Capitolo 7
«Che cosa ne pensi?», le chiese Leonardo, indicandole la coperta color rosa che faceva bella mostra di sé sulla pagina del catalogo dell'Ikea.
Alessia la guardò e scosse la testa. «Mi sembra che non si adatti allo stile della cameretta», rispose, «è un po' troppo vintage: guarda le cuciture e il soggetto del ricamo».
Leonardo fissò l'orsetta con quella tenera cuffietta ricamata sopra la coperta per la culla. Che aveva che non andava? Lui la trovava semplicemente deliziosa. Lasciò cadere l'argomento perché vide che Alessia aveva fatto una smorfia e si stava accarezzando il pancione, che ormai si intravedeva chiaramente nonostante gli sbuffi del vestito premaman che lo copriva.
Erano passati mesi da quando aveva scoperto che Alessia era incinta. E le era rimasto vicino, giorno dopo giorno, aiutandola con tutti i preparativi, montando la culla e il fasciatoio, e accompagnandola, quando gli impegni di lavoro glielo avevano concesso, anche a qualche visita di routine.
«Tutto bene?», le chiese, preoccupato.
«Sì», rispose Alessia, e gli occhi le si illuminarono, «credo di averla sentita scalciare».
«Davvero?», domandò Leonardo. Alessia gli prese una mano e gliela premette sul ventre. Leonardo le sorrise. Quelle settimane erano passate così in fretta ed erano state così piene che, se ci pensava, faceva fatica a elencare tutte le cose che erano successe. Nove mesi sembravano tanti, ma le cose da fare non avevano mai fine. Innanzitutto, c'era da approntare la cameretta, e affrontarono quella sfida con entusiasmo. Per prima cosa, Alessia dovette smontare lo studiolo che Renato aveva improvvisato in quel locale del suo appartamento. Lui non si era mai trasferito a vivere lì, ma Alessia, visto che utilizzava quella stanza solo come angolo stireria, aveva acconsentito a che lui vi tenesse un po' delle sue cose. Le venne un po' di magone, quando buttò i suoi spartiti di musica e la sua collezione di action figures di Star Wars dentro ai sacchi neri dell'immondizia, ma Leonardo riuscì subito a rimetterla di buon umore mostrandole il progetto che aveva messo giù per la cameretta. Ad Alessia piacque tantissimo, anche perché Leonardo era un mago nel coniugare piacevolezza estetica e funzionalità, e aveva disegnato uno schizzo che sfruttava al massimo tutti gli spazi di quell'esiguo locale.
I week end di shopping frenetici che ne seguirono furono a dir poco elettrizzanti. Alessia e Leonardo tornavano sempre a casa reduci da giri all'Ikea o in qualche nuovo negozio carichi di borse, pacchi, cataloghi e volantini. Più la cameretta prendeva forma, meno facile diventava tenerla nascosta agli occhi di parenti e amici curiosi. Alessia cedette prima della data che si era imposta e, dopo averli invitati a casa sua a gustare la pasta alla norma di Leonardo, confessò il fatto ai suoi genitori. Sua madre scoppiò in lacrime dalla felicità di avere una nipotina da coccolare e accudire, ma suo padre espresse qualche preoccupazione sul suo futuro ruolo di ragazza madre. Leonardo lo rassicurò, spiegandogli che c'erano lui e il suo ragazzo sempre pronti a dare una mano. Inoltre, li rincuorò spiegandogli che, in quanto madre single, ad Alessia sarebbe spettato un sostanzioso assegno familiare in busta paga. Alessia scoppiò a ridere. Leonardo era sempre stato un po' il commercialista della palazzina, quello da cui tutti andavano se avevano bisogno di un consiglio su come compilare il 730 o detrarre le spese per la nuova caldaia.
Mentre Leonardo e suo padre bevevano il caffè in salone, Alessia e sua madre lavarono i piatti chiacchierando. A sua mamma non erano mai piaciute le lavastoviglie, e non usava nemmeno quella di casa sua. Che ci vuole, sosteneva sempre, si fa prima a lavarli a mano e così non fanno nemmeno cattivo odore.
Mentre Alessia asciugava una teglia in vetro, sua madre le appoggiò la mano sulla pancia, accarezzandola. Alessia vide che aveva le lacrime agli occhi e la baciò su una guancia.
«Mi sembra ieri che ti portavo nella mia pancia», disse sua madre, con la voce spezzata dalle lacrime, «e adesso guardati, la mia bambina».
Leonardo stava entrando in cucina per prendere la bottiglia di amaro ma, vedendole abbracciate, aspettò, per paura di interrompere quell'attimo di magia tra madre e figlia.
Anche lui era al settimo cielo dalla felicità. In qualche modo, dare una mano ad Alessia gli offriva quell'occasione che non avrebbe mai immaginato che la vita gli avrebbe concesso, ossia di sentirsi un po' papà anche lui.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro