Almost Caught
"No, credo sia meglio così. La prima volta deve essere completamente casuale, da non far capire loro nulla. Poi gradualmente." Dico sorseggiando il mio bicchiere d'acqua gassata. È da mezz'ora che io e Luke discutevamo sulla 'nostra' relazione. Siamo arrivati ad un accordo: ci faremo vedere tra una settimana, quasi come se fossimo amici di vecchia data, dopo un'altra settimana ci saranno i primi contatti fisici ambigui ed infine i baci e gli abbracci, come una vera e propria coppia. Ovviamente aggiusteremo le varie parti con il passare del tempo, ma in linea d'aria va più che bene.
"Per quanto i ragazzi direi che dovremmo avvertirli prima. Non vorrei che se ne uscissero con qualcosa di inopportuno nelle interviste. E poi dovranno apparire il più disinvolti possibili." Dice Luke prendendo un sorso dal suo thé nero. Casa sua è più accogliente e calda di quanto si possa pensare, nonostante il disordine. Il salotto non è gigantesco, ma nemmeno piccolo, ha un grazioso divano, su cui siamo seduti, in pelle davanti alla televisione, momentaneamente spenta, e dietro un tavolo da cucina probabilmente mai usato, dal momento che vive da solo. I toni della stanza sono sul giallo e rosso, non ci sono tante foto, più che altro quadri di media dimensione. Anche perché passa poco tempo a casa, a causa del tour. Mi domando perché non abiti con i suoi quando è in città, ma poi mi ricordo che a diciannove anni un po' tutti vorrebbero più libertà.
"Sono d'accordo, non vorrei alterare il caro Matt." Scherzo per alleggerire l'aria. Sebbene stiamo cercando di evitare entrambi l'argomento, sento una forte tensione tra di noi. So che non diventeremo mai migliori amici, ma almeno iniziare ad apprezzare la compagnia dell'altro sarebbe un passo avanti. Attendo una sua reazione e dopo poco ridacchia imbarazzato, forse dopotutto non odia il suo manager, non quanto me perlomeno.
"Una volta ha avuto un esaurimento nervoso solo perché Ashton aveva deciso di non indossare più bandane. Per fortuna si è ripreso, ma comunque credo abbia dei problemi seri." Continua mentre si scalda le mani con la tazza di ceramica rossa. Rido immaginandomi la scena e quasi mi dimentico della situazione. Lo riesco a leggere nei suoi occhi che non gli fa piacere essere in questa situazione, con me, ma non lo biasimo, deve essere brutto agire alle spalle del tuo migliore amico. La mia mente viene riportata alla realtà quando qualcuno apre la porta ed entra nel salotto.
"Sono arrivati i più fighi di Sydney, breadstick*" annuncia fiero Ashton aprendo le braccia e il petto, come se ci credesse veramente. Trattengo una serata e Luke sbuffa posando la tazza sul tavolinetto davanti ai nostri piedi ed alzandosi, per andare a chiudere la porta di ingresso. Quando il biondo riccioluto nota la mia presenza sbianca ed inizialmente penso che sia per la sua entrata 'trionfale', ma poi capisco che c'è dell'altro.
"Merda, cazzo, cazzo, merda. Cazzo ci sono Calum e Michael, cazzo. Luke nascondila, non possiamo lasciare che Calum la veda senza un piano ben organizzato, merda. Sbrigati!" Urla a bassa voce, afferrandomi prontamente il braccio destro e facendomi alzare. Finalmente capisco la sua espressione pietrificata e quasi non sento le sue dita stringere forte il braccio, a tal punto da dolere. Incespico sui miei stessi passi e sul tappeto, vorrei correre via da qui, ma non posso e poi rischierei di rovinare tutto. Io, come Calum, non sono pronta. Ho bisogno di tempo per pensare a cosa dire, a come dirlo, a quando dirlo, per preparami a vederlo di nuovo.
"Vieni qui... Nonono, a destra, qui nella stanza di Luke. Adesso chiuditi dentro a chiave e non uscire finché non mi senti urlare 'Machete'. Capito?" Dice Ashton buttandomi dentro la prima stanza sul corridoio. Sembra quasi più sconvolto e spaventato di me. Annuisco confusa e prima che possa rispondere a parole, la porta viene sbattuta. Mi prendo cinque secondi per elaborare il tutto, prima di fare come ha detto e chiudermi a chiave. Poi sospiro, quasi libera da tutta quella tensione. Come ha potuto dimenticarsi che i suoi amici stavano per arrivare? Evidentemente non è così strano, forse vengono tutti i giorni. Fisso la porta per un altro po', poi accorgendomi di essere incantata mi giro. Dal modo in cui è decorata la sua stanza riesco a capire molto della sua personalità e dei suoi gusti. Ascolta molta musica, e non lo dico perché è un musicista, ma perché ha una libreria intera dedicata a vinili, cd, dischi, cuffie e tant altro. Scollo i piedi dal pavimento e comincio a passeggiare per la camera, il letto è disfatto e riesco a vedere bene le sue lenzuola blu oceano, un po' come i suoi occhi. Sulla sedia, sulla scrivania e sui piedi della branda sono presenti magliette, jeans, felpe, camice. Un po' come lo studio di ieri, incasinato, pieno di vestiti ed oggetti. Vicino all'armadio trovo un paio di Converse nere e degli stivaletti del medesimo colore. Sfioro con le dita le camice di flanella e le canotte appese nell'armadio. Mi chiedo dove tenga gli abiti invernali, quest'anno fa stranamente freddo qui e non penso che non lo senta.
Qualche libro e messo uno sopra l'altro a formare una colonna di mezzo metro. Non pensavo leggesse, mi avvicino e prendo il primo in cima "Il diario di una schiappa". Molto intenso, devo dire, soprattutto per un diciottenne. Il secondo invece è "1984" di Orwell, uno dei miei preferiti. Sono impressionata dalla vastità di generi letterari, passa da un libro per dodicenni a grandi scrittori acclamati da tutti. Mi allontano da lì solo per afferrare un paio di cd e vinili e sedermi sul letto che scopro essere ancora caldo, forse quando sono arrivata io si era da poco alzato. Penso, mentre sfioro le copertine di Meteora dei Linkin Park, ¡Uno! dei Green Day, Buddha dei Blink-182, Iowa dei Slipknot e così via. Non proprio il mio genere, ma onestamente apprezzo tutti i generi dalla musica pop a quella metal. Sento risate dall'altra stanza e subito torno alla realtà, c'è solo un muro che mi divide dal ragazzo che io abbia mai amato e vorrei tanto uscire ed andargli incontro, abbracciarlo, baciarlo, dirgli che in realtà non l'avevo mai dimenticato. Sono attaccata alla porta, voglio sentire qualsiasi suono, voce, risata possibile, soprattutto se la sua.
*Flashback*
Dopo aver litigato brutalmente con Calum, l'avevo finalmente convinto a parlare con Daisy per dirle di levarsi di torno, smammare, dissolversi, annullarsi, e lasciare in pace me e lui. Ovviamente con toni più tranquilli e cordiali, ma il concetto era quello. Inizialmente non era d'accordo, ma infine l'avevo minacciato di non baciarlo più e non ci aveva messo più di dieci attimi ad accettare. Mi sentivo la regina del male, sempre se una regina si sarebbe mai messa attaccata alla porta dell'aula di fisica per origliare. In mia discolpa potevo dire che non mi fidavo affatto di Ms Steal Your Boy e Calum era troppo gentile ed ingenuo per capire.
"...Mi dispiace... Come?... Per lei?... Pensi... Vale la pena?... Amore... D'accordo..." Ecco tutto quello che ero riuscita ad origliare, prima che si avvicinasse qualcuno e dovetti far finta di niente. Mi spostai contro gli armadietti e dopo poco uscì Daisy, la riconobbi dal suono dei tacchi sul pavimento. Tentai di non ridere quando notai che non aveva il suo solito sorriso strafottente, qualcuno l'aveva appena messa con le spalle al muro.
"Ti invidio, sai? Ho avuto così tanti ragazzi che pensavo che anche lui sarebbe caduto ai miei piedi. Probabilmente sono troppo sicura di me, forse non abbastanza, ma comunque lui non c'è cascato. Ha preferito te. Ti invidio perché quello è il tipo di amore che vorrei ricevere." Disse fermandosi davanti a me, per poi proseguire senza lasciarmi il tempo di controbattere. Mi aveva lasciata senza parole, non pensavo che Daisy potesse avere dei veri sentimenti o anche un cervello, eppure era così ed era anche in grado di farlo funzionare, a volte. Comunque le sue parole mi avevano fatto riflettere, apprezzare quello che avevo. Calum aveva preferito me a lei, la ragazza più desiderata di sempre. Aveva preferito una stupida ragazzina appiccicosa e fastidiosa, invece di una quasi donna dalle forme impeccabili. Quando uscì anche lui dall'aula non riuscì a dire niente perché gli saltai al collo e lo baciai con tutta la forza nel mio corpo. Mi aveva sempre mostrato di tenerci, mentre io lo trattavo come un infedele.
"E questo per cos'è? Solo perché ho scaricato Daisy? Potrebbe quasi diventare un hobby se quella sarà la mia ricompensa." Scherzò afferrandomi per i fianchi, risi con lui godendomi il momento. Avevo veramente un ragazzo d'oro e non avrei mai dovuto dubitare di lui, anche perché lui si fidava ciecamente di me. Lo baciai di nuovo, chiudendo gli occhi e lasciandomi trasportare dai sentimenti e dalle emozioni. Non avrei mai lasciato che qualcuno me lo portasse via.
*Fine Flashback*
Sento il cuore battermi forte nella gabbia toracica, i ricordi sono di anni fa ma sembrano così recenti. Mi manca da morire.
"Ma fa silenzio che l'altro giorno non mi avete fatto chiudere occhio tu e Nia, Callie."Urla quello che riconosco essere Michael. La gola mi si secca e tutto tace, scivolo lungi la porta, sedendomi per terra e portando le gambe al petto. Forse io non gli manco per niente.
Spazio Me!
Holaaa amigosss! Come va? Che ne pensate di questo capitolinoo? Non so perché sono così emozionata oggi, anche perché è stata una giornata molto strana. Anyway lasciate un commento ed una stella per favoree.
Byee
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