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A simple feeling ( o storia di una diagnosi filtrata dal mondo delle serie TV )

Intervista immaginaria in cui non c'avevo voglia di descrivere anche l'intervistatore quindi può anche non esistere o essere un Tyler Durden casuale, voleva essere un monologo serio, ordinato e grammaticalmente e logicamente coerente invece è solo un flusso di pensiero che non segue una scaletta o una logica, infatti avevo un idea in testa e sta roba è tutto l'oppodto, volevo passare un messaggio ma nemmeno esiste una coerenza quindi, pazienza.

Allora...la giornata della...consapevolezza sull'autismo, due luglio? E perché non quattro luglio? Ah quella è una roba americana, vabbè. Dunque, ok...devo parlare di autismo, ma quale scusa? Alto funzionamento, basso funzionamento, sindrome di Asperger - che per la cronaca non è un termine che si utilizza più anche se a me nella diagnosi me l'hanno messo, e lo sapeva che c'è differenza fra maschi e femmine? Le bambine e poi adulte sono più facilmente, come dire, scambiate per "neurotipiche" che è un termine per definire lei che è nato con un cervello che non si fissa ogni due per tre su un singolo argomento e potrebbe scoppiare pure un atomica ma manco se ne accorgerebbe perché è così assorbito da dimenticare pure di mangiare ancora un po', per dire...insomma le bambine mascherano più facilmente le loro peculiarità per questo la diagnosi per loro è più complessa, capito? Pure nella neurodivergenza siamo influenzate dalle norme sociali e comportamentali tali da sopprimere le nostre peculiarità, maledetti...vabbè vabbè, che stavo dicendo?

Come, Sheldon Cooper? Sì guardi piace pure a me, è il mio personaggio preferito di The Big Bang Theory però smettiamola di associare le persone autistiche a lui, che mica siamo tutti dei nerd con un QI spaziale che Einstein ( o era Ejenstein? Ah no...Ejzenstejn quello era il regista )... sì sì pure lui, esatto, ecco mo basta per favore che io non ci capisco nulla di fisica, astrofisica biologia e scienza in generale, avevo quattro in matematica, e sennò quelli come me che non hanno un QI da geni - eh si ho fatto il test sennò come me davano la diagnosi? No no non glielo dico - che devono fare, spararsi un colpo come Van Gogh...si pure lui dicono, io adoro Van Gogh e glielo giuro ho pianto a leggere le lettere a Theo ma anche lì basta feticizzarlo o fare gli intellettuali con "ah è il mio spirito guida" ma state zitti, l'avete mai provata la depressione? Gli episodi maniacali? La solitudine? Ne sapete di suicidio? No? Ecco, zitti dovete stare zitti...mi scusi non volevo prendermela con lei, era solo un piccolo sfogo.

Managgia ho perso il filo del discorso...Sheldon Cooper o Eijen...Sheldon Cooper, meglio. Ecco ammetto che io due domande ho iniziato a farmele con lui, cioè in verità no ho trovato delle affinità ma buttate così sul ridere, che è solo una serie TV vorrei vederlo un Sheldon Cooper nella vita reale come sarebbe andata, sì battutine del tipo: ah sembri Sheldon fissato con il posto al divano, fai tutta una manfrina come lui per i regali ( madonna una delle norme sociali che più mi mettono ansia ) sei infantilmente ossessivamente adorabile come lui, scusa è un complimento?
Poi per Sheldon, da fan di Star Trek  uno dei suoi idoli è direi Spock, oh l'ha mai visto il cameo con la voce di Leonard Nimoy? Davvero una puntata deliziosa, poi c'è quell'episodio in cui Sheldon si fa intervistare dal figlio di Nimoy...

Insomma mi sono persa di nuovo, qual'era il tema? Ah sì autismo e cosa c'entra con per esempio The Big Bang Theory e perché ho citato Spock, allora la prego mi segua non mi faccia domande che poi mi perdo...dunque, è facile intuire perché Spock sia l'idolo di Sheldon, è una macchina di logica razionale come a lui piace considerarsi, e i vulcaniani in genere non esprimono mai i sentimenti, non che li abbiano eh, solo hanno imparato a sopprimerli molto beno in favore della logica, e così fa lo stesso Sheldon, con il suo migliore amico stipula un contratto di convivenza e fare una cosa simile anche con la fidanzata, Amy...
Oh lo sa che una volta un mio amico ha voluto fare lo stesso? Le cose erano andate malino e si cercava di recuperare un minimo di rapporto, mi ha scritto delle "regole" per vederci o scriverci solo, in modo da "regolare" i nostri contatti e non farsi di nuovo sopraffare, e che pensavo di essere io Spock dei due ma lo era lui, comunque io ovviamente l'ho mandato affanculo però, un discorso su cui ritornerò più tardi...come mi sono persa di nuovo, managgia

Dunque scusi, Sheldon... sì lui ha una routine che odia sia spezzata ( è anche il motivo del contratto in fondo ) non ama nemmeno il contatto fisico, così come i vulcaniani per cui solo uno sfiorarsi di mani equivale a un bacio, e hanno regolamentato perfino la loro vita sessuale con il Pon farr, praticamente un rituale d'accoppiamento molto rigido ogni sette anni, ed è divertente come Sheldon cerchi di "gestire" la sessualità con Amy cercando di "farlo" solo determinate giornate a orari specifici arrabbiandosi se vengono stravolte...

Di nuovo, il punto qual'e...Sheldon è autistico ( non verrà mai detto nella serie ma solo "estrapolato" fuori di essa ) e idolatra l'equivalente di una società autistica dello spazio, che per conto mio somigliano più agli elfi e secondo me il regista si è ispirato a loro per creare i vulcaniani ma vabbè discorso a parte...quindi è comprensibile, sopratutto il fatto che Spock sia figlio di una donna terrestre, quindi per metà umano, questo lo avvicina più a Sheldon, che al contrario si sente un umano con una parte vulcaniana e anche lui deve imparare a gestire l'emotività e le relazioni con gli altri "terrestri".

Come? Aspetti aspetti mi lasci dire un ultima cosa che mi è venuta in mente, probabilmente il personaggio di Spock è stato ispirato da Sherlock Holmes, anzi sembra siano imparentati, in non mi ricordo che film gli fanno dire " un mio antenato disse una volta che se si elimina l'impossibile, ciò che rimane, per quanto improbabile, deve essere la verità", e poi nella serie TV "Sherlock" Watson, durante un episodio, quello del mastino mi pare, chima Sherlock "Spock", e secondo me è palese l'ispirazione sopratutto nell'espressione pensosa che hanno entrambi, e per rimarcare questa somiglianza in The next Generation fanno interpretare a Data proprio Sherlock Holmes, di cui è un grande fan...oh cavolo l'ho fatto di nuovo, mi scuso...come? Tutto questo che c'entra con me? Allora dicevo, Sheldon è autistico palese e ed è fan di un personaggio che se fosse completamente umano sarebbe autistico anche lui, insomma, io ho conosciuto Star Trek in fondo grazie a The Big Bang Theory, ma la spinta definitiva è stata una telefonata con mia madre risalente a prima del COVID mentre ero fuorisede a Perugia, in questa telefonata di cui non ricordo la conversazione ma solo che a una certa mi ha detto qualcosa tipo "non fare come Spock" e io "aspe' chi?" Poi mi sono ricordata dell'idolo di Sheldon e mi è venuta voglia di cercare star Trek, prima mi sono vista i film di JJ Abrahams che non mi fecero impazzire tranne l'interpretazione di Benedict Cumberbact nei panni di Khan nel secondo film, poi ho cercato la serie classica che allora era su Netflix e così...

Dunque che c'entra tutto ciò con l'autismo, nello specifico e di parlare di me e non di serie TV ma lei l'ha capito che se io parlo di me devo necessariamente fare paragoni con film e serie TV? Similmente a Spock e Sheldon non so esprimere le emozioni o meglio un sei anni fa avevo molta difficoltà a farlo, un modo per riuscire a esprimere ciò che provavo era fare citazioni, raccontare scene di film o serie in cui dei personaggi stanno provando le cose che io non riesco a dire a parole, e quindi spiego quello che provo raccontare la scena e i sentimenti dei protagonisti...capisce?

No?

Non importa, mi hanno sempre detto di non fare citazioni, di esprimere a parole MIE quel che provo, ma come si fa a descrivere esattamente un emozione? Dai sintomi fisici, dall'ansia o la paura che si esprimono con malessere, attacchi di panico o pianto? O la voglia di saltellare e cantare che ti lascia la felicità? Si ora, a venticinque anni le saprei esprimere, ma lei conosce il lavoro faticoso che c'è stato dietro?

Io ho sempre fatto teatro, ho sempre recitato "sei così espressiva" mi dicono, sei così "buffa e tenera", commenti che però mica arrivavano quando voltavo la faccia per non farmi baciare dagli adulti, ritirato la mano schifata dal contatto fisico, aspettato gli abbracci da altri che non li ho mai saputo dare, e il guardare negli occhi manco ora lo so fare l'ha notato, si? Ho imparato da pochi anni a usare sarcasmo e ironia, sa "prima" mi sarebbe stato comodo un Leonard, si il nome dell'amico di Sheldon, che gli fa vedere un cartello con c'è scritto sarcasm, mi avrebbe risparmiato le ricreazioni chiusa nel bagno delle femmine, alle medie, se ne accorse solo una professoressa... È acqua passata, ora io sopperito a tante cose, il teatro è stato un buon insegnante per tutte imparare molto "La socialità", eppure quella sindrome dell'impostore che mi sono cucito addosso mi ricorda continuamente come sia tutta una finzione, tutte le energie spese a imitare dagli attori dei film i comportamenti, dai libri le parole, energie che avrei potuto spendere per lo studio, per interessi produttivi, avrei potuto applicarmi davvero alla fisica o alla chimica materie che hanno sempre suscitato in me interesse ma non ho mai saputo studiare, ho sempre preso tre o quattro, se le avessero spiegate come nei film, sarebbe stato facile impararle, ma una vita intera scompare a vivere "con le altrui genti" è così stancante, certe mattinate è una vittoria anche solo alzarsi e fare colazione....ma basta così non è un argomento che mi sento di affrontare in questa sede.

Dunque dove eravamo rimasti? Ecco, la mia passione per i film deriva da questo, sono frammenti di vite fittizie che come la scrittura ti permettono di osservare la società da altri punti di vista, e quasi all'esterno, senza sbatterci il muso, come l'emotività? Si parliamo di emotività, negli autistici è sempre complicato, è l'argomento più difficile, anche l'amore, mi tocca che io lo descriverei con la canzone "Un chimico" ma non divaghiamo...le faccio degli esempi, uso sempre Star Trek va bene?

C'è una scena in cui Spock "avverte", grazie al su capacità telepatiche, che una nave vulcaniana è stata distrutta, e ciò lo fa soffrire, gli provoca un forte dolore, e questo è quasi un contrasto con la sua emotività "chiusa" all'altro, al singolo amico accanto a lui, e Bones, il medico di bordo  che è il "cuore" del trio fornato da lui, e poi Spock che sarebbe la "mente" e infine Jim Kirk, il capitano dell'Enterprise che rappresenta in un certo l'emotività istintiva solo frenata dai suoi doveri di capitano, sì scusi allora dicevo, Bones gli chiede proprio questo, e Spock risponde dicendo che gli umani si preoccupano più del loro vicino che delle numerosi morti "collettive" che devono affrontare nelle loro missioni, Insomma uno scontro dialettico che non è stato approfondito ma poteva essere molto interessante, ecco io l'emotività la vivo come Spock, non so esprimere i sentimenti a chi mi vive accanto, ma se attraverso il "filtro" audiovisivo e letterario assisto a morti toccanti, solo allora piango, per non parlare delle notizie al telegiornale, e durante il COVID è stato un inferno, per dirla come Gaber "mi fa male il mondo"
Poi c'è un altro bellissimo episodio in cui Spock e Bones sono incarcerati su un pianeta rimasto fermo all'impero romano in cui devono combattere come gladiatori, e Spock è nervoso, prima nell'arena ha salvato la vita a Bones ma Jim è stato portato via, e cerca di uscire, sbatte le sbarre, sembra arrabbiato e ignora il medico, e anche lì gli fa tutto un discorso sul fatto che in verità Spock è terrorizzato, ha paura di ciò che ha provato, e la rabbia è il modo di esprimerlo, perché per lui è più semplice reprimere che lasciarsi andare a "dei semplici sentimenti"
Anche qui lo capisco, io quando affronto discorsi "pesanti" o che riguardano quello che accade "la fuori" non so mai come rispondere, sto zitta e spesso faccio la figura dell'imbecille, o dico di sì per far smettere di parlare l'altro, ma dentro c'ho un tumulto, e allora mi sento nervosa per tutto il giorno, devo muovermi, correre, fare ginnastica per sfogarmi, qualcosa devo fare, perché il corpo vuole buttare fuori ciò che è rimasto incastrato in gola e nel cuore...insomma, l'emotività è un terreno difficile per chi ci chiede dei gesti o parole che possano esprime e allora siamo aneffetivi, ecco ora faccio un esempio su di me, sa l'amico di cui le parlavo?

Oh era ora dice lei finalmente questa parla di sé allora fino a un certo punto, io non faccio nomi dico solo che è stato complicato, questa persona provava palesemente qualcosa per me, e io che non so affrontare le cose e sono una procrastinatrice seriale procrastino pure questo, non gli rispondo sto zitta ma c'ho sta pressione che lui vuole una risposta, vuole una dimostrazione io che se qualcuno vuole una dimostrazione gli compro o se lo so fare, gli preparo il suo dolce o cibo preferito, basta...no?
E allora visto che la nostra amicizia si è cimentata grazie a Star Trek, e noi ci siamo sempre visti un po' come Jim e Spock, io gli cito una scena dal film Star Trek: Motion Picture del 79, un film afossato dalla critica che non è piaciuto praticamente a nessuno tranne a me ora spiego, insomma il riassunto è: l'Enterprise viene attaccata da una sonda "aliena", V'Ger e la situazione sulla nave non è delle migliori, c'è un giovanotto che vorrebbe prendere il posto di capitano di Kirk che dovrebbe essere in pensione da un pezzo, e questo aitante ragazzone è innamorato di una nuovo membro, una ragazza con cui ha avuto una relazione in passato ma ora ha fatto "voto di castità" e quindi niente...dunque si richiama tutta la vecchia banda più le new entry et-voila arriva Spock dopo un ritiro spirituale su Vulcano in cui ha fatto un percorso di purificazione totale delle emozioni, ma qualcosa è andato storto, un entità ( che pensa essere V'Ger ) l'ha contattato e quindi niente medaglia d'onore per aver conquistato il titolo di "Vulcaniano onorario" e niente, è stizzito a apatico nei confronti di un entusiasta Kirk così come la nuova recluta lo è nei confronti del nuovo capitano, questa premessa per fare capire come mai Motion Picture fosse considerato all'epoca un film "lento" per l'introspettiva' dei personaggi, e poco appassionante con tanto di cose riciclate dalla serie classica, come la storia della sonda già presente con dinamiche simili in alcuni episodi...

Sì lo so che c'ha da fare ma mi segua, per piacere e non mi interrompa, pazienza se esco dai binari della domanda, lo facevo sempre con i temi di italiano, uscivo fuori "tema" ogni volta ecco perché avevo sempre dei miseri sette...comunque dicevo...ecco al mio "amico" una volta descrissi la scena di Spock che dopo esser entrato in contatto telepatico con V'Ger ed essere quasi morto si trova in infermeria con Jim e Bones preoccupati, è ferito, ma c'ha avuto l'illuminazione: V'Ger, una sonda "intelligente" è alla ricerca del suo Creatore che possa rispondere alla domanda più antica del mondo, praticamente sull"l'amor che move il sole l'altre stelle" commento mio per spiegare la situasion, insomma Spock è in piena crisi mistica, prende la mano di Kirk e gli fa tutto un discorso che si conclude con un "Questo semplice sentimento è al di fuori della portata di V'ger" è una scena commovente vedere un personaggio ammettere e dire simili parole dopo che per tre intere stagioni e oltre ha represso l'emotività e la propria parte umana, è letteralmente una catarsi...'ensomma  Spock riesce a esprimere le sue emozioni solo quando è strafatto, in preda a qualche virus, ubriaco oppure ferito come nel caso sopracitato...

E il fatto che pure io gli unici momenti in cui mi sento "emotiva" e in vena di introspezione è quando ho bevuto ma proprio di brutto, forse potrei considerarmi un alcolista, diciamo che almeno non ho la sbronza violenta e molesta di Begbie ma in verità paio più Spud, e ogni volta mi dico "ora basta, scelgo la vita e la lucidità" come Renton poi sappiamo tutti com'è andata a finire sì Trainspotting non c'entra nulla, era per dire...dunque io a sto mio amico gli spiego che per me la parola ti amo non  vale un tubo, e forse ho forse solo una paura maledetta di sta "cosa" e quindi per lui provo "un semplice sentimento" cerco di spiegarglielo che quel concetto per me è anche più "grande" di un banale "ti amo" è più "universale" e ampio e di come per favore se lo possa fare bastare che io altro non so fare, insomma non recepisce, anche per cause mia che vabbè una volta lucida me so tirata in dietro per strizza, e va tutto in vacca... mi scusi la volgarità eh, no nessun problema...bene...mi sono persa di nuovo.

Insomma il succo di tutta sta manfrina è che ho scoperto di essere autistica solo grazie a personaggi di film e serie TV, e che mi immedesimo nei disgraziati antisociali con tratti psicopatici che se fossero reali o sarebbero serial killer o con qualche TSO alle spalle, come, perché sempre uomini dice lei, no guardi c'era pure Lisbeth Salander della serie di romanzi Uomini che odiano le donne, non ho amato i film però Roomi Rapace azzecatissima...comunque che domande mi fa che io cavolo ne so,  sarà che il modello sociale dominante è per lo più maschile e quindi io mi ci sono immedesimata sarà che con sto cervello che non riesce a incastrarsi nelle norme sociali e comportamentali non lo fa manco con i generi, io francamente me ne infischio ecco di nuovo una citazione, per me è tutto citazione e teatro interiore, dell'assurdo, per me perfino il tempo scorre a scompartimenti indefiniti e non lo so tenere, o scappa troppo di fretta a un ritmo differente da quello della mia mente, ma che ne so, di nuovo, dico solo che avere la diagnosi è stata una liberazione che non le so spiegare, ma per certi versi è ancora per me "un tabù" che già so sorda, uno con un handicap sensoriale già stigmatizzato dall'infanzia per questo e già ho avuto difficoltà ad accettare uno,  che vuoi fare ci metti pure uno "mentale", un altro agli occhi altrui ancora più invisibile che manco ti pigliano sul serio? Ci vuole tempo, dalla consapevolezza interna tirarla fuori e spargerla un po' in giro, piano piano, prima devostruirsi di nuovo, rimettersi insieme e poi forse riaffacciarsi al mondo in una nuova veste ( una di tante future altre ).

Che dopo una vita passata a fingere "d'esser sani" come cantava qualcuno, ritornare indietro per svelarsi è riprendersi tanti calci nel sedere perché quando finalmente sei autentico non ti credono, pensano che è lì che stai fingendo? E allora che si fa?

Vado nei teatri a fare la maschera, nelle giornate buone in cui la paura non paralizza, che, maledizione,  lasciami recitare la malinconia pirandelliana di Troisi o il teatro canzone di Gaber, anche se sono in un accademia dove vogliono Chekov o Shakespeare, non avrò studiato, non avrò fatto dizione, faccio ridere e basta anche quando sono seria me ne infischio non sono ambiziosa e amen, pazienza, o sei un matto o sei un pagliaccio, non entrambi se lo sei entrambi, buona fortuna, c'è qualche personaggio rotto secondario, provaci se calza o meno, che io non voglio interpretare i personaggi primari, io voglio fare i Jim Carrey dall'espressività caricaturale e esagerata, essere un cattivo fuori di testa come Jack Nicholson o irresistibililmente simpatico in modo odioso come Christoph Waltz, avere quindici minuti ma poi "finire in gloria" come Anthony Hopkins, l'antieroe ambiguo e marginale come Michael Emerson, voglio essere uno dei diabolici anche se stereotipati cattivi dei fantasy alla Once Upon a Time o un po' esagerati è vero ma che poi invece di diventare buoni preferiscono uscire di scena come il Crowley di Mark Sheppard in Supernatural, voglio salvare il mondo in un apocalisse zombie con l'affettività burbera e silenziosa di Daryl, al diavolo gli eroi e capi motivatori alla Rick...

Come? Oh deve andare, pazienza, sarà per la prossima volta, è stato un piacere, intervista utile, o no...?

Mah, arrivederla...vabbe, domani è un altro giorno.

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