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12 - Addio Regulus...

Nessuno avrebbe mai immaginato che quei sogni che da notti e notti tormentavano il sonno di Antheo si sarebbero avverati in un momento tanto delicato.

Barty aveva ripreso ad andare a scuola e con il nuovo anno ad Hogwarts e l'introduzione degli incantesimi non verbali già immaginava un carico di studio allucinante. Regulus non lo aveva considerato per tutta la cerimonia dello smistamento e nemmeno arrivati in sala comune. Ormai i suoi silenzi non erano più una grande novità, anzi, ma iniziava davvero ad essere una cosa pesante. Barty non meritava tanta indifferenza visto che era stato proprio Regulus a spingerlo al Lato Oscuro, ora perché accantonare tutto? Decise che almeno in quell’anno doveva essere tutto diverso, era il momento di sciogliere definitivamente il ghiaccio.

Regulus rimase sveglio fino a tardi, nonostante tutti gli altri studenti fossero già assopiti nel mondo dei sogni. Fissava il fuoco con aria fin troppo pensierosa, come se stesse escogitando qualcosa che non doveva essere scoprire nessuno. Barty aspettò pazientemente per poi avvicinarsi sedendosi su una poltrona poco distante.

Non si degnarono di uno sguardo e per diversi minuti parvero ognuno per sé. Regulus do tanto in tanto scrutava Barty con una veloce occupata per poi tornare sui suoi pensieri, mentre l’altro osservava da dietro il suo bersaglio, attraverso il vetro di un bicchiere preso dal tavolino accanto. Rompere il silenzio pareva essere un'arma morale in quel momento, mostrare i lati più deboli del tuo essere e ammettere che ci ti sta intorno è più bravo di te a intuire i tuoi problemi, inaudito per un Mangiamorte.

Regulus notò come il ragazzo fosse cambiato nel giro di alcuni mesi e si congratulò da solo nella mente: Barty era diventato più maturo mentalmente e aveva abbandonato quel guscio depresso che indossava ogni giorno ed aveva tirato fuori il lato determinato e oscuro di sé, l’essenza perfetta per il Mangiamorte perfetto. Aveva abbandonato persino casa sua pur di seguire il Padrone, la sua sete di affetto lo aveva condotto dai servitori migliori dandogli insegnamenti e ricompense che lui desiderava, che bramava da oltre quindici anni. Poteva essere un perfetto braccio destro per Lord Voldemort o addirittura un ottimo successore, se solo quei posti non fossero già occupati.

“Sei cresciuto, ne sono felice” disse senza guardarlo, ma sorridendo compiaciuto, aveva portato a termine un reclutamento meraviglioso regalando alla Causa un valido alleato che riusciva a destreggiarsi in ogni ruolo senza che nessuno potesse sospettare niente. Barty era un bravo giocatore di quidditch, il figlio do un ministeriale stimato e un Mangiamorte allo stesso tempo, non che uno dei più brillantini maghi che Regulus potesse mai aver visto. Dodici G.U.F.O. non si guadagnavano a fortuna.

“Perché ho avuto delle persone che mi hanno offerto aiuto” Barty pronunciò quella frase in tono apatico, senza dare segni di felicità o tristezza. Non voleva dare la soddisfazione a Regulus di prendere dei meriti per un compito che aveva abbandonato, lui lo aveva condotto dall'Oscuro Signore per poi lavarsene le mani al momento opportuno, cercando di intralciare ogni possibile missione con le sue sparizioni e mettendo in pericolo tutta la Causa.
Regulus non rispose, forse perché davanti a una frecciatina simile non sapeva cosa dire per ribattere, difendere i suoi sforzi. Voleva poter spiegare le motivazioni al ragazzo, in fondo erano compagni Mangiamorte, ma come potergli dire una scoperta del genere? Non poteva mettere in pericolo la posizione di Barty ma non poteva nemmeno permettere che potesse succedergli qualcosa. Lui in fondo lo aveva conosciuto e apprezzato come un amico, un fratello, un compagno di vita… Ed ora? Cose la ne restava di quel lungo periodo di battute e compagnia?
Barty era ancora fermo sulla poltrona ad osservare il bicchiere con il riflesso di Black, aspettando una sua reazione, ma vedendolo fermo a capo basso capì di aver colpito un punto abbastanza dolente e di averlo disarmato all’istante. Credeva di poter conversare tranquillamente semplicemente facendo un complimento? Tipico atteggiamento da colpevole e da riccio impaurito; come se negli ultimo mesi non fosse stato Barty quello a fare compagnia ad Antheo quando non poteva stare nella stessa stanza del Padrone durante le riunioni.

E Regulus si stava mostrando esattamente per quello che era adesso: un ragazzo disarmato e pronto a subire ogni attacco. Aveva il volto stanco e pareva non aver dormito per giorni, l’assenza di suo fratello Sirius non si era mai fatta sentire così tanto sicuramente, e innumerevoli volumi della sezione proibita lasciavano intendere troppe cose che lui voleva celare. Quando sei sempre messo da parte da tutti o preso in giro, riesci ad osservare molto bene i comportamenti di ogni persona e riconoscere lo sbruffone dal timido, o il sicuro dallo spaventato.

“Dimmi una cosa Regulus Black” disse Barty vedendo sussultare il ragazzo per l’inaspettata iniziativa “Hai forse intenzione di abbandonare tutto e tutti?”

Regulus spalancò leggermente gli occhi, era una domanda trabocchetto? Glielo avevano imposto per metterlo in difficoltà? Non potevano aver capito cosa stesse tramando. Sapeva bene cosa significasse abbandonare la Causa e tradire Lord Voldemort, un biglietto di sola andata per l’aldilà con tanto di torture prima e dopo la morte, di certo non la cosa migliore quando si vuole riposare in pace. Barty tuttavia parve fin troppo tranquillo, non era certo che fosse una missione per conto del Padrone, forse era più una battaglia personale che uno aveva iniziato e che l’altro voleva concludere una volta per tutte.

Barty finalmente guardò direttamente Black. Il lungo tempo per riflettere significava chiaramente che il suo intanto era quello di staccarsi dal Lato Oscuro ma senza un effettivo piano o motivo, almeno per Crouch. Era chiaro come il sole che Regulus fosse totalmente confuso e incapace di farsi aiutare in quel momento, il fatto che non avesse ancora coinvolto nessuno poteva significare che avesse solo dei problemi personali con il Padrone, almeno questo credeva Barty, e che Black non volesse distruggere l’intera Causa.

Regulus balbetta va senza riuscire a pronunciare una frase di senso compiuto. Era totalmente bloccato e dare una certa spiegazione risultava troppo pericoloso. Avrebbe voluto dire a Barty cosa aveva scoperto e dove stessero andando a finire la confidarsi con un seguace preso sotto l’ala di troppi mentori era rischioso. Neanche solo uno di loro avesse in qualche modo scoperto i segreti di Regulus, sarebbe andato a monte tutto.

“Non posso parlartene Barty” disse alla fine Regulus non potendo dare altre parole che potessero soddisfare l’altro ragazzo “Credimi lo faccio per te”

“Certo. Isolandomi dopo mesi di complicità e mettendo a rischio la tua stessa famiglia; davvero nobile”

“Credimi! Io un giorno te ne parlerò! Ma adesso…”

“… sarebbe improduttivo? Rischioso? Scegli pure il termine che vuoi” lo interruppe Barty alzandosi e muovendo qualche passo verso di lui. Dalle loro posizioni, poteva squadrarlo dall’alto al basso con severità sapendo che Regulus non si sarebbe opposto: “La verità, Black, è che tu hai deciso di allontanare tutti e di metterci in pericolo, almeno questo è quello che vedo. Hai sempre avuto la tua famiglia vicino e dei compagni pronti ad aiutarti, ma non hai accettato nessuno”

“Come potevo? Non mi avrebbe aiutato nessuno Barty, davvero! Se io avessi anche solo chiesto a qualcuno, fidato che piuttosto sarei morto sul colpo e non saremmo qui a discutere!”

“Cosa ne sai?! Chi ti dice che nessuno ti avrebbe aiutato?!” Barty si ritenne offeso da un tale giudizio. Per quale motivo avrebbero dovuto rifiutare la richiesta di un compagno o addirittura di mandarlo al macello? La Causa era un gruppo unito dove tutti lottavano per lo stesso obiettivo ed ora Regulus era sicuro di essere spacciato in caso di richiesta?

“Barty, hai ragione, io voglio andarmene da questo mondo oscuro, ma… ma non voglio mettere in pericolo persone a cuore voglio bene, anche se…”

“Se cosa? Cosa vuoi dire? Devi farlo?”
Regulus non rispose. Rimase zitto guardando in basso e si limitò a sospirare, non avrebbe dato altre spiegazioni, avrebbe voluto dire mostrarsi per intero. Barry rimase fermo per qualche minuto aspettando un segno di vita, una briciola di umiltà ma non arrivò. Era stupido a quel punto cercare di chiarire o mediare, quindi si diresse verso il suo dormitorio.

“Onestamente Regulus, un tempo ti avrei giudicato diversamente, ma adesso mi sembri solo un mollusco. Mi dispiace per te”

******

Regulus non si era ancora fatto vedere e Walburga iniziava a spazientirsi seriamente. Bellatrix e Rodolphus ancora non tornavano e nessuno aveva capito dove fosse finito Antheo.

Quel pomeriggio, mentre a Grimmauld Place stavano preparando le ultime cose per festeggiare l’inizio del nuovo anno e tutti i riti, i Lestrange erano tornati a casa per prendere il figlio ma trovarono il letto vuoto e la casa deserta. Lo avevano affidato all’elfo domestico fin tanto che Walburga aveva vissuto di loro e Lord Voldemort anche, ma al loro rientro a casa per andare a prendere il piccolo, vedendo la casa deserta, erano andati nel panico non sapendo dove fosse andato.

Rodolphus d'istinto si era recato verso la scogliera, sapendo che ad Antheo ogni tanto piaceva passeggiare sulle rocce anche se erano scivolose a causa delle onde che si infrangevano costantemente. Temette che potesse essere caduto di sotto, ma vedendo la totale assenza di tracce poté almeno ringrazierà che il figlio non si fosse sporto.

Boby non si trovava, forse si era nascosto per paura di ricevere una brutta punizione dai padroni, ma il loro sgomento per la scomparsa del piccolo gli aveva fatto totalmente dimenticare la sua presenza. Bellatrix aveva continuato per ore a chiamare Antheo a squarciagola mentre Rodolphus raggiungeva ogni nascondiglio possibile sperando che il figlio si fosse solo nascosto per fare uno scherzo.
L’assenza di Regulus, appresa praticamente il momento dopo che furono rientrati a Grimmauld Place fece insinuare nella testa dei Lestrange un brutto pensiero. Regulus poteva essere andato da Antheo dopo la lunga separazione forzata? Ma portarlo via, a che scopo?

“Ditemi che non lo state pensando davvero” gli implorò Walburga sapendo perfettamente cosa stesse pensando sua nipote. Non voleva credere che suo figlio potesse aver commesso una simile azione, adorava suo cugino, perché fargli del male? Se era arrabbiato per il divieto datogli dai Lestrange, che se la prendesse con loro ma lasciasse stare il bambino!

Bellatrix non rispose la non riusciva a non pensare a un gesto tanto meschino. Regulus aveva iniziato a fare domande troppo pesanti su come stesse crescendo Antheo e a giudicare dai disastri che aveva combinato negli ultimi mesi, non aveva in mente nulla di buono.

Barty osservò la scena con sgomento. Si ricordò del discorso avuto a inizio anno con Regulus e sul suo intento di lasciare il Lato Oscuro, che volesse portare via anche Antheo per risparmiargli una vita fatta di guerra e di latitanza. Non voleva credere che volesse fargli del male, sarebbe stato troppo duro da smaltire, pensò ai momenti in cui li aveva conosciuti, a cosa e erano uniti e a come scherzavano tra di loro, un attaccamento che era andato pian piano scemando in un’indifferenza innaturale, sensazione alcuna ragione di esistere.

Perché si era ridotto a tanto? Se lo chiedeva ancora, perché non chiedere aiuto e fare tutto da solo rischiando la vita e la fiducia di chi gli stava intorno pure dopo tirarsi fuori dai giochi? Barty lo avrebbe aiutato, lo avrebbe fatto sempre e comunque per ripagarlo del suo gesto di tirarlo fuori da quella vita noiosa e opprimente, ma lui non aveva voluto accettare.

“Cerchiamo di mantenere la calma, Regulus di sicuro tornerà con Antheo, non ti disperare Bella” ma manco il destino avesse deciso di tirare un botta pesante, poco dopo quella frase nella stanza si materializzò Kreacher totalmente terrorizzato e in lacrime e Antheo con lo sguardo perso e con segni di bruciature e i vestiti bagnati. Inutile dire che a quella visione le urla di Walburga erano praticamente state innescate come una bomba ad orologeria, ma di Regulus non vi era traccia.

Kreacher balbetta va e piangeva, Antheo ansimava per il freddo e non osava guardare nessuno negli occhi, non pareva nemmeno cosciente. Bellatrix lo avvolse in  una coperta e lo strinse a sé, non aveva mai avuto così tanta paura in tutta la sua vita per suo figlio. Antheo, sentendo il calore eterno, alzò lo sguardo piano mostrando degli occhi completamente smarriti e privati di luce, dicendo solo poche parole sussurrate: “Ho freddo mamma”

“Sono qui piccolo, adesso ti scaldo io. Vieni vicino al fuoco” Bellatrix lo condusse verso il camino acceso e lo fece sedere sulle sue ginocchia.

“Regulus è caduto in acqua mamma” sussurrò il bambino “Qualcosa lo ha trascinato via, ho provato ad aiutarlo” mostrò le mani bruciate. Bellatrix non sapeva come si fosse fatto quelle ustioni, ma per il momento le importava che suo figlio fosse vivo anche se la notizia che suo cugino fosse finito in qualche pericolo l’aveva comunque sconvolta.

Kreacher tra un singhiozzo e l’altro aveva provato a spiegare cosa fosse successo, senza però fornire dettagli adatti a capire del tutto la dinamica, e tutti poterono solo ascoltarlo impotenti e senza poter cambiare le cose in qualche modo.

Era questo a cui si riferiva Regulus quel giorno? Intendeva quello quando aveva detto che doveva terminare il suo lavoro e che gliene avrebbe parlato? Ma ora come poteva se non era presente? Kreacher aveva ripetuto più volte quella brutta parola, che nessuno in quella casa si sarebbe mai aspettato di sentire: Morto. Regulus era morto.

Non era vero, stava per forza delirando, magari aveva preso un abbaglio ma l’assenza di Black lasciava intendere che fosse proprio come diceva l’elfo.

Orion in quel momento pareva essersi completamente staccato dal mondi, suo figlio era morto tragicamente e gli unici testimoni non erano in grado di spiegare.

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