Jasper
-Jason?- chiese con voce tremante -Dove siamo?-
-Io..- ma non riuscì a finire la frase
Perché era voluto andare a quella stupida festa? Perché non potevano rimanere a casa insieme? Perché lui voleva sempre dimostrare il suo coraggio? E soprattutto, perché lei lo amava lo stesso?
-Jason Grace- lui la guardò impaurito -Ora tu evochi i venti e mi porti a casa. Ora.-
-Ma la festa.. Dobbiamo andarci..-
-No! Noi non dobbiamo andare da nessuna parte! Non m'importa che tu e Percy avete litigato e quindi hai cominciato a frequentare questi tizi, non m'importa! Ma io ora voglio andare a casa, e se tu non vieni con me la nostra storia si conclude qui.-
-Che caratterino- disse una terza voce
Quando Piper si girò non fece nemmeno in tempo a mettere a fuoco il suo interlocutore che un coltello era appoggiato alla sua gola.
-Ciao Jason-
-Dylan?! Avevi promesso che non ci avresti attaccato una terza volta!- urlò Jason
-Come tu avevi promesso a quel figlio di Poseidone di esserci sempre per lui, ora le Parche si stanno occupando di lui..- concluse con un ghigno
-Che cosa vuoi?- disse con calma glaciale
-Che tu venga con me. Io giurerò sullo Stige di sparire dalla vita dei tuoi amici, e che se trasgredirò questo patto la mia pena sarà la morte. Ci stai?-
-Jason no!- urlò Piper
-Accetto-
Dylan proclamò il giuramento.
-Un ultimo desiderio Grace?-
-Lasciami abbracciare Piper-
Dylan sbuffò
-Come sono noiosi questi mortali-
Piper si gettò fra le sue braccia
-Ti amo. Dì a Percy che mi dispiace.. Evocherò i venti e ti farò portare a casa. Addio-
Dopo vari tentativi riuscì a staccarsela di dosso ed evocò i venti che la portarono via. Le sue urla strazianti si sentirono per tutta New York, e il senso di colpa diventò ben presto un cappio attorno al collo, ma un giorno il cappio diventò di corda.
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