Capitolo 1
La donna fuggiva fra i vicoli di Nuova Folk.
Il rumore di stivali echeggiava nel buio spettrale della città e si mescolava con il ticchettio veloce della fuggitiva. Mira ansimava, a corto di fiato. Stringeva la pistola di servizio fra le mani; un'arma inutile contro il soggetto che inseguiva dall'inizio della serata, ma non disponeva di altro, e le rimanevano solo un paio di proiettili, nella migliore delle ipotesi. Di certo non si era aspettata un attacco del genere quella sera.
Le luci al neon delle insegne regalavano un minimo di illuminazione. Mira strizzava gli occhi e scuoteva la testa di continuo per riprendersi. Quei bagliori a intermittenza le davano la nausea, e i loro colori le ferivano la retina.
Svoltato l'ennesimo vicolo, la vide, anche se solo per qualche istante: un mantello oscuro le oscillò proprio davanti agli occhi, bagnato dall'azzurrino dei neon. Sparì l'istante successivo, oltre un nuovo bivio.
Una miscela di fulmini si agitò sotto la pelle di Mira. Li tenne a freno, trattenendo a stento un'imprecazione. Continuare la corsa con il solo ausilio dei muscoli le provocò uno spasmo della vena sulla tempia.
Un rumore statico le ronzò nell'orecchio. La voce di Drake arrivò subito dopo. «Com'è la situazione?»
Mira staccò la mano dalla pistola per aggiustarsi l'auricolare. Chiunque avesse progettato quegli arnesi aveva dimenticato di assicurarsi che mantenessero la posizione anche durante i movimenti bruschi. Un vero cretino. Mira avrebbe scommesso le mutande che fosse stato un uomo.
«Va male,» disse. «È fottutamente veloce.»
«Assalto a tenaglia?»
«Se vi date una mossa.»
Le rispose con una mezza risatina.
Mira chiuse gli occhi per una frazione di secondo. Si abbandonò all'energia che le fremeva nel sangue. I muscoli si rilassarono, mentre le gambe acquistavano velocità. Si lasciò andare a un sospiro di piacere alla sensazione estatica della corrente elettrica che le attraversava il corpo.
Cazzo. Finalmente.
Le uscì un piccolo gemito. Si zittì all'istante e concentrò l'attenzione sui suoni che provenivano dall'auricolare. Gli altri l'avevano sentita?
«Dov'è diretta?» Ancora la voce di Drake. Nessun commento riguardo al suo verso ambiguo. Ottimo.
Mira si abbandonò a quel piacere. Trattenne qualsiasi tipo di suono questa volta, ma le palpebre le tremarono. Folgori e scariche le si arrampicavano lungo il corpo, dei serpenti lucenti e letali.
«Non lo so,» borbottò. I polmoni non reclamavano più quantità indecenti di ossigeno. Lei finse di ansimare. «Sta girando in tondo da mezz'ora.»
«Stiamo venendo da te, ma ci vorrà un po'.»
Non le serviva il loro aiuto. Non lo voleva. «Va bene,» rispose.
Svoltò ancora, e scivolò su un fianco. Attutì il colpo con la mano e scattò subito in piedi. Si morse il labbro. Doveva fare attenzione a non esagerare con l'energia.
La persona davanti a lei si arrestò a guardarla. Solo per un attimo, e Mira non scorse altro che la luce dei neon che la accecava. Chiunque fosse, indossava qualcosa che rifletteva quei bagliori. Poi sparì di nuovo nell'intreccio dei vicoli. Un'apparizione fugace, ecco cos'era. Un fantasma che si burlava di lei, della sua inettitudine.
«Mi raccomando, non perderla di vista,» le disse Drake.
Facile a dirsi. Al posto di Mira, lui e tutti gli altri compagni avrebbero perso le tracce del soggetto nell'arco di una manciata di secondi.
Gli rispose con un grugnito ben poco signorile e attaccò la chiamata, premendo il tasto sull'auricolare.
Strinse con più forza l'impugnatura della pistola. Che ci mettessero pure tutto il tempo del mondo, per arrivare. Non avrebbe permesso né a lui né a nessun altro di mettersi in mezzo. La stronza fuggitiva era sua.
L'occasione di scatenarsi le causava scariche sempre più forti, sempre più frequenti. L'energia le fluiva sempre più agguerrita nei muscoli. Le donava forza, le donava vigore, le donava... libertà.
Finalmente, si faceva sul serio.
L'elettricità che la animava divenne sempre più dirompente, sempre più potente, e Mira accelerò fino a raggiungere la sagoma dotata di mantello. Distese le labbra in un ghigno.
Gliel'avrebbe fatta vedere.
Le si affiancò, e lo schermo di un visore sugli occhi dell'altra catturò la sua attenzione. I capelli platinati sfoggiavano un taglio corto, elegante nonostante la corsa, nonostante un paio di ciocche le danzassero scomposte davanti al volto.
Ora o mai più.
Mira diede sfogo a tutta la propria energia. Il piacere e il desiderio la accecarono. Piantò i piedi a terra con tanta forza da farla tremare, ma almeno questa volta riuscì ad arrestarsi. Sollevò la pistola davanti a sé.
Il sorriso di quella stronza dai capelli bianchi le fece fremere la palpebra. «Ferma o sparo!» Non sarebbe servito a nulla. Ci aveva già provato, dopotutto, e l'unico risultato ottenuto era stato il proiettile rispedito indietro, che aveva evitato per un soffio. Tuttavia, sperava bastasse a convincerla ad attaccare e smettere di scappare.
La fuggitiva spiccò un balzo e atterrò su un bidone della spazzatura; piegò le gambe e saltò ancora, rimbalzando sul muro come una molla, e si aggrappò all'orlo di un enorme cartello pubblicitario. Mira la seguì con lo sguardo e le luci psichedeliche dell'annuncio la abbagliarono. I muscoli ebbero uno spasmo, e premette il grilletto. Nessun colpo rimbalzò sui muri. Fantastico, era pure a secco.
Ci sapeva fare, quella stronza della platinata. La sua figura si spostava di tetto in tetto.
Da una finestra si affacciò una donna in vestaglia, i capelli un nido blu ingarbugliato. Mira incontrò i suoi occhi confusi e bestemmiò fra sé e sé. Non poteva utilizzare i suoi poteri con quella donna che la fissava. Proprio adesso che era iniziato il divertimento si doveva intromettere.
Mira imprigionò i fulmini dentro di sé. L'intero corpo le mandò l'eco di un grido frustrato. Lo ignorò e si allontanò con la forza dei soli muscoli fino a che quella dannata rompicoglioni non scomparve dal suo campo visivo. Non attese oltre e percorse il muro di corsa; raggiunse il tetto in un istante, poi si lanciò in avanti cercando la fuggitiva con lo sguardo. Eccola lì, a qualche tetto di distanza.
Il ghigno soddisfatto tornò sul suo volto. Utilizzò ogni briciolo di energia per balzare da una casa all'altra e ridurre lo spazio che la separava dalla donna.
Mira atterrò proprio di fronte a lei, o almeno provò ad atterrare: prima che potesse toccare terra, una mano le si conficcò nello stomaco e la spinse. Mira ruzzolò all'indietro, ma si rialzò in pochi secondi, la pistola ancora stretta in pugno. La puntò sulla donna che, impassibile, se ne stava immobile di fronte a lei. La fissava da oltre il vetro del visore con un'espressione priva di emozioni. Una bambola senz'anima, ecco cosa le rammentò. Una di quelle fottute bambole di porcellana che sua madre adorava collezionare. Lo ricordava ancora con chiarezza, il vuoto delle loro facce pallide, mentre la fissavano dalle mensole del soggiorno.
I fulmini le circondarono la mano, le danzarono fra le dita. «Fine dei giochi.»
La tranquillità dell'altra risuonava in modo strano con la sua energia. Un modo quasi fastidioso, come la puntura di un insetto. Controllò a stento la voglia di grattarsi ovunque.
«Una di noi nella polizia.» La fuggitiva incurvò le labbra in un sorriso. Il viso perfetto, simmetrico, sarebbe potuto appartenere benissimo a una di quelle stupide bambole della mamma.
La vena sulla tempia le pulsava sempre più forte. Cosa cazzo giudicava, lei? Che ne sapeva?
«E ammazzare innocenti è meglio?» le rispose.
L'altra inclinò la testa. «Che ipocrita,» sorrise ancora. «Ti chiedo scusa, ma ho poco tempo per chiacchierare. Sai com'è, ho la polizia alle calcagna.» Prima che l'altra potesse dire o fare qualsiasi cosa, si buttò in picchiata dal tetto.
Mira si precipitò a guardare oltre il bordo. L'auricolare le suonò nell'orecchio. Lo accese, distratta.
«Siamo quasi arrivati.» Drake. «Com'è la situazione?»
«Una merda.» Mira chiuse subito la chiamata. Ormai era inutile.
L'ibrida era sparita.
Note:
Salve a tutti e grazie per aver letto questo primo capitolo! Questa che state leggendo è la prima revisione, fatta principalmente per cancellare le incongruenze che si erano create la prima volta che l'ho scritta - e con l'aggiunta del prequel. Non è ancora esattamente come la vorrei, ma ci si avvicina un po' di più xD
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