Blood On The Ground
'Respira.
Non c'è tempo per la rabbia. Non c'è posto.
Non c'è posto per le emozioni, non è a te che tocca provarle. Respira.'
Stringo il metallo freddo tra le dita, mentre l'ombra di un ricordo mi attraversa le palpebre.
...
-Ho chiuso, ricordi? Il sangue porta solo altro sangue.-mormorai al telefono.
-Non puoi rifiutare Layla.-
Ghignai. Non avevo niente da guadagnare, nulla avrebbe potuto darmi la pace, nessuno avrebbe potuto perdonarmi
-É perché mai?-
-Non ti chiedo di togliermi dalla strada un poliziotto qualunque. Parlo di quello che ha ucciso tua sorella, tua madre e tuo padre.-
Serrai le labbra, trattenni il respiro.
Niente da guadagnare. Hai già perso tutto. Per sempre.
- e il prezzo, poi.- Roteai gli occhi.
-Non posso rifiutare neanche questo? -
Tristan scoppiò in una risata fastidiosa.
-Esatto, caramellina.-
Sospirai.
-Spara.-
-Il tuo ragazzo. Sano e salvo.-
Mi si bloccò il fiato. Era vivo. Era vivo cazzo.
Vivo. - É con te? O dal capo?-
-Io sono dal capo. E si c' è anche lui. -
-Fallo parlare. -
-Lay. Scusa - mormorò una voce roca, la sua una lacrima attraversò il mio volto.
- Accetto. -
Per Max
...
"Respira. Respira Lay. Altra vita. Hai due ore e poi passerai un altra vita. Va Tutto bene." ma non mi convinco.
Avevo ucciso quel poliziotto.
Ne avevo già uccisi tanti. Persone di ogni tipo, dai poliziotti ai ladri, dai giudici agli assassini.
Ma ora mi tremano le mani. Devo respirare. Un po' di più.
La sedia è comoda, più di quanto la ricordassi, ma forse anche più insanguinata, perché risultava naturale che il miglior sicario e il malavitoso più potente di new York, avessero seduto l'uno di fronte all'altro.
Non avevo portato rispetto. Non avevo piegato il capo. E Max era morto. Il mio migliore amico, il mio compagno di (beh) omicidi, la persona di cui mi ero innamorata, era morta.
Dente per dente. Più o meno.
John entrò nella stanza.
-Che ci fai qui?-chiese, e io non esitai, non mi ripeti di respirare, perché mi aveva tolto ciò che amavo.
E io non avevo rimpianti. Niente pianti isterici. Niente crisi di nervi. Niente rabbia repressa.
Non ne avevo mai avuti. Uccidevo una persona, fumavo una sigaretta e baciavo Max.
Si sta chiudendo tutto, però.
Max non c'è più.
Ho smesso di fumare.
E questo sarà il mio ultimo omicidio.
Sparo. Due colpi al petto, uno alla testa.
La sveglia, nella tasca del mio cellulare suona.
È arrivato il mio passaporto.
E Layla Barner è morta.
...
Respira. Respira.
Maximus McAdams.
'' La mafia gli ha tolto
Ciò che la vita gli ha dato. ''
Ridacchiai.
La mafia gli ha tolto
ciò che lui toglieva agli altri.
Ciò che noi, toglievamo.
Mi si bloccò il fiato.
Ora sono Rachel McAdams, e tutto ciò che avrò della mia vecchia vita, sono il cognome del mio ragazzo e un bel po' di soldi sporchi.
La psicopatica è libera. L'assassina più ricercata, dentro il corpo di una ventenne di un metro e cinquanta, dalla costituzione magra.
La pistola più pericolosa d'America chiusa in una scatola, il coltello più tagliente, insieme a quelli da cucina, ogni prova cancellata.
Mi Chinai sulla lapide, e poggiali le labbra sul marmo, poi la fronte.
-Addio. - sussurro.
Sono libera. Una lacrima mi solca il viso.
Sono ancora viva, e non mi sento in colpa.
Hanno scelto per noi una vita che non volevamo,ma noi non ci eravamo opposti. Ottantasette persone, in quel cimitero, le avevo mandate io.
Cammino fuori dal cimitero.
L'assassina è morta.
Sono Rachel McAdams adesso.
Ma questo non mi impedisce di farvi il culo. Perché vengo dalla strada, davvero. Vengo da dove impari a tirare coltelli, prima di imparare a leggere.
E perché la vita é uno schifo.
Puoi lottare, o puoi lasciarti prendere a calci.
Ma in qualunque caso, alla fine, ci sarà sangue sul pavimento.
E, se c'è una cosa che ho imparato, è che quel sangue non deve essere il mio.
Scritta il 9/12/2020
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