L'estremo divenire (Hannibal)💚
D'un tratto la redenzione si rende fondamentale, in questa poesia senza senso, a tratti malinconica.
È l'estremo divenire di due anime in tumulto, che si perdonano dopo molto tempo.
È l'essere stesso del male che modella le menti e le rende impure, ne cattura i desideri e li rende semplici, ma impossibili da ignorare.
E in questa danza di carne e sangue le menti si danneggiano irrimediabilmente, si uniscono, si fondono in una sola. E quando l'empatia è una condanna, il male diviene consolazione.
Entrambi hanno perso, ma alla fine sono riusciti a perdonarsi. Due gusci vuoti che si intersecano l'uno nell'altro fino a formare un cerchio perfetto, uno yin e uno yang, l'uno non può vivere senza l'altro, l'altro non riesce a morire senza l'uno.
Il male sa che è arrivato il suo turno, ma non se ne fa un cruccio. Tutto quello che aveva sempre sognato era vederlo sorridere e accettare se stesso e mai si era sentito più felice di allora. E così la melodia più perfetta mai suonata si infrange con il fruscio delle onde, le loro risate prima dello scricchiolio delle ossa contro gli scogli, prima del buio.
La raffigurazione delle loro anime che bruciano ma non sentono calore, un Michelangelo portato finalmente a compimento. Il drago rosso ha estinto il tempo, donando loro un attimo immobile in una piega di esso, l'unico spazio possibile dove poter respirare davvero.
Questa tazza rotta non può ricomporsi e loro nemmeno lo vogliono, perché quella piega nel tempo l'hanno conquistata con il sangue degli innocenti perduti durante il cammino.
Finalmente la vita prende il giusto senso così vicina alla morte; Ora possono vedersi, la crepa del tempo ha calato il velo della loro cecità.
E in quell'attimo prima di un sospiro, mentre Will avanza di un passo verso l'abisso, Hannibal si lascia estasiare dalla curiosità per l'ultima volta.
È la salvezza sbagliata, eppure mai si sono sentiti tanto nel giusto come in quell'istante.
È un biglietto d'addio quello sancito tacitamente tra i due, i gusci hanno chiuso il cerchio della vita, lo yin e lo yang si sono fusi esattamente nel mezzo.
Mettono un punto lì dove comprendono che sia giusto smettere, perché per una volta vanno nella stessa direzione. Will si lascia sopraffare dal suo io più primordiale e spaventoso, perché tenerlo a bada non ha funzionato. Sa che una volta aver danzato con Hannibal la sua coscienza non avrebbe sopportato di vivere un secondo di più, eppure non riesce a esistere in un mondo senza di lui, è divenuto un fantasma in un circo. E alla fine né la moralità né l'etica riescono a tenere il passo con il male, perché esso è radicato nel profondo e Hannibal è riuscito a farlo fiorire come un campo di gigli.
Will ora riesce a vedere la vera bellezza di essere se stessi, il fascino di un'opera arrivata alla sua conclusione.
Ma in fondo l'ombra di un mostro non si dissolve mai, un fantasma che non verrà mai davvero sconfitto, finché continuerà a risiedere nelle menti delle sue vittime.
E così, l'unica salvezza eterna rivive in quell'ultimo abbraccio.
*note
A Stina.
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