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4 - Guerriera e mamma

Quella notte aveva fatto più freddo degli altri giorni, tanto che la neve aveva preso parecchi centimetri. La sala grande, quasi vuota per le vacanze di Natale, lasciava una piacevole aria di tranquillità. Barty adorava quella solitudine così tranquilla a scuola, senza i suoi compagni che starnazzavano parlando delle squadre più forti di quidditch oppure di cosa avrebbero fatto in estate, il tutto contornato da una buona dose di pavoneggiamenti e voglia di vantarsi con gli altri. Quando invece non c'era nessuno, la sala lasciava sentire solo il lento respiro dei professori che erano presenti e dei pochissimi studenti che punteggiavano i tavoloni. Se je stava seduto neppure suo posto fisso (in fondo al tavolone) a sorseggiare il suo calice di succo di zucca con qualche muffin cioccolato e mirtillo nel piattino; fissava il vuoto, quasi come in un trans, probabilmente stava ancora pensando alla vigilia di Natale e, inaspettatamente, il Natale passato a casa dei Lestrange con gli altri Mangiamorte e Regulus che gli facevano gli auguri e addirittura gli avevano fatto un regalo di Natale (anche se il regalo lo aveva ottenuto solo con l'invito che aveva ricevuto).

A risvegliare i suoi pensieri fuori un gufo reale con un piumaggio ben pettinato e dal volo leggiadro e pulito. Si fermò davanti al piattino di Barry e adagiò un bigliettino sopra a uno dei muffin, per poi inforcare l'altro con il becco e svolazzare via velocemente evitando la mano del ragazzo: "Ehi!" sbottò "Non ti ho dato il permesso di prenderlo!" e sbuffando agguantò il bigliettino, già che doveva spostarlo per mangiare il muffin sopravvissuto. Lo aprì e lesse in silenzio le poche righe che erano scritte: La foresta proibita do giorno non è particolarmente inquietante, e nessuno ti controllerà. Vediamoci lì ma non farti vedere. Il biglietto non era firmato, ma a giudicare dalla calligrafia ordinata era certamente uno dei suoi nuovi amici Mangiamorte. Non credeva di poter essere tanto persuasivo in fatto di nuove presenze, a dire il vero era convinto che lo avrebbero solo visto come un collega e niente di più.

"Come hai passato la notte nuova recluta? È buona la colazione?" la voce di Regulus lo risvegliò dai suoi pensiero sul biglietto, ma istintivamente lo nascose, anche se era ben sicuro di poterne parlare a Black, sentiva che questa cosa non doveva divulgarla. "In realtà avevo un po' più di scelta sul cibo, ma un simpatico gufo ha ben pensato di prendersi il muffin più buono" disse Barty sarcastico, non facendo comunque cenno al biglietto, sperando che Regulus non facesse domande a riguardo, pur sapendo che i suoi genitori molto di rado gli spedivano posta.
"Programmi per questa giornata? Io ho intenzione di allenarmi al campo di quidditch, almeno non avrò i muscoli indolenziti quando riprenderanno gli studi; dovresti farlo anche tu, almeno a metterebbero di pensare che stia rimanendo per pietà in squadra" Regulus strappò un pezzo di croissant all'albicocca e cacciandoselo in bocca con fare soddisfatto e osservando la reazione dell'amico che pareva stesse valutando l'offerta; non aveva tutti i torti, non che Barty fosse scarso a quidditch, ma aveva così poche relazioni sociali che in tutta la squadra pareva un giocatore a sé. "No grazie, non mi alleno oggi" dichiarò Barty con fare calmo "Avevo voglia di fare un giretto per la scuola, e ehm... Dovrei ripassare qualche materia" disse infine raccogliendo i pochi pensieri che potessero rendere i suoi piani più plausibili. Regulus parve sospettoso, ma non aggiunse parola, forse aveva pensato che un po' di libertà non avrebbe fatto male a Barty, dopo tutte le emozioni che gli aveva fatto provare... "Va bene studente modello, ci ho provato, ma in fondo non posso pretendere di poterti strattonare per tutto il mondo e sperare che ti non visto minimamente" sentenziò sorridendo alla fine, per poi ad occhi are gli altri membri della squadra. Prima di allontanarsi gli sussurrò: "Per oggi ti lascio libero, ma io e te dobbiamo allenarsi ogni tanto, da soli in modo che tu non ti faccia prendere dalle crisi sociali"
"Io non ho le crisi sociali!" contestò Barry indignato, ma Regulus già si era allontanato "Ma dimmi tu..."

Il giardino della scuola era esattamente come lo aveva visto dalla finestra del dormitorio: candido e con tanta neve soffice che avvolgeva i piedi che si infossavano dentro. Barty non poteva fare a meno di sorridere come un bambino davanti a tanta bellezza. Fece quattro salti per vedere quanto in fondo riusciva a pestare il mantova bianco, ma dovette fermarsi e ricomporsi al più presto per non sembrare più infantile dei primini che si stavano avviando verso il campo di allenamento per volare con la scopa, non era certo una scena da fare vedere in pubblico. Si avviò verso la foresta proibita, ma apoena pocho passi prima dell'entrata, si rese conto che per non dare nell'occhio doveva assolutamente eludere la guardia di Hagrid, che avega la capanna proprio davanti alla foresta. Barty sapeva bene che a Rubeus Hagrid stavano davvero simpatiche le creature magiche, anzi le adorava.

"Buongiorno Hagrid" disse con il tono più cordiale che potesse avere. Hagrid alzò gli occhi dal suo orto e con fare allegro salutò il ragazzo: "Che ti porta qui ragazzo? Vuoi entrare per una tazza di te?"
"No grazie" disse Barty "Ho appena fatto colazione. Volevo chiederti... Ho sentito degli strani rumori provenire dalle serre di Erbologia, non vorrei fossero degli gnomi o altro. Potresti darci un'occhiata? Tu sei bravo in queste cose"
"Oh!" fece Hagrid "Se quegli gnomi smangiucchiano tutte per piantine che la professoressa Sprite ha coltivato con tanta fatica, credo che dovrai fare ameno di erbologia per un po'" e si allontanò velocemente. Barty cercò di soffocare il largo sorriso che gli si stava stampando in volto, non poté credere che fosse davvero stato così facile, ma approfittò dell'occasione e si precipitò dentro la foresta, molto probabilmente, svampito com'era, non so sarebbe certo ricordato della sua visita.

Era proprio vero: la foresta proibita era molto meno inquietante rispetto alla notte, ma lasciava sempre vedere il suo lato non molto gradevole. Era sempre stata vista come la parte terrificante della scuola di Hogwarts, e c'era un motivo se era un luogo proibito dagli studenti. Ma lo rendeva il luogo ideale per poter commettere una qualsivoglia pazzia senza che nessuno lo potesse venire a sapere.
Barry si guardò intorno cercando di scovare il mittente del bigliettino, doveva essere lì vicino, perché nel biglietto non vi era nessun luogo di ritrovo.
Guardando sopra i rami spogli degli alberi, scovò il gufo che gli sveva rubato il muffin al cioccolato e che ancora se lo stava divorando per bene. "Ma giada che ladro!" esclamò avvicinandosi "Io non ti avevo dato il consenso per prenderlo, potevi anche ringraziare" disse incrociando le braccia. Ridicolo, addirittura stava discutendo con un uccello, che non goi avrebbe risposto nemmeno se avesse capito le su e parole.
"Puoi continuare a parlare se vuoi, ma non ti chiederà scusa" una voce familiare anche se camuffata attirò l'attenzione di Barty. Davanti a oui si piazzò una figura avvolta da un mantello nero pieno di piume di corvi, cappuccio in testa e maschera argentea che copriva il volto. Si poté notare comunque che non era una figura maschile, ma una donna, con la sua veste da strega nero che evidenziava la silhouette.
La donna si avvicinò e togliendosi il cappuccio e dissolvendo la maschera dal volto, lasciò che Barry potesse riconoscerla: "Bellatrix?" chiese sorpreso "Sei tu che mi hai spedito il biglietto?"

"Proprio così. Sentivo che se Rodolphus fosse andato ancora avanti a farsi carino con te, non mi sarebbe i ma sto posto nelle tue simpatie" disse ridacchiando mentre accarezzò il piumaggio del suo gufo "E poi ti trovo molto più interessante rispetto a tutti gli altri" gli fece cenno di seguirla, e Barty le corse dietro senza fiatare. Percorsero un lungo sentiero dentro la foresta, che per qualche tratto su contornata da grosse rocce, Barty non sapeva dove stavano andando, ma sentiva per certo che qualunque posto fosse, dovevano essere certi di non essere visto da occhi indiscreti.
"Dove stiamo andando Bellatrix?" chiese incerto.
"In un luogo dove nessuno potrà vederci mentre verifichiamo le tue abilità" disse con tono divertito "Non penserai mica che solo Rabastan abbia il privilegio di darti i voti mio caro"
Barty fece una smorfia: "Ti interessa vedere i miei progressi?"
"Ma certamente!" disse lei, come indignata, anche se il tono tradiva il suo divertimento "Io sono molto curiosa di vedere quanto velocemente impari".

Si fermarono in un prato che dava ad un lago, il Lago Nero, dove in mezzo si trovava un isolotto. Barty non era sicuro di averla sempre notata, anzi iniziò a chiedersi se ci fosse sempre stata.
"Molto bene, adesso mettiti lì e vediamo cosa sai fare" disse Bellatrix indicando un punto del prato, poi si mise nel lato opposto e chiese a Barty di fare la prima mossa. Il duello non durò molto, in totale dovevsno aver tirato incantesimi per una buona mezz'ora, ma anche se Barty ne uscì sconfitto, ottenne comunque dei complimenti da parte della donna: "Devo comunque ammettere che sei durato più del previsto, e calcolando che sei ancora all'inizio, non escludo che tu possa diventare fortissimo" poi gli si avvicinò a gli circondò le spalle con un braccio. Avra preso un atteggiamento stranamente docile, molto diverso rispetto alle riunioni con l'Oscuro Signore. Barty non capì se fosse tattica o semplice dolcezza: "Perché sei così gentile con me? Chi sono io per meritarlo?"
"Credimi ragazzo, per quanto tu non voglia credere nelle mie sincere intenzioni, io ti capisco meglio di tutti gli altri. Siamo entrambi primogeniti di famiglie purosangue e abbiamo ricevuto la nostra buona dose di pressioni da parte dei nostri genitori. Per qualche motivo mi ci vedo tantissimo in te, considerata solo per portare avanti la famiglia e non certo per amore paterno" disse con una nota di amarezza nella voce. Barty rimase ad ascoltarla, effettivamente tornava tutto e forse con lei lui sarebbe riuscito a sfogarsi meglio che con gli altri. Bella continuò: "Per qualche motivo, non riesco a togliermi dalla testa la tua situazione. È incredibile come quel gufo spennato di tuo padre non si renda conto di quanto tu sia abile con la magia, ma credo sia tipico per uno che lavora al Ministero" avvolte un lembo del suo mantello piumato intorno al corpo del ragazzo, sentendolo tremare per il freddo, si rese conto che rimanere fermi in quella stagione non era proprio la cosa migliore.
"Bene, sai come mi sento. E allora? In fondo che cosa può importare a te o a tuo marito della mia situazione? Sono solo un ragazzino per voi"
"Tesoro, sono madre" disse lei con una faccia che lasciava pensare alla frase non è ovvio? "Da quando ho sfornato quella peste di Antheo, vedo le coppie e le famiglie in modo un po' diverso, mi fa troppo strano vedere genitori che non provano io giusto amore per i propri figli, in fondo per quanto eredi tutto possa avere, di figlio ne fai uno solo per tipo. Credo che tuo padre stia sprecando l'unica occasione che ha di mandare avanti la famiglia e credo che non gliene importi niente"
Barty roteò gli occhi, sentire parlare di suo padre lo annoiava. Bella lo guardò divertita: "Ma tu proprio non riesci a capire? Non ti ho chiamato solo per duellare, volevo solo che potessi passare un momento madre-figlio"
"Ma io non sono tuo figlio, Antheo lo è. Non dovresti passare questi momenti con lui?" chiese Barty alzando le sopracciglia e liberandosi dalla presa di Bellatrix. Cosa credeva? Lui non voleva essere compatito dai suoi compagni per essere un figlio non amato, glielo aveva detto anche Regulus: la rabbia e la frustrazione che provava doveva essere la sua forza per combattere.
Bellatrix aggrottò la fronte: "Lo so benissimo Barty, ma sono abbastanza sicura che la tua mamma effettiva questo tipo di attività non lo farebbe mai, credo che non sia la donna ideale per far giocare il pupo. Volevo solo rallegrarti"

Barty la guardò, rilassò i muscoli del volto e si sentì leggermente a disagio: "Ah, mi spiace allora di averti parlato in questo modo"
"Tutto a posto tesoro" fece lei sorridendo "In fondo anche i genitori fanno arrabbiare i figli, non è sempre solo colpa vostra" gli accarezzò i capelli biondi, con un gesto tanto eterno da rilassare Barty, poi sentì le dita di lei percorrere la nuca fino ad arrivare alla base del collo e la sentì trattare dolcemente Barty chiuse gli occhi, in pieno stato rilassato, si sentiva davvero bene a quel contatto eterno, a quelle carezze che non Abeba mai ricevuto del tutto. Rispetto a sua madre, Bellatrix sembrava molto più disinvolta, come se noj avesse paura di mostrarsi sdolcinata. L'aveva sempre vista solo come una guerriera, pronta ad affrontare interi eserciti di maghi, ma quel giorno aveva scoperto una parte di lei che certamente non avrebbero visto tutti.
"Sapevo che ti sarebbe piaciuto" disse lei allontanando il contatto "I grattini rilassano spesso Antheo, evito che abbia una crisi in questo modo. È anche l'unica cosa che lo addormenta" rise poi "Sappi che se vuoi coccole, io sono disponibile. Ormai credo di essere diventata un distributore di abbracci"
Barty rise a quella frase, ma non rifiutò le braccia aperte della donna e si lasciò di nuovo avvolgere dal mantello nero e caldo di lei. Si sentiva strano, piacevolmente strano. Era come se il calore scaturisce da dentro, quel carote familiare che non era mai riuscito a provare. Bellatrix era una guerriera e mamma, e riusciva equilibrare perfettamente i due ruoli, come se fosse la cosa più semplice del mondo, anche Rodolphus era padre e svolgeva il suo ruolo da Mangiamorte in modo impeccabile. E allora perché suo padre non poteva fare lo stesso? Al mattino lavoro e la sera genitore, perché non eguagliavano le cose? In fondo Bartemius Crouch non andava in battaglia a rischiare la vita, non tornava a casa pieno di ferite, non aveva il costante pensiero della morte; eppure per lui fare il genitore sembrava un pensiero inaccessibile, un ruolo che non gli apparteneva, e la moglie non era da meno. Era più dolce, certo, me era come schiacciata costantemente dalla società, e questo le impediva di essere una mamma affettuosa.
"Come fai ad essere tanto dolce e tanto spietata? Me lo devi spiegare" disse Barty affondando la faccia nel petto di Bellatrix. Lei non rispose, si limitò a ridacchiare e ad accarezzare i capelli biondi del ragazzo.

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Ecco un altro capitolo!
In questa parte ho voluto relazionare Barty con Bellatrix, dato che fino adesso si sono visti solo gli atteggiamenti di Regulus, Rabastan, Rodolphus e il piccolo Antheo.

Ma mi raccomando non fermatevi qui!
La storia è ancora molto lunga e questi personaggi non hanno certo smesso di stupire

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