Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 9

Dopo aver suonato ripetutamente il campanello e bussato a lungo, Alessia aprì la porta dell'appartamento di Leonardo con le sue chiavi di riserva. Era mattina inoltrata e avevano un appuntamento mezz'ora fa. Oggi era il giorno libero di Leonardo e lui le aveva promesso che l'avrebbe accompagnata a fare un'ecografia. Di solito in queste situazioni Leonardo non si presentava mai in ritardo anzi, piuttosto le suonava sempre alla porta in abbondante anticipo, e lei doveva invitarlo ad accomodarsi in salone aspettando che finisse di prepararsi.
«Leo», disse Alessia, entrando nel suo appartamento, «sei in casa?».
Per tutta risposta, Alessia sentì una specie di rantolo che proveniva dalla cucina. Preoccupata, corse a controllare ma non riuscì a credere alla scena che vide.
Leonardo era seduto in canottiera, con la testa appoggiata sopra il tavolo, accanto a una bottiglia di vodka ormai vuota. La stanza puzzava di fumo e sopra il tavolo c'era un bicchiere pieno di mozziconi di sigarette. Alessia spalancò la finestra per fare cambiare l'aria e Leonardo mugugnò, infastidito dall'improvvisa luce che l'aveva abbagliato.
«Si può sapere che cosa stai combinando?», lo sgridò Alessia, «non ti ricordi che oggi dovevi accompagnarmi a fare quell'ecografia? Siamo in ritardo, forza!», gli disse, scuotendolo per le spalle.
Alessia schiacciò un po' di caffè nella moka e la mise sul fornello. «Fatti una doccia, intanto», gli disse, «certo che potevi dirmelo che tu e Marco avevate intenzione di fare baldoria ieri notte: avrei chiesto a mia madre di accompagnarmi».
Il profumo della moka riempì la cucina e Alessia versò il caffè in una tazzina.
«Tieni, svegliati un po'», esclamò, porgendola a Leonardo.
Leonardo bevve il caffè, poi si limitò a dire: «lui non c'è più».
Alessia appoggiò la moka che stava sciacquando sopra il lavello e si girò verso Leonardo.
«Che cosa?», chiese.
«Marco», rispose Leonardo, «mi ha lasciato».
Alessia rimase con il bicchiere che stava lavando in mano e si girò verso di lui. Ecco perché l'aveva trovato ridotto in quello stato pietoso.
Alessia si avvicinò a lui e lo abbracciò. Non disse nulla. Sapeva che cosa significasse essere abbandonati e proprio Leonardo le aveva insegnato che in quei casi non c'era cura migliore dell'affetto di una persona vicina.
Leonardo rimase tra le sue braccia, con la testa appoggiata al suo ventre.
«La sento muoversi», esclamò Leonardo, alzando gli occhi.
Alessia guardò davanti a sé nel vuoto, con una strana espressione in faccia. Sembrava infastidita, come se qualcosa le stesse provocando delle fitte.
«Cosa c'è?», esclamò Leonardo, preoccupato, «che cosa succede?».
«Credo che stia facendo ben altro che muoversi semplicemente», rispose Alessia, «credo che mi si siano rotte le acque».
Tutto quello che avvenne dopo fu così veloce e confuso che ancora oggi, quando ci ripensano, Alessia e Leonardo fanno fatica a ricordarsi con precisione l'esatta sequenza. Mentre Leonardo indossava un paio di jeans, Alessia corse a prendere il borsone che teneva pronto accanto al letto. Leonardo guidò veloce verso l'ospedale mentre lei digrignava i denti. Leonardo abbandonò la Mini con le quattro frecce su un'aiuola fuori dal pronto soccorso e aiutò Alessia a scendere, sorreggendola per la schiena visto che lei faceva fatica a camminare. Gli infermieri furono molto gentili. Mentre lui aspettava in una saletta con le macchinette del caffè e telefonava alla mamma di Alessia, vide che la stavano portando fuori in corridoio su una lettiga. Leonardo uscì per salutarla e la vide sdraiata sotto il lenzuolo, con la cuffia verde sui capelli.
«Lei è il padre?», chiese uno degli infermieri.
Leonardo lo guardò, senza sapere che cosa rispondere.
L'altro infermiere gli porse una confezione di plastica che conteneva una veste asettica usa e getta.
«Se vuole assistere al parto, la indossi e ci segua», disse il primo infermiere, dopo aver premuto il bottone dell'ascensore.
Leonardo guardò interrogativo Alessia.
Alessia gli strinse la mano.
Che cos'è secondo te la felicità?
Alessia aveva letto il titolo del tema e si era guardata intorno. Gli altri suoi compagni di classe stavano già scrivendo con la testa china sul foglio, ma lei era rimasta con la penna in mano.
Poi, aveva lasciato che il suo cuore trovasse le risposte.
La felicità è avere vicino una persona che ti voglia bene, e un bimbo che ti sorrida.
Alessia sollevò la testa e guardò Leonardo, impacciato mentre un infermiere lo aiutava a infilarsi il camice verde. L'ascensore salì al reparto maternità e le porte si aprirono.
Alessia sentì di avere tutto quello di cui aveva bisogno.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro