Jasper
LEGGERE SPAZIO AUTRICE SOTTO, È IMPORTANTE
-Mamma?-
-Si amore?-
-Mi racconti una storia?-
Piper si avvicinò a suo figlio, si sedette sul suo letto e lo guardò con dolcezza. Quegli occhi.. quanto le facevano male..
-Che storia vuoi sentire?-
-Come hai conosciuto papà?- chiese allegro
-Vedi Tom, io e papà ci siamo conosciuti in uno scuolabus, hai presente quegli enormi autobus gialli che vediamo ogni mattina?-
Il bambino annuì vigorosamente.
-Ecco proprio dentro uno di quelli- cercò di sorridere, ma le faceva male
-E te ne innamorasti subito?- chiese speranzoso
-Io già lo amavo..- disse in tono sommesso viaggiando fra i ricordi, ma durò solo un attimo. E il ritorno alla realtà era sempre doloroso.
-E adesso perché non state più insieme?-
-Perchè alcune volte le persone credono di amarsi, e all'inizio va tutto bene. Poi qualcosa cambia e si decide di lasciar perdere e di trovare qualcun altro a cui donare il tuo cuore- disse cercando di essere felice
-E tu a chi donerai il tuo cuore, mamma?- chiese il bimbo ignaro della sofferenza della donna difronte a lui
-Io l'ho già donato a te- disse sorridendo sinceramente
Tom scoppiò in una risata cristallina, come solo quella di un bambino può essere. Era quella la ragione per cui Piper andava avanti, per sentire quella risata, per amare suo figlio facendosi consumare dall'amore per lui e non dal dolore per l'altro lui..
-Ora dormi- disse. Gli rimboccò le coperte e spense la luce.
Si diresse in salotto, avevano un nell'appartamento, molto spazioso e ben arredato. Tutto ovviamente pagato dal padre di Piper, ma anche Piper lavorava e nel suo piccolo riusciva a pagare le bollette e a sostenere le spese per Tom. Ovviamente la sua voce l'aveva aiutata molto, ma non se ne vantava molto.
Notò che la finestra era aperta, e si accinse a chiuderla.
Ma prima annusò l'aria della notte.
La lieve brezza estiva che muoveva leggermente gli alberi, l'odore dei pini del giardino sottostante. Quell'odore raro che si sente poche volte nella vita.
-E così un marmocchio di 3 anni ha preso il mio posto nel tuo cuore? Cavolo, sto perdendo colpi!-
Non poteva essere.
Quella voce.
Piper era paralizzata.
Quella voce che popolava i suoi incubi, i suoi sogni.
Ora era troppo vicina e forte per essere un'immaginazione.
Si girò lentamente, la stanza era illuminata solo dal chiarore della luna e dalla luce dei lampioni.
E ora dai suoi occhi.
Quegli occhi blu carichi di elettricità, che la guardavano, assimilavano ogni suo minimo dettaglio.
-Jason- disse semplicemente -Come hai fatto ad entrare?-
Il ragazzo ammiccò in direzione della finestra.
Piper le lanciò un'occhiata veloce per poi sbuffare.
-Seconda domanda. Come hai fatto a trovarmi?-
-Trovarvi. Ti dirò, è stato difficile! Sai nasconderti bene!-
-Come hai fatto?- ripeté
-Ho tirato ad indovinare- disse alzando le spalle -Sono stato bravo-
-Vattene- rispose secca
-Non l'ho nemmeno visto- sembrava serio, il suo sguardo era cambiato.
-Non lo vedrai infatti- disse decisa Piper, non voleva usare la lingua ammaliatrice su Jason.
Forse anche per paura di scoprire che non funzionasse più, che non avesse più effetto su di lui. Che lei, non avesse più effetto su di lui.
-Piper è mio figlio..- iniziò
-No, è mio figlio. Ha il mio cognome, è sotto la mia responsabilità, e deciderò io se un giorno lo potrai conoscere- Piper era fuori di se, ma non si era ancora mossa, non ci riusciva
-Piper io non sapevo che fossi incinta! Sei sparita! Non hai detto niente a nessuno, hai cambiato università, non sei più tornata al campo, ho passato 3 anni della mia vita a cercarti!- sputò fuori quelle parole con rabbia, sincerità, frustrazione e anche un pizzico di soddisfazione
Piper era sempre lì. Immobile accanto alla finestra ormai chiusa. Il cuore le faceva male, si stava sgretolando ancora, ancora una volta dopo tanto tempo.
-Ti avevo chiesto di sposarmi..- sussurrò Jason
-Già- disse Piper dopo un po' -Ed ero la donna più felice del mondo, peccato che tu infrangesti i miei sogni quando ti vidi a quel bar- lo guardò con occhi di fuoco. Lui era palesemente confuso
-Di che parli?-
-La sera prima del nostro matrimonio- iniziò Piper -Ti venni a prendere al bar dove uno dei tuoi amici più sobri mi disse che ti trovavi lì. Entrai e ti vidi. Ubriaco fradicio con varie bionde sulle gambe, mentre ne baciavi una- disse velenosa
Jason era sempre più confuso
-Piper io la sera prima del nostro matrimonio ero a casa di Percy con Leo , Frank, Nico e Will-
Ora era Piper quella confusa.
-Cosa?-
-Ma si, poi Percy ricevette un messaggio da Annabeth che gli disse che Malcom era ubriaco fradicio ad un bar e lui se ne andò per aiutarla a portare Malcom a casa- spiegò Jason
Piper si passò una mano fra i capelli, mentre il ricordo del telefono di Annabeth le attraversava la testa. La bionda che riceveva una chiamata, che dava il numero di Piper all'amico del fratello perché il suo telefono era scarico. Tutto le passò davanti agli occhi. Si chiese se non fosse stata lei quella troppo ubriaca quella sera.
-Tutti questo anni..- iniziò guardando il tappeto rosso -Ad evitarti, a scappare da te, ad odiarti.. Quando è stato solo un incidente- alzò lo sguardo su Jason che aveva la sua stessa espressione scioccata
-Non ci credo- sussurrò avvicinandosi velocemente a Jason, e poi lo baciò.
All'inizio era un bacio dolce, leggero, pieno di amore.
Poi si trasformò in qualcos'altro.
In desiderio, mancanza, passione e sempre amore, ma più forte.
Le mani di Piper tiravano i capelli di Jason come se fossero la sua ancora al mondo reale. Le mani di Jason si erano fatte strada sotto la gonna di Piper arrivando al sedere che strinsero con desiderio. Le sollevo e la adagiò sul divano di pelle mentre non smetteva di baciarle il collo con avidità.
-Mi sei mancata da morire..- ansimò il ragazzo mentre la sua camicia veniva strappata via con forza.
Piper dopo 3 anni non sentiva più dolore, si svegliò all'alba dato che si era scordata di abbassare la serranda di quella stupida finestra, che però l'aveva fatta ricongiungere a Jason.
Si girò dall'altro lato del divano, Jason era lì. Che dormiva beato, il sole del mattino che gli illuminava il viso, che gli schiariva i capelli biondi.
Lo baciò, poco dopo lui aprì gli occhi stanchi e le sorrise.
-Mi sei davvero mancata- disse sfiorando le sue curve con le dita
-Ti amo Jason- disse
Lui puntò il suo sguardo su di lei, le sorrise.
-Ti amo. Anzi, vi amo- disse guardando oltre di lei, nella direzione della stanza del bambino. Del loro bambino.
SPAZIO AUTRICE
Vi volevo avvisare che non continuerò più qui le one shot sui semidei-mortali ma su un'altra storia che ho già pubblicato che si chiama "I'm only human". La trovate sul mio profilo.
Un bacio e buona scuola
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