Capitolo 20: Vieni a vivere con me?
Aiden POV:
Sei mesi a lavorare su me stesso, sulla mia rabbia repressa, sulle mie paure, sui buchi affettivi, di mia mamma, che mi squarciano il cuore, sugli sporadici attacchi di panico e sui miei sensi di colpa. Sei mesi di terapia, di chiacchiere a senso unico, in cui ho palesato al mio terapista, ogni più piccolo segreto di me. Sei mesi, in cui mi sei stata accanto, nonostante le mie ombre. Paziente. Amorevole. Sorridente e ottimista. Sei mesi che mi hanno fatto crescere. Ora mi sento un uomo migliore. Per me. Per te. Ho ritrovato il mio equilibrio e forse, l'ho appena scoperto, tuttavia, sono calmo, sereno e in pace con tutto. Forse è per questo che, nonostante la situazione, invece di essere in panico, mi sento estremamente concentrato, controllato e freddo.
In trappola! Di nuovo! Chiudo gli occhi! Spengo il cervello. Isolo la mente, dal rumore assordante di spari, di proiettili che rimbalzano sulla nostra auto, già crivellata come un Groviera. Ogni volta che respiro, sento il tuo respiro affannato, accanto al mio. Sento la tua mano sudata, stringersi alla mia. Ogni volta che siamo in pericolo, tu sei l'unica che voglio e che interessa, nei miei pensieri. Veramente anche quando non siamo in pericolo. Tu sei il mio unico pensiero felice. Tu sei ciò che mi fa alzare al mattino, che mi fa andare avanti, che mi fa desiderare di vivere davvero. Ti nutri del mio amore e rendi una favola incantata la mia intera esistenza. Ti insinui nella mia testa e nel mio cuore facendomi desiderare ardentemente di essere tuo per sempre. Voglio vivere di te, per sempre. Intensamente e con tutto me stesso, come se fosse sempre l'ultimo giorno.
Mi hai fuso il cervello. Sono senza speranza!
Ma non cambierei la mia vita, per nessun'altra. Adoro il mio lavoro. Adoro la mia ragazza. Adoro New York. Amo rischiare la vita. Lo so che è stupido, ma il pericolo, mi fa apprezzare le cose importanti. Mi fa desiderare, che tutto si complichi ancora. Purchè ci sia tu. Ti Amo, Sofia. Sei una costante importante nella mia vita. E la mia vita è sempre stata dominata dal Caos e dall'incertezza. In un mondo, dove niente è per sempre, tu sei il mio unico per sempre. L'unica che vorrò al di sopra di tutto, tu, la mia metá perfetta, con cui non ho scelto di complicarmi la vita. È successo e basta. Siamo un'insieme perfetto di stimoli, emozioni, sensazioni e perfezione. L'amore? Non so cos'é. Non so come si spiega a parole. È irrazionale. Folle. Intenso. Ma so che sono tuo e tu sei mia. Ci apparteniamo.
Oggi, domani, per sempre. Perchè senza di te, la mia esistenza stessa perde di significato.
Mi sono sempre fatto un sacco di domande esistenziali e non ho mai trovato la risposta a quella più importante: perchè esisto?
Prima non lo sapevo! Mi ero convinto, grazie alla mamma, di essere un'errore, ma ora ho trovato la mia risposta.
Esisto perché tu esisti. Ero destinato a te, come tu a me.
Ero destinato a essere qui, con te, ora. Per salvarci da questo inferno. Svuoto la mente. Freddo e calcolatore, metto in pratica il mio addestramento. Tre cecchini a ovest. 2 appostati sul tetto della gelateria, con puntatori laser. Una squadra di terra, che avanza. L'altra dietro pronta a intervenire. Noi? Siamo soli. I rinforzi arriveranno tra 12 minuti. Non abbiamo tutto questo tempo! Ci restano 5 caricatori, 2 bombe stordenti, e un set da 5 di fumogeni. Potrebbe andare peggio. So cosa pensate. Ma in uno scontro, che non é a pari, non serve la forza bruta, ma il cervello. Devi sfruttare l'ambiente e le circostanze a tuo favore. Recuperare le armi in giro aiuta. Serve astuzia. Devi entrare nella testa del nemico.
Eliminare la forza di terra prima che si organizzino con la nuova ondata. Avanzare per eliminare la minaccia più grande: i cecchini. Guadagnare tempo, sopravvivendo, per dare il tempo alla cavalleria di arrivare.
Lo insegnano a Quantico? Non so. Non credo! Io non ci sono stato. Ma nei videogiochi, la strategia è importante. I Kamikaze in solitaria, difficilmente ce la fanno. Ma... io non sono come gli altri!
"Aiden? Ti concentri per favore? Vorrei farti notare che ci stanno sparando addosso. Siamo scoperti e in mezzo al fuoco incrociato!"
Dio quanto è bella, nella sua tuta attillata in Jeans.
A bruciapelo, senza riflettere le domando: "Sofia vuoi venire a vivere con me?"
Sgrana gli occhi e sbianca. "Co co co..."
Credo voglia dire cosa, ma le è uscito un canto strozzato da gallina. Sorrido e lei mi guarda incredula.
"Scusa! Lo so! Non è il momento per sorridere e la mia domanda a bruciapelo, ti ha lasciata basita, ma, nell'ottica del Carpe Diem, ho bisogno di un imput. E il tuo sì, mi servirebbe per abbassare le mie difese e attivare la mia modalità Kamikaze. Temporaneamente. Perché, tu vuoi vivere con me, no?
"Cosa blateri?"
"Avevo pensato di farti la proposta in modo romantico, sull'Empire State Building, ma al diavolo, qui, tra il fuoco incrociato, è molto più nel mio stile."
"Sei fatto di qualcosa?"
Le prendo le mani e la guardo con intensità.
"Ti amo e voglio passare ogni attimo della mia vita con te! Ti sembra così assurdo?"
"Certo che no. Ma perchè trovi sempre il momento meno appropriato, per le tue dichiarazioni d'amore? Critico il tuo tempismo! Non il gesto dolce."
"Non so. So solo che ti amo e che mi fai stare bene. So che voglio addormentarmi e svegliarmi ogni giorno accanto a te, so che sei il mio primo pensiero del giorno e anche l'ultimo prima di addormentarmi. Ma ok. Hai ragione. Non è il momento giusto. Forse preferivi una cena romantica, delle rose e un gioiello?"
"No! La cosa che amo di te, è che sei spontaneo e mai banale, ma in questo momento vorrei solo che capissi che non ne usciremo vivi! Ma sei dolce!"
"Allora vieni a vivere con me, amore?"
"Certo! Ma..."
"Fantastico! Coprimi!"
"Cosa?"
Butto la bomba verso i nemici davanti a noi.
"Spara!"
Rotolo sotto un'automobile.
Primo fumogeno. Recupero una pistola. Striscio dietro un cassonetto e sparo a uno dei cecchini, recuperando il suo fucile di precisione. Fumogeni.
Esco allo scoperto tra il fumo. Un colpo. Un nemico in meno.
"Hai intenzione di farti ammazzare?"
"Certo che no! Prendiamo casa insieme! Usa questa!" Le lancio una mitraglietta.
"Bella!" sorride impugnandola e sparando a raffica.
Sembriamo usciti da un poliziesco.
Lei si diverte, come una ragazzina al ballo. Che donna!
Avanzo col fucile di precisione in mano.
Un colpo. Un nemico. Poi un altro. E un altro ancora.
"Aiden! Giù." mi urla facendomi buttare a terra e rimanendo scoperta lei. L'arma si inceppa. Mi guarda spaventata.
Estraggo il Teaser e friggo le parti basse del cattivo, prima che prema il grilletto, contro la mia Sofia.
"Secondo i miei calcoli sono tutti."
"Non così in fretta!" dice il chimico con accento tedesco, afferrando Sofia alle spalle.
"Il cattivo tedesco, che fa esperimenti e sviluppa armi chimiche, è un Cliché alla James Bond!"
"Ti pare il caso, di citare i classici, in questo momento, Aiden? Inoltre catturare, Herr Doktor Dietmar Straußner, per fermare il suo piano di costruzione di armi chimiche da usare per l'uccisione di massa, è esattamente, il notro obiettivo."
"Infatti ragazzino! Bleibt oder sie ist tot! Sofort." le punta una siringa al collo.
"Scusa, ma non so il tedesco!"
"Dice di stare fermo o mi uccide!"
"Ok. E chi si muove!"
"Aiden..." alza gli occhi al cielo, sconsolata.
"Qualsiasi cosa accada dirò, a tuo marito, il Nerd, che l'amavi."
"!? Mio marito?"
Faccio cenno di sì e lei capisce al volo.
"Oh! Certo mio marito!"
Attiva l'ago col tranquillante e lo inietta al super cattivo che cade a terra.
Missione compiuta.
"Ecco i rinforzi ragazzi!"
"Sempre in ritardo, eh Nerd?"
"È una carneficina." commenta, mentre Sofia si butta su di me e mi abbraccia.
Sento le gambe molli.
"Mi hai narcotizzato?"
"Ops! Scusa!" ride mentre cado a terra.
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