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Cursing

-No! Non ho intenzione di indossare il vestito da 'panterona', Grace! Che cosa ti salta in mente?- esclamo gettando via un vestito troppo succinto per una serata del genere. Sbuffa, ma non contesta sa che sarà una serata complicata per me e per tutti i presenti. Non posso credere che sta per accadere proprio stasera, oggi. Non sono pronta a vederlo, figuriamoci a dirgli una cosa del genere. Sospiro, mentre rovisto nel mio armadio. Non so proprio cosa indossare, qualcosa di adatto, ma non da suora. Come se alla fine sia importante quello che mi metto...

-Okay okay... Che ne pensi di un outfit semplice come skinny jeans neri, maglione bordeaux e giacchetto di pelle? Originale e carino.- dice Grace tirando fuori l'abbinamento. In fin dei conti non ha tutti i torti, non è per niente male. Annuisco prendendo i vestiti e i miei anfibi, andando in bagno a cambiarmi e truccarmi. Continuo ad evitare di parlare di quanto io sia ansiosa ed abbia paura di mandare tutto a puttane, ma so che la mia migliore amica ha già capito tutto e se non ne parla nemmeno lei è perché rispetta i miei tempi.
Applico un po' di mascara e una tinta labbra sui toni del rosso, ma non troppo scuro o accesso. Mi vesto e dopo venti minuti sono pronta. Controllo l'orologio al polso e noto che mancano ancora dieci minuti, perciò mi siedo sul letto.

-So che dirai di no, ma io ci provo lo stesso. Vuoi parlarne?- domanda Grace dopo qualche minuto di silenzio. Sospiro guardando davanti a me, in realtà non voglio parlarne perché non saprei da dove iniziare e quando inizierei non finirei più. Quindi è restare in silenzio e sperare nel meglio. Non so come reagirò alla vista di Calum, né come lui reagirà alla mia, né come reagirà alla notizia. Sono in un grosso dubbio e non so come uscirne, anzi, sì lo so, ma preferirei non saperlo.

-No, meglio di no. Solo... Rimani a dormire qui, in caso le cose si dovessero mettere male almeno il pensiero di te a casa mia mi tranquillizzerà.- dico sorridendo leggermente, lei mi sorride dolce depositando un bacio sulla mia tempia destra e mormorando un 'Certo'. Adesso non mi resta che aspettare ed incrociare le dita. Se vogliamo vedere il lato positivo della situazione, Ashton e Michael già sanno tutto quindi non dovrò sorbirmi anche la loro reazione, ma per ovvi motivi non mi calma affatto.
Il mio telefono mi vibra nella tasca posteriore dei jeans e per poco non cado dal letto, suscitando una risatina da parte di Grace.

Da: Luke
Sono qui fuori.

Tre parole eppure sto già tremando. Sento di dover vomitare, ma non ho mangiato ancora nulla, l'ansia mi sta giocando brutti scherzi. Mi alzo dal letto lentamente ed afferro la borsa sulla sedia, sotto lo sguardo indecifrabile della mia migliore amica.
Scendiamo insieme le scale, dove mia madre e mio padre mi guardano senza proferire parola, sanno tutto. Proseguo fino alla porta principale e poi mi volto verso Grace, che mi guarda.
-A dopo.- è l'unica cosa che riesco a mormorare prima di afferrare il cappotto, aprire la porta ed uscire di casa. Mi scontro con il freddo gelido di Sydney, ma questa volta quasi non ci faccio caso. Noto subito la macchina di Luke sul vialetto, anche perché è l'unica. Mi dirigo verso di essa titubante, tentata di mettermi a correre.

-Ciao.- sussurra appena entro nell'abitacolo che fortunatamente è riscaldato. Ricambio il saluto nervosa. Non riesco a smettere di pensare a quello che sta per accadere e so che anche Luke sta come me. Sfreccia tra le vie di Sydney, con la radio accesa e le canzoni passano senza mai attirare particolarmente la mia attenzione. Come faccio? Il mio sguardo cade sul profilo del biondo, lo riesco a vedere dalla sua mascella contratta e dal modo in cui stringe il volante che è teso. Vorrei poter fare qualcosa ma siamo nella stessa situazione.

-I ragazzi sono già lì, ci dovremmo mettere solo altri cinque minuti.- mi dice senza mai staccare lo sguardo dalla strada. Cinque minuti sono pochi e non sono assolutamente pronta, non ho preparato neanche un discorso e dubito anche Luke. Già mi immagino la faccia confusa di Calum, chissà quanto sarà cambiato.

-Tu hai per caso... Ecco sì, preparato un discorso?- chiedo imbarazzata, in effetti sa molto di diploma liceale e stranamente riesco a strappargli un sorriso divertito, il quale alleggerisce molto l'aria nell'abitacolo.

-No, Mag, ma spero che le parole vengano da sé.- risponde accostando davanti a una casa piuttosto grande. Essendo Michael non può essere diversamente, l'esterno è molto carino e accogliente. Prato falciato e l'esterno è sui toni del giallo ocra. Tu e il biondo vi scambiate sguardi di intesa, il motore è ormai spento e non vi resta che uscire e dirigervi nella casa.

-Pronta?- mi chiede mordendosi il labbro inferiore cercando di codificare lo sguardo di puro terrore nei miei occhi. Il cuore mi batte forte nel petto, tanto che lo sento in gola e quasi quasi anche Luke se ne potrebbe accorgere, le mani hanno iniziato a sudarmi e non riesco a fermare il tic alla gamba fasciata dagli skinny jeans neri.

-Solo se lo sei tu.- rispondo cercando di sembrare tranquilla, ma so di esser risultata ancora più tesa. Finalmente usciamo dall'auto e subito ci colpisce l'aria gelata che mi provoca un brivido lungo la spina dorsale. Più velocemente di quanto volessi mi spingo verso la porta della casa, solo perché sto morendo di freddo. Luke al mio fianco si stringe tra le ampie spalle quasi a volersi fare piccolo piccolo. Con l'ultimo scambio di sguardi d'intesa e suona il campanello.

-Vado io!- sento una voce indistinta da dentro e poi dei passi che si avvicinano. Il cuore batte all'impazzata, quasi a volermi uscire dal petto e mi mordo freneticamente il labbro inferiore. Senza volerlo mi aggrappo al braccio di Luke, quasi alla ricerca si un sostegno in caso dovessi collassare. Il biondo non mi dice niente, ma mi stringe, anche lui ha paura.
Dopo quella che sembrava un'eternità finalmente qualcuno apre la porta.

-Alla buon'ora.- Michael appare sulla soglia della porta e per poco il cuore smette di battere. Sono felice che sia solo il tinto ad aprire la porta, perché non ero pronta a ritrovarmi Calum davanti di botto. Luke insieme a me tira un sospiro di sollievo, ma sappiamo entrambi che non è ancora finito. Michael si fa da parte e ci lascia passare, sapendo già cosa sta per accadere.

-Luke, permetti una parola?- Michael interrompe la nostra camminata terrorizzata e in parte sono grata, ma so che posticipare il momento non servirà a nulla. Luke, confuso, annuisce e segue il suo amico in cucina che si trova poco distante dall'ingresso. Io decido, invece, di rimanere dove sono, meglio non fare le cose in modo troppo affrettato e inoltre voglio che ci sia Luke con me, non so se riuscirei a farlo a da sola. Sbuffo iniziando a giocare con l'orlo del mio maglione, come ci sono finita in questa situazione? Non lo so neanche io, eppure fino a qualche settimana fa era tutto normale, la mia vita era la solita monotona vita di una diciottenne, guardatemi ora invece, impicciata con una band con cui sperava di aver chiuso per sempre. Passano minuti prima che Luke e Michael tornino e in quel breve, ma intenso lasso di tempo non faccio altro che tormentarmi e temere che qualcuno, più precisamente Calum, possa arrivare da un momento all'altro, ma Dio fortunatamente mi grazia e giungono prima i due. Sembrano tesi, Luke più di prima e non posso fare altro che domandarmi cosa possa avergli detto l'amico da renderlo così nervoso.

-Credo che sia meglio se andiamo, possiamo parlarci domani con Cal. Vieni, Maggie.- dice il biondo naturale, spingendomi verso la porta. Sono completamente confusa, non so cosa stia accadendo e sebbene non voglia parlare con Calum, vorrei comunque sapere cosa sta succedendo. Cerco una risposta in Michael, il quale appena incrocia il mio sguardo, abbassa il suo, quasi dispiaciuto. Ma per cosa?

-Mi spiegate che diavolo state facendo?- chiedo senza alzare troppo la voce e piantando i miei piedi a terra. Esigo una spiegazione anche se non sembrano essere intenti a darmela, dopo tutto ci siamo dentro tutti e non voglio iniziare con i segreti. Luke finge di non sentirmi e continua a spingermi delicatamente con la sua mano dietro la mia schiena, Michael si guarda intorno come se temesse qualcosa.

-Rispondete!- alzo leggermente la voce e me ne pento immediatamente, sono quasi sicura che mi abbiano sentito tutti in casa, ma una parte di me spera di no. Magari sono abbastanza lontani. Entrambi sbiancano e diventano paonazzi, la presa di Luke su di me si fa più insistente e con l'altra mano apre la porta di nuovo, facendo entra un'aria congelata nella casa calda. Rabbrividisco immediatamente e Luke ne approfitta per farmi muovere di qualche passo, prima che io pianti di nuovo i piedi a terra.

-Mag, ho detto andiamo.- Luke parla finalmente, ma non risponde alla mia domanda. Sto veramente iniziando a preoccuparmi, forse è successo qualcosa di grave? Anche se dubito, perché fino a qualche secondo fa tutto era tranquillo. Io scuoto la testa, non sono una bambina e non ho intenzione di farmi dare degli ordini senza delle spiegazioni plausibili. Sento dei passi in lontananza e il cuore smette di battere, magari è solo Ashton.

-Insomma che sta succedendo?!- una voce spazientita e infastidita parla e Luke si irrigidisce dietro di me. Tutto il mio corpo inizia a tremare e sento di star per svenire. Il biondo non lascia la presa su di me, ma la ammorbidisce, ormai troppo tardi per scappare. Lentamente ci giriamo colti sul fatto, il mio sguardo basso sul pavimento, piano piano lo alzo, sentendo il cuore battere forte contro la gabbia toracica quasi a voler esplodere. I miei occhi scrutano la figura davanti a me attentamente, stivaletti neri, skinny jeans strappati del medesimo colore i quali valorizzano le sue gambe, maglia blue con scritto Maine sopra che gli fascia perfettamente il busto e poi la sua faccia.

-Cazzo.- mi esce senza potermi controllare. Il momento temuto da sempre è ormai giunto: Calum è proprio davanti a noi e ci fissa più confuso che mai.

Spazio me!
Heey, da quanto tempooo. Spero che questo capitolo non faccia troppo scifo. :(
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Byee

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