𝐏𝐄𝐍𝐄𝐋𝐎𝐏𝐄

QUANDO PENELOPE APRI' GLI OCCHI, tra le mani stringeva uno scudo. Conosceva quell'oggetto. Passò la punta di un dito sull'incisione di una città in festa, miniatura creata da mani di maestro. Nella penombra, sospirò.

Distolse lo sguardo; non riusciva a guardare quello scudo. Strinse la presa che aveva su di esso, nel vano tentativo di fermare il fiume di ricordi che le stava velocemente allagando la mente. Vide il sangue macchiare le sue mani, non riuscì a sostenere il pensiero di quel corpo privo di vita. Chiuse gli occhi, lasciando che le sue iridi annegassero nell'oscurità.

Dall'esterno proveniva il rumore di una battaglia lontana. Accarezzò un'ultima volta lo scudo, con la lentezza del sole che sorge. Il metallo era freddo sotto i suoi polpastrelli ed irregolare come terreno. Si morse la lingua, storcendo il viso ed abbandonandosi al dolore. Cosa gli era stato fatto, cosa?

Sollevò lo sguardo e trovò il proprio viso in uno specchio. Nella poca luce che illuminava l'ambiente osservò i propri lineamenti fieri e regali, la pelle dorata come l'olio più puro, gli occhi verdi come olive ma che in quel momento, nella penombra, parevano solo un mare vorticante e rabbioso, ruggente come un leone. Le ciocche di dorati capelli erano lasciate sulle spalle, abbandonate. Si guardò e pianse.

Avrebbe sparso sangue. Lo avrebbe fatto, senza alcun rimorso a divorare la sua testa. Avrebbe sguainato le armi e seminato dolore ovunque i suoi piedi si sarebbero posati, spargendo furia in ogni dove. La gente avrebbe avuto paura della sua lama, della sua forza e della sua furia. Paura nera, paura vera, paura della sera. Ma in quel momento si guardò, cosciente del fatto che l'unica cosa che sarebbe stato in grado di fare era piangere. Si guardò, ed ancora pianse.

Una scurissima rabbia si diffuse nel suo sangue ed insieme ad esso prese a scorrere. Bruciava ed ardeva come il fuoco porta via il cadavere di un eroe sulla pira. Fuoco, voleva bruciare tutto. L'avrebbe bruciata, sì che l'avrebbe bruciata. Scagliò via lo scudo, con forza, con l'unico desiderio di non vederlo mai più.

Dall'esterno provenivano i rumori di una battaglia lontana, alla quale non avrebbe partecipato.