Capitolo 70
In Trappola - Geolier
Canzone consigliata per questo capitolo
Perché mi ha chiamato? È successo qualcosa? Ha cambiato idea?
Fisso il telefono senza sapere cosa fare.
Alcune gocce di sangue scivolano dalle mie dita fino allo schermo. Lo sblocco, lasciando un'impronta rossa sul vetro e, con il fiato sospeso, ricambio la chiamata.
Gli squilli vanno avanti a vuoto per diversi secondi, ma non ricevo risposta.
Mi ha detto chiaramente che non vuole più stare con me, nonostante io...
Ha cambiato idea?
Scatta la segreteria telefonica. Faccio partire la seconda chiamata.
"Cazzo Dam, capisco che sei furioso, ma ora siamo nella merda fino al collo!"
"Sai dove sia Sara?" interrompo Alex. Con gli uomini di Pollo me la vedrò più tardi.
Scrolla le spalle. "So che sarebbe stata con Eva oggi."
"Sei sicuro che sia con lei?" incalzo.
Una sottile tensione si insinua nel mio stomaco e si diffonde, rapidamente, nel resto del corpo. Non è la prima volta che quei pezzi di merda usano lei per minacciarmi.
Ma ora no, erano qui fino pochi minuti fa. Forse Eva vuole solo parlare. O forse, ha sbagliato a premere sul telefono.
"Beh, non lo so. Non l'ho più sentita da stamattina."
Gli uomini di Pollo sono tanti.
Mi rimetto in piedi per l'ennesima volta. Devo accertarmi che stia bene. Morirei piuttosto che permettere che le succeda qualcosa.
Allontano l'immagine del suo viso addolorato, dei suoi singhiozzi contro il mio petto. Non voglio andare lì. Non voglio ripercorrere più niente di ciò che è successo.
"Dove vai? Devi riposarti, mangiare qualcosa. Andrai da lei domani."
"Dove sono le chiavi della Jeep?"
Alex sospira, mentre Fra rovista nella tasca dei pantaloni e mi lancia il mazzo.
Nonostante la stanchezza, una nuova scarica di energia mi scorre nelle vene. Non durerà a lungo, ma non posso permettermi di crollare proprio ora.
Salto sul veicolo e percorro a tutta velocità le strade di questa città di merda. Le altre macchine mi suonano ad ogni semaforo rosso che non rispetto e precedenza che non concedo. Per brevi attimi, la vista mi si appanna.
Raggiungo casa di Eva miracolosamente intero. Nel frattempo, si è fatto buio e adesso che sono qui, mi ritrovo a restare immobile fuori dal portone.
Che cazzo faccio?
Dopo il nostro ultimo... incontro, con che cazzo di faccia dovrei presentarmi da lei? Non posso saltare dentro passando dalla finestra. Non credo di averne le energie e, anche se le avessi, non voglio farla arrabbiare.
Mi sento stringere il petto.
Prendo il telefono della tasca e lo fisso per qualche istante. La richiamo?
Basta perdere tempo, cazzo. Avvio la telefonata e lascio partire gli squilli.
Uno, due, cinque, sette... niente.
L'ansia di rivederla lascia di nuovo il posto all'inquietudine.
Avvio un'altra telefonata.
Fa che mi stia solo ignorando, ti prego, fa che mi stia solo ignorando...
Cerco il suo nome tra i campanelli. La trovo.
Eva Lai.
La stretta al petto si accentua.
Premo debolmente sul pulsante e attendo.
Sì, è la prima volta che suono il suo campanello. O un qualunque campanello.
Niente.
Tutto ciò che ho sniffato stanotte sembra voler uscire dal mio corpo. La nausea diventa più prepotente.
Premo di nuovo, con maggiore insistenza. E ancora. E ancora.
E ancora.
"Ti prego, Eva, ti prego..." sussurro, "dimmi che mi odi... dimmi che lo fai per non vedermi... ti prego, tutto, ma fammi capire che sei qui..."
Niente.
Il cancello si apre e io perde almeno tre battiti. Una signora esce con il cane al guinzaglio. La stessa dell'ultima volta.
Non è stata Eva ad aprirmi.
Corro su per le scale, ma urto qualcosa e perdo l'equilibrio. Mi aggrappo alla ringhiera per non cadere. Il cuore mi batte furioso nel petto.
Raggiungo il suo pianerottolo e suono ancora.
"Eva, sono io... sei qui?"
Nessuna risposta. Oltre il vetro sabbiato, distinguo le luci accese. Mi avvento sul campanello come un ossesso.
"Aprimi! Per favore, aprimi! Aprimi!"
Alcuni vicino si affacciano per vedere chi sta facendo tutto questo casino. Qualcuno urla di smetterla, qualcun altro minaccia di chiamare la polizia.
"Vaffanculo!" urlo disperato, non so nemmeno a chi.
Aggiro il piano e, anche se una voce dentro di me già sa di non trovare nessuno, sfrutto le mie deboli energie per arrampicarmi.
Prima ancora di provarci, un senso di vertigine mi coglie alla sprovvista e devo aggrapparmi al muro. A testa china, mi ritrovo a vomitare il poco che ho in corpo.
Mi passo il dorso della mano sulla bocca, ma il sangue del vetro che si è conficcato nelle dita si mischia alla saliva, macchiandomi il viso.
Cazzo, oltre a sentirmi uno schifo, ora faccio anche schifo.
Ignoro la vista annebbiata e la nausea e salgo su, raggiungo la finestra per puro miracolo.
È aperta.
Nefertiti miagola furiosamente prima ancora di vedermi e io trovo la conferma di ciò che so da prima che salissi sulla Jeep.
Cado a terra e mi prendo il viso tra le mani. Lo sento bagnato.
È tutta colpa mia.
Di tutto, è solo colpa mia.
Sono stato io. Solo io. Solo io. Solo io.
Mi tiro i capelli, Nefertiti miagola e io non mi sono mai sentito tanto impotente. Avverto le mura della camera stringersi intorno a me, fatico a deglutire.
"Lo so, lo so..." le sussurro.
Devo fare qualcosa.
Mi tiro su a fatica e percepisco il ronzare di un telefono provenire dal bagno. Lo seguo, per trovare il telefono di Eva appoggiato sul lavandino.
A chiamarla è Sara.
Rispondo, e la parte più patetica di me spera ancora che sia con lei.
"Pronto."
Silenzio. "Chi è? Sto cercando Eva."
Stringo la presa sul dispositivo e anche l'ultima briciola di possibilità si disintegra sotto le mie dita.
Provo a deglutire, ma non riesco, la gola è troppo secca. "Non è con te?"
"Sei Damiano?"
Sospiro pesantemente.
"No, non è con me... è successo qualcosa?"
"Sai dove possa essere?" mi trema la voce. Sara non può saperlo, ma io sì.
"No... ero da lei appena un'ora fa. Ho chiamato per chiederle se domani potesse riportarmi la borsa che ho scordato a casa sua."
Ho perso. Sono stato sconfitto.
"Damiano, cos'è successo?"
Mi passo una mano sul viso e mi siedo con la schiena poggiata contro la vasca. Non ho più il controllo di niente.
"Non c'è."
"Cosa significa che non c'è?" la sua voce assume una sfumatura di panico.
"L'hanno presa..." sussurro talmente piano da non riuscire io stesso a udirmi.
"L'hanno presa? Che vuol dire?"
"Non c'è... loro... l'hanno presa..." incespico sulle parole.
"Chi? Cosa? Perché?"
Sara comincia a tempestarmi di domande a cui smetto di rispondere. Resto qui, inerme come un coglione che non sa che fare.
"Damiano," mi chiama ed è come se mi riscuotesse, "devi andare a prenderla."
Annuisco meccanicamente.
"Devi, hai capito?" la sua voce trema, "Qualsiasi cosa sia, devi fare qualcosa. Posso aiutare, io... fammi fare qualcosa."
Mi tiro su. "Chiama Alex e resta con lui."
Stacco la chiamata e mi ritrovo davanti a un display con tutte le mie chiamate perse. Sullo sfondo, l'immagine della mia mano inanellata che accarezza Nefertiti.
Il petto mi si stringe ancora.
Infilo il suo telefono in tasca e tento di darmi un tono. Devo riacquistare lucidità.
Faccio un giro della casa per capire se ci sono tracce di qualcosa, diviso tra il desiderio di trovare indizi e la paura di ciò che potrei scoprire.
Non ho la minima idea di quali uomini di Pollo possano averla presa e di quanto possano essere stati violenti. Al solo pensiero che possano averle fatto del male fisico, io...
Serro i pugni e continuo la perlustrazione, ma non trovo niente. La casa è perfettamente in ordine, la porta principale chiusa a chiave.
Quella maledetta finestra...
Mi maledico per tutte le volte in cui l'ho forzata. Per tutte quelle in cui mi avranno visto, mentre la forzavo.
Chiudo le imposte e lascio acqua e cibo per Nefertiti. Cerco un mazzo di chiavi ed esco sul pianerottolo.
Riprendo a correre. Devo trovarla e riportarla da me.
Salgo sulla Jeep e avvio tutto un altro tipo di chiamata.
"Ti giuro che ti ammazzerò con le mie mani, fosse l'ultima cosa che faccio." sibilo.
Dall'altra parte, la voce calda di Pollo si prende il tempo per rispondere e lo fa con un risolino di scherno.
"Sai, è ancora più attraente di persona."
Stringo le dita intorno al volante. "Se qualcuno osa toccarla..."
"Ha un bel caratterino. Ha morso la mano di uno dei miei talmente forte da recidergli un tendine." aggiunge una seconda risatina che mi suscita un desiderio di violenza fino alla punta delle dita.
"Sta bene?" sputo tra i denti.
Si prende diversi istanti di silenzio per rispondere, come sempre quando vuole farti innervosire ancora di più.
"Sta bene." rilascia, infine.
"Se pensi che la lascerò lì con-"
"Ti avevo avvertito, Damiano. Ma continui a non capire. È colpa tua se tuo padre è morto ed è sempre colpa tua se la tua bella professoressa verrà-"
"Ti ammazzo, cazzo! Te e ogni pezzo di merda che ti gravita intorno!" urlo dentro alla macchina e accelero.
"Fai ciò che devi fare e, alla fine, forse, sarà viva." rilascia, il tono ora è annoiato. Butta giù senza darmi il tempo di replicare.
Giuro che raderò tutto al suolo, se è ciò che serve per liberarla.
Il mio telefono vibra ancora. È Alex.
"Dam, Sara mi ha detto-"
"Sto andando lì." taglio corto.
"Vai solo a farti ammazzare, lo sai, vero?"
"Secondo te dovrei lasciarla in quel posto?!" sbraito.
"Non è con lui. Potrebbero averla portata ovunque."
Sbatto le mani sul volante, mentre ricevo l'ennesimo clacson. Le dita scivolano tra il sudore misto al sangue.
"E che cosa cazzo dovrei fare, allora? Aspettare che magicamente la liberino? Potrebbero farle qualsiasi cosa, potrebbero..." la voce mi muore in gola.
"Lo so, ma ascoltami. Se vai lì ora, ti fanno fuori, questo è poco, ma sicuro. Dobbiamo avere un piano, mi senti?"
Mi fischiano le orecchie.
"Dobbiamo averne uno buono, che ci tolga da questa storia una volta per tutte. Anche io non ce la faccio più, Dam..."
Non posso lasciar perdere, non posso, non posso.
"E anche Fra, e dobbiamo farlo insieme. Se vai ora, ti ritrovi solo una pallottola in testa ed Eva totalmente nelle loro mani, liberi di farne cosa vogliono."
Sbatto ripetutamente le ciglia, tutti i sensi mi stanno abbandonando.
"Fermati e torna alla Congiura. Io e Fra ci stiamo già lavorando su, abbiamo delle idee... non fare cazzate, perché non sarai l'unico a rimetterci."
Le sue parole richiamano la poca razionalità rimasta in me.
Decelero lentamente fino a fermarmi del tutto, lasciando grosse lacrime di impotenza libere di scorrere sul viso.
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Ok, ok, ho ricevuto tutto i malefici che mi avete mandato... ecco perché ci ho messo così tanto ad aggiornare 🤡
Scherzo, scherzo, si fa per ridere. Sono andata in vacanza e sono tornata malaticcia. Per distrarmi, ho ripreso a leggere e mi sono innamorata di una storia che sicuramente conoscete già tutte: Love me, love me... ebbene sì. Non l'avevo ancora letto. Ma regà... James Hunter???? Tutto ok????? Nuova crush sbloccataaaaaaa
Dico ancora questo e poi sto zitta: ma lo sapete che mancano 5 capitoli alla fine di FEEL ME? L'avevo annunciato, vero? VERO? Il 75esimo sarà l'ultimo, e infine avremo l'epilogo. Sono in lutto da tipo un mese.
Tenete la storia salvata in biblioteca per le novità sul cartaceo e seguitemi su wattpad, perché questa pazza incostante ha già steso la bozza della prossima storia.
Baci stellari ✨
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