Chrisse
-Chris. Ti devo dire una cosa- Clarisse aveva un tono di voce serissimo, era sull'attenti come un soldato, segno che era nervosa, ma solo i suoi fratelli riuscivano veramente a capite le sue emozioni dai modi di fare, di dire e dalla postura. Chris invece, non era a conoscenza.
-Dimmi Clare- rispose continuando a curiosare tra gli oggetti della Casa Grande.
-Forse è meglio se ci lasciamo-
Il rumore frenetico delle mani di Chris cessò all'istante e si voltò a guardare Clarisse. I suoi occhi marroni che sembravano lontani, le ciocche di capelli castani che le incorniciavano il viso abbronzato pieno di cicatrici. Era seria, serissima. E probabilmente avrebbe dovuto farle delle domande in quel momento, dove probabilmente non l'avrebbe ucciso. Ma l'unica cosa che il ragazzo riuscì a dire fu..
-D'accordo- e si girò ricominciò a cercare oggetti con la speranza che il volume di essi riempisse il vuoto dove pochi secondi prima c'era il suo cuore. Clarisse non era riuscita a guardarlo negli occhi. Gli occhi cangianti di cui andava pazza, la pelle scura e i ricci quasi neri. Dopo che lui si girò lei fece dietrofront e uscì dalla Casa Grande, dove c'era qualcuno che l'aspettava.
-L'hai fatto?- chiese Ares da dietro gli occhiali da sole.
-Si padre- rispose la ragazza con lo stesso tono meccanico con cui aveva lasciato Chris
-Bene. Ricordati figlia mia, l'amore è la causa di tutto. Gli uomini vanno in guerra per amore, per amore della patria, della famiglia.. ma è sempre per amore. L'amore muove il mondo, e l'odio e la guerra lo ferma. E tu devi aiutare ad impedire che questo accada. Ma non puoi concentrarti su questo se anche tu sei innamorata.-
-Si padre- disse semplicemente Clarisse
Ares si avvicinò a lei, e questa respinse l'impulso di sobbalzare o di fare un passo indietro. Il dio di tolse gli occhiali, i suoi occhi pieni di fuoco, di sangue, di guerra.
-Lo faccio per te- gli mise una mano sulla spalla e poi iniziò a brillare.
Clarisse chiuse gli occhi, e quando li riaprì Chris era davanti a lei.
-L'hai fatto per lui?- chiese
-È mio padre e mi ha chiesto un favore- rispose semplicemente
-Un padre che ti ha abbandonata! Maltrattata e umiliata! E tu fai ancora ciò che ti dice?!- gli occhi di Chris emanavano rabbia, sembravano così simili a quelli di Ares in quel momento.
-È mio padre- ripeté decisa
-E tuo padre ti ama quanto ti amo io? Ti amerà mai come potrei fare io?-
Clarisse non rispose, Chris dopo qualche secondo non emanava più rabbia quindi si voltò e andò verso la sua cabina.
-L'odio ferma il mondo- ripeté Clarisse. Adesso Chris la odiava, aveva contribuito a quello che il padre le aveva chiesto di evitare.
E quindi capì.
Ares non avrebbe capito probabilmente, ma per la giovane ragazza ormai era tutto chiaro.
Lei doveva amare Chris, per avere qualcosa per cui combattere, qualcosa per rimanere viva.
E così corse.
Corse verso quella che sapeva, sarebbe stata la sua felicità, il suo amore che avrebbe contribuito a muovere il mondo.
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