Fred se ne era andato.

Andato per sempre, non sarebbe più tornato.

Dopo la fine della battaglia, la famiglia Weasley aveva deciso di fare il funerale il giorno dopo, non avrebbero trovato dei soldi per un funerale comunque.

Come se non bastasse alcuni ladri avevano rubato quante più monete potevano, lasciando la famiglia con a malapena i soldi per mangiare.

Ci sarebbero voluti anni per riuscire a risanare il danno, quindi dovettero rassegnarsi a seppellire Fred senza un degno funerale.

Di comune accordo, la sua sepoltura sarebbe avvenuta poco lontano dalla Tana, per averlo vicino anche se da morto.

Nessuno aveva osato andare a trovarli, sapendo che avevano bisogno di spazio, e anche non volendo appurare in che condizioni fosse la famiglia.

Furono Harry ed Hermione i primi ad avventurarsi in quel luogo, che poco aveva della Tana gioiosa, colorata e disordinata, solo due ore dopo il "funerale" di Fred.

"È permesso?" Chiese Hermione "Possiamo entrare?".

Percy alzò la testa, gli occhi rossi e lucidi, e li salutò.

"Harry, Hermione... entrate, entrate pure".

Appena varcarono la soglia, un moto di tristezza si fece strada nei loro cuori. Gli Weasley svolgevano le loro attività quotidiane: Molly rammendava, Arthur leggeva il giornale, Bill contava, Charlie aiutava sua madre a rammendare, Percy leggeva un libro e Ron giocava a carte,  ma furono le loro espressioni a colpirli: tutti sembravano sconfitti, alcuni avevano pianto da poco, ed erano silenziosi.

La Tana silenziosa: una situazione che nessuno pensava fosse possibile.

E mancava George.

"Oh Harry! Hermione! Cari, siete venuti a trovarci! Grazie, effettivamente un po' soli iniziavamo a sentirci. Avete mangiato? Volete qualcosa?" Nonostante i tempi duri, la dolcezza di Molly non era mai venuta meno.

"No, grazie Molly, volevamo solo farvi una visita" Abbracciarono i figli uno per uno, per poi porre la fatidica domanda:

"Dov'è George?"

I loro volti si rabbuiarono, e si guardarono, finché Bill non ebbe il coraggio di parlare: "È in camera sua. Non so quante possibilità ci siano di farlo parlare, potete provare ma non vi prometto nulla". Sospirò, e riprese a contare.

Salirono, fino ad arrivare in camera di George, e bussarono. Non ricevendo risposta, ripeterono l'azione. Fallendo ancora, riprovarono, e ottennero un flebile "Avanti".

Entrarono, e quasi Harry non pianse dallo sconforto.

Il ragazzo era sdraiato sul letto, gli occhi nocciola puntati sul soffitto, pallido e immobile.

"George...?" Lo chiamò Hermione.

"Ciao" Rispose lui, senza nemmeno guardarli.

Entrambi si avvicinarono e lo abbracciarono, quasi scoppiando a piangere. "So che è dura, dispiace anche a noi, ma pensi che lui voglia vederti ridotto così? Fammi un sorriso, George, su!" Lo esortò la ragazza, sorridendo.

Incerto, fece spuntar fuori qualcosa che assomigliava a un sorriso.

"Potete... lasciarmi solo adesso? Apprezzo la visita, ma ho bisogno di... più tempo" "Certo George, tutto il tempo che vuoi!" Rispose Harry, e uscì dalla stanza con Hermione.

Un ghigno spuntò sulla faccia del ragazzo, si calò dalla finestra e si diresse verso la "tomba" del gemello, prese una pala appoggiata lì accanto e lo dissotterrò.

Come se non fosse successo nulla, Fred uscì dalla tomba con un gran sorriso.

"Il miglior scherzo della storia, George" "Approvo, Fred. Su, entriamo in casa! Non ripulirti dalla terra, così ci crederanno".

Entrarono in casa con nonchalance.

"Allora, cos'è questo mortorio?" "Dove siamo finiti? A scuola? Dai, andiamo, sorridete che è una bella giornata di sole!"

La famiglia si congelò sul posto, e, quando tutti si girarono e videro le due figure sorridenti, Molly svenne.