Insieme
CAPITOLO 15
Suor Mary si avvicinò ai giovani abbracciati schiarendosi la voce.
" Amy !"
C'era una nota di disapprovazione nel tono della suora.
La ragazza cercò di allontanarsi ma John non voleva lasciarla andare.
" Non ti mollo mocciosa!"
Amy scosse la testa, neanche lei voleva staccarsi dal ragazzo. Aveva sofferto tanto e ora aveva bisogno di toccarlo per convincersi che fosse tutto reale, ma non poteva ignorare lo sguardo critico della religiosa. Si scostò mentre lui continuava a tenerla stretta al suo fianco.
" Suor Mary, lui è John, il padre del mio bambino!" Confessò arrossendo.
" Il nostro bambino" la corresse lui posandole l'enorme mano sul ventre.
La suora li guardava con compassione.
" Capisco, ma dal momento che non sei più in quella condizione, non è appropriato il tuo comportamento. Non ti ha insegnato niente ciò che hai dovuto sopportare? Errare è umano ma perseverare..."
Tutta la rabbia repressa emerse nel ragazzo. Mesi di dolore e sofferenza trasformarono il suo volto mentre si rivolgeva a quella donna che si permetteva di giudicare senza sapere.
" Come osate rivolgervi alla mia fidanzata in questo modo! Nostro figlio non è semplicemente una condizione, è una creatura reale, viva, come l'amore che l'ha generato! E se malauguratamente così non fosse stato, vi assicuro che io ed Amy ci saremmo comunque sposati! Per me lo siamo dal momento in cui le ho infilato quell'anello al dito ma so che al resto del mondo non basta perciò vi chiedo di chiamare subito un prete perché non me ne andrò da qui senza mia moglie e mio figlio!"
Suor Mary lo guardava attonita carezzare dolcemente il ventre rigonfio della ragazza.
Amy aveva le lacrime agli occhi.
" Non l'ho perso sorella, l'ho sentito muoversi dentro di me!"
La suora scuoteva la testa.
" Lo so che non riesci ad accettarlo, bambina, ma ero presente quando hai avuto l'emorragia!"
" Io non so spiegarlo ma vi assicuro che c'è!" Insistette la ragazza posando le mani su quella di John che le copriva il grembo in modo protettivo.
Per la prima volta suor Mary ebbe dei dubbi. Da tempo la giovane le diceva che il seno e l'addome continuavano ad ingrossarsi. Credeva davvero che fosse un pio desiderio, che non riuscisse ad accettare ciò che le era accaduto.
Eppure, nonostante le mani dei due giovani lo celassero, il rigonfiamento era visibile. E non fu l'unica cosa che notò. Entrambi avevano gli occhi gonfi e arrossati di chi ha pianto, ma non di un leggero lacrimare, no.
Si trattava di qualcosa di disperato. Stavano stretti l'uno all'altra, quasi temessero che se si fossero allontanati si sarebbero perduti.
Con un sospiro, suor Mary, li invitò a seguirla.
" Credo abbiate molto da raccontarmi, venite troviamo un luogo tranquillo."
I giovani la seguirono in silenzio, sempre avvinghiati.
Entrarono in una stanza che Amy conosceva bene. Tra scaffali pieni di vasetti di unguenti e sciroppi, c'era una scrivania dove venivano aggiornate le scorte e segnate le vendite. La suora si sedette dietro. John prese uno sgabello che serviva sicuramente per arrivare ai ripiani più alti. Lo dispose di fronte alla scrivania, si sedette, prese la ragazza per i fianchi e la fece accomodare sulle sue ginocchia . Le prese quindi le mani, intrecciandole alle sue.
Suor Mary gli rivolse uno sguardo contrariato.
" Ebbene, il dottor Simmons mi ha accennato a quanto è accaduto alcuni mesi fa. La sua storia non vi mette in buona luce, anzi. Sono però disposta ad ascoltare la vostra versione".
John non se lo fece ripetere, raccontò ogni cosa, dal dialogo origliato tra il dottore e sua madre, alla sua fuga per vigliaccheria, alla decisione di tornare, all'aggressione subita sulla via di casa, al rapimento con intenzioni assassine, al cambio di programma dei suoi aguzzini, alla vendita della sua persona al capitano di una nave diretta in India, alla sua fuga in Spagna, alle difficoltà affrontate per ritornare in patria.
A quel punto il racconto divenne amaro. Confessò l'aggressione al dottore, dopo le insinuazioni della duchessa, sua madre. Nel sentirlo, Amy si irrigidì.
John cercò il suo sguardo.
" Mi dispiace, ero furioso, sono tornato per scusarmi ma non era in casa."
Poi, rivolgendosi nuovamente alla suora, gli raccontò del dialogo avuto con Carrie, della scoperta di tutte le menzogne che sua madre aveva raccontato ad Amy, concludendo con la partenza verso il convento per chiarire ogni cosa alla donna che amava.
" Abbiamo bisogno di un prete. Voglio che Amy diventi mia moglie subito. Non posso rischiare di perderla, non posso!" Dichiarò con enfasi stringendo la sua donna, che lo fissava con gli occhi ancora lucidi.
Amy si portò le mani del ragazzo alle labbra posandovi un bacio leggero ma carico di significato. Erano legati in modo indissolubile, non solo per il bambino che cresceva in lei ma da un amore così grande da renderli una cosa sola. Vivere l'uno senza l'altra sarebbe stato come vivere senza gli arti.
Suor Mary non sapeva a cosa credere. Avrebbe voluto parlarne al dottor Simmons
" Amy devo informare tuo padre. Non posso prendere decisioni che non mi spettano. Lo capisci vero?"
La ragazza comprendeva il dilemma della religiosa ma non voleva separarsi da John. Fu quest'ultimo a rispondere per lei:
" Sentite sorella, io non me ne andrò da qui senza Amy!"
" Capisco la vostra afflizione ma ripeto, non sono io a dover prendere questa decisione." Ribatté la monaca.
" No! Non capite! Io non lascerò questo convento, non mi allontanerò da lei, ne di giorno né di notte! Sono stato abbastanza chiaro?"
Il giovane si stava scaldando. Nessuno si sarebbe più frapposto tra loro.
" Non dite sul serio! Questo è un convento! Non potete dormire insieme, non finché non sarete sposati!" Lo rimproverò la suora.
Il ragazzo fece spallucce.
" Per questo vi ho chiesto di chiamare un prete. Amy aspetta già mio figlio, quindi non cambia niente se dormiamo insieme o no. Come vi ho già detto io la ritengo mia moglie da tempo, la cerimonia è una pura formalità, quindi fate quello che credete giusto ma niente e nessuno mi terrà lontano da lei!"
Suor Mary guardò la ragazza cercando il suo appoggio.
"John" sospirò Amy rivolgendogli uno sguardo preoccupato, " non possiamo obbligare suor Mary ad accettare le nostre scelte. Nel convento vivono altre suore e novizie, non sarebbe giusto metterla in difficoltà con le sue consorelle. Potremo trovare un luogo in cui stare finché non saremmo sposati, una locanda magari?"
Il ragazzo stava già annuendo ma la suora intervenne.
" Tuo padre ti ha affidata a me! Non te ne andrai dal convento, no davvero!"
" Allora sorella dovrete abituarvi alla mia presenza perché dove starà Amy, starò io!" Affermò John con decisione.
Sconfitta, la religiosa abbassò lo sguardo.
" E sia, ma vi proibisco di avere atteggiamenti intimi in pubblico. Non voglio che turbiate ulteriormente la pace di questo luogo!"
Amy assentì mentre John scuoteva la testa. Non avrebbe potuto promettere una cosa simile, già moriva dalla voglia di baciare quella ragazza meravigliosa che sedeva sulle sue ginocchia.
" Scriverò a tuo padre oggi stesso per informarlo. Aspetteremo il suo arrivo. Sono sicura che partirà subito. Entro un paio di giorni sarà qui. Solo lui può darvi il consenso al matrimonio. Ti consiglio di accompagnare il tuo fidanzato nella zona riservata agli studenti di medicina, lontano dalle sorelle e dalle novizie. Lì darà meno nell'occhio." Ordinò la suora con severità. Poi li congedò restando sola e cercando le parole adatte per spiegare al dottor Simmons la situazione incresciosa che si era venuta a creare.
Amy e John uscirono, tenendosi per mano. Il sole stava tramontando, creando riflessi rossastri sui muri di mattoni del chiostro. Sembrava un sogno. La ragazza lo guidò verso la sua stanza. Aveva bisogno di restare con lui. Fortunatamente quella zona era isolata da quella delle suore. Era la stanza di sua madre, nella parte riservata dapprima alle orfanelle poi alle studentesse, lontana dai dormitori delle monache e da quelli degli studenti. Sapeva che John non avrebbe accettato di condividere una camera con gli altri giovani e sinceramente non lo voleva neanche lei. Suor Mary avrebbe dovuto farsene una ragione.
Una volta entrati, John la prese tra le braccia, baciandola con passione.
Non c'era bisogno di parole, tutto quello che avevano passato, fu confessato in quel bacio. Ogni sofferenza, ogni rimpianto, ogni paura. Ma anche la gioia di essere di nuovo insieme, la consapevolezza di essere indispensabili l'uno all'altra, la determinazione a non perdersi mai più.
"Ti amo mocciosa, ti amo da impazzire!" Sussurrò John stringendola a sé.
" Io di più!" Rispose lei sorridendo e stringendolo a sua volta.
"Non credo proprio, sono più grande e grosso perciò il mio corpo può contenere una quantità maggiore di amore!" La sfidò ridendo anche lui.
Amy scosse la testa, poi lo fissò dritto negli occhi.
" È vero, sei molto più grande di me, ma noi siamo in due ad amarti!" Concluse sfiorandosi il ventre.
John seguì quel movimento, gli occhi improvvisamente lucidi.
" Hai vinto mammoletta, almeno fino alla sua nascita! " decretò stringendola forte.
" John tua madre.. " iniziò Amy ma il ragazzo la interruppe.
"È malata tesoro, dovremmo rinchiuderla in un luogo in cui non possa più nuocere a nessuno. Tra un paio di mesi sarò nominato duca e potrò imporre le mie volontà ma non possiamo attendere così a lungo. Ne parlerò con mia nonna."
" È pericolosa John, credo ci sia lei dietro al tuo rapimento. "
Il ragazzo s'incupì. Sapeva che la madre non lo aveva mai amato ma pensare che lo volesse morto lo atterriva. Fu pervaso da un brivido.
" Non l'ho detto per ferirti, ho paura per te, se ti succedesse qualcosa io non..." le parole della ragazza si bloccarono quando lui la prese in braccio.
" Lo so mocciosa, vale lo stesso per me. Ti ha già causato fin troppa sofferenza, non le permetterò di avvicinarsi a te, a voi." Concluse portandola sul semplice lettino addossato alla parete.
" Ora voglio solo starti vicino, ho bisogno di riposare, non dormo da mesi. E devi riposare anche tu. L'unica cosa che desidero è godermi questo momento. Ho sognato ogni giorno di poterti riabbracciare, giurando a me stesso che se mi fosse stata concessa un'altra possibilità non ti avrei lasciata mai più. Quindi mettiti comoda perché non vado da nessuna parte senza di te." Affermò togliendosi gli stivali e la giacca.
Poi si sdraiò accanto a lei, tirando le coperte su entrambi. Le accarezzò la guancia pallida.
" Sei dimagrita, sembri così piccola! Quasi non ti riconoscevo con questa tonaca. Perché la indossi?"
Amy socchiuse gli occhi godendo di quel contatto.
" È comoda per lavorare nell'orto delle piante officinali."
John lesse in quei profondi occhi scuri che non stava dicendo tutta la verità
" Quindi è solo questione di praticità?"
La ragazza decise che c'erano state fin troppe incomprensioni perciò si decise a rivelare:
" Potrei aver pensato che la vita al convento fosse un'alternativa accettabile."
Il giovane la guardò sconvolto.
"Non puoi dire sul serio! Non ti farai suora!"
Amy scoppiò a ridere della sua espressione.
" Certo che no! Non posso prendere i voti, aspetto un bambino e sono a letto con un uomo!"
Poi la risata si spense e con un tono amaro dichiarò:
" C'è stato un momento in cui non c'eravate né tu né lui e io credevo di non volere nulla, nemmeno vivere."
" Non dirlo mai più mocciosa. Potremmo litigare, non capirci, insultarci ma io non ti lascerò mai, te l'ho giurato la prima volta che ti ho baciato, ricordi?"
" Si ma poi l'hai fatto! Sei sparito senza una parola!"
" Lo so, ho commesso un errore, un enorme errore, per questo mi impegnerò ogni giorno per dimostrarti che puoi fidarti di me, che non succederà mai più!"
"Bene, perché non ti darò un'altra possibilità, la prossima volta.." ribatté, ma lui la interruppe:
"Non ci sarà una prossima volta, mocciosa, una è stata più che sufficiente! Non rischierò di perderti, no davvero!" Concluse cercando le sue labbra.
Fu un bacio dolce, uno sfiorarsi delicato, quasi insicuro come quando si tocca qualcosa di fragile col timore di danneggiarlo.
" Non mi rompo John!" Affermò Amy tirandolo a se e trasformando quel tocco leggero in qualcosa di profondo.
Aveva bisogno di lui.
" Amy, ti desidero da morire ma non voglio far del male a te o al bambino." Confessò John col fiato corto.
Trattenersi era un'impresa erculea ma il timore lo rendeva indispensabile. Si sarebbe limitato a godere della sua vicinanza.
Amy però non la pensava allo stesso modo.
" Non puoi farci del male John, è il tuo amore che ci tiene in vita, è l' amore che ha creato il nostro bambino. Quindi fare l'amore non può farci che bene!"
"Amy" sussurrò il ragazzo " non mi rendi le cose facili mocciosa, lo sai vero?"
Lei sorrise mentre allungava le mani sulla chiusura dei suoi calzoni.
" Posso fare anche di peggio!"
" E pensare che vivi tra suore e hai pure considerato di prendere i voti!" Sghignazzò mentre le sfilava la tonaca dalla testa.
Le risate si spensero quando vide quel meraviglioso corpo nudo. Il seno pieno era più grande ma le costole si notavano sotto la pelle estremamente pallida. Il ventre rigonfio, rotondo e perfetto, risaltava come la superficie di un bignè immerso su una fetta di torta. Con mani delicate sfiorò ogni curva e avvallamento sentendo i brividi ricoprirle la pelle.
" Sei bellissima" affermò con lo sguardo adorante quanto il suo tocco.
Amy lo esortò a togliersi la camicia. La pelle del ragazzo era scura, abbronzata. Il petto era ancora più largo e le braccia più muscolose anche se aveva perso peso.
" Siamo completamente diversi, " gli disse sfiorandogli le spalle, "tu così scuro, io chiarissima!"
John fini di spogliarsi, si stese su di lei e cominciò a baciarla come aveva bramato di fare per mesi " Il sole in mare aperto è molto forte. Mi sono bruciato e spellato come un pollo." Cercò di scherzate ma Amy non rise " John, avrei potuto perderti." Gli disse accarezzandogli il viso.
"Ssssst, zitta mocciosa, non dire queste cose, perché sono le stesse a cui ho pensato ogni giorno e che voglio assolutamente dimenticare. Siamo qui, ora, insieme ed è l'unica cosa a cui voglio pensare. Amami Amy!"
I loro corpi e le loro anime si unirono nella danza più antica e potente del mondo. Fu quasi un rito, un cerimoniale, uno scambio di promesse, una comunione di spiriti inscindibili che terminò con l'estasi più pura e appagante.
Sfiniti e felici, stretti in un tenero abbraccio, non riuscivano a staccare gli occhi uno dall'altra.
"Mio Dio, è stato incredibile, mammoletta! Ti giuro che ho sentito perfino le campane!" Affermò il ragazzo incredulo.
Amy scoppiò a ridere.
"Sì, anche se ero molto distratta, le ho sentite anch'io! Sono il segnale che è l'ora di cena!"
John la guardò confuso. Poi scoppiò a ridere con lei.
"E io che pensavo fosse un plauso alla mia prestazione!"
"T'informo che anch'io mi sono impegnata parecchio!" Lo rimproverò.
Lui la strinse a sé baciandole il naso.
"Oh sì, tesoro, mi hai fatto volare!"
Lei lo guardò pensierosa, poi un sorriso si aprì sul suo volto.
" É vero! Sembrava di volare!"
John accarezzò quel viso bellissimo.
" Ti amo Amy."
"Ti amo John."
Si addormentarono guardandosi negli occhi e tenendosi stretti. La paura che fosse un sogno e che al risveglio non sarebbero stati vicini era ancora presente. Ci sarebbe voluto del tempo per superarla.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro