Cerco di concentrarmi sull'arringa finale che devo scrivere per il processo che sto seguendo, ma non è facile. Lindy, la mia bambina di soli cinque anni, è a casa malata, ed io non faccio altro che pensare a lei. Chissà se la febbre le si sarà abbassata.
Ho piena fiducia in mio marito, questo sì, ma mi riesce difficile non preoccuparmi anche in modo eccessivo per nostra figlia.
Alla fine, ci rinuncio. Afferro il telefono e compongo il numero di casa.
Dopo circa quattro squilli, sento rispondere la voce di Draco. - Pronto? - A quel suono, non posso evitare di sorridere. Quanti ricordi mi tornano in mente...
Ci siamo conosciuti dieci anni fa, quando mi sono trasferita nella sua città. Eravamo compagni di classe e di banco. Abbiamo legato abbastanza in fretta nonostante i nostri caratteri fossero molto diversi, ed in breve tempo ci siamo fidanzati. A quei tempi, avevamo diciassette anni. Dodici mesi dopo, ci siamo sposati, ma abbiamo dovuto aspettare quasi un lustro prima che il Signore ci concedesse la grande gioia di diventare i genitori di una bellissima bambina dai capelli castano-dorati e gli occhi grigio-azzurri.
Lindy è la persona a cui tengo di più al mondo, e per questo motivo mi affanno tanto per lei.
Tutti questi pensieri mi attraversano la mente in pochissimo tempo, questione di secondi, prima che mi decida finalmente a rispondergli. - Come sta la piccola? - chiedo, recuperando un po' della mia ansia, che si era dispersa mentre riflettevo sulla splendida vita che mi è stata donata.
- La fronte scotta ancora, ma meno di prima. Il termometro si è rotto, e così mia madre si è offerta di andarne a comprare uno nuovo. È appena uscita, quindi dovrebbe essere di ritorno fra più o meno dieci minuti - mi spiega.
Annuisco. - Mi puoi passare Lindy? - domando. Subito dopo, la voce della mia bambina mi raggiunge dall'altro capo del telefono. - Ciao, mamma. - È parecchio debole, lo sento dal suo tono, e mi si stringe il cuore ad udirla così fragile.
- Ehi, tesoro mio! Come stai? - le chiedo in modo affettuoso.
- Un po' meglio, però la testa mi gira ancora tanto - replica lei, sbadigliando non appena ha finito di parlare.
Controllo l'ora sull'orologio appeso al muro: le nove e tre quarti.
- Tra poco vai a dormire, ok? È tardi, e non devi stancarti troppo. - La sento fare un cenno d'assenso prima di ripassare la cornetta a suo padre.
- Ti richiamo tra poco, non appena le ho misurato la temperatura, va bene? - mi domanda.
- Sì. E salutami tua madre - rispondo.
- Bene. A tra poco. Ti amo - conclude.
- Ti amo anch'io - mormoro, prima di chiudere la chiamata.
Un sorriso si apre sulle mie labbra. La mia bambina starà bene, su questo non ci sono dubbi. In più, le ultime parole di mio marito mi hanno fatto battere il cuore come se fossi ancora una ragazzina, e non una ventisettenne sua coetanea.
Be', dopotutto non c'è nulla di male nel volersi rammentare il proprio amore a vicenda, no?

A/N: Questa flashfiction è sulla Dramione! Spero che sia di vostro gradimento. Ringrazio Isabelle_Teresa394 e Fiamma_da_Intrepida per aver commentato. A presto! Baci! *-* :* <3