-rispose alla fine, frastornato.
-Io sì! Ti insegno!-replicò la ragazza, immediatamente, con un sorriso, e afferrandogli la mano-Dai, vieni!! Non posso mica ballare da sola!
Prima che lui potesse opporsi, lei lo aveva già trascinato, letteralmente, in pista.
********
Squall capì subito che era stata una pessima idea: già ai primi passi, anche se la ragazza gli poneva le mani sul fianco e sulla spalla, lui non riusciva a tenere il ritmo; alla fine quasi le pestò i piedi.
Fece per arrendersi, ma lei lo tirò per un braccio e lo tenne sulla pista.
Al secondo tentativo, andarono letteralmente a sbattere contro un'altra coppia, che li guardò storto.
Squall, imbarazzatissimo per la sua goffaggine, abbassò gli occhi; la ragazza, invece, fece la linguaccia alla coppia!
Al contrario, rivolse fece a lui un dolcissimo sorriso; un sorriso d'intesa, come per dire: "Dai, so che puoi fare meglio di così!"
E Squall, incredibilmente, lo fece!
Conosceva qualche passo-pochissimi, in realtà-ma quel tanto bastò, nel terzo ballo, a farlo muovere come mai aveva fatto prima d'ora!
Passo, passo,giravolta... passo, scivolata... piroetta...
Alla piroetta, si ritrovò il volto della ragazza a pochi centimetri dal suo.
Su, nel cielo, venivano in quel momento sparati coloratissimi fuochi artificiali.
Alzarono lo sguardo, e li ammirarono insieme esplodere in un tripudio di colori.
Ma, proprio in quel momento, lei fece un'espressione sorpresa, poi un cenno di scuse... e si dileguò misteriosamente, così come era arrivata!
Squall ancora era confuso da tutto: il ballo frenetico, quell'ultima incredibile danza... il suo sorriso...
Scandagliò con gli occhi la sala, ma non la vide da nessuna parte.
Rimase sulla pista per qualche istante, sopraffatto.
Ma chi sei?
Non so neanche il tuo nome...
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