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Confessioni

CAPITOLO 16

Un forte bussare alla porta destò Amy.
Per un attimo il panico la investì. Era sola nel letto che la ospitava da qualche mese. Un nodo le strinse la gola.
" Buongiorno mocciosa, dovresti vestirti, qualcuno sta cercando di buttare giù la porta." La canzonò John avvicinandosi al letto.
Amy si lanciò su di lui che la prese al volo.
" Ehi piccola, attenta!" La rimproverò stringendola, ma quando la sentì singhiozzare capì.
" Sono qui amore, sono qui!"
La ragazza tremava e non solo per il freddo. Per un attimo aveva temuto di aver sognato.
" Tesoro devi vestirti. Sono ormai cinque minuti che bussano, vieni ti aiuto io."
John prese uno dei vestiti di Amy. Non voleva vederla con la tonaca. Non poteva pensare a lei come ad una suora, non dopo che avevano passato la notte a recuperare il tempo perduto. Ogni volta che uno dei due si svegliava, cercava l'altro e finivano per fare l'amore.
" Stai bene?" Le chiese preoccupato mentre le chiudeva l'abito sulla schiena.
Amy rispose con un cenno del capo. Aveva ancora la gola chiusa e il timore che se avesse provato a parlare sarebbe scoppiata a piangere di nuovo. John l'abbracciò da dietro carezzandole dolcemente il ventre.
" Siamo qui, mocciosa, siamo tutti insieme. Ti ho baciato parecchio prima di alzarmi ma non sono riuscito a svegliarti. Poi hanno iniziato a bussare così mi sono vestito. Non ti lascerò mai più tesoro! Credimi!"
Amy si girò tra le sue braccia e si strinse a lui.
"Amy! Apri la porta!"
La voce di suor Mary la riscosse da tutti i suoi timori. John le sorrideva sornione.
" Forse la cara sorella ha trovato un prete. Qualcuno le avrà riferito che hai gridato tutta la notte." Affermò facendole l'occhiolino.
La ragazza lo spinse via arrossendo.
" Non ho urlato!"
" Oh sì, l'hai fatto mocciosa, fai parecchio rumore quando ..." ma non terminò la frase perché lei lo spinse di nuovo.
" Smettila, non dire un altra parola!" Lo rimproverò imbarazzata.
Il giovane sorrise posandole un bacio sulla fronte aggrottata, dirigendosi poi alla porta. Una volta aperta si trovò di fronte suor Mary che con un espressione sbalordita lo spinse da parte.
" Che ci fa lui qui?"
"Buongiorno sorella, vi avevo avvisato che sarei stato con Amy giorno e notte!" Salutò il ragazzo ironicamente.
La religiosa non lo guardò nemmeno raggiungendo Amy.
" Ho bussato per ore! Ero molto in ansia! Perché ci hai messo tanto ad aprire!" La sgridò.
Amy era arrossita, non riusciva a guardarla negli occhi. John la raggiunse stringendola a se.
" Stavamo dormendo profondamente. Quando ci siamo svegliati abbiamo pensato che fosse il caso di renderci presentabili prima di aprire!" La informò.
La suora guardava dall'uno all'altra. Il ragazzo sembrava pronto ad attaccare chiunque avesse cercato di avvicinarsi ad Amy e lei, beh lei si affidava a lui con totale fiducia. Sospirando spiegò loro:
" C'è qualcuno che vuole vedervi. Venite!"
I ragazzi si guardarono.
" Credi sia mio padre?" Chiese lei preoccupata.
" Forse, se Carrie gli ha raccontato tutto potrebbe essere lui. Bene, oggi è il giorno perfetto per sposarci!" Affermò cercando di rassicurarla. Vedendo la sua espressione dubbiosa riprese:
" Amy, ti assicuro che quando lasceremo questo luogo saremo marito e moglie!"
Seguirono la monaca fino al suo ufficio. Il sole era alto in cielo e la giornata particolarmente mite. All'interno dell'umile stanza, c'era una persona che camminava avanti e indietro. Quando li vide si fermò. Amy e John si guardarono stupiti.
" Vostra Grazia! " salutò il ragazzo mentre la sua fidanzata s'inchinava.
" Per amor del cielo John, sono tua nonna!" Lo rimproverò raggiungendolo e abbracciandolo.
Il giovane s'irrigidì. Non era un atteggiamento cui era abituato. Non c'erano mai state manifestazioni d'affetto nella sua famiglia. Ma sua nonna non aveva ancora finito di stupirlo. Con un braccio attirò anche Amy in quell'abbraccio, stringendoli entrambi a se.
" Sono stata così in pena! Ho temuto..." la voce della donna si incrinò come se pronunciare quelle parole fosse troppo doloroso.
Da sopra le spalle dell'anziana duchessa, Amy e John si guardarono confusi.
Quando finalmente li lasciò, i ragazzi notarono gli occhi lucidi e l'espressione desolata della donna, che prendendoli per mano, li invitò a sedersi davanti a lei.
" Vedo che Alvin vi ha portato il mio messaggio." Dichiarò John.
La duchessa lo guardò confusa.
" Non vedo Alvin da mesi!"
" Allora come ci avete trovato?" Chiese il giovane con diffidenza, prendendo la mano di Amy.
" Ho assunto un investigatore privato, sono mesi che ti cerco. Non ho creduto ad una parola di tua madre. Sapevo che non avresti mai lasciato Amy! È stato lui ad avvisarmi che eri tornato. Ti ha fatto seguire da uno dei suoi uomini. Quando mi ha detto dov'eri, sono partita subito!"
I due giovani la guardavano allibiti.
Fu Amy a chiedere:
" Voi sapevate del rapimento?"
La duchessa sbiancò.
" Mio Dio! Avevo temuto che fosse accaduto qualcosa di grave ma l'investigatore non è riuscito a trovare abbastanza elementi per capire dove fossi finito. Dalla partenza da Harrow verso casa nessuno ti ha più visto. Solo le ricerche sulla tua presunta fuga con miss Collins e le tue missive a sir Mortimer sono risultate tutte menzogne. Così come le richieste di denaro da parte di fanciulle da te compromesse. Perfino la sfortunata Rebecca aveva mentito. Qualcuno aveva scoperto la vostra relazione e l'ha persuasa ad incolpare te per il suo stato!"
John s'irrigidì.
" È stata lei a confessarlo?"
" No, è scomparsa, ma uno dei tuoi compagni di scuola sapeva per certo che non la frequentavi più da tempo. Sembra che il fratello maggiore di uno degli studenti le abbia fatto credere di volerla sposare. Per settimane non si è parlato d'altro. Poi quando ha saputo della condizione della ragazza l'ha lasciata. Non so come abbiano ottenuto queste informazioni per poi usarle contro di te, ma ho un'idea precisa di chi ha messo in atto questo piano!"
Anche John ed Amy ce l'avevano.
Fu la ragazza ad esprimere i suoi timori:
" Eliza è pericolosa credo che sia stata lei ad organizzare il rapimento e..." non riuscì a dire ad alta voce quella parola così lo fece John.
" E il mio assassinio!"
La duchessa si accasciò sulla sedia ripetendo flebilmente:
" Assassinio???"
Il ragazzo confermò con un cenno del capo mentre, vedendola impallidire, stringeva Amy a se per rassicurarla.
La nobildonna pretese che le venisse raccontata ogni cosa.
Con espressione seria e composta ascoltò ogni parola riferita dal giovane. Fu come ricevere numerose pugnalate. Ogni frase, ogni accadimento, ogni pericolo corso dal nipote la colpivano dritta al cuore. Non era riuscita a proteggerlo. Avrebbe potuto non rivederlo mai più. L'armatura che indossava fin dalla tenera età si sgretolò rivelandole che non era una corazza di acciaio ma di cristallo.
L'istinto di sopravvivenza che l'aveva resa immune a qualsiasi sentimento lasciò il posto ad un profondo rammarico e alla folgorante scoperta di amare profondamente John ed Amy.

Il dottor Simmons era furioso. Rientrato a tarda notte si era addormentato profondamente. Al risveglio sperava di godere dell'intimità di cui ormai non riusciva più a fare a meno, con la donna che aveva sempre vissuto con lui ma che solo ultimamente era diventata così importante. Lei però si era già alzata. L'aveva trovata in cucina, pensierosa. Dopo avergli offerto una tazza di tè, Carrie gli aveva raccontato dell'incontro con John, delle spiegazioni riguardo la sua scomparsa e della decisione di rivelargli dove si trovava Amy.
Si sentiva tradito.
" Come hai potuto farmi questo?! Come hai potuto farlo alla mia bambina?! Credevo le volessi bene!" L'accusò gridando.
"È proprio perché le voglio bene che l'ho fatto! Quei due si amano! Qualcuno ha fatto di tutto per allontanarli! Io ho solo cercato di riparare in qualche modo!" Si difese la donna.
" Riparare?? Non c'era più niente da riparare! Quel ragazzo le ha mentito, l'ha tradita, l'ha rovinata e tu l'hai mandato da lei così che la potesse annientare!" Continuò imperterrito il medico.
" Quel ragazzo è stato rapito e quasi ucciso! Non le farebbe mai del male! Lui è follemente innamorato di Amy!"
Urlò Carrie, il volto arrossato dall'indignazione.
" E tu gli hai creduto! Allora sei davvero una ritardata se ti sei bevuta tutte le sue menzogne!" Ribatté Isaac furibondo.
Carrie impallidì. Sapeva che tutti la chiamavano in quel modo ma non credeva che l'avrebbe fatto anche lui. Alzando il mento lo fissò dritto negli occhi.
" Allora dottore siamo uguali visto che tu ti sei fatto convincere dalla tua amata Eliza. Credimi se non ti fossi innamorato di lei e non avessi deciso di guarirla ora sarebbero tutti felici, Amy e John non si sarebbero mai perduti e tra qualche mese in questa casa ci sarebbe stato un bambino! "
Il dottor Simmons indietreggiò colpito da quelle accuse. Carrie aveva uno sguardo addolorato ma dignitoso mentre lui si sentiva un verme. L'aveva chiamata ritardata, sapendo quanto la cosa la ferisse. E lei lo aveva accusato di essere la causa di ogni disgrazia capitata alla figlia.
" Mi dispiace per come ti ho chiamata. Lo sai che non lo penso, ero arrabbiato e mi sono lasciato guidare dall'ira, scusami. Sono certo però che ti sbagli, Eliza non farebbe mai del male a nessuno." Concluse afflitto.
Carrie abbassò lo sguardo.
" Sai dottore, per essere un uomo tanto istruito sei estremamente ingenuo. Mi cercherò un nuovo lavoro e un posto dove vivere, ti chiedo solo di lasciarmi rimanere qualche settimana per organizzarmi."
Isaac si destò, udendo quelle parole, dallo stato di rabbia e amarezza in cui era caduto.
" Tu non vai da nessuna parte! Questa è casa tua e noi siamo una famiglia!" Sbottò raggiungendola e prendendola per le spalle.
La donna scosse il capo.
" Noi non siamo niente e questa non è casa mia! Mi hai accusato di non amare la nos... la tua bambina! Di aver permesso a John di farle del male! Tu non l'hai visto quando è tornato! Diceva la verità!"
Isaac non voleva più litigare, l'idea che Carrie lo lasciasse era intollerabile, voleva capire perché fosse così sicura di ciò che affermava " Come puoi essere certa che fosse sincero?"
" Dai suoi occhi! Gli occhi non mentono dottore! Li guardavo e vedevo lo stesso dolore che avevo visto in quelli di Amy! Stesso sguardo, stessa sofferenza!"
" Smettila di chiamarmi dottore!" La rimproverò dolcemente cercando di abbracciarla.
Lei però si allontanò.
" Carrie, non scappare, vieni qui!"
"No, mi hai detto chiaramente cosa pensi di me!" Sbuffò lei.
"L'hai fatto anche tu! Mi hai accusato di aver praticamente ucciso mio nipote!" Ribadì amareggiato.
Carrie si copri il volto con le mani.
" Non volevo dirlo! Sentirti difendere ancora quella donna malvagia mi ha fatto perdere la testa!"
Il dottor Simmons approfittò del momento di debolezza della donna per prenderla tra le braccia.
" È stato l'amore che proviamo per Amy a farci arrabbiare, cerchiamo di proteggerla, ognuno a modo suo invero, ma si tratta sempre e solo di amore! Mi dispiace tesoro per averti offesa, perdonami! Quella donna non conta niente per me. Sei l'unica di cui mi importi davvero, amore mio!"
Carrie tirava su col naso. Non voleva piangere, era una donna forte. Eppure tutte le emozioni e le paure degli ultimi giorni la rendevano vulnerabile.
" Dispiace anche a me Isaac."
Lui sorrise, lo aveva chiamato per nome.
" Sai tesoro dovremmo proprio sposarci! Litighiamo già come se fossimo maritati da anni!"
Carrie non lo trovò divertente.
" Le coppie sposate non litigano!"
" Certo che lo fanno, e più si amano più bisticciano! È un ottimo sistema per poter fare pace sotto alle lenzuola!"
Carrie lo fissò confusa.
" Ti stai burlando di me?"
" No tesoro, e sarei davvero felice di dimostrarti quanto desidero far pace con te nel nostro letto ma dobbiamo metterci subito in viaggio per vedere cosa sta succedendo alla nostra bambina!" Dichiarò l'uomo baciandole dolcemente le labbra.
" Dobbiamo? Dovrei venire anch'io?" Domandò insicura.
" Certo che sì! Amy ha bisogno di sua madre!" Dichiarò prendendole il volto tra le mani, " e io ho bisogno di te al mio fianco!" Concluse baciandola con passione.
Non ci volle molto alla donna per preparare una borsa con alcuni cambi. Quando il dottore l'aiutò a salire sul calessino, Carrie si aggrappò al sedile, terrorizzata.
" Sei sicuro che mi regga?"
Il medico scoppiò a ridere.
" Rilassati tesoro, è sicuro e io sono molto abile nel guidare i cavalli. Avrei dovuto farti fare qualche giro. Recupereremo al nostro ritorno, promesso." Decretò facendo partire il calesse.
" Non ce n'è bisogno dottore, ho due buone gambe!" Lo informò la donna.
"Oh lo so bene e sono anche bellissime!" Rispose il medico sghignazzando.
Quella donna straordinaria aveva il potere di dissipare le sue preoccupazioni. Sembrava sempre così sicura di ciò che affermava che alla fine convinceva anche lui.

Al convento suor Mary guardava la duchessa ascoltare con attenzione i due ragazzi, annuendo pensierosa. Credeva ad ogni loro parola e questo confermò alla religiosa che la sincerità da lei percepita era condivisa.
Un leggero bussare distolse la sua attenzione. Aprendo la porta si trovò di fronte una giovane novizia agitata.
" Suor Mary ci sono alcune persone che chiedono di voi." Disse, mentre il dottor Simmons si faceva avanti.
" Come avete fatto ad arrivare così in fretta, ho inviato la lettera questa mattina, non potete averla ricevuta!"
Il dottore scosse la testa.
" Infatti non abbiamo ricevuto nulla. Carrie mi ha informato che il giovane lord si sarebbe diretto qui, quindi siamo partiti subito!" Riferì guardando all'interno della stanza.
Suor Mary si spostò in modo che potesse entrare. L'uomo non esitò. Entrò spedito, seguito da una donna che la religiosa non aveva mai visto.
" Lei è Carrie, la donna che ha cresciuto Amy!" Spiegò Isaac, presentandola alla monaca.
Le due donne si sorrisero mentre il dottore si guardava intorno.
I ragazzi davano le spalle alla porta ma la duchessa madre aveva una visione perfetta dell'entrata.
" Buongiorno dottor Simmons, ora che siete arrivato posso dirvi, ciò che più mi gratifica affermare - ve l'avevo detto! -
Ricordate quando vi dissi che ero in pena per John?"
Amy, sentendo nominare il padre, scattò in piedi girandosi. Lo vide guardarla con apprensione.
" Papà?!" Fu la sola parola che riuscì a pronunciare prima di lanciarsi tra le sue braccia. Il dottore la strinse forte baciandole la testa.
" Stai bene, bambina mia?" Le chiese con voce arrochita.
" Si, sto bene!" Affermò la ragazza sorridendo.
Quando si staccarono, Amy si accorse della donna che in silenzio li osservava asciugandosi gli occhi.
" Carrie!!!" Urlò abbracciando la donna che riteneva ormai sua madre. Carrie ricambiò l'abbraccio commossa. Sì, si disse, aveva fatto bene a dire a John dove si trovava Amy. La ragazza era raggiante, solare, come non la vedeva da tempo!
John si avvicinò al padre della ragazza allungando la mano.
" Vi devo delle scuse signore. Mi dispiace per avervi aggredito, ho sbagliato! Non ci sono attenuanti per il mio comportamento ma vi prego di capire che ero molto provato. Ciò non giustifica quello che ho detto o fatto, perdonatemi."
Il dottore guardò quella mano tesa. Con qualche riserva la strinse.
" Non sono ancora sicuro di potervi credere. La mia bambina ha sofferto molto. Ho bisogno di prove più che di parole!"
Il ragazzo assentì. Sapeva che non sarebbe stato facile convincere il padre della ragazza. Amy si avvicinò a John il quale, istintivamente, l'attirò al suo fianco coprendole il ventre con la grande mano.
Quel gesto non passò inosservato.
Isaac, Carrie e la duchessa guardarono stupiti il tessuto del semplice abito adattarsi alla forma circolare e rigonfia.
Fu la nonna ad esclamare meravigliata:
" Oh mio Dio! Aspettate un bambino!"
Anche Carrie stava balbettando qualcosa:
" Non...può..essere...avevo creduto... credevo che non..."
Solo il dottore, con curiosità accademica si avvicinò alla figlia.
" Posso?" Chiese affinché il giovane spostasse la mano.
John lo fece, posandola sul fianco della ragazza. Non intendeva lasciarla.
Il medico posò entrambe le mani sul grembo della figlia, spostandole con meticolosa attenzione, sull'intera circonferenza. Lo stupore era dipinto sul suo viso.
" Com'è possibile? Suor Mary mi aveva informato dell'emorragia!"
Amy scosse le spalle.
" Non lo so papà, nonostante fossi certa di averlo perduto, il mio ventre continuava a crescere!"
" Per quanto tempo hai sanguinato?"
" Un paio di giorni."
" Hai avuto forti dolori? Le perdite erano abbondanti?" Continuò il padre con interesse professionale.
" Non so dirti se il dolore fosse forte, ero molto triste. Era più sofferenza che dolore fisico! E non ho ricordi delle perdite, ero solo disperata!"
Carrie si stringeva le mani al petto.
Isaac sorrise rivolgendosi a lei:
" Hai visto donna? Non ho ucciso mio nipote!"
Carrie lo guardò contrariata.
" Come io non ho causato l'annientamento di nostra figlia! Lo vedi com'è felice!"
Amy guardava dall'uno all'altra cercando di capire quello strano comportamento.
A John poco importava dei battibecchi dei due.
" Dottor Simmons, ho chiesto a suor Mary di chiamare un prete. Voglio sposare Amy oggi stesso!"
La duchessa madre concordò.
" Beh mi pare ovvio, vista la situazione. Non che cambi le cose. Vi sareste sposati comunque!" Affermò sorridendo, gli occhi stranamente lucidi, " non vi avevo detto anche questo dottore?" Affermò sostenuta.
Isaac guardò i ragazzi abbracciati, aspettare la sua risposta. Carrie si avvicinò guardandolo severamente, così come suor Mary.
" Siete dunque tutte convinte che il ragazzo sia sincero?" Chiese Isaac. Ricevette in risposta un coro di sbuffi e affermazioni.
Si rivolse a Carrie, mentre un'idea malefica si faceva strada nella sua mente.
" Quindi dovrei dare la mia benedizione e lasciare che si sposino oggi?"
" Si dottore è quello che devi fare!" Ribatté lei alzando il mento.
" Lo farò, ma ad una condizione!" Propose.
Carrie lo guardò indignata.
" Quale condizione! Non vedi quanto si amano?"
" Quindi basta questo, secondo te, perché si sposino?" Insistette Isaac.
" Certo che sì!"
"Allora non avrai obbiezioni ad un doppio matrimonio! Visto che anche noi ci amiamo, dobbiamo sposarci! Questa è la mia condizione!" Concluse con un sorriso ironico.
" Ti credi furbo vero? Non riuscirai a convincermi con un ricatto! Noi non abbiamo fretta, non aspettiamo un bambino!" Contestò la donna furiosa.
Isaac si avvicinò in modo che solo lei potesse sentire.
" Ne sei sicura? "
Carrie spalancò gli occhi.
"Sono troppo vecchia!"
Il dottore scosse la testa.
" Quanti anni hai detto che aveva tua madre quando concepì?"
Carrie impallidì. Il dottore in odor di vittoria continuò:
" Quindi tesoro, credo che dovremmo approfittare dell'occasione!"
Amy aveva osservato la scena incredula ma felice. Vide negli occhi di Carrie l'amore, riflesso di quelli del padre.
" Mamma, digli di sì!" Esclamò sorridendo tra le lacrime.
Carrie sobbalzò sentendosi chiamare in quel modo e un singhiozzo le uscì dalle labbra. Isaac la strinse a sè.
" Lo vedi amore, anche nostra figlia è d'accordo!"
La duchessa si rivolse al nipote sussurrando:
" Credevo che la ragazza fosse orfana di madre non illegittima!"
John le spiegò:
" La madre di Amy è morta di parto. Carrie si è presa cura di lei da quando aveva tre anni, l'ama come una figlia. È sua madre a tutti gli effetti!"
La donna guardò il nipote parlare di quel sentimento con occhi sognanti. " Mi dispiace che né tu né io abbiamo mai provato quel tipo di affetto. Nessuno me l'ha insegnato, non sapevo neanche esistesse un sentimento simile, almeno fino a quando sei scomparso. John, ho sempre tenuto a te ma solo ultimamente ho scoperto quanto ti voglio bene! Avrei dovuto combattere contro le mie stesse convinzioni e avvicinarmi di più, avrei dovuto proteggerti e invece..." la donna non finì la frase perché il nipote non glielo permise.
" Siamo molto simili nonna. Neanche io ho lasciato avvicinare nessuno. Sarei rimasto solo e infelice se una mocciosa ficcanaso non si fosse imposta nella mia esistenza! Dovrei ringraziare l'angelo ha avuto compassione di me, portandola nella mia vita!" Terminò guardando con adorazione Amy.
Il dottor Simmons, che aveva sentito l'intero discorso, affermò:
" L' angelo a cui ti riferisci è proprio davanti a te, ringrazia tua nonna!"
John non capiva cosa intendesse, così il medico confessò:
" L'ho saputo anch'io da poco ma pare che il nostro soggiorno forzato alla tenuta sia stato organizzato dalla tua cara nonna per permetterti di stare a contatto con mia figlia!"
John notò che il dottore era tornato a parlargli in modo informale ma le sue parole non avevano molto senso.
" Siete rimasti per curare il duca!" Contestò.
" Era quello che credevo anch'io finché tua nonna mi ha fatto notare che avrei potuto tornare ogni giorno e che in realtà me ne andavo regolarmente dalla tenuta per visitare i miei pazienti ma che Amy invece, restava lì con te!" Spiegò sogghignando il medico, poi aggiunse;
" Per essere una donna non incline ai sentimenti pare se la sia cavata egregiamente riconoscendo e incoraggiando quelli che provate tu ed Amy da sempre, non sei d'accordo?"
Il giovane fissò la donna burbera e arcigna che conosceva da una vita, lasciare il posto ad una persona generosa e comprensiva. Non era mutata fisicamente, ma John comprese che il pregiudizio cambia il modo di vedere chiunque. Tutta la forza di carattere della donna era in realtà una maschera modellata per impedire agli altri di percepirne la paura e la sofferenza. Sì lui e sua nonna erano davvero uguali, ma John aveva avuto la fortuna d'incontrare Amy e di conoscere l'amore. Avrebbe dovuto conoscerlo anche sua nonna! Se lo meritava, ma come avrebbe potuto ricambiare il grande dono che gli aveva fatto?
Con un impeto dettato da un'improvvisa folgorante illuminazione,si lanciò sulla donna stringendola in un abbraccio caloroso. Sarebbe stato lui a donarle l'amore che meritava.
" Vi voglio bene nonna, grazie!" Esclamò sorridendo.
La donna rimase da prima attonita, poi ricambiò con ugual trasporto. L'aveva abbracciato nel momento stesso in cui lo aveva rivisto ma aveva percepito la sua riluttanza. Ora invece sentiva una condivisione, un affetto vero, un contatto desiderato. Si lasciò stringere da quell'enorme nipote, crogiolandosi in quella meravigliosa sensazione.
Carrie, sempre schietta, pose la domanda che tutti assaliva ma nessuno osava fare.
" Che ne facciamo della perfida Eliza?"
La duchessa madre la scrutò con un misto di apprensione e approvazione.
" Propongo di far sposare subito i ragazzi, dopodiché convocherò mr Fort, l'investigatore, per fare il punto della situazione. Che ne pensate dottore?"
Isaac era d'accordo.
" Sono consapevole di aver causato molti problemi, ma vi assicuro che ero in buona fede. Sono un medico. Il mio istinto mi porta a curare i sintomi e niente faceva presagire che Eliza avesse altri problemi. Non sono neanche sicuro che sia lei l'artefice di tutto."
Carrie sbuffò.
" Non so davvero se desidero sposarti!"
Il dottore la strinse a se.
" Sì che lo vuoi! Fosse solo per farmi cambiare idea!"
La duchessa madre intervenne:
" Non siete l'unico da biasimare dottore, avrei dovuto raccontarvi ogni cosa fin dall'inizio e al diavolo la reputazione della famiglia! La vita dei ragazzi vale molto di più! Perciò l'unica colpevole sono io!"
John scuoteva la testa.
" Se non mi fossi comportato da codardo fuggendo, niente di tutto questo sarebbe accaduto!"
Carrie prese Amy a braccetto.
" Pare che le uniche innocenti siamo noi!" Ironizzò.
Amy si passò le mani sul grembo.
" Io non sono più innocente!"
" Una confessione di gruppo!" Esclamò suor Mary, " sono sicura che padre O'Brian vi assolverà, dopo avervi impartito qualche lezione di dottrina."

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