Capitolo 8- brioches
Come mi conosci, umana?
<<Ryuk, questo adesso non ha importanza. Ti ho fatto un' altra domanda.>>
I miei occhi seguono la penna che scorre sul foglio.
Si, non era niente male, la ciambella.
<<Sono contenta, allora te ne prenderò una ogni mattina, ma ad una condizione.>>
Sorrido e inclino la testa di lato, rispondendo senza aspettare che mi faccia una domanda.
<<Informazioni.>>
Di che genere?
<<É stato Light ad uccidere Annalise?>>
Una silenziosa esitazione.
Il battito del mio cuore accelera.
Si.
<<Perché?>>
Immagino lui ridere, anche se non sento la sua risata.
Questo non te lo posso dire.
<<Ma l'ha fatto per me?>>
Può darsi.
<<In che senso?>>
É strano con te, non gli sei indifferente.
Non so dirti altro, i sentimenti umani non li ho mai capiti.
<<Ti ha mai parlato di me?>>
Troppo.
Un brivido mi percorre la schiena.
<<Grazie, ma basta così.>>
Per adesso.
Un suono spezza l'atmosfera.
Il foglio si strappa, rimane solo un piccolo pezzo.
Una scritta.
Portami una mela.
Sorrido.
Ryuk é sempre Ryuk.
Annuisco con la testa e mi alzo.
Scendo le scale e vado in cucina.
Light é seduto su una sedia, lo sguardo perso nel vuoto.
Si gira e mi guarda.
Caspio.
<<Alice, che ci fai qui?>>
<<Prendo una mela, perché ?>>
S' avvicina e mi prende un braccio, un' espressione furiosa sul volto.
<<Dovrei farti io la stessa domanda.>>
Cazzo.
Stringe fino a farmi male, sento il suo respiro sul collo.
<<Mi nascondi qualcosa, Alice?>>
Il tono della voce é freddo, una minaccia sottile .
<<Light, mi fai male.>>
In un momento si scosta da me, una mano a reggersi la testa.
Gli occhi verso il basso.
<<Scusami Alice, no-n so cosa mi sia preso.>>
I capelli disordinati ed il viso sudato.
Una voce balbettante.
Ma questo é Light?
Mi allontano e ritorno nella mia stanza, dimenticandomi della mela.
Hai avuto paura.
Mi distendo sul letto e ripenso all'accaduto, la sua compostezza persa per così poco.
Conosci veramente Light?
Le palpebre si chiudono.
E la notte porta con sé la risposta.
<<Buongiorno, Alice.>>
Porto le mani agli occhi, strofinandoli leggermente.
Light.
<<Eri così stanca che ti sei appisolata senza neanche aver cenato. Ho preferito non svegliarti:dormivi così bene.>>
Mi siedo e come prima cosa noto d'aver il braccio scoperto.
Maledizione.
Non si sarà accorto che...
<<Se te lo stai chiedendo, si, me ne sono reso conto.
Perché non me l'hai detto?>>
Tento di formulare una riposta che possa essere valida, ma non riesco a parlare.
Qualcosa ti blocca.
<<Non pensavo che l'incidente ti avesse procurato lesioni anche al braccio.
Non ti preoccupare, non sono gravi, se sei fortunata potrebbe non rimanerti la cicatrice.>>
Incidente?
Davvero pensa che siano collegate all' incidente?
Oppure sta facendo finta che sia così.
<<Adesso vado a scuola, tu rimani a casa e riposati, informerò io i docenti per te.>>
Non sapendo come ribattere, mi limito ad un tacito consenso.
Mi carezza la guancia, in un gesto inconsueto d'affetto.
Al contatto con la sua mano fredda tremo, ma rimango ferma, non opponendomi.
<<Mi dispiace per ieri, te lo ripeto: non so cosa mi sia preso.>>
Il suo sguardo, inespressivo, é in contrasto con il sorriso.
Inizia ad incamminarsi, preso da una fretta che non gli riconosco.
Prima che vada però, gli dico una cosa.
<<Buona giornata, Light.>>
Si ferma e mi guarda, un rossore evidente sulle guance.
I suoi occhi non incontrano i miei.
<<Anche te,Alice.>>
Apre la porta e se ne va, lasciandomi da sola con me stessa.
Cosa hai intenzione di fare?
Uscire, ovvio.
Dove vuoi andare?
Da L, quando mi ricapiterà un' occasione così ?
Scelgo alcuni vestiti dall'armadio di Sayu ed esco di casa.
Fa freddo, immergo il naso nella sciarpa, gustandone l'odore.
Alla vaniglia.
Chiamo un taxi e in pochi minuti mi ritrovo ad essere davanti alla residenza di L.
Hai una memoria invidiabile.
Può ritornare sempre utile.
Entro nell'edificio e mi reco al bar vicino all'ingresso.
Un cameriere si dirige nella mia direzione.
<<Desidera?>>
<<Che dolci avete?>>
Assume un' espressione imbarazzata e abbassa il tono di voce.
<<É mio sconforto dirle che un nostro ospite ha già terminato buona parte della nostra dispensa.
Abbiamo solo qualche brioche al cioccolato, se può interessarle.>>
Mi trattengo dal ridere e rispondo con altrettanta gentilezza.
Dovevo aspettarmelo da te, L.
<<Non si preoccupi, andrà benissimo. Me le può incartare?>>
<<Certamente, il conto corrisponde a 700 yen.>>
Sono abbastanza cari, direi.
Speriamo ne valga la pena.
Una signora di mezz'età, ad un tavolo vicino, non si trattiene dal rimproverarmi.
<< Non dovresti essere a scuola signorina?>>
Certo che i ficcanaso ci sono anche qui.
<<Lavoro, signora.>>
Mi squadra con aria sospetta.
Riprende a parlare.
<<Guardi da una parte é un bene che non sia stata a scuola oggi.
Dal telegiornale sembra che in un liceo alquanto rinomato sia morta una ragazza.>>
Cosa?
Il cameriere annuisce.
Dev'essere una brutta coincidenza.
Non li saluto, dirigendomi all'ascensore.
Clicco un pulsante e scendo.
Light.
Sono davanti la camera di L.
Busso.
Light, Light,Light.
Un ragazzo apre la porta.
Maglia bianca e jeans.
Il pacchetto di brioches cade a terra.
<<E tu saresti?>>
Fa che sia solo una brutta coincidenza.
Ciaooooooo come va? Spero bene^_^
Spero che il capitolo vi sia piaciuto :).
Scusatemi tanto per il ritardo, il capitolo in realtà l'avevo scritto ma non mi piaceva per niente, per cui ho preferito aspettare.
Prometto che la prossima volta sarò puntuale ;).
Ringrazio chi segue,legge e vota la mia storia<3.
Adesso devo andare a studiare inglese(parte la musica triste).
Alla prossima!~
L: spero per te che valga la regola dei 5 secondi.
Io:certo!
L: e spero per te che le brioches siano buone.
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