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Percabeth

Annabeth aveva invitato una sua compagna di classe non troppo simpatica a finire un progetto di chimica.

-Ecco, siamo arrivati- disse aprendo la porta, rigorosamente azzurra, di casa
-Grazie Annie.. Uh! Che bella casa!- disse con la sua voce stridula
-Grazie- rispose a denti stretti, odiava essere chiamata "Annie"
Si misero in salotto, dopo un po' che scrivevano e mescolavano ingredienti la porta si aprì rivelando tre figure.
-E voi che ci fate qui?- chiese scettica Annabeth
Jessica, che era andata a prendere da bere in cucina, tornò e fece un enorme sorriso con le sue labbra fuxia.
-Annie non mi presenti i tuoi amici?- chiese sbattendo gli occhi colmi di mascara e eye liner viola.
-Jason, Frank, Percy lei è Jessica-
La ragazza si avvicinò, facendo svolazzare la sua minigonna, e strinse la mano (anch'essa piena di bracciali) ai tre ragazzi che la guardavano sbavando.
Annabeth voleva prendere a pugni tutti e quattro. Soprattutto Percy.
-Bene, noi stavamo studiando. Quindi ora andate!- li spinse verso la porta e gli sussurrò -Sennò chiamo Piper e Hazel- così i due romani si dileguarono
-Mi vuoi cacciare di casa?- chiese con occhi da cucciolo
-Solo per un paio d'ore- rispose baciandolo
-Ma perchè non rimani anche tu Percy?- chiese Jessica spuntata dal nulla, che intanto aveva abbassato la scollatura della sua canottiera verde fluo. Il ragazzo sorrise sornione
-Se insistete- posò le chiavi e si diresse in salotto mentre Annabeth imprecava in greco antico.

Quando finalmente Jessica se ne andò, dopo un pomeriggio di risatine sceme, battute con doppio senso e vari tentativi di toccare Percy. La ragazza se ne andò avendo fatto un quarto del lavoro, Annabeth era più che convinta che se l'avesse vista ancora, l'avrebbe mandata a calci nel sedere fino all'inferno. E non scherzava.

-Io vado a buttare la spazzatura e i cartoni della pizza- disse Percy dall'ingresso.
Annabeth si trascinò fino al bagno si lavò i denti e si struccò. Si mise i pantaloncini del pigiama, ma non trovò la maglietta.
Uscì dal bagno con indosso solo reggiseno e pantaloncini e cominciò a setacciare tutti i cassetti dell'armadio. Intanto Percy rientrò.
-Percy! Hai per caso visto la mia maglietta del pigiama?- chiese affacciandosi dalla camera da letto
-No ma se vuoi un consiglio, stai molto meglio così- rispose con un sorrisetto
Lei gli fece una smorfia e sparì dietro la porta, che però rimase chiusa ben poco tempo.
Percy entrò e cominciò a cambiarsi mentre Annabeth cercava ancora quella stupida maglietta.
-Dai An, puoi dormire anche così per una notte- disse mentre si toglieva le scarpe
-Non mi chiamare così. Sai che mi dà fastidio- rispose brusca
-Sei arrabbiata?-
-No Percy! Voglio la mia maglia!- rispose esasperata
-È per via di Jessica?- ritentò cambiandosi i pantaloni
-Per Zeus, NO! Non sono gelosa di una ragazza d'asporto!-
Il figlio di Poseidone rise sonoramente.
-"D'asporto?"-
-Si, che te le porti a casa con la facilità con cui ti prendi il cibo cinese- rispose concentrata nella ricerca
-Quindi non ti ha dato nemmeno un po' di fastidio?-
-Mi ha dato fastidio il fatto che non mi ha minimamente aiutato!-
-Quindi se una ragazza ci prova con me tu non sei gelosa?!- sbottò il ragazzo
Alla fine Annabeth si girò esasperata, stava per controbattere ma la vista del suo bellissimo ragazzo a torso nudo le creò qualche difficoltà nel formulare una frase di senso compiuto.
-No!... Cioè si, però.. Insomma... Oh mettiti una cazzo di maglietta!- sbottò rossa come un peperone e voltandosi nuovamente verso l'armadio
Il ragazzo rise e si sedette al bordo del letto dov'era Annabeth.
-So già che ero bellissimo ma non sapevo di farti quest'effetto- disse con voce bassa
Annabeth rimase in silenzio cercando di calmare i brividi lungo la schiena.
-Dovrei girare più spesso senza maglietta, magari così quando inviti le tue amiche..-
-Non ti azzardare!- replicò voltandosi di scatto e trovandosi pericolosamente vicina a Percy.
Lui sorrise sornione e se la mise sulle gambe.
-Se rivuoi la tua maglietta ti conviene darmi un bacio-
-Brutto, sporco ricattatore!- disse dimenandosi, ma lui le teneva i polsi
Si chinò per baciarlo, e quando lo fece lui le lasciò immediatamente le mani che andarono subito tra i suoi capelli neri, come una calamita.
Si staccò leggermente dalle sue labbra mentre lui le accarezzava la schiena pallida e giocava con il gancetto del suo reggiseno.
-Adesso ridammi la maglietta- sussurrò sulle sue labbra
-Ne sei sicura?- chiese indicando con lo sguardo le mani di lei sulla chiusura del suo pantalone.
La ragazza lo baciò di nuovo facendolo stendere sul letto mentre i pantaloni scivolavano via dalle gambe del ragazzo.

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