Ferro.
"Possiamo tornarcene a casa adesso?"
"Manuel..."
"Simone..."
"Manuel" mi fermo del tutto prima di girarmi verso di lui e osservarlo "ti ricordo che ci sei voluto venire tu qui!"
Abbassa lo sguardo giocherellando con la confezione che ha tra le mani "si, ma per curiosare! Appunto per dì che ce so venuto pure io na volta, per fa n'esperienza insomma... no pe mettemme a fa spesa grande!" indica le cose che ho nel carrellino "e daje su che n'atro po te danno pure la tessera punti!"
"Ma io ce l'ho tessera punti!"
E' sconvolto. Questo mo mi collassa qua con un pacco di preservativi tra le mani.
"Manu sono serio, non mi guardare come se avessi 3 teste!" lo rimprovero mentre prendo il portafoglio e ne estraggo tutto fiero una carta plastificata di colore rosso "guarda!"
La scritta «vieni dentro — sexy shop» troneggia sgargiante sulla tesserina.
Sorrido a 32 denti.
Lui un po' meno.
No, guardandolo bene, non sorride per niente.
"Tu-" sta boccheggiando.
"Manu... stai male? te voi sedé?" gli chiedo indicando quei simpatici sgabellini espositivi con un dildo piazzato al centro.
"Simò!" non l'ho mai visto così, è proprio in difficoltà.
Mi fa tenerezza, non riesco a prenderlo in giro ancora.
"Dai" gli metto una mano sulla schiena "andiamo a pagare." e lo trascino verso la cassa.
"Ma che-" inizia a domandare a bassa voce e guardandosi attorno circospetto come se dovesse confidarmi un segreto di stato "che stai comprando?"
"Stiamo comprando" indico quello che lui stesso ha in mano "dei profilattici con rilievi esterni, poi" infilo una mano nel carrellino e estraggo "un lubrificante al lampone, un babydoll di pizzo che ho visto e ho pensato fosse perfetto per Laura visto che va in viaggio di nozze-"
Si ferma di scatto e per poco non gli cado addosso "Tu vedi un completo intimo e pensi a Laura??"
"E che devo pensà a te?"
Mi fulmina con lo sguardo.
Risposta sbagliata a quanto pare.
"Simò..." sento il peso della sua mano dietro al collo prima ancora che la poggi "ma lo sai che quasi quasi ti preferivo quando facevi il pischelletto impacciato a scuola?"
Sorrido e scuoto la testa. "Solo a te poteva piacere quel perfettone represso..."
"Oh!" mi colpisce un braccio con la scatolina ancora fra le mani "Non me maltrattà il mio Simone Balestra preferito sai! "Te ricordo che 10 anni fa si non era per lui mo magari qua ce stavi co' qualcun altro!" conclude con un tono troppo serio per essere una semplice battuta.
Sia mai che mi lasci sfuggire quest'occasione.
"Che te devo dì Manu, magari mo ce stavo veramente co' Laura qua a comprà il baby-doll per il nostro, mio e suo, viaggio di nozze, che così se lo provava pure!"
Alzo e abbasso le sopracciglia un paio di volte mentre srotolo l'indumento in questione fra le mani come ad indicare che sì, a me, quella potenziale visione, piacerebbe.
(Cosa assolutamente non vera perché Laura purtroppo è sfornita degli elementi di mio interesse, ma Manuel a questo non ci pensa perché sta palesemente cercando di incenerire il completino con lo sguardo. Ottimo. Punto per me.)
Adesso la mano dietro la mia nuca non è più una presa, ma una morsa. Sento le dita callose premere piano contro le vene del collo e non voglio che accada, ma un brivido forte mi percorre la schiena.
E' chiaro che se ne sia accorto pure lui e infatti ghigna come lo stronzo che è.
Si avvicina al mio orecchio e "Poi viemme a dì quann'è che Laura t'ha fatto st'effetto..."
Ho il respiro mozzato in gola e nulla da ribattere.
"Appunto... lo sapevo già." sorride soddisfatto e si ritira un po' indietro per osservarmi meglio. E io fesso, arrossisco contro la mia volontà.
Game, set e forse pure match per Manuel.
Lo odio. Madonna se lo odio.
M'alleno giorni, mesi, anni, per arrivare pronto a sti scontri e puntualmente, quando penso che sto per vincere, si presenta lui, sempre con quella faccia da "te sto a fa nfavore a stare qua", e mi straccia in modo imbarazzante.
"Ragazzi! Serve una mano?" una voce difronte a noi arriva come uno spillo a far scoppiare la bolla in cui ci eravamo chiusi.
E' assurdo come ovunque ci troviamo basta uno sguardo per entrare in un'altra dimensione che sia solo nostra.
Manuel deve star pensando la stessa cosa perché allenta la presa sul collo e fissando i suoi occhi nei miei sorride in quel modo bellissimo che è tutto riservato a me.
Ricambio il gesto e poi rivolgo l'attenzione al povero cassiere in attesa di risposta.
"Si grazie! Dovremmo pagare questi!" dico indicando il carrellino.
Siamo gli unici clienti in tutto il negozio quindi me la prendo con calma.
Inizio a svuotare il contenuto sul bancone mentre osservo Manuel allontanarsi verso l'uscita con un sommesso "t'aspetto fori..."
E' di nuovo in imbarazzo. Ridacchio difronte a questa scena che mai mi sarei aspettato di vedere.
Lui sempre così deciso e spavaldo in camera da letto ora qui pare un verginello alle prime armi... lo amo anche per questi lati inediti del suo caratter-
"E' la prima volta che vieni qui in compagnia..."
Alzo la testa verso il cassiere "Pietro" leggo dalla targhetta tenuta appesa da un discutibile spillino a forma di pene.
"Eh?"
"Dico" si passa la lingua sulle labbra e punta i suoi occhi nei miei "ti ho sempre visto solo qui."
Non è una domanda. E' un'affermazione. Che si risponde ad un'affermazione?! Contiene già tutto lei! Ma perché la mia connessione sinaptica è sempre così lenta???
"Uhm" balbetto "è che-" come glielo spiego che quel testardo di Manu finora non aveva mai voluto mettere piede qui accampando sempre le scuse più disparate?? Poi magari questo si offende o pensa che al mio ragazzo sto posto gli faccia schifo o che sia un bigottone assurdo...
"Senti" sorride un po' "scusami, non volevo fare domande indiscrete!" dice iniziando a passare la roba per batterla.
Mo penserà che sono un cretino di proporzioni bibliche non c'è che dire.
Sospiro. Mi giro per appoggiare il carrellino in un angolo e nel farlo urto inavvertitamente il primo di una schiera di cazzi di gomma appesi vicino alla cassa.
Con mio sommo orrore parte un effetto domino che li fa cadere tutti.
Se ne fosse salvato uno per sbaglio oh.
Sono circondato da plastica a forma fallica e penso che se mi stendessi potrei fare la versione pornografica di Mena Suvari in American Beauty.
Che imbarazzo.
"Dio... scusami!" dico mentre mi chino frettolosamente per raccoglierli.
"Tranquillo non è successo niente!" si precipita ad aiutarmi e ci ritroviamo uno difronte all'altro tra piselli finti.
"Ma quanti cazzi sono?!" sbotta lui dopo due minuti e un po' per l'imbarazzo, un po' per la scena surreale che stiamo vivendo, scoppiamo a ridere come dei cretini per questa battuta involontaria.
"E pensare che io volevo solo comprare velocemente dei preservativi..." mi lascio sfuggire mentre mi allungo a recuperare un vibratore che sta rotolando via.
"Ah-a, quindi avevo immaginato bene che fosse il tuo ragazzo quello..."
"Il mio compagno... viviamo insieme da 5 anni ormai!" sorrido pensando a come suona sempre aliena alle mie orecchie questa frase.
Non mi ci abituerò mai.
"5 anni?! E' il momento di sposarsi allora, no?" mi chiede con enfasi nella voce.
Sposarsi? Con Manuel? Io sposare Manuel? Manuel sposare me?! Il cervello mi va in tilt. "Beh si, cioè no, cioè non no! E' che non ne abbiamo parlato mai, o meglio io vorrei, ma lui è-" sospiro "qual era la domanda?"
Scoppia a ridere "Una troppo complicata a quanto pare! Scusami, di nuovo..." alza lo sguardo e "Comunque io sono Pietro" mi dice "ma lo saprai già immagino..." battendosi con un dildo il nome sul cartellino.
"Simone" rispondo ridendo anch'io "e ti stringerei la mano ma sai com'è..." sollevo entrambe le braccia per mostrare che come lui ho le mani occupate.
Ancora ridacchiando si tira su dritto mentre io a terra, e ormai del tutto in ginocchio per l'indolenzimento alle gambe, prendo l'ultimo sextoy rimasto.
"Ecco!" dico allungandomi per passarglielo "questo è l'ult-"
"Ma se po sapé che state a fa?"
Ovviamente il momento in cui io e "Pietro" ci passiamo sorridenti un cazzo di gomma come un testimone in una staffetta, doveva rientrare Manuel.
E ovviamente mi dovevo pure trovarmi in una posizione compromettente perché sia mai che possa vivere un giorno senza voler sprofondare dall'imbarazzo.
"Io-" come spiegare... "io lo stavo aiutando a raccattare questi!" dico sollevando il dildo fra le mani che però è molle e enorme e inizia a dondolarmi davanti la faccia come fosse gelatina. Avvampo.
La sua faccia è tutto un programma.
Ci fissiamo mentre mi rimetto frettolosamente in piedi e poso la bestia sul bancone.
Non so veramente bene che dire perché alla fine non ho fatto nulla di male eppure-
"Simone mi stava solo aiutando!"
Ci giriamo entrambi di scatto nella direzione di Pietro che ha ripreso posto alla cassa.
"...Simone?" chiede Manuel un po' stizzito.
Già lo so dove sta andando a parare...
"E da quant'è che conosci Simone te?" si avvicina pericolosamente a lui.
"Manu" gli metto una mano sul braccio per tenermelo buono e richiamare la sua attenzione.
Non si divincola, ma nemmeno mi guarda.
Che palle che sei Manuel.
"Je sto solo a fa na domanda" dice continuando a guardarlo.
Pietro dal canto suo è stoico, completamente indifferente a sta sceneggiata a cui sta assistendo.
"Ascolta" lo guarda con aria quasi di sufficienza e io sento il muscolo di Manuel pulsare sotto le mie dita "Simone" marca la pronuncia del mio nome "stava pagando per delle cose che immagino anche tu" lo indica "userai e nel frattempo mezzo negozio ha deciso di cadere per terra." prende fiato "E siccome tuo marito, perdonami! il tuo compagno" e mi lancia uno sguardo divertito "è molto educato, è rimasto qui ad aiutarmi. Punto."
Manuel si sgonfia come un palloncino e abbassa lo sguardo.
Poi lo rialza portandolo su di me.
"Si lo so..." inizia a rispondere "lo so che mio mar- uhm, il mio compagno è molto educato..."
"E questo lo abbiamo già stabilito." rivolge di nuovo un'occhiata verso di me e "basta così?" chiede indicandomi la roba che inizia ad imbustare.
"Si... aspetta!" urlo ricordandomene all'improvviso "ho pure la tessera punti!" dico fiero mentre Manuel si porta le mani in faccia.
"Ottimo!" Pietro si sfrega le mani come una mosca "ma lo sai che sei arrivato a 100 punti?!" esclama controllando il computer davanti a sé.
"E- e che vuol dire?" domanda Manuel inorridito.
Ed è quasi più contento lui di me mentre guardandomi dice "Vuol dire che Simone qui ha vinto un vibratore!"
"E ascoltami!" adesso fissa pure Manuel come se dovesse convincerlo del valore inestimabile di questo premio "non è in plastica! E' di quelli buoni! Di ferro!"
Silenzio.
E' tutto troppo surreale e non so come non sto scoppiando a ridergli in faccia mentre mi guarda come a cercare aiuto.
"Uhm... allora te lo prendo dal magazzin-"
Manuel lo ferma da un braccio prima che si avvii sul retro.
"No."
"No?"
"Sentime bene" gli dice stringendo gli occhi e portandosi ancora più vicino "l'unico Ferro che il fidanzato mio può avé, so io."
Non mi trattengo più.
Inizio a ridere come una iena.
Questo cretino fino a 10 minuti fa si vergognava pure di starci qua dentro e mo se ne esce con ste sparate.
Pietro nel frattempo è confusissimo e cerca il mio sguardo ma io sto schiattando in corpo e dunque non mi resta che assecondare la follia di Manuel con un soffocato "fai come dice lui"
"Va... va bene- come volete..." finisce di imbustare il tutto e me lo passa con mano quasi tremante.
Ma Manu arriva prima e gli sottrae la busta da sotto al mio naso. Poi fa un cenno con la testa a mo di saluto e si avvia verso l'uscita.
"Simò... nnamo."
Ancora ridendo saluto Pietro con un gesto della mano ma lui è troppo shockato da questo siparietto per rispondere.
C'ha pure ragione poraccio.
Quando ormai sono più fuori che dentro il negozio lo sento richiamarci con tono implorante "Ao! Guarda che ce sta n'altro sexy shop a 700 metri, magari andate lì la prossima volta!"
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