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Capitolo 47: Missione FBI con finale a sorpresa

Aiden POV:

Di ritorno, dalle isole di Pasqua, siamo atterrati alle 3 di mattina, dopo uno scalo tecnico ad Honolulu, ad Alleran, dove siamo rimasti ancora per tre giorni. Poi, il Jet privato della Regina, ci ha riportati a casa. Dopo due mesi di puro relax, divertimento e coccole, devo ammettere, che tornare alla normalità, non è affatto semplice. 
Ma New York, la mia caotica, imprevedibile, pazza città, mi mancava da morire. 
Siamo entrati nel nostro appartamento e come da tradizione, l'ho presa in braccio.
"Bentornata nel nostro nido d'amore!" le ho detto baciandola e appoggiandola delicatamente sul nostro letto. Lei è bella. Bella, come non è mai stata prima. Ha la pelle, che sembra una perla nera, per quanto è abbronzata e luminosa per l'olio dopo sole. Ha i capelli, che sembrano onde. Le labbra gonfie, che desidero, mi uccidano di baci e che mi fanno scoppiare il cuore, nel petto. Sarebbe tutto meraviglioso e perfetto, se non fosse che, ho notato, che è sempre più stanca, pallida da malattia e magra. In più, ha continui e spesso insopportabili, sbalzi di umore. Non so più come prenderla. Ci sono momenti in cui è dolce e tenera, altri in cui è arrapata e sensuale e mi salta praticamente addosso e altri in cui basta dire la cosa sbagliata, che si irrita e mi tiene il broncio, allontanandomi, senza motivo apparente. Sono stufo di dirle di andare dal medico e che il suo comportamento non è normale. Quando si mette una cosa in testa, è più cocciuta di un mulo. Questo suo lato caratteriale, purtroppo, l'ha ereditato da suo padre. Oggi, la porterò a forza, dalla dottoressa Stevenson. Sono stupido a preoccuparmi per lei? La amo! Cosa dovrei fare? Essere sempre accondiscendente, quando non è il caso, non è salutare, in un rapporto. La vita non è sempre rose e fiori, ma ci sono anche le difficoltà e le incomprensioni, da affrontare, e io voglio affrontare, ogni cosa con mia moglie. Non mi importa se si arrabbierà, se arriverà a odiarmi, perché, per me, nulla è più importante di lei, pertanto, se combatto per amore, nulla potrà mai scalfirmi, nemmeno se fa l'offesa musona, per un po'.
Dopo aver controllato, nella parete segreta, dietro alla libreria, che nella cassaforte biometrica, ci fosse tutto l'equipaggiamento d'ordinanza dell'FBI e i nostri distintivi, mi siedo sul letto, esausto.
Sofia si è praticamente addormentata all'istante. Siamo ancora scombussolati dal fuso orario, anche se abbiamo già passato tre giorni ad Alleran.
Domani ci attende il lavoro e da lunedì prossimo anche l'università.
La mia deliziosa mogliettina, è raggomitolata e infreddolita, come una gattina. E' teneramente stupenda. Le accarezzo i capelli. Le dita scendono delicate sul suo braccio, aumentandole la pelle d'oca. La copro premurosamente. E' novembre e New York, non ha il meraviglioso clima estivo e temperato dei Caraibi e del Pacifico.
Mi sdraio accanto a lei, che si gira, stringendomi, come se fossi il suo orsetto di Peluche. E' adorabile, quando si incolla a me, per scaldarsi e quando i suoi piedi ghiacciati, cercano i miei. Quando siamo, uno accanto all'altra e i nostri corpi diventano magicamente uno. La stringo a me. Sento il suo respiro delicato e regolare sulle labbra e ammetto che muoio dalla voglia di svegliarla e perdermi in lei. Ma è una visione troppo bella e celestiale, che non riesco a far altro che contemplarla, finchè gli occhi si chiudono alla stanchezza, anche se non vorrebbero distogliere mai lo sguardo, da codesta bellezza. Lei è la personificazione della perfezione, della sensualità e della grazia.
Mi sveglio improvvisamente, pieno di freddo e incredibilmente vuoto. E' come se, una parte di me, non ci fosse. Allungo la mano, per cercare la sua, ma non è nel letto. Ecco perchè sento freddo e mi sento vuoto. E' da tanto, troppo tempo, che non mi sveglio, senza di lei, tra le mie braccia, con i suoi capelli che mi solleticano la faccia, con il suo viso sul mio petto. "Sofia?" sussurro.
"Buon giorno!" arriva sorridendo tutta infarinata.
"Che cosa combini?"
"Cucino! Non si vede? Ho fame!"
Guardo l'orologio. "Sono le tre di notte!"
"Ti ho forse svegliato? Non era mia intenzione! Ho cercato di fare piano!"
"No. Non mi hai svegliato, tu. Cosa cucini di buono?"
"Pizza!"
Pizza? Alle 3 di notte? 
"Ehm... ok..." rido basito.
"Ne vuoi?"
"Veramente, se non è un problema, me ne tornerei tranquillamente, a dormire!"
Abbassa il labbro triste, come se, adesso che sono sveglio, non volesse che la lasciassi sola.
"Ma, visto il profumino degli ingredienti, magari, ti terrò compagnia. Contenta?"

"Sì."
Ne approfitto, per cominciare a risistemare un po', il disastro che combina, ogni volta che si cimenta in cucina.
Quando mi ha cucinato le lasagne, in collegamento WhatsApp col cuoco di Alleran, abbiamo fatto tre lavastoviglie di pentole, piattini e mestoli, però, ne valeva la pena, perché erano squisite. Sogghigno, liberando il piano della cucina, mentre lei condisce la pizza.
Poi, mi prende la mani, appoggiandole, al suo seno nudo.
"Sofia... ma... cosa?"
Ero impreparato, ma faccio presto a essere pronto e scattante, per qualsiasi cosa desideri fare. Fisso la sua maglia del pigiama, felpata con un gattino, sul seggiolino da bar della cucina, accanto a noi.
"Secondo te, sono più grosse e sode? Non mi entra più un reggiseno! Ti rendi conto? Mi tocca andare in giro senza." 
"Forse." rispondo titubante, perché non ho idea di dove voglia  andare a parare e le donne, su certi argomenti, sono difficili da capire e accontentare. Il nonno mi ha sempre detto di essere vago e neutro, nelle risposte che interessano le forme, i chili e le nuove pettinature.
"Come forse! O sì o no? Palpale meglio! Voi uomini dovreste notare certe cose!"
Se insisti! Le mie mani, accarezzano i suoi promontori, non riuscendo più a trattenerle completamente, come prima.
"Sono più grosse, sode e morbide, da almeno due mesi, ma ora stanno esplodendo. Contenta?"
"Perchè non me l'hai mai detto?"
"Ma... non saprei... Tu, non l'hai mai chiesto e io, non è che comincio il discorso, parlando del tuo seno. A me, comunque, non dispiacciono per niente. Ne più grosse, ne nude, come adesso. In quei triangolini striminziti, che indossavi come costumi da bagno, schizzavano in modo sexy e arrapante e io... beh... ero sempre accalorato." divento paonazzo credo. Questo argomento, mi imbarazza da morire ma mi eccita, anche. Troppo. Ma effettivamente, in questi due mesi, credo di aver largamente dimostrato, quanto apprezzo i suoi seni.
"Ora, le puoi anche lasciare!" ride.
"Le mie mani, stanno bene dove sono!" le bacio il collo.
"Aiden..." sussurra.
"Sssshhh! Ora che mi hai svegliato ed eccitato, con le tue tettone, non puoi scapparmi!"
Così, finiamo per fare l'amore, sul bancone di marmo, della cucina. Lei, è come un incanto fatato per me. Irresistibile, come un pasticcino.
"Aiden..." sussurra vogliosa. "Non so cosa mi fai. Al solo contatto della nostra pelle, provo una voglia matta di te."
Ansima, e si gira, piegandosi e mostrandomi il suo fantastico lato B, facendomi perdere, completamente, la ragione.
Ogni uomo, adora questa posizione sessuale, in cui, la partner, a quattro zampe, si sottomette, per ricevere spinte più profonde, che fanno godere appieno, entrambi i partner. Mentre aumento il ritmo delle stoccate, e trovo l'angolazione perfetta di penetrazione, con una mano le stimolo il clitoride e con l'altra mano, stringo il suo seno, quasi per aggrapparmi e sostenermi durante le spinte. Sto impazzendo di piacere, e credo che per lei, sia lo stesso. Ansima pesantemente, finché finalmente, riesco a farle raggiungere il migliore, esplosivo e gratificante, orgasmo di sempre, visto che, il suo piacere, schizza letteralmente sulla mia mano e inonda il mio membro. Potrei morire. Il piacere che provo, è indescrivibile.
"Aiden..." farfuglia imbarazzata.
"Piccola, lasciati andare. Mi fai morire, di piacere."
"Io..."
"Sei fantastica e stai avendo un orgasmo, facendolo venire anche a me."
I nostri umori si mescolano, magicamente, nel migliore e più appagante orgasmo della nostra vita.
Mi lascio cadere sulla sedia alle mie spalle con lei, seduta, sul mio inguine ancora pulsante e la bacio dolcemente, ansimando.
"Qualcosa, in noi, è cambiato! Non pensi?"
"In che senso? A cosa ti riferisci?"
"Prima, eravamo attivi, sessualmente Aiden, ma non così." Arrossisce in modo assolutamente bellissimo. "E' normale, oppure siamo strani? Siamo diventati dei pervertiti? Cosa ci sta succedendo, Aiden?"
"Io non lo so, ma di sicuro non siamo dei pervertiti e non credo che questa evoluzione, sia una cosa brutta, anzi... Siamo una coppia stabile, giovane e innamorata, che si esplora e si conosce sia emotivamente, sia fisicamente. Io credo che, sia tipo un rito di passaggio, in ogni coppia. Non mi vergogno di essere attratto da te, anche sessualmente e di avere voglia di fare l'amore con te, sperimentando nuove posizioni, come quella che ci ha appena fatti impazzire, di toccarti come mi chiedi, di baciare tutto il tuo corpo, di amarti non solo spiritualmente e col cuore, ma anche carnalmente, per farti stare bene. Sei mia. La mia compagna e io voglio solo il meglio per te. Per noi. Sotto ogni aspetto. Ma, se a te non va di fare l'amore o di fare qualcosa, anche se io te lo propongo, devi dirmelo onestamente, perchè sono solo un uomo, non un mago. Dobbiamo essere sempre sinceri. Parlare di tutto. Dobbiamo dirci sempre tutto. Non ci devono essere mai segreti ne a letto, ne nella vita quotidiana."
"Io, so solo, che quando sono con te è come se le nostre anime e i nostri corpi si fondessero insieme. Adoro come mi fai sentire."
"Provo la stessa cosa. Quando sono con te, non so controllarmi. Le emozioni mi travolgono e sono semplicemente sopraffatto dal desiderio e dall'amore che provo per te. La ragione svanisce ed esistiamo solo noi e il nostro piacere reciproco. Mi hai piacevolmente stupito, prima. Non pensavo che quel tipo di penetrazione, potesse piacerti, dal momento che, l'hai sempre rifiutata."
"Pensavo, scioccamente, che fosse volgare, ma, poi, il desiderio di provare, è stato più forte di me. Mi sono fidata completamente di te e... non mi hai delusa, dal momento che, mi hai fatto toccare il cielo con un dito. Nonostante non potessi baciarti, mi sono sentita amata e rispettata, forse più delle altre volte, che abbiamo fatto l'amore."
"Sarà sempre così, amore mio. Non ti ferirò mai, ti proteggerò con tutto me stesso e ti rispetterò sempre, come donna, compagna e mia amante."
"Quante partner hai avuto... sì insomma... prima di me... per diventare così bravo?"
Sorrido, guardandola negli occhi. Quando si imbarazza e abbassa lo sguardo, è adorabile. Credo che si stia facendo tutto un film nella testa e che non si aspetti la mia risposta che però, corrisponde alla verità.
Le alzo il viso, dal mento, per farmi guardare.
"Sono stato solo con Hilary. Lei è stata il mio primo bacio e anche la mia prima e impacciata volta. Non sono mai stato un'amante focoso, fantasioso o bravo. Non prima di te. Te lo giuro."
"Com'è possibile?"
"Con te, mia dolce e amata Sofia, c'è una sinergia, una chimica e un'intesa, che non ho mai provato con nessun altro essere umano. E non dico solo a letto. Tu mi completi, mi stimoli, mi valorizzi e fai uscire la parte migliore di me."
"Ti amo Aiden. Tu sarai per sempre la mia prima volta e l'unico che amerò e con cui farò l'amore."
Sorrido grato, perdendomi nei suoi occhi illusori. Il forno suona.
"Meno male! Ora mi è venuta ancora più fame!" sorride con gli occhi sognanti, guardando la pizza.
Io so solo che il cuore mi scoppia per la felicità, che il mio corpo sta sparando ormoni di ogni genere per farmi sentire in Paradiso. Lei è tutto quello che ho sempre desiderato. Sono semplicemente fortunato.
La guardo mangiare. Sembra che non mangi da mesi, per quanto ha fame. La mia prestazione, le ha fatto bruciare parecchie calorie, a quanto pare.
"Sofia, hai davvero tanta fame!"
"Da morire!"
"Sei così bella, con la salsa di pomodoro sulle labbra!"
Mordo una fetta di pizza anche io. Lo sport, con lei, mi ha fatto venire appetito.

Mentre riposa, finisco di risistemare la cucina. Sofia è caotica e disordinata quando cucina, è risaputo, ma questa volta, ho contribuito attivamente a scombussolare tutto.
Le sue mani, che si muovevano freneticamente, hanno fatto cadere parecchie cose sul pavimento, mentre la facevo mia.
Non faccio che sorridere, appagato e felice. Sono veramente fuso per lei. Mai, avrei pensato, di poter essere così felice, in vita mia. Felicità che non voglio perdere e a cui non voglio mai più rinunciare.
Prendo il tablet e senza nemmeno guardare cosa avevo trovato su Alec, cancello la cartella col suo contenuto. Basta cercare quello che non c'è. Addio Alec. Mi dispiace, che non abbiamo potuto crescere insieme, litigare, giocare e volerci bene come qualsiasi fratello, ma il destino,  ha deciso così. Attacco la nostra foto, da neonati, sul frigo, con una calamita, comprata durante il nostro viaggio, ed esco a correre, perché troppo emozionato e adrenalinico, per riposare.
Dopo tre isolati, il telefono vibra. Sono le 6 del mattino. Chi mi scrive così presto? Forse Sofia, non ha letto il mio post it.

"Briefing alle 8, per una missione, non pianificata. Bentornato figliolo!"
"Agli ordini Signore!" rispondo, al papà, mandandogli, una faccina che ride.
"Come state? Com'è andato il viaggio? Problemi col fuso orario?"
"C'è tanto da dire."
"È ovvio. Mi racconterete, tutto dopo! Tua madre non vede l'ora di vedervi!"
"Allora, venite a cena da noi sabato? Così vi facciamo vedere le fotografie e i video."
"OK. Ottima idea. Con piacere. Che fai, figliolo, invece di dormire?"
"Corro!"
"Tu?"
"Preparo la colazione a tua mamma. Oggi è il nostro anniversario, del primo appuntamento!"
"Che romanticone!"
"A dopo! Non stirarti i muscoli!"
"Non ti preoccupare!"
Rientro e lei, ancora dorme.
"Sofia, amore, sveglia ci aspettano all'FBI."
"Uhm!?"
"So che sei stanca, ma è il lavoro! Il lavoro dei nostri sogni! Ti ho preso un caffè. C'è una missione!"

La guardo sorseggiare il suo caffè. La pelle, risulta cadaverica, nonostante l'intensa abbronzatura. Ha le occhiaie e le borse sotto gli occhi, ma è comunque stupenda.
"Tra poco mi preparo."
"Tu, oggi, ti prepari e pensi solo alla missione che ti assegno io e che consiste, dall'andare dalla dottoressa, se non lo fai, ti porto di peso!"
"Ancora con questa storia? Sto bene!" ma non finisce di parlare che fa una smorfia di disgusto e corre a vomitare.
"Davvero? Stai bene? A me non pare!"
"Ok. Ok. Hai vinto!"

Arriviamo all'FBI, dopo che ci siamo fermati, tipo 5 volte, per emergenza vomito. Da quando soffre anche di mal d'auto?
Stavo, seriamente pensando, di fermarmi al pronto soccorso, della clinica universitaria della Columbia, perchè non è assolutamente normale, vomitare tanto così.

"Io ora vado al Briefing e tu vai a farti visitare! Sofia..." alzo l'indice perentorio. "Non fregarmi, perché poi controllo."
"Ok. Ok. Non lo farei mai. Ti ho detto che vado e ho intenzione di mantenere la parola."
"Brava ragazza." La bacio e lei, disgustata, corre in bagno.
"Vai. Ce la faccio."
Scuoto la testa e mi allontano.
"Eih sposino! Sei tornato!"
"Ciao Nerd! Ti sono mancato vero!?"
"Neanche un po'! C'era Jay, a tormentarmi in tua assenza!"
Parli del diavolo...
Io e Will ci guardiamo ridendo, come se avessimo pensato la stessa cosa.
"Eih ragazzi! Buondì. Come state?" saluta Hilary particolarmente allegra.
"In quanto testimone sexy, ti sono mancato, sposino? Dov'è la tua sexy mogliettina?" mi chiede Jay.
"Fare a botte con te, e vincere, mi manca sempre. Sofia è dalla dottoressa, per un controllo. Ho sposato una zuccona. Mi fa diventare matto! Sono almeno due mesi che sta male e vomita. A questo punto, non credo più, che sia un virus intestinale, preso in vacanza!"
Tutti, mi guardano in modo strano, come se sapessero qualcosa, che io ignoro. Decido di non farmi troppi film in testa. A volte, tendo a esagerare. A vedere complotti e misteri anche dove non ci sono! Mio fratello, è l'esempio lampante.
"Cominciamo?" dice il direttore, mio padre.
Dopo che ci ha spiegato i particolari, della missione di oggi, ci prepariamo.
"Visto che è una missione per soli maschietti, posso andare a salutare Sofia, Signor Direttore?" chiede con aria strana Hilary.
"Certo! Salutala anche da parte mia e poi vengo ad abbracciarla di persona."
Mio padre adora Sofia.
Anche io.
Io e Jay, siamo assegnati sul campo insieme, mentre Will, ci supporta dal furgone.
Attendo in posizione, una panchina specifica, vicino a un cassonetto specifico, a West Central Park, lontano da sguardi indiscreti, una fonte, civile, che mi deve passare una chiavetta USB, con le prove sottratte nel suo ufficio, dell'esistenza di un laboratorio di armi chimiche, a uso terroristico, in un allevamento sperduto, del Montana, nei pressi dello Yellowstone.

La fonte, sicuramente impaurita, non si è vista e come siamo finiti, a farci sparare addosso, non lo so proprio.
Doveva essere, una semplicissima missione, di recupero di una chiavetta USB, ma le cose sono degenerate.
"Hanno trovato il cadavere della nostra fonte, sotto al tunnel pedonale. Andate via di lì."
"Con piacere! Ci sparano addosso."
"Non così in fretta Jay, abbandoniamo la missione, solo se c'è la chiavetta USB."
"Negativo."
"Allora, dobbiamo trovarla."
"Si può sapere che diavolo di problemi hai? Cos'hai fatto? Una delle tue occhiatacce?"
"Ero semplicemente seduto Jay! Non ho fatto niente! I sicari sono venuti a colpo sicuro. La fonte, deve averci traditi."
"Sei un bersaglio mobile! Lavorare con te è impossibile e pericoloso. Ho una vita, a cui tornare."
"Anche io e una moglie, ma questo è il nostro lavoro. Attento!" mi lancio sull'aggressore, con una mossa di Karate e lo atterro, con un calcio volante, ben piazzato.

"Almeno, nonostante due mesi di vacanza, non hai perso il tocco! Grazie! Ti devo la vita."
"Ci copriamo le spalle a vicenda! Sempre. Così fanno i partner, anche se preferisco lavorare con mia moglie!" gli faccio l'occhiolino e lui ride.
Catturiamo tutti e recuperiamo, nella tasca di uno di loro, la chiavetta, coi dati che ci servono.
"Mentre l'agenzia, sistema questo casino, ti offro un caffè."
"Come siamo gentili Jay, hai bisogno di ferie? In questo caso, le puoi chiedere a mio padre."
Rigira il caffè tra le mani.
"Senti... ma..."
"Cosa c'è? Perchè sorridi come un'idiota, Jay? Ho forse la schiuma di latte sulle labbra?"
"No... Mi chiedevo... In verità, ce lo chiedevamo tutti: non è che tua moglie è incinta?"
Sbianco e poi avvampo.
"Cosa?" urlo. "Sei fuori?"
"Dai, pensaci! Hai detto che vomita da due mesi! Il primo trimestre, è per quasi tutte le donne, il più duro e quello in cui danno di stomaco, per qualsiasi odore o alimento ingerito. Non è così assurdo, che il destino, ci porti un mini te, rompi coglioni e strillante, no?"
"No... ma... insomma... è troppo presto! Non ci abbiamo mai davvero pensato."
"Capita, se scopi come un coniglio!" mi prende in giro.
"Non ti permettere!"
"Suvvia... siamo tra amici e conosco la faccia di uno di noi, quando è distesa e appagata!"
Scuoto la testa divertito o imbarazzato. Non so. Non ho mai parlato, con nessuno, di cose intime e personali, che riguardano la mia vita sessuale.
"Io sono sempre così allegro, perché sono super attivo. Il sesso, è il segreto della mia felicità e Hilary... beh è una tigre."
"Bleah! Non voglio saperlo!"
"Non fare il pudico e fai fare un test di gravidanza alla tua mogliettina, piuttosto. Ma io scommetto 50$, che l'hai farcita!"
"Non scommetto su mia moglie! Piuttosto... Ehm... Come mai... sei così informato sulla gravidanza?"
Mio papà, quando avevo 14 anni, mi ha fatto il discorso sul sesso e sui contraccettivi, per evitare malattie e gravidanze sgradite, ma nulla di più. Mia mamma, come un generale delle SS, mi ha terrorizzato e minacciato di diseredarmi, se avessi procreato, prima del tempo. Sono perciò, sempre stato attento, finché le precauzioni, dipendevano da me, ma poi, con Sofia e il suo cerotto anticoncezionale, ho abbassato la guardia, perché, venire dentro la propria compagna, invece che in un contenitore in lattice, è una sensazione straordinaria.
"Beh, ti ho mai parlato di mia sorella Rebecca?"
Jay, mi ridesta dai miei pensieri.
"Sì. Se non erro, è tua sorella maggiore."
"Esatto. Quando era incinta, di mio nipote Nathan, suo marito era d'istanza in Ucraina, perciò, mi ero trasferito da lei, per aiutarla. Il primo trimestre, era un incubo! Vomitava in continuo, giorno e notte."
Mentre rientriamo, prendo lo smartphone e mi metto a leggere, ogni informazione che trovo, sulla gravidanza.
Seno gonfio.
Ce l'ha.
Sbalzi ormonali e d'umore.
Assolutamente presenti.
Voglia di mangiare fuori orario.
La pizza alle 3 del mattino, direi che è un segnale da non trascurare.
Vomito.
A fiumi!
Libido aumentata.
Eccome!
O cazzo!
Sofia... è incinta?
Assolutamente sì.
Sorrido come un'ebete.

Sofia POV:

È da questa mattina, che la dottoressa, mi tempesta di domande e mi fora le braccia, come un groviera, per i suoi prelievi.
"La pressione è leggermente alta."
Probabilmente perché sono tesa. Di solito, ce l'ho bassissima e intorno agli 89, la massima e 50, la minima.


"Perciò, hai questi problemi, di vomito, stanchezza, gonfiore e acidità di stomaco, da diversi mesi?"
"Sì e peggiorano. Sto sempre più male!"
"Non è che sei incinta?" mi chiede Hilary, con un dolce sorriso, davanti alla dottoressa.
"Cosa? E' assolutamente fuori discussione! Ho avuto il ciclo. E' stato strano in effetti ma..."
"Perdite di sangue uterine, nel primo trimestre, che sembrano il ciclo, sono molto frequenti, nelle donne. Facciamo un bel prelievo di sangue, per constatare l'eventuale gravidanza e tu, nel frattempo fai questo!" mi mette in mano un test di gravidanza. "Il risultato, è piuttosto sicuro."
La mano mi trema.
"Cosa? Ma è seria? Stiamo davvero considerando la gravidanza? Ho usato il contraccettivo. Non può essere!"
"Con il matrimonio o in luna di miele, potresti averlo dimenticato o applicato in ritardo. Può succedere, quando si è stressati. Ecco perché, in determinate situazioni,  non bisogna affidarsi solo a quello, ma al preservativo."
"No... Ma non è il momento giusto! Aiden non lo vuole un figlio a 22 anni... È stato piuttosto cristallino, in merito."
"Non importa, cosa vuole Aiden. Tu cosa vuoi, amica mia?"
"Io... non lo so... Sono terrorizzata, Hilary."
"Perchè? Un bambino è una benedizione!"
"Ma... non lo abbiamo pianificato."
"Non puoi pianificare, ogni aspetto della tua vita. Vai a fare questo maledetto test e non ci pensi più. Io sono qui. Per te."
Faccio pipì. Appoggio il test sul lavandino. I minuti passano, lentissimi. Finché, la doppia riga rosa, compare sul test.
P O S I T I V O.
Mi siedo sul Wc.
Scoppio a piangere. Un po' per la notizia inaspettata, un po' di felicità e per lo stupore, un po' per panico, un po' di rabbia, perchè non è il momento, per avere un figlio. Non so come reagirà Aiden. Ha detto che avrebbe voluto dei figli prima o poi, in futuro. Non adesso.

Esco dal bagno, col test tra le mani, tremolanti.
"Non ci sono dubbi. È positivo."
Sorride la dottoressa.
"Complimenti mammina!" mi salta praticamente al collo Hilary. "Sono così felice per voi! Aiden darà di matto!"
"Sì." ma io non credo, in senso positivo.
"Beh! Ora che sappiamo che non ci sono dubbi, perché anche il laboratorio lo conferma, facciamo la prima ecografia."
Mi scopro la pancia. Il liquido gelatinoso, mi provoca i brividi. La dottoressa appoggia lo scanner dell'ecografo. "Dunque sei appena entrata nella diciottesima settimana."
"Cosa? 18 Settimane!?"
"Sì. Sono 4 mesi. Le nausee possono prolungarsi fino alla ventesima settimana, perciò per il momento non mi allarmerei. Ora è importante fare il test della Toxoplasmosi, dal momento che hai tutti i vaccini contro le malattie infettive, pericolose, durante la gravidanza."
Annuisco spaesata.
Mi scervello, guardando perplessa, la dottoressa e la mia amica.
"18 settimane?"
"Significa, che approssimativamente, dall'ultimo ciclo, è stato concepito, a fine luglio."
"Luglio?"
"Sì. C'è qualche problema?"
"Sono rimasta incinta, prima del matrimonio."
sussurro inquieta.
Questo figlio è illegittimo. Santo Cielo! Ecco perché, il giorno del matrimonio, mi sentivo già strana e nauseata, dal profumo di Aiden.
"E allora?" mi domanda Hilary. "Tu e Aiden, vi amate alla follia, e amerete questo fagiolino, allo stesso modo. Ne sono sicura. Non essere triste, ma felice."
"Queste sono le sue manine, le anche, la testa e questo, che pulsa velocemente è il cuore."
Il suono del suo cuore, che esce dal monitor, è la melodia più bella che abbia mai ascoltato. Non riesco a trattenere le lacrime di emozione. È perfetto e bellissimo. Già lo amo. Ma Aiden, avrà la stessa reazione?
"E' un feto sano, un maschietto, per l'esattezza, che cresce secondo i parametri."
"Cosa? Un maschietto?"
"Oddio! Non volevi saperlo?" mi dice dandomi la foto dell'ecografia.
"Ti ho registrato il video dell'ecografia, col suono del suo cuore, sul cellulare. Così lo puoi mostrare ad Aiden."
"È bellissimo... grazie Hilary, ma...voglio Aiden... adesso." scoppio a piangere, disperata, uscendo di corsa, con la foto in mano. Nostro figlio è illegittimo e non sarà mai Re.

Aiden POV:

Entro alla base operativa, come un razzo. Evito il rapporto e pure mio padre, che mi fissa perplesso.
"Dopo. Ora non posso! Tutto il resto può aspettare."
La stessa domanda, mi frulla in testa come un martello pneumatico.
Divenrterò padre? E' possibile! La possibilità, stupenda, di diventare un genitore, mi ha dato una carica pazzesca! Sono completamente investito, da una gioia, da un amore, che non so contenere.
Sofia, la amo ancora di più. Non vedo l'ora di vedere il suo ventre gonfiarsi di vita. Un figlio. È troppo bello, per essere vero. Ogni mio precedente dubbio, ogni incertezza e paura, sono improvvisamente spariti. Sofia e io, saremo dei genitori meravigliosi. Ne sono sicuro.
"Lei dov'è!?" chiedo a Will.
"Non si è vista! Credo ancora dalla dottoressa. Perchè!? E' successo qualcosa?"
"Forse! Ma... ora non ho tempo."
Corro come un pazzo, ed entro senza bussare, fuso come sono, dalla possibilità che la mia meravigliosa mogliettina, porti in grembo nostro figlio, il frutto del nostro infinito amore, che proprio nemmeno ci penso.
"Sofia?"
"E' uscita pochi minuti fa. Aiden... devi sapere che..."
"Non ora!"
Se fossi lei dove andrei?
La cerco ovunque, poi ripongo come penultima speranza, prima di sfondare tutte le porte dei bagni delle ragazze, nel poligono di tiro. Dove finalmente la trovo, mentre scarica il caricatore contro... la foto, dell'ecografia, di nostro figlio?

Le appoggio una mano sulla spalla, facendola spaventare. Rabbrividisce voltandosi. Ha gli occhi gonfi e rossi di lacrime. È bellissima. Ma perché piange?

Appoggia la pistola e toglie le cuffie.
"Aiden..."
"Spero che le tue, siano lacrime di felicità."
"Non ne sono certa... Io... noi..." balbetta inconcludente.
Sorrido, come l'idiota innamorato che sono. Le prendo le mani tremolanti e mi perdo nei suoi occhi terrorizzati.
"Lo so! E' stupendo, amore! Sono felice, come non mai. Ma tu, stai davvero sparando, alla foto di nostro figlio?"
"Tu come... lo sai? Te l'ha detto la dottoressa, che sono incinta?"
"No. Jay mi ha messo la pulce nell'orecchio. Ho fatto una semplice ricerca su internet e ho unito i puntini. 1+1 fa 3 amore. Tu, io e un figlio! È assolutamente perfetto. Non sei d'accordo?"
"Io pensavo che... saresti stato arrabbiato."
"Arrabbiato? Scherzi? Sono al settimo cielo. Me lo fai vedere?"
"Quella è una fotocopia. Questo è lui, il nostro piccolo principe."
"Lui?"
"E' un maschietto!"
"Un maschietto?" Tentenno.
"Non va bene?"
"Maschietto o femminuccia, è indifferente. Basta che sia in salute. Tu come stai? Tremi!"
"Devo ancora metabolizzare lo shock."
La bacio senza nemmeno darle il tempo di dire altro. "Ti amo da morire! E amo già il piccolino."
"Sei davvero felice?"
"Non vedo perchè non dovrei esserlo! Tu piangi di felicità o perchè non lo vuoi?"
"Io... lo voglio, da morire, anche se sono terrorizzata! Ma vedi..."
"Sì anche io. Saremo terrorizzati insieme! Ok? E niente ma... Andrà tutto a meraviglia, perché siamo insieme e ci amiamo." la stringo forte.
"Aiden... non andrà bene niente, perché, questo figlio non è legittimo!"
"Cosa blateri?"
"Sono rimasta incinta prima del matrimonio. A fine luglio. Credo durante la gita, alle Cascate del Niagara. I conti tornano perfettamente!"
"Non ha importanza!"
"Ne ha parecchia in realtà. Nostro figlio, non sará mai Re."
"Io ricordo, perfettamente, che i figli devono nascere all'interno del matrimonio e non essere concepiti durante il matrimonio, perciò nostro figlio nascerà all'interno di un matrimonio felice e pieno d'amore. E non me ne frega niente adesso del regno! In qualche modo, quando sarai regina, risolverai il problema, che non c'è. Mi interessate, solo voi due." Le accarezzo la pancia e la bacio.
Lei scoppia a piangere. Sinceramente non so che fare. Sono gli ormoni? La felicità? La paura?
"Ti amo!"
"Io anche. E amerò entrambi tantissimo!"
"Vuoi sentire il suo cuoricino?"
Fa partire una registrazione, e scoppio a piangere, come un cretino.
"Alec." sussurra.
"Alec, cosa? E' un capitolo chiuso della mia vita!"
"Lo dovremmo chiamare, Alec, come tuo fratello."
"Non è un nome da futuro Re!" rido.
"Pensavo che non guardassimo, queste sciocchezze!"
"Infatti. A essere sinceri, nemmeno Aiden lo è, se è per questo." rido facendola ridere di rimando. "Non privarmi mai più del tuo sorriso! E' troppo bello e io non posso vivere senza!"

"Ho letto che devi prendere degli integratori, mangiare sano, tanta frutta e verdura e che devi fare dei test importanti per la salute del bambino come quello per la Toxoplasmosi."
"Frena! Hai letto tutto questo, senza essere nemmeno sicuro che fossi incinta?"
"Un bravo marito-papà, si prepara ad ogni evenienza!"
"Ti adoro! E per la cronaca, la maggior parte degli esami, la dottoressa me li ha già fatti."
Triste, mi fa vedere il braccio tutto livido e forato da aghi.
"Povera, la mia piccola tossica! Ora ci penso io, a te."
"Aiden... per ora, possiamo non farne parola con nessuno? Non so come dare la notizia ai miei genitori. Quando scopriranno che sono di 4 mesi, capiranno subito che il piccolo Wray, è illegittimo."
"D'accordo, ma, ti fai troppe paranoie. Tua mamma impazzirà di gioia e pure la scorza dura di tuo padre, si sgretolerá e lui capitolerà."
"Ti amo e amo il tuo ottimismo."
"Sei la Principessa del mio cuore! Lo sarai sempre! Con o senza corona!"

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