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Capitolo 33: La mia prima volta ad Alleran e forse anche l'ultima...

Aiden POV:

Alleran. Panorama mozzafiato. Profumo di salsedine e fiori. Sole estivo, ogni giorno dell'anno. Mare azzurro e terso. Un vero e proprio Paradiso. Ma non per me. Per me, è si è rivelato, un incubo. Quella specie di pinguino saputello, nel suo completo, sempre perfettamente stirato, con la coda e i guanti di seta bianca,

mi sta sempre col fiato sul collo e mi guarda con aria di superiorità e condanna, perchè faccio fatica a imparare e rispettare il protocollo reale e il suo dress code. Sinceramente a me, del coltello del pane sul piattino alla mia sinistra, non frega niente. Così come non impazzisco di gioia, a cambiarmi 6 volte al giorno, indossando stupidi completi da vecchietto, comportandomi come il lacchè, che non sono.
Il completo, che mi hanno obbligato a indossare, per la rivista militare di Alleran, è vomitevole. Sembro un soldato della seconda guerra mondiale, che si è perso a un safari, nel deserto. In più, sto morendo di caldo, con tutti questi strati di stoffa.

"Signorino Aiden? Ha scritto tutto?"
Svogliatamente sbadiglio.
Crede davvero che lo ascolti? Che prenda appunti sulle posate? Un coltello, è un coltello. Così come una forchetta. Interessa davvero a qualcuno, quanti dentini ci sono e a cosa serve? Anche se la sbaglio, dovrei essere in grado di mangiare lo stesso. Ma no. Lui si apposta, come un condor, a ogni pasto. Mi lancia occhiate inquisitorie e io, mi ritrovo a non mangiare. Niente. Perchè non so che cazzo di forchetta usare.
Mi sono perso, pure una meravigliosa aragosta, perchè, il mio tentativo di usare quell'aggeggio simile allo schiaccia noci, per aprire la chela, l'ha fatta schizzare in alto e poi è ricaduta nel piatto della Regina. Nonostante abbia riso divertita, invece di essere schifata, io avrei voluto seppellirmi vivo. Che figura di merda. Ma come sono messo? Domani lo sfido a smontare e rimontare una pistola e poi vediamo chi ride silenziosamente. Anzi non mi tratterrò. Sono stufo di far finta di ridere, perchè la risata sfacciata, non è opportuna. Quanto lo detesto quel tipo! In effetti non lo detesto davvero. Il poveretto fa solo il suo lavoro. E anche piuttosto bene, infatti, mi ha anche rimproverato per aver preso il cucchiaio da zuppa, invece di quello per il Dessert, per mangiare di nascosto il gelato, il problema, sono io. Sono un pessimo studente. Non mi applico abbastanza, perché certe cose, le trovo assolutamente futili e farò fare una pessima figura a Sofia, il giorno del matrimonio e a ogni impegno istituzionale futuro. Come si fa a bere, senza sembrare ridicoli, col mignolo in sù? Sto dando i numeri. Giuro che, nonostante l'impegno quotidiano, la mia permanenza qui, sta mandando tutto in malora. Ho messo in discussione ogni cosa. Anche il nostro rapporto. Mi sto giocando il futuro in questo regno e francamente non sono pronto, per tutto questo caos bon ton. Ne oggi, ne mai.
Non riesco a dormire nemmeno adesso, che sono tra le sue braccia.
Che cos'ho di sbagliato? Perché è chiaro, che qualcosa in me, non va. Insomma, Sofia è stupenda. C'è chi ammazzerebbe, per essere nella mia situazione. Eppure, io sto sabotando il nostro per sempre felici e contenti. Perchè? Ho davvero pensato di rinunciare a lei, per queste stronzate? Io la amo. Dannazione se la amo! Cosa interessa il resto? Vaffanculo al resto! Finché siamo noi, sono felice.
"Non dormi?"
Si siede, guardandomi intensamente. Dio solo sa quanto è bella, con il rossore dell'abbronzatura, con il segno del cuscino sulla faccia e i capelli elettrici che si incollano alla mia barba, nella sua camicia da notte bianca, di lino, ricamata e trasparente, che lascia intravedere il completino intimo panna di pizzo, che prima è volato sulla lampada del comodino.
"Mi dispiace... Non volevo svegliarti."
"Hai il respiro affannato e il cuore che mitraglia come un'arma da fuoco."

"Non riuscivo a dormire. Troppi pensieri."
"Che pensieri?"
"Sono... una frana. Ci provo a ricordarmi tutte le posate, come ridere, sedermi, vestirmi e come bere in modo regale, ma non ci riesco. Ti ho delusa." abbasso lo sguardo e stringo forte, tra le mani, il lenzuolo, frustrato.
"Mi hai delusa? Per un attimo, è successo! Quando ho temuto, che mi avresti lasciata, per sempre, Aiden. Io non posso vivere senza di te amore mio." riporta la mia attenzione al suo bel viso. Al suo corpo, alle sue labbra sensuali, ma alla fine mi perdo nell'oceano infinito dei suoi occhi.
"Mi impegnerò di più. Te lo prometto."
"A me non interessano tutte queste sciocchezze. Tu sei l'unico che mi interessa e ho bisogno di sapere se sei felice. Vuoi ancora un futuro con me? Vuoi sposarti e avere una famiglia, con me?"
"Che domande fai? É ovvio."

"Quello che sono, per diritto di nascita, non posso cambiarlo. Posso capire, se vuoi rinunciare a noi, per colpa del mio titolo nobiliare."
"Quando sono con te, mi sento vivo. Sei la mia isola. In qualsiasi acque io navighi, approderò sempre da te, amore. Come un capitano, che affonda senza lasciare la sua nave, io rimango a bordo. Ti amo e non vado da nessuna parte. Non senza di te. Voglio sposarti, avere dei figli, un cane, voglio invecchiare, fino a diventare cartapesta piena di rughe, con la sciatica, solo con te."
La stringo a me. Lei mi tira su di lei. Solleva la testa e mi bacia.

"Sofia... Non fare così..."
"Così come!?"
"Non provocarmi o non rispondo delle mie azioni. Sei sicura che mi vuoi come marito!? Perchè se continui a sedurmi così prima o poi tuo padre ci beccherà e io finirò per essere il pranzo per gli squali!"
"Smettila di dipingere, mio padre, come un pazzo assassino. Com'era la cosa dolce che mi hai detto sull'isola?"
Rido guardandola intensamente negli occhi: "Sofia, sei la mia isola. In qualsiasi acque io navighi, approderò sempre da te, amore."
"Approda dentro di me." si morde il labbro, facendomi perdere la testa. Maledetti ormoni. Maledetto me, che non riesco a stare lontano dalla sua pelle, dalle sue labbra, dal suo respiro caldo sulla mia pelle nuda, dai suoi capelli che mi solleticano e mi coprono ovunque. Maledetto me, che ho perso la testa, per lei. Il che mi riporta qui. Ad Alleran. Con le posate che mi tormentano, il protocollo, le tradizioni e le cazzate. Ma supererò tutto, solo per baciare, ancora una volta, queste labbra.
Facciamo l'amore in modo dolce. Senza smettere di guardarci negli occhi, di baciarci e di sorridere.
"Ti va da scappare da tutto questo e sposarmi su un'isola deserta!?"
"Cosa? Sei serio!?"
"Sì. Io e te. Niente festeggiamenti lunghi una settimana. Niente investitura, con l'auto, da parte di tuo padre, quando scoprirà che ho fatto l'amore con te, a casa sua. Niente e nessuno, perchè a me basti solo tu."
"Aiden... Vorrei, ma sai, che non posso."
"Già." sospiro.
"Che ne dici se, durante il viaggio di nozze, ci risposiamo, io e te, sulla spiaggia più bella della Polinesia?"
"Lo voglio Sofia."
La stringo, dopo che ci siamo rivestiti. Io indosso i pantaloni della tuta azzurra dell'Adidas, senza biancheria, perchè non ho ritrovato i boxer.

Lei si è rimessa la biancheria e le ho passato quella che pensavo, fosse la sua vestaglia di pizzo, ma che in verità era un accappatoio, perchè tremava.

Adoro quando appoggia il viso sul mio petto nudo. Quando gioca con i miei capelli. Quando fa cerchi, con le dita, intorno ai miei capezzoli. La amo in un modo che, non so nemmeno spiegare. Non so come sia razionalmente e irrazionalmente possibile. Non avevo mai pensato di innamorarmi di un'altra donna, che non fosse Hilary. Di provare qualcosa, che non fosse, quello che ho sempre provato per Hilary. Non pensavo semplicemente, di provare tutte queste emozioni, per un semplice abbraccio. Di tremare come una foglia, quando mi bacia. Di avere il cuore che vive di una vita propria, con battiti irregolari, ogni volta che la vedo. Di immergermi, totalmente nei suoi occhi, e di trovarci un magico mondo, da cui non voglio mai più uscire. I suoi occhi sono pieni di stelle. E io amo il firmamento. Non avrei mai pensato, di provare niente, di tutto questo. Lei mi travolge come le onde del mare. "Vieni più vicina! Non ti lascerò mai andare via da me. Mai." Con Sofia, ho scoperto che, questa felicità travolgente, che questo tormento, che provo costantemente, che questa sensazione di inadeguatezza, che mi spaventa a morte, è semplicemente l'amore. Potrei sbagliare e perdere tutto. Ma non lo farò.

La stringo e la bacio dolcemente sulla fronte. Poi mi metto a cantare come un cretino. Non so nemmeno perchè.

"Aiden..."
"Promettimi solo che, qualsiasi cosa succeda, tra me e te, non cambierà mai niente."


"Mai!"
"Stellina!?" la porta si spalanca.
"Santo Cielo mio padre! Nasconditi!" prende il libro che aveva sul comodino impugnandolo al contrario.
Scoppio a ridere. "Meno male che ero io, quello paranoico! Tu non rischi niente Sofia!" Vorrei dirle di girare il libro ma non me lo permette.
"Zitto!" Mi spinge sotto le coperte.
"Ti disturbo!?" lo sento quasi sghignazzare.
"No! No! Per niente! Stavo leggendo un libro!"
Lo immagino, mentre alza il sopracciglio divertito, mentre nota che il libro è al contrario. Si siede quasi sui miei piedi. Rimango in silenzio e fermo, nonostante mi scappi da ridere, per la situazione assurda. Suo padre, sa già da mesi, che facciamo l'amore e che dormiamo insieme. Che mai sarà se ci becca? In più tra 7 mesi ci sposiamo! Ok. La mia prima volta ad Alleran, potrebbe essere anche l'ultima, se suo padre, mi becca nel letto della figlia. Comincio a sudare freddo.
Stanno a lungo a discutere della giornata che ci attende il giorno successivo. Poi si alza.
Sento lo schiocco di un bacio sulla pelle di Sofia. "Notte amore. Ciao Aiden!" ride.
"Cosa?" si finge stupita Sofia.
"Non sono nato ieri, amore. Inoltre vi ho sentiti ridere prima. E se non erro, il tuo amante, ti ha cantato una canzone d'amore." tira giù le lenzuola e le coperte scoprendomi.
"Salve!" faccio, ciao, con la mano nervoso. Ok. Anche se sa tutto di noi, mi sento come un ragazzino, appena beccato nella camera di sua figlia, dopo che hanno fatto sesso. Perchè è esattamente quello che è appena successo! Deglutisco nervosamente.
"Domani io e te facciamo 4 chiacchiere ok!?" mi dice prima di uscire.
Inutile dire, che poi, non ho chiuso occhio. L'ansia mi ha consumato. Lo stomaco si è chiuso come un pugno. La guardo dormire. Le accarezzo i capelli. Per lei posso sopportare tutto. Anche suo padre infuriato. Anche un Pinguino con 7 posate più 2 da Dessert. Posso essere travolto dalla marea, prendermi una pallottola. Qualsiasi cosa. Solo per lei.
"Ho fame!"
"Cosa!?"
"Non abbiamo cenato ieri. E ora sto morendo di fame!"
"Ok! Ti preparo qualcosa!"
Ci alziamo alle 5 di mattina, per andare a fare colazione.
Lei si occupa del frullato alle fragole. Io dei Pancakes.

"Hai finito Sofia!? I Pancakes sono pronti."
"Fatto!" si gira di scatto e le sue labbra si incollano alle mie.
"Buon giorno anche a te Piccola!" le faccio notare il piatto della colazione.

"Amore..."
"Mangia o si raffredderanno."
"Vostre Maestà buon giorno. Non avevo idea che aveste fame. Dovevate chiamarmi." ci guarda sconvolta la cuoca.
"Margarita, avevamo fame e voglia di cucinare! Rilassati!" ride Sofia.
"Ma Vostra Altezza... cucinare è il mio lavoro."
"Beh non adesso." rido io. "Siediti e mangia con noi!" dico mettendo il caffè caldo sul tavolo.
"Cosa? Ma..."
"Guarda che non mordiamo mica!"
"Ma è contro il regolamento!"
"Io non vedo alcun regolamento in questo momento. E tu Sofia!?"
"No. Nemmeno io. Buon appetito!" sorride versando una tazza di caffè a Margarita che la accetta con la mano che trema.
"Non ti licenzieranno! Se questo è quello che temi."
"Signorino Aiden io..."
"Mi assumo qualsiasi colpa io ok!?"
"Buon giorno!"
"Maestà io..." si alza in piedi di scatto.
"Siediti Margarita. Goditi il tuo caffè. E' caldo? Posso averne una tazza prima di andare a correre e poi in palestra!?"
"Certo papà. Tieni!"
"Uhm. E' buono!" lo assapora rubando un Pancake dal piatto di Sofia.
"L'ha fatto Aiden!"
"Anche questi sono opera tua!?"
"Sì signore!"
"Non ti ingozzare! Così vieni a correre con me e parliamo!"
"Sì ok."
Infilo una maglietta, un pantaloncino e un cappellino e sono pronto.
Corriamo in silenzio.
Il vecchietto è in forma. Non riesco a tenere il passo mentre corre in spiaggia nella sabbia.

Mentre fa la sbarra comincia a parlare. "Aiden..."
Io sto facendo qualche tiro al canestro. Ho seriamente paura che ora tirerà fuori la pistola!

"So quanto può essere dura questa vita, nonostante la forza di volontà e l'impegno e ti confesso, per esperienza personale, che l'amore non basta. Ci sono cose che io non ho ancora imparato dopo 21 anni di matrimonio. Ma Aiden, non farti intimorire da niente. Se ami davvero Sofia, questa è l'unica cosa che conta. Non sai che posate servono? Basta che osservi Sofia un attimo prima di prendere in mano qualsiasi cosa. Senza panico. Senza saltare i pasti! Non è il caso. Sei già un foglio di carta. Io faccio ancora così. Guardo Grace e poi la copio." mi fa l'occhiolino.
"Ok. Grazie del consiglio... Io... ecco... riguardo a ieri notte..."
"Non voglio sapere niente di quello che succede, nella camera da letto, tra te e Sofia. Solo non concepite figli prima del Matrimonio! I figli fuori dal matrimonio, considerati illegittimi, in base a una vecchissima legge di Alleran, non possono succedere i genitori al trono."
"Cosa!? No! No! Certo che no!"
"Dai ora preparati! Oggi hai la giornata piena, come già sai!"
"Ehm ok. Grazie... Signore..."
"Sì!?"
"Le voglio bene!"
Mi abbraccia lasciandomi sconcertato.
"Anche io ragazzino! Mi ero sbagliato su di te. La tua presenza nella vita di Sofia la rende raggiante, matura e piena di voglia di vivere. Non avrei potuto sperare di meglio, per la mia bambina." mi scombina il ciuffo. "Vai! Ci vediamo a pranzo! Ricorda che sabato c'è il ballo in Maschera per l'annuncio ufficiale del Vostro fidanzamento. Per allora dovrai essere disinvolto con le stoviglie ok!?"
"Agli ordini!"

Mi sono impegnato tutta la mattina. Aver chiarito con il Signor Williams, mi ha dato una carica in più e mi ha alleggerito di un peso sul petto, che mi stava schiacciando come un masso. Per la prima volta, dopo 11 giorni di Alleran, mi sento sereno e me stesso.

Mi siedo a tavola.


Ce la posso fare. Sono solo 9 posate. Ho affrontato di peggio.

Respiro profondamente e senza nemmeno guardare gli altri, prendo la forchetta giusta.

Poi guardo Sofia e rimango folgorato dalla sua bellezza. Indossa un abito lungo rosa, con la gonna fatta di veli sovrapposti e il corpino con le maniche tempestato di pailettes e brillantini. Come accessori indossa un bracciale rigido in oro bianco, degli orecchini a pendente e il mio anello di fidanzamento. Ha legato i lunghi capelli in uno chignon, scoprendo il collo. Come un vampiro famelico, mi avventrei, su quella porzione di pelle, la bacerei, fino a farle inclinare la testa all'indietro, gemendo alle mie labbra.


"Madre, Padre, questa notte ho capito che Aiden per me è tutto, perciò ho deciso che, fino a quando entrambi vorremo, continueremo a vivere a New York e a fare gli Agenti."
Il Signor Williams sgrana gli occhi sorpreso.

Quasi mi strozzo col voulevant di pasta sfoglia ripieno alla crema di porcini, tartufo e fonduta, appena elaboro le sue parole.
La sua mano, si stringe alla mia, che aveva fatto cadere, impacciatamente per la sorpresa, la forchetta sul piatto, spezzando l'imbarazzante silenzio, che si era creato.

"Dalla sua reazione, direi che Aiden, non era al corrente di niente, Sofia. Come tua madre, non posso che appoggiare in pieno la tua decisione, ma come tua Regina, sono costretta a farti notare che, non puoi mettere in pericolo costantemente, la tua vita. Entrambi non potete mettere in pericolo la vostra vita. Voi rappresentate il futuro del Regno. Vero Danny?"
"Concordo perfettamente con tua madre. Tuttavia, non ho intenzione di interferire nella vostra vita. Sofia, Aiden, siete grandi abbastanza per sposarvi e per decidere del vostro futuro. Grace, amore, a noi non resta che accettare la loro decisione e appoggiare i ragazzi, a prescindere, perchè come mi hai detto una volta tu, prima di tutto siamo genitori. Poi Re e Regina."
"Hai ragione. Come ho accettato con entusiasmo il vostro amore, accetterò anche che viviate a New York, facendo il lavoro che tanto amate. Così sia."
Contravvenendo a tutti i protocolli, Sofia, si alza di scatto dalla sedia, facendola cadere a terra, buttandosi tra le braccia dei suoi genitori, che la abbracciano felici.

I suoi occhi mi trasportano lontano. In un luogo incantato, a cui nessuno, a parte noi può accedere.

New York, Alleran o un'isola deserta, la mia casa, risiede nei suoi occhi.

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