Delusione
CAPITOLO 7
John sarebbe dovuto arrivare presto per fare colazione insieme, come ogni mattina, ma non si presentò. Amy aveva preparato con cura ogni cosa. Da cinque giorni si impegnava a cucinare i suoi piatti preferiti. Al ragazzo piaceva guardarla, controllava il suo lavoro abbracciandola da dietro. Che stesse strapazzando le uova o lavando i piatti, ogni occasione era buona per rubarle un bacio. Carrie si univa a loro per i pasti ma trovava sempre qualche lavoro da fare, così che potessero avere un po' d'intimità. C'era qualcosa di magico in quella semplice routine. La ragazza poteva immaginare una vita così con John. Avevano ancora un paio di giorni, prima che partisse.
Ma lui non era tornato.
Amy era preoccupata, forse alla tenuta si era ammalato qualcun altro. Decise di andare a verificare di persona. Faceva freddo e il calesse l'aveva tenuto suo padre così si incamminò a piedi. Quando giunse in vista alla residenza, affrettò il passo. Aveva mani e piedi gelati. Entrando nelle cucine dalla porta riservata al personale, si scontrò con la signora Garret.
"Amy, bambina, cosa ci fai qui! Vieni davanti al camino sei ghiacciata!" la rimproverò.
Monsieur Bernard corse alla stufa.
"Ti preparo subito qualcosa di caldo! Perché sei venuta con questo freddo? C'è qualche emergenza che richiede la presenza tuo padre?"
Amy scosse la testa.
"Nessuna emergenza. Aspettavo John ma non è arrivato così sono venuta ad assicurarmi che non ci fossero problemi."
Vedendo mrs Garret scambiare uno strano sguardo con monsieur Berni, si allarmò.
"Che succede?"
Fu Dana a rispondere.
"John è partito all'alba per tornare ad Harrow. Pensavamo lo sapessi fragolina."
Amy non capiva.
"Ha lasciato un biglietto per me?" La donna scuoteva la testa "No, tesorino, nessun biglietto."
La giovane non riusciva a pensare ad altro che alle parole delle ragazze del villaggio: le ha fatto la promessa per potersela portare a letto, si stancherà presto di lei, si sbarazzerà del nuovo giocattolo.
La signora Garret le mise una tazza fumante tra le mani.
"Su su, fragolina, sono sicura che ci sia una spiegazione, John ti ama."
Amy sbatté gli occhi, era stata proprio lei a dire al ragazzo che l'amore richiedeva fiducia e alla prima difficoltà il dubbio l'aveva sommersa. Dana aveva ragione John l'amava, sarebbe tornato e le avrebbe spiegato ogni cosa.
John non tornò.
Amy non aveva sue notizie da parecchie settimane. Accompagnava il padre alla tenuta ogni volta, sperando di scoprire qualcosa e ogni volta tornava a casa più triste. La duchessa aveva cominciato a uscire dalle sue stanze. Stava prendendo peso e suo padre le aveva assicurato che era in via di guarigione. Amy non se l'era sentita di raccontare al papà della cattiveria della donna. Era un segreto che John le aveva confidato e lei non l'avrebbe tradito.
Mancavano dieci giorni a Natale e il dottor Simmons, accompagnato da Amy, entrò alla residenza ducale per le solite visite. Furono accolti dalla duchessa in persona.
"Isaac, sono così felice di vedervi, oggi sto molto meglio." Affermò sorridendo e allungando le mani.
Il dottore le prese, depositandovi un bacio su ognuna.
"È un piacere sentirlo, Vostra Grazia."
"Vi prego continuate a chiamarmi Eliza, siamo amici."
Amy guardava dall'uno all'altra con sospetto. Suo padre era arrossito? E la duchessa stava sbattendo le ciglia?
"Eliza, vi ricordate di mia figlia, Amy?" chiese il dottore, invitando la ragazza ad avvicinarsi.
"Non molto in verità. Ma che fanciulla deliziosa, Isaac, scommetto che ha moltissimi pretendenti!"
Il dottor Simmons era confuso.
"Ricordo di avervi parlato del fidanzamento di Amy con vostro figlio" affermò.
La duchessa parve mortificata.
"Oh, mio caro. Non crederete davvero che John abbia intenzione di sposare una ragazza di così basso lignaggio?"
Amy abbassò lo sguardo, quella donna sembrava così dolce e timida, ma lei sapeva che non lo era.
"È quello che ho detto io stesso a vostro figlio, ma vi assicuro che è determinato a sposare la mia bambina." concluse il dottore.
Eliza sospirò.
"Mio figlio saprebbe ingannare chiunque. Mentire gli viene naturale come respirare. Riusciva a far litigare me e mio marito inventando le storie più assurde."
Amy la osservava, sembrava cosi afflitta. Possibile che fosse tanto brava a recitare quella parte? O era John il vero attore?.
La duchessa allungò la mano per accarezzarle la guancia, ma Amy si spostò istintivamente. Eliza sembrò addolorata da quella reazione e la sua voce divenne sofferente quando pronunciò:
" Mi spiace per tutto il male che ti ha fatto, immagino ti abbia raccontato che sono stata una madre orribile ma non è così. Come lui ho sofferto per mano di mio marito e non ho potuto fare molto. Tuo padre te lo può confermare." .
Si asciugó gli occhi con un candido fazzoletto.
"Se dovessero esserci conseguenze, fatemelo sapere. Parlerò all'amministratore per farvi avere una somma adeguata."
Isaac Simmons fissò la donna per la quale aveva rischiato tanto pur di guarirla, stentando a riconoscerla.
"Di quali conseguenze state parlando?"
"Avete ragione, Isaac, voi siete un medico perciò sapreste risolvere il problema, nel caso ce ne fosse bisogno. Non guardatemi cosi, vi sto parlando da amica. Sir Mortimer mi ha riferito di aver già risarcito alcune famiglie, per i danni provocati dal mio focoso figlio."
Amy sbiancò, suo padre invece l'accusò furioso.
"Le ha dato un anello!"
La duchessa allungò l'esile mano, coperta di gioielli, verso la ragazza.
"Posso?"
Amy non avrebbe voluto mostrarle il simbolo delle promesse di John, ma suo padre le prese le dita con poca grazia.
"Vedete Eliza, è un anello di fidanzamento!" Affermò convinto.
La duchessa si portò le mani alla bocca sgranando gli occhi.
"Il mio anello!" singhiozzò. "Quello che il mio amato Ernest mi diede chiedendomi di sposarlo. Deve avermelo sottratto mentre stavo male. L'ho cercato per settimane. Mio marito mi picchiò ferocemente accusandomi di averlo venduto. Credevo di averlo perso invece è stato mio figlio a rubarlo!"
Il pianto e la sofferenza sembravano così veri, come la sua confessione, che Amy non riuscì a rimanere ferma sulle sue convinzioni. John l'aveva lasciata senza una spiegazione e non le dava sue notizie da più di un mese. Guardò suo padre che come lei cominciava a dubitare.
"Posso riaverlo? Non è molto prezioso, ma per me ha un gran valore." singhiozzò porgendo il palmo.
Amy strinse istintivamente il pugno. Era l'unica cosa che la legava a John. Era stato lui a infilarlo al suo dito. Una volta tolto, tutto sarebbe finito e lei non era ancora pronta ad arrendersi.
Fu suo padre a proporre una soluzione.
"Dovremmo aspettare il ritorno di vostro figlio. Voglio sapere quali sono le sue intenzioni."
Eliza non ne fu felice.
"È mio! Dovete restituirmelo. Mio figlio non tornerà, ora che sono guarita non potrà più fare ciò che vuole."
"Vi sarà restituito se John confermerà che vi appartiene." Replicò Amy con un ultimo gesto di fiducia verso il ragazzo che amava. La duchessa assentì.
Il dottore doveva visitare il duca. Si rivolse alla figlia.
"Perché non vai a salutare mrs Garret, quando avrò finito, verrò a prenderti." concluse, baciandole la fronte. Amy non se lo fece ripetere.
Mrs Garret la coccolò come sempre ma capì che c'era qualcosa che non andava.
"Che succede fragolina?" Le chiese carezzandole i capelli.
Amy che aveva trattenuto le emozioni fino a quel momento, scoppiò in un pianto disperato. Dana la strinse a sé.
"Su, tesorino, non fare così, farai piangere anche me!"
"Non tornerà, Dana! John non mi ama, mi ha usata!" Riuscì a biascicare tra un singhiozzo e l'altro.
"Non dire stupidaggini bambina, quel ragazzo ti adora da quando eravate piccoli! Cosa ti passa per la testa?"
"Sua madre vuole il mio anello, dice che le appartiene!" Riferì tirando su col naso.
Mrs Garret estrasse un fazzoletto e la spronò a soffiarsi il naso.
"Amy" bisbigliò " Non credere a quella donna. Ricordati che l'apparenza inganna."
La ragazza si strinse a quella signora tanto buona.
"Grazie, Dana."
Quando il padre entrò nelle cucine trovò la figlia accerchiata dalla governante e da due anziane cameriere che la viziavano offrendole dolcetti e affetto. Si commosse. Amy non aveva avuto una madre ma ne aveva adottate parecchie.
Aveva il potere di risvegliare l'istinto materno e sapeva farsi amare, perché amava incondizionatamente. Proprio come la sua adorata moglie. Non poteva pensare a lei, non era riuscito a salvarla e questo lo straziava. Le aveva però promesso di amare la loro bambina per entrambi, non avrebbe permesso a niente e a nessuno di farla soffrire. Doveva scoprire la verità.
"Amy, dobbiamo andare." la esortò.
La ragazza baciò tutte con affetto.
Quando furono sulla via di casa il padre la informò:
"Tesoro devo andare via per qualche giorno. Ti proibisco di tornare alla tenuta senza di me!"
Amy lo guardò stupita, suo padre non le aveva mai imposto niente.
"É per il tuo bene e per il mio. Promettilo. Se John dovesse tornare, saprà dove trovarti."
Amy annuì, neanche lei voleva rivedere la duchessa.
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