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Il giorno in cui tornai da te (bakudeku, pt.2) 💚

Katsuki si sentiva più incazzato del normale, quella sera ci sarebbe stata una rimpatriata della vecchia 3-A, sua classe del liceo, e non aveva la minima voglia di andarci.
Purtroppo per lui Eijiro era entusiasta all'idea di rivedere tutti, dopo anni passati a incrociarsi durante i pattugliamenti o per qualche missione comune che non coinvolgeva mai più di quattro persone alla volta.
Katsuki sapeva che quando il rosso si metteva una cosa in testa difficilmente cambiava idea, era anche estremamente consapevole che non sarebbe mai riuscito a dirgli di no, perché in qualche modo capelli di merda otteneva sempre tutto quello che voleva da lui.
Sospirò, passandosi una mano nei capelli spigolosi, faceva un caldo infernale quel dodici di luglio, tuttavia aveva scelto di indossare il costume invernale da Hero perché dovevano catturare, insieme ad altri colleghi, un villain che utilizzava un quirk di ghiaccio.
Dodici luglio. Entro tre giorni sarebbe stato il compleanno di quel nerd di merda. Nel bene e nel male il biondo c'era sempre stato ogni anno, ma questo sarebbe stato il primo in cui non avrebbe potuto nemmeno condividere lo stesso stato con lui.
L'hero Dynamight era sull'attenti, ma sotto il costume e la spocchia, Katsuki Bakugo si sentiva afflitto.
Da quando aveva avuto quella conversazione telefonica con Deku, settimane addietro, non era riuscito a togliersi di dosso la sgradevole consapevolezza di aver commesso un errore a confessargli che gli mancava. Il grande dio delle esplosioni mortali che si sottometteva a un nerd del cazzo. Ancora una volta la rabbia prese il sopravvento e si ritrovò a urlare a due ragazzini che camminavano troppo lentamente davanti a lui.
Quella sarebbe di sicuro stata una giornata infernale.

*

Izuku era nervoso, si torceva le dita delle mani in grembo, tanto che Shoto ne prese una tra le sue per evitare che attivando involontariamente il One for all si spezzasse qualche falange.
"Andrà tutto bene, fidati" Cercò di confortarlo, tuttavia non era mai stato bravo in quel genere di cose.
La sua vita in Giappone era un totale casino e lasciare il paese insieme a Izuku era stata la scelta migliore, malgrado questo i problemi che pensava svanissero con il tempo si erano soltanto messi in pausa. Shoto non lo disse ad alta voce, né fece capire a Izuku il suo malessere, ma era nervoso tanto quanto lui.

"Stiamo per atterrare, siete pregati di tenere le cinture allacciate" La voce metallica dell'assistente di volo si propagò all'interno dell'aereo, Izuku tirò un lungo sospiro.

Una volta atterrati presero un taxi per poi dividersi poco dopo, di comune accordo avevano scelto di passare qualche giorno con le rispettive famiglie. Per Izuku era un sollievo, tuttavia Shoto l'aveva fatto solo per accontentarlo. Da qualche tempo il fidanzato sembrava scostante, quasi distratto, malgrado ciò Shoto non aveva mai chiesto alcunché, frenato dal suo carattere introverso. Si chiese se Izuku non avesse bisogno di tornare a casa e respirare profumi conosciuti, se non gli mancassero le persone a lui care, così avevano deciso di tornare per un paio di settimane in Giappone. Se all'inizio il fidanzato era sembrato entusiasta all'idea di rivedere i suoi amici e la sua famiglia, dopo poco si era incupito nuovamente. Shoto alzò lo sguardo sulla grande casa Todoroki, tirando un profondo respiro; Era tempo di tornare a casa.

Izuku si rese conto che era tardi solo quando il suo fidanzato gli mandò un messaggio sul cellulare: sarebbero arrivati in ritardo alla rimpatriata!

Sfrecciò in tutta fretta nella sua vecchia stanza, che sua madre Inko aveva lasciato intatta, come fosse una reliquia del suo prezioso figlio. La camera era tappezzata di poster di All Might, statuette e gadget del suo hero preferito. Gli occhi di Izuku si riempirono di lacrime, quella stanza era pregna dei ricordi della sua infanzia, ricordi pieni di Kacchan...

Scosse la testa, ormai era adulto e aveva imparato a gestire, almeno in parte, le emozioni. Kacchan gli diceva di continuo di quanto fosse frignone e debole, e con il tempo Izuku aveva imparato a gestire quei lati del suo carattere tanto esagerati. Non l'aveva fatto per lui, non del tutto almeno. Crescendo il suo essere era maturato, la consapevolezza delle reali responsabilità di essere il number one hero gli erano crollate addosso e il piccolo Izuku della Yuei era diventato definitivamente Deku. Sentì nostalgia del liceo, quando condivideva gli allenamenti, i combattimenti contro i villain, le giornate con All Might e i suoi amici, quell'ingenuità era ormai andata perduta per sempre. Anche se Aizawa sensei li aveva redarguiti infinite volte sulle responsabilità e sui lati oscuri di essere un eroe, nessuno, in quel momento, era abbastanza maturo per comprendere il peso di quelle parole.

Finì di sistemarsi, ripiombando dabbasso alla medesima velocità di quando si era diretto in camera, poiché Shoto era arrivato. Lasciò un bacio sulla fronte di Inko, inspirando il suo profumo a pieni polmoni, prima di lasciare casa sua e dirigersi all'incontro.

*

Katsuki Bakugo era sempre stato una mina vagante. Da quando il quirk esplosivo era affiorato nei palmi delle sue mani tutti avevano capito che quel piccolo ragazzino biondo avrebbe dato problemi a chiunque avesse incrociato il suo cammino. Di questo ne erano perfettamente consapevoli anche i suoi amici del liceo, che in quel momento lo guardavano come se fosse un caso clinico. Era arrivato al ristorante facendosi notare da tutti: in sella a una moto di grossa cilindrata, a tutta velocità aveva sgommato e lanciato le chiavi al parcheggiatore del locale, intimandogli, o meglio, minacciandolo di non procurare nemmeno un graffio alla cromatura nera opaca del suo bolide se voleva rivedere l'alba del giorno seguente. Eijiro Kirishima si scusò enormemente per la maleducazione del fidanzato, sorridendo cordiale a chi li guardava con sbigottimento. Del resto tutti ormai conoscevano il carattere del number two hero Dynamight, soprattutto dopo le sfuriate avute contro i giornalisti che gli chiedevano di continuo della sua vita privata. Egli infatti detestava quel tipo di gossip spicciolo, che metteva parzialmente in ombra le sue gesta eroiche.

Salutarono tutti e si accomodarono a una tavola lunghissima, in un ala del ristorante riservata solo a loro. Era stata una richiesta di Iida Tenya, ex capoclasse della 3-A, ormai divenuto pro hero molto apprezzato in Giappone. Il suo senso del dovere e delle regole gli avevano procurato molta stima e numerosi premi, cosa che rendeva suo fratello maggiore enormemente fiero.

"Una sala solo per noi, avete fatto le cose in grande eh!" Eijiro aveva gli occhi luminosi, era estremamente felice di rivederli, sicuro che tutti avessero nostalgia del liceo, tutti tranne forse...

"Ci saremmo ritrovati i paparazzi anche nel culo, ovvio che avevamo bisogno di un'ala riservata, baka" Il fidanzato lo guardò, grattandosi la nuca e volgendo lo sguardo verso il suo grande amico Kaminari Denki. Al suo fianco, vide Momo Yayorozu avere un sussulto, intanto che guardava alle loro spalle. Eijiro chinò il capo di lato, inizialmente non intuendo il motivo di tanto turbamento nell'hero Creati, poi si decise a voltarsi.

Katsuki sentì l'urlo del fidanzato ancora prima che lasciasse la sua bocca. Aveva quell'espressione euforica che gli faceva sempre venire le emicranie.

"Non ci credo, non ci sto credendo!" Tutti corsero alle spalle di Katsuki, che sentì un balbettio incredibilmente familiare. Si pietrificò sul posto, sembrava essersi amalgamato alla sedia di legno scuro che era l'unico appiglio in quel momento, perché il biondo era sicuro, le gambe non gli avrebbero retto. Vide i palmi delle proprie mani cominciare a fumare e prontamente li asciugò sulle cosce muscolose.

"Come mai siete qui? Io non sapevo nulla!" Era stato Kaminari a parlare. Katsuki si chiese per quale cazzo di motivo quel pikachu malriuscito non riuscisse mai a tenere la bocca sigillata. Si decise a voltarsi solo quando sentì la voce monocorde del bastardo a metà; Di nuovo vide il fumo uscire dalle proprie mani. In un moto di stizza si alzò, facendo stridere la sedia così rumorosamente che tutti si voltarono a guardarlo.

"Che cazzo avete da guardare, ah?" Incrociò solo in quel momento lo sguardo di Deku, quasi non credendo ai suoi occhi. Averlo lì, a portata di insulti, era paradossale per le sue iridi cremisi, tanto che si rese conto di aver spalancato oltre il normale gli occhi solo quando li sentì pizzicare. Da quanto non sbatteva le palpebre?

"Ciao, Kacchan" Cominciò Deku, interdetto da quello sguardo tanto profondo. Da quella telefonata notturna non si erano più parlati, non un messaggio, niente. Katsuki chiuse gli occhi, essere chiamato così dopo tanto tempo gli fece tremare le dita, che prontamente mise nelle tasche dei pantaloni.

"Eravamo in carenza di stronzi" Proruppe il biondo, puntando il suo sguardo verso Todoroki Shoto, che sospirò con rassegnazione. Quel suo atteggiamento sempre calmo e composto era motivo di grande rancore da parte di Katsuki, con i suoi modi gentili e delicati aveva conquistato Deku e l'aveva portato via. Certo, il suo carattere burbero aveva contribuito all'allontamento del nerd, complice il fatto che non si era realmente reso conto di quanto Deku fosse cambiato, non riuscendo più ad accettare certi insulti senza adirarsi a sua volta. In effetti, a guardarlo ora, non sembrava affatto quel ragazzino rachitico che tremava se solo Katsuki posava gli occhi su di lui. Eppure quel bastardo a metà, quel Todoroki del cazzo, era la principale fonte di odio del biondo. Il nerd lo guardava come se gli dovesse qualcosa, come se tutta l'ammirazione che aveva sempre avuto solo per Katsuki ora fosse stata rivolta altrove. Deku non lo vedeva più, da troppo tempo ormai.

"Vedo che sei rimasto sgradevole come sempre" Katsuki ghignò alle parole di Todoroki, quanto aveva sperato in una provocazione per avere la scusa giusta e spaccargli il muso. Si avvicinò con passo deciso ma Eijiro gli si era parato davanti, posandogli una mano sul petto.

"Smettila, ti prego" Era mortalmente serio, cosa rara per lui, così il biondo si rese conto che gli stava rovinando la serata. Sospirò, posando nuovamente lo sguardo su Deku, che sembrava immerso nel suo solito mondo astratto, guardando la mano di Eijiro ancora stretta sul suo petto.

Si chiese se il nerd fosse ancora geloso, un tempo lo era stato. -Mai quanto te- pensò mestamente.

Si erano lasciati proprio per questo, Katsuki era troppo possessivo, ma mai una volta Deku si era chiesto il motivo. Mai gli aveva domandato perché fosse infuriato se lo vedeva tornare coperto di lividi, o a orari improponibili. Ma lui avrebbe avuto il coraggio di aprire il suo cuore e dirgli che si sentiva trascurato dal number one hero?

Tre mesi avevano trascorso insieme, poi tutto era andato a puttane. Tuttavia nessuno dei due sembrava aver dimenticato quel breve periodo di felicità, prima che tutto crollasse.

La tensione del momento fu stemperata di nuovo da Kaminari, che fece una battuta stupida sui due fidanzatini del secolo. Katsuki decise che era arrivato il momento di respirare, così informò Eijiro che sarebbe andato a prendere una boccata d'aria, proprio come gli avevano insegnato a fare a quei corsi del cazzo sulla gestione della rabbia che Best Jeanist gli aveva obbligato a frequentare. Prese dei respiri profondi, attuando un'altra tecnica per calmarsi. Alzò gli occhi verso il cielo limpido di Luglio, cercando di rimettere ordine nei suoi pensieri.

"Mi dispiace, non volevo metterti in imbarazzo" Katsuki sussultò alle parole di Deku, che l'aveva raggiunto fuori.

"Cristo, nemmeno cinque minuti di pace mi dai. E hai ancora questa pessima abitudine di scusarti per qualsiasi cosa, la detesto" Izuku annuì, sorridendogli. Il biondo si chiese che cazzo avesse da ridergli in faccia, ma stavolta si trattenne. Se Izuku aveva imparato a gestire le sue emozioni, Katsuki lottava ancora ogni singolo giorno contro la sua rabbia.

"Come stai, Kacchan?" Lo faceva apposta, Katsuki ne era certo. Usava quel vezzeggiativo per ammorbidirlo, con quella voce che era diventata incredibilmente profonda, con gli anni. La cosa peggiore era che ci stava riuscendo.

"Come vuoi che stia, mi brucia ancora essere il numero due" Scrollò le spalle, inchiodando i pugni nelle tasche dei pantaloni per evitare che Deku scorgesse il tremore delle sue mani. Non era chiaro se si riferisse al suo ruolo di Hero o a quello di fidanzato.

"Dipende da dove guardi, per molti sarai sempre il numero uno" Sembrava così calmo, quel nerd. Forse il bastardo a metà gli aveva insegnato come gestire le situazioni di imbarazzo, perché in quel momento non riuscì davvero a capire cosa gli passasse per la testa. Era forse un complimento indiretto? Era lui che lo considerava il numero uno?

"Non mi serve la tua pietà" Deku a quel punto sospirò. Per quanto ci provasse, non riusciva a rimanere davvero impassibile davanti al suo grande amore. Sentiva gli occhi pizzicare, le lacrime confluire tutte dietro le palpebre, così osservò il cielo notturno, nell'intento di ricacciarle indietro. Rivederlo era stato un colpo in pieno stomaco. Si chiese se fosse questo che provavano i villain quando li colpiva con uno smash particolarmente forte. Scosse la testa e tornò a guardarlo, era bello come lo ricordava, di sicuro continuava ad allenarsi come un dannato, perché aveva anche aumentato la massa muscolare.

"Sei sempre bellissimo, sai Kacchan?" Katsuki a quel punto lo guardò, crucciato. Era davvero il nerd ad aver pronunciato quelle parole? Dov'era finito quel timido ragazzo, quell'impaurito sassolino sulla sua strada? Non riuscì a impedire al suo viso di arrossire a quel complimento, chiedendosi se i ruoli non si fossero invertiti, alla fine.

"Mi fai sentire debole, e non mi piace"
Concluse, tornando dentro da Eijiro, lasciandolo lì come uno stoccafisso.

*

Il resto della serata trascorse tranquilla, tra sfottò a Denki, di quando andava in corto circuito dopo una scarica elettrica troppo potente, a Kyoka che aveva annunciato di aver aperto un negozio di strumenti musicali. Alla fine aveva deciso di prendere coraggio e seguire tutti i sogni che aveva nel cassetto.
Uraraka passò metà della serata a monopolizzare Deku, che sembrava tutt'altro che infastidito.
Todoroki parlava, o meglio, ascoltava Iida che parlava di ronde e Katsuki si ritrovò un sorriso da ebete stampato in faccia. Forse, molto molto in fondo, gli era mancata quell'atmosfera, ma col cazzo che l'avrebbe mai ammesso.
Izuku lo scrutò di sottecchi, mentre Ochaco Uraraka continuava a parlare di una missione oltreoceano da cui era tornata di recente.
Sembrava tranquillo, Kacchan, quasi a suo agio. Quando il biondo incrociò il suo sguardo però il piccolo sorriso che era affiorato alle sue labbra svanì, rimpiazzato da uno astioso.
Izuku sapeva che il biondo non aveva ancora digerito di essere stato lasciato, tuttavia gli aveva detto che gli era mancato, quella sera al telefono.
Ma cosa voleva lui?
Erano entrambi fidanzati con due persone meravigliose, e sapeva che né lui né Kacchan avrebbero mai tradito la fiducia dei loro partner.
Eppure... Non l'avevano già fatto, quella notte?

"Mi manchi anche tu nerd, ogni cazzo di giorno"

Izuku ricordava ogni singola lettera, ogni suono di sottofondo, ogni sospiro.
Rispose alla sua occhiata torva con una di sfida, continuando a fissarlo mentre si alzava lentamente da tavola per raggiungere i bagni. Lasciò la porta socchiusa, conoscendo l'indole di Katsuki non si sarebbe tirato indietro.
Infatti, dopo poco più di un minuto Izuku vide la porta sbattere contro la parete con un tonfo e gli venne da sorridere.
"Che cazzo vuoi, ah?"
Si conoscevano troppo bene, in verità. Spesso non avevano bisogno di parlare, cosa che si rivelava estremamente utile in battaglia.
"Hai chiuso la conversazione di prima e non avevo finito di parlare" Gli fece notare Deku.
Katsuki sbuffò "Sai che cazzo me ne frega" proruppe, tuttavia non accennò a lasciare i bagni per tornare dagli altri.
Izuku si avvicinò, il suo Kacchan era così tanto vicino che sentiva il profumo della sua pelle, perfino il calore del suo corpo. Sapeva che il biondo non aveva indietreggiato solo per orgoglio, lo conosceva come le sue tasche.
"Tu mi hai fatto sentire debole per tutta la vita, Kacchan. Ogni giorno tremavo sotto il tuo sguardo e le tue mani, e ora mi dici che sei tu quello che si sente debole con me?" Riprese il discorso di prima, guardandolo negli occhi. Gli anni da pro Hero gli avevano insegnato a non abbassare mai lo sguardo dal nemico e Katsuki in quel momento lo era.
"Lo sai cosa intendo, nerd di merda. Te ne sei andato come un codardo, avevo ancora le tue stupide cose di All Might sparpagliate per casa" Le mani di Katsuki tremavano senza controllo, aveva il desiderio maligno di prendere a pugni quella faccia sempre sorridente.
"Devi ridarmele, quelle cose" Lo stuzzicò Izuku. Vide un lampo di rabbia attraversare gli occhi del biondo e sorrise nuovamente. Gli era mancato così tanto quel brivido lungo la schiena, si diramava ogni volta che era in sua presenza.
"Col cazzo, se ci avessi tenuto non le avresti abbandonate"
Ed era tutta lì la storia, Izuku ne era consapevole.
"Mi sentivo soffocare, dovevo dar conto a te anche se prendevo un caffè con un collega durante la pausa pranzo!" Si passò una mano nei capelli verdi, nervoso. Ci provava, ci provava sempre a non cedere, ma con Kacchan era semplicemente impossibile.
"Volevo che quel caffè lo prendessi con me! Come cazzo fai a essere così rincoglionito, maledetto merdeku, miserabile bastardo, tu mi mancavi!" Izuku spalancò gli occhi, colto dalla schiacciante consapevolezza che aveva appena acquisito. Il suo Kacchan era sì geloso e possessivo, ma molte volte Izuku aveva frainteso i suoi veri sentimenti. Si crucciò, ripensando a quel periodo.
"Sono il Number One Hero, non posso lasciare che..."
Venne interrotto da un pugno che gli arrivò in pieno viso, spaccandogli il labbro. Il sapore ferroso del sangue gli inondò i sensi e inevitabilmente i suoi occhi si riempirono di lacrime silenziose.
"Posso anche essere il numero due come Hero, ma non sarò mai il numero due per l'uomo che amo!" Gli urlò addosso il biondo, tirando il colletto della camicia bianca, rivelando una collanina con un anello al suo interno.
Izuku era atterrito, mortificato e si sentiva profondamente in colpa, ma sapeva che Kacchan odiava tutte queste scuse.

"Kacchan, quell'anello..." Katsuki si strappò il gioiello dal collo, lanciandoglielo addosso.

"Riprenditelo e vaffanculo" Fece per andarsene ma Izuku gli bloccò il polso. Dovette utilizzare il One for all per impedire a quel testardo di andare via.
"Perché lo porti ancora? Kirishima lo sa?"
L'insinuazione implicita fece infuriare Katsuki, che gli tirò una testata in mezzo agli occhi. Cominciò a scuoterlo come se volesse strappargli l'anima dal corpo, in un gesto di disperata frustrazione.
Deku poteva quasi sentire i suoi sentimenti, le sue parole mute, tutto quello che in passato non era riuscito a comprendere.
"M-mi dispiace, non avevo capito io... Kacchan basta!" Utilizzò nuovamente il suo quirk per fermarlo, perché senza di esso il biondo era più forte di lui.
La determinazione nei suoi occhi impedì a Katsuki di continuare con le percosse. Lasciò penzolare mollemente le mani lungo i fianchi, riprendendo a respirare.
"Ho cercato di capire, ma tu non c'eri" Era un sussurro rassegnato, quello di Bakugo, cosa che spezzò il cuore di Deku, che si sentì un miserabile.
"Ora l'ho capito. Hai ragione quando dici che sono uno stupido, ma lo sei anche tu. Tornare da te, anche a notte fonda, e trovarti addormentato mi rendeva comunque felice. Vedo la morte quasi ogni giorno, certe volte mi sento così perso e mi chiedo che fine abbia fatto quel bambino con i capelli verdi e gli occhi pieni di speranza" Prese una pausa, perché dopo tanto tempo le lacrime che cercava sempre di trattenere fluirono dai suoi occhi come cascate. No, non frignava più Izuku, ma in qualche modo quelle lacrime silenziose ferirono Katsuki molto più che in passato.
"Quando non riuscivamo a incrociarci dormivo dal tuo lato del letto, non ho mai avuto il coraggio di dirtelo. Una volta mi si è addormentata tutta la parte destra del viso perché non volevo staccarmi dal tuo petto mentre dormivi, i tuoi respiri e il battito del tuo cuore mi aiutavano a dormire la notte, dopo tutto l'orrore che vedevo nel mondo di giorno"
Un singhiozzo spezzò il silenzio che si propagò dopo quelle parole, ma non era uscito dalle labbra di Izuku.
"Sempre il solito sentimentale" Proruppe Katsuki, prima di stringerlo in un abbraccio soffocante. Si erano fraintesi, praticamente da sempre. Era il loro tallone d'Achille il giungere a conclusioni affrettate.
"Il tuo profumo mi calma ancora" Constatò Izuku, più a se stesso che a lui.
Si sentiva rilassato come non lo era da tempo, come se si fosse tolto un peso dal petto.
Katsuki lo sospinse verso la parete bianca del bagno e lo baciò senza pensarci sopra. Izuku cominciò a tremare, non riuscendo a non ricambiarlo.
I sensi di colpa verso Shoto vennero rilegati in un angolo della mente, perché Kacchan era troppo importante, troppo essenziale.
Si issò sulle punte perché malgrado fosse cresciuto in altezza Katsuki lo sovrastava ancora. Il biondo, dal canto suo, si sentì di nuovo a casa, il profumo di Izuku gli inondava le narici e il sapore delle sue labbra gli ricordò perché fosse ancora vivo, dopotutto.
Si erano scelti a cinque anni, bambini molto più intelligenti dei ragazzi che erano diventati.
Si staccarono per riprendere fiato e una risatina vittoriosa risalì alla gola del biondo per infrangersi sul viso di Deku.
"Se penso che ora il bastardo a metà non riuscirà a passare sotto le porte..."
Izuku gli diede un pugno sulla spalla, mentre i sensi di colpa che aveva rilegato in un angolo della mente riaffioravano prepotenti.
"Lo sai che non lo tradirei mai, è solo che... Tu sei tu" Abbassò gli occhi, in un gesto involontario, una vecchia abitudine che forse non aveva del tutto perso.
Katsuki poggiò il mento sulla testa di Deku e lo rassicurò.
"Gli parleremo, parleremo a entrambi"
Izuku era triste, Shoto non meritava quello che stava per fargli, tuttavia l'amore che provava per Kacchan era troppo forte per ignorarlo.
Si portò una sua mano davanti al viso, inspirando il suo profumo misto a nitroglicerina e si calmò immediatamente.
"Sei un masochista drogato del cazzo, lo sai?"
Lo redarguì il biondo, con un sorriso da ebete stampato in faccia.
Deku annuì, consapevole di essere completamente cotto del suo amico di infanzia da praticamente tutta la vita.
"Come farai con Eijiro?"
Bakugo si rabbuiò per un secondo. Cercava di non pensarci, tuttavia l'unico vero timore del biondo era perderlo come essere umano, più che come fidanzato.
"Capelli di merda capirà" Disse in fine, stringendo al petto l'unica persona che fosse mai stata davvero importante per lui, perché se c'era una cosa di cui Katsuki era fermamente convinto, era che non avrebbe mai più lasciato indietro il suo nerd.







Note*

Lo so cosa avevo detto.
"Niente più bakudeku gne gne" le ultime parole famose 😂
Questi due sono una droga molto pesante, mi hanno trascinata in un loop così profondo che questa One shot è di quasi quattromila parole.
Che dire, se vi ho scaturito un emozione, fatemelo sapere ❤️

Alla prossima (non bakudeku ve prego 😂)

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